Pensiero e Volontà - anno III - n. 10 - 16 giugno 1926

► ; PENSIERO E VOLONTA' • 227 d1 concerto, simultaneamente. La grandezza dell'opera <la compiere, l,e sue innumrer.evoli diffì<'ol.. tn., lungi dallo s.coraggiarc1. ci entusias1nano, ci inebriano, ci esaltano. Appunto perchè ne abL1amo co1npresa la portata, noi siamo pronti a, tutti gli sforzi, a tutte le lotte, a tutti 1 sacrifici, non potren10 mai di~perare, e l'anima nostra trova sem1 p1~e nuove ragioni di credere, di vibrare, di donairs1, di agire. l grandi giorni· 11011 possono essere troppo lontar, i; e il nostro destino, qualunque esso possa esser~. non potrà mai tarci compiangere. Se anche un3 · civiltà inferì ore dovesse momentaneamente trionfa_ re, e tutte le brutture eh.e oggi dep1orian10 J·1v~~- sero sopravvivere per qualche tempo ancora, avre_ 1no per lo meno conosciuta Ja g101a profon('a. di aTer risposto « presenti I » all' appell0 d1 t-i1tte le forze d'elevazione, di bontà e di beHezza. Noi :r:estiamo al nostro posto con la coscienza. rH . sodisf are il nostro debito vers? tutti i pionie1 i eroi.Pi del passato, verso tutti i nostri precursori. Ed ecc·oci qui, col <!UOre traboccante di tutte le più nobili passioni, oon l' in~oercibile persuasione di contrihuire a prepara.re l'avvenire, artigiani oscu_ ri della più grande opera di luce, che un giorno si compirà; e si compirà, e 1101saremo con lei. nella · misur.a in cui noi stesç;i l'avren10 voluta Ah! vogliamola, col\ tutto ciò che v'è in noi di idee, di caparJtà e di forze! LUIGI BERTON{. -------------------------------------- La dor-i.na o.pe.ra·ia I con1unisti autoritari propugnano l'industrializzazione del lavoro domestico, considerandola il miglior mezzo per emancipare la donna proletaria dalla schiavitù della casa e rendere meglio utilizzabili le sue capacità pro- • duttive. I comunisti autoritari procedono, nei riguardi dell'emancipazione femminile marxi- ' sticamente. La bottega dell'artigiano perpetuava l'individualismo politico ed economico, l'officina moderna .forgia l'ordine nuovo : ( gli operai sindacati e disposti a diventare cellule dello stato industrial-comunista. La casalinga è, politicamente, ed economicamente, considerata equivalente all'artigiano. I comu ... nisti autoritari sono, quindi, loici quando op- • pongon l'officina al focolare domestico sosti- ' tuito dalla cucina comune di quell'Hotel-caserma che secondo loro sarà la casa dell'uomo e d~lla donna e dei bambini quando sorgerà il nuovo ordine, cioè lo Stato comunista. Lo strano si è che anche fr·a molti anarchici si faccia strada l'idea dell'industriaslizzazione della donna. Questo dimostra che Marx è ancora più forte di Proudhon, e che l'utopismo srientif ico, . cioè economi cista, si infiltri in quel bastardo individualismo che, in certe teste, va, tanto per indenderci, da Mariani ad Armand. La dtn1olizione delle varie poesie della casa, sfruttate dal conservatorismo sociale e dal misoneismo moralisteggiante, potrebbe giovare se la preoccupazione di sottrarre la mentalità delle donne ai varii limitati orizzo~ti affettivi ed edonistici, non si ispirasse o ad un gretto economicismo che considera il lavoro domestico come non abbastanza reddii li ·.teca Gino Bi e tizio o àd un facilone tentativo di soluzione del problema, che alcuni considerano fondamen tale, del libero amore. L'idea di industrializzare la donna per emanciparla è un'idea borghese o economicista, se non si pone sulle basi ben ferme e ben delimitate di questo problema: può la donna trovare nel lavoro extra-domestico una vera emancipazione 1 TI suo avvicinarsi all'uomo in un più esperto e libero rapporto di individuo che si paga la vita, che meglio conosce e meglio può affrontare, può allontanare il dilemma che Prou dhon poneva alla donna del popolo: o donna d1: famiglw o prostituta'! Per alcune sì, per molte no. Le condizioni del lavoro extra domestico, sia fuori di casa che a domicilio, rispon d~ alle condizioni fisi· che e- alla funzione eugenetica della donna di media costituzione e di salute normale i Ben pochi sono i lavori che sono adatti alla donna, e molti lavori sarebbero ~ lei accessibili senza danno soltanto in una società molto perfezionata economicamente e molto migliorata fisicame:q.te. . Ho trattato altrove questo problen1a, ma credo utile sviluppare questi due punti poi- ' ehè mi sembràno centrali. Veniamo quindi al primo. ,, Ben poche operaie posson co] proprio lavoro assicurarsi u~a vita non dico di benessere ma sicura e passabile. Ragazze, o vivono in famiglia o presso parenti, o hanno_ qu_alcuno che le aiuta. Se non è. così., o vivono poveramente ò si prostituiscono. Per prostituzione non inten- •

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