Pensiero e Volontà - anno III - n. 12 - 1 agosto 1926

272 PENSIERO E VOLON1'A' ----------------------------- ·---------·--·· - ------- 1n confronto. alla libertà integrale, tc:tnarchica, eh.e noi a:uspichiamo. Ma il fatto in sè, che !:>Opraho cercato di lumeggiare, non resta meno vero. Noi anarchìcì volevamo di più e dì meglio; e se, perseguendo la tradizione organizzatrice bakuniniania, fossimo riusciti noi a permeare del nostro ~irito d'autonomia e d'indipendenza il proletariato organizzato, i· risultati sarebbero stati più confortanti, più libertari. La mancanza d'ogni organizzazione, però, sarebbe stata anche peggiore della cattiva ,organizzazione; chè i popoli non avrebbero fatto neP!1)ure quel po' di !Progresso che innegabilmente è stato compiuto. Ma scendendo anche sul terreno più limitato di critica, in cui si restringe l'Adunata, circa i vizii autoritari del_le organizzazioni operaie e di partito odiern•e, io insisto che tali vizii si debbono non al f..atto d,ell'organizziaz1one in sè, bensì aq_ una insufficienza di organizzazione. Le organizzazioni cioè sono tanto più autoritarie quanto più esse si limitano, di fatto, ai capi, ed i gregari vi partecipano solo pagando le quote, tenendo in tasca la tessera ,e disinteressandosi di tutto il resto. L'utile della loro organizzazione diventa minimo, poich,è i veri e soli organizzati restano i capi ed i pochi soci attivi; tutti gli altri ~eno ·come disorganizzati, costituenti un peso morto che è quello, quasi sempre, eh.e determina l'indirizzo accomodante e conservatore di tutta l'organizzazione. I difetti di quest•a diminuirebbero assai, se il numero dei veri organizzati, cioè dei partecipanti ed attivi, aum,entasse, se gli interessati diretti non se ne disinteressassero, e sopratutt,o se vi partec~passero tutti ,quegli elementi che hanno spi.rito d'iniziativa e senso di libertà. a cominciare dagli anarchici per qu,elle organizzazioni a cui questi h~nno ragione o. intPresse di .aderire pel maggior successo dP-lle proprie idee. N.aturalmente per gli anarchici l'organizza·· • • f • ' • z1one, 1n CUl p1u essi possono svllt1tl)pare u11a attività nel proprio senso e in conformità e in coerenza con le proprie idee, è quella anarchica, - che dovrebbe, secondo me, c~- sere come il Cl!tttro d1 affiatamento e di rarcoglimento e quindi il punto, di partenza di tutta una attività individuale e collettiva concordata, irradiantesi nell'ambiente circostante. µer !nfluenzarlo Hbertariamente, per prov; t:arv1 •e sec:ondarvi tutti i movimenti di libertà e di giustizia ed ostacolarvi e combattere i contrarii. Rileggendo in questi giorni le c<Y Biblioteca Gino Bianco se riguardanti Bakunin, mi è parso che qnesti tracciasse anche per noi la n1igliore •linea di condotta quando fondava nel 1864 cirr.=a qu,ella « Fratellanza Internazionale» che era, per il nucleo di uomini racco! ti 1ntorno a lui e col programma che fu all'incirca 4.uello eh~ oggi si ,chia1na ;anarchico, l'organizzazione dell'attività che poi i sing•oli uomini e gruppi 6Vilu11>pavanoall'esterno, negli ambienti più vari, prima fra i patriotti italiani o polacchi, tra i democratici della Lega della P1 ace e dalla Libertà poi, ed infine tra le sezioni della Internazionale, - raggiungendo, in quest·uItimo periodo la maturità completa delle. 1dee e la migliore applicazione pratic~ d1 aueste nel movimento e nella lotta. Quando si tratta d1 organizzazione anarelli· ca, n1i sembra ch•e i miei contradditor1 non t.engano presente il carattere di questa e le attribuiscano fatti o immaginari o i:lrbitra1ia· . mente interpretati. No:n parlo della quesnone della tessera, che nelle organizzazioni anaI" chich-e non sì usa, e su cui convengo con l'Adunata che ciò ch,e importa e può dar luogo a critiche non è tanto la tessera quanto la funzione in sè dell'organizzazione. So·10 m1 Si permetta d'osservare che, quando dicevo d'av•c.::ravuto in tasca varecchie tessere di varie società cui appartenevo senza se11t1rn1~ punto leso n,ella mia libertà e individualità, non volevo vantarmi d'un coraggiò e d'una invulnerabilità, di cui proprio non c·era blso gno; ,e non si trattava affatto d'una eccezione da parte mìa, .nè 4'un uragano da affrontare, ecc. C'erano, certo, in quelle organizzazioni dei soci che seguivano passivamente l'andazzo dei consigli <lirettivì: ma non si trattava di anarchici ,e il danno che ne veniva non era superiore a quello del restare qisorganizzati. Poichè l'organizzazione è un fatto che scaturisce dalla necessità, quelli che se ne appartano non per costituire una. organizzazione secondo le proprie idee, ma per restare disorga11izzati, non rimediano a· nulla e fanno in certo modo il gioco delle organizzazioni autoritarie, le quali non amano 1'0ipposizio.ne nelle proprie file e· neppure l'opposozi~ ne organizzata contro di loro dal di f:uori. Aver degli avversari disorganizza ti, per esse, è ·come non averne punto; ed è questa una delle ragioni per cui cosl spesso i giornalisti e gli scrittori sia borghesi eh.e socialdemocra ticì o cornunistì confoudono o fingono di confondere la nostra negazione dello Stato con la negazione di qualsiasi organizzazione,

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