Giuseppe Antonio Borgese - Guerra di redenzione

I - 18 - / Può èSsere che nuove combinazioni si realizzino, ma nessuna di quelle finora escogitate è verisimile. Non è verisimile che gli interessi del! 'Italia vengano salvaguardati con l'abbandono dell'Austria da parte della Germani·a, con la cessione dei confini naturali P del dominio del!' Adriatico e con una nuova alleanza italo-germanica. E nemmeno è verisimile che la Germania si riconosca già a tali estremi da sacrificare stoicamente sè stessa e brutalmente l'Austria costringendo questa a darci Trieste e Pola. D'altro canto ci troviamo in una situazione interna, che sarà bene illuminare rapidamente. Perchè vi è questa fortuna nella vita delle nazioni come degli individui, che le decisioni gravissime, per una specie di pietà della provvidenza, non si pigliano mai in istato di completa e conscia libertà. Anche l'individuo isolato non troverebbe il coraggio necessario se nei gravi momenti della sua vita non vi fossero come delle inesorabili forze esterne che premono su di lui. Così anche delle nazioni. Noi dobbiamo pensare come pensiamo, ma è pur equo che ci mettiamo nelle condizioni d'animo dell'uomo di stato, il quale, invece di fare- la propaganda per la guerra, deve assumersi la enorm 9 responsabilità di deciderla. Non ci s'immagina un uomo di stato collocato amleticamente davanti al dilemma di pace o guerra, nella situazione praticamente indifferente dell'asino di Buridano fra i due cibi. Questa grandiosa rèSponsabilità pare agli ideatori ed ai pensatori possibile ad assumersi ; ma è giusto che non attragga un uomo di stato. E appunto è in questa situazione che si formano certe cause urgenti, fatali, dalle quali non è salvpzza, in modo che la decisione non paia più libera. sibbene determinata da urti superiori a ogni forza di difesa. In Italia vi sono appunto le condizioni che detenninano inevitabilmente la guerra. E' un fatto che, anche se supponiamo di trovarci di fronte ad una Italia inerte e fiacca, incapace di vedere quale debba essere il suo avvenire nel mondo, anche se ci figuriamo l'Italia ridotta alle minime proporzioni come sempre la vedono i nostri democratici, questa Italia non può fare a meno oggi di Trento e Trieste. B blloteca Gino Bianco

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