Pensiero e Volontà - anno III - n. 9 - 1 giugno 1926

19 t- ' come in Russia, il fenomeno ha delle manifestazioni così inquietanti. repressi ve e brutali, che per trovarne di simili bisogna risalire fino ai tempi del Sant'U fficio, quando si facevano bruciare sulle piazze per mano del carnefice i libri eretici e i Joro autori. Ho già ricordato altra volta il fatto sbalordì ti vo della «epurazione» delle biblioteche russe, purgate di tutta la produzione ritenuta borghese o antiproletaria, con la 1nessa all'in. diee dei libri di storia, d~ sociologia, di filosofia, di scienza e di létteratura da Platone a Kropotkin giud{cati non idonei o pericolosi .. Ora a me pare che se v'è una idea, che pos sa .essere -giudicata (anche dal punto di vista marxista) borghese, anzi grettamente «piccolo borghese», essa sia proprio questa che si ri- ::;olve in una paura di tutte le idee diverse dalla propria. Se fosse vero, come dicono i marxisti. che tutti i fatti sociali sono. deter• n1inati dal 1nodo di produzione e dalla struttura economica della società. tutte le idee dovrebbero essere considerate o come scaturenti inevitabilmente da quella. · o come vaneggiamenti con quella contrastanti. Nel primo caso sarebbe inane è quindi stupido l'avversarle, ,:ome il dar la testa nel muro; nel secondo caso sarebbe addirittura puerile, come combattere i mulini a vento. :Wia i bolscevichi intuiscono. sia pur confusa1nente, quanto errore vi sia in questo loro apriorismo economicista. e di fatto danno alle idee molta più in1portanza di quanta non ne a1nmettono in teoria: ma cadono allora incon- ~apevo lmente nell'errore grossolano di tutte le caste dominanti o aspiranti al dominio, - e quindi anche errore tipicamente borghese, -- di credere che le idee possano essere• combattute altrimenti che con altre idee: dove sono al poter~ con la coercizione e la soppressione <leìla liberiH, e dove non hanno altri mezzi con lo screditarle e falsarle artificiosamènte. Chè se effettiva1nente la coercizione autoritaria e libertit.:ida può anche riuscire, sia pure tran-- sitoriamente a contrastare il l)asso ad una idea, non vedo che cosa di«p1·oletario» vi sia in questo fatto. in quanto tale coercizione va sempre e sopratutto a _danno della grande lnaggioranza dei proletari, di quelli almeno che amano pensare con la propria testa e non vogìiono adattarsi _alla parte passiva e anima .. lesca di automi o di pappagalli che ripetono sempre lP. idee di chi comanda. Se v'è idea antiproletaria ~ «piccolo-bor-- ghese» per eccellenza. dessa è questa di considerare i proletari come tanti eterni mino .. Biblioteca Gino Bianco • renni cui sia pericoloso far sa pere tutto la ' verità e l'errore. il bene ed il male, - senza e;ontare che quelli che s'arrogano questo dil'Ìtto di limitare la libertà al proletariato è 1nolto discutibile che siano sul serio sulla via del bene e del la verità ! Infatti s~ riandiamo con la mente al passato e seguiamo lo sviluppo delle idee socialjste da quando queste furono staccate dal loro alveo naturale, separate dall'idea di libertà e avviate sul binario autoritario. demùcratico o dittatoriale, legalitario. par lan1en tarista, ecc~ troviamo che esse si sono incorporate per via tutta una infinità di idee borghesi e più specialmente . «·piccolo-borghesi>). da cui non è stato più possibil~ distinguerle. Ed anche oggi, dopo la separazione provocata dai bolscevichj russi in seguito al loro trionfo politico, dei co1nunisti Rtatali dai socialdemocratici i ' primi han conservato gran parte dei difetti chP. un te1npo avevano in co1nune con i secondi. I co1nunisti dittatoriali hanno bensì riconosciuto l'errore del legalitaris~o social-demor:ratico; ma c'è da do1nandarsj se ciò sia stato un progresso o un regresso, se cioè i comunisti statolatri non siano caduti da un errore in "t1nerrore peggiore, respingendo i metodi della democraziR, borghese per adottare quelli della borghesia pii.1 reazionaria e del vecchio assolutismo autocratico. Essi hanno bensì, finalmente. riconosciuta la imprescindibile necessità della violenza. rivoluzionaria; ma, come già la borghesia giacobina ip. seno al movimento 1~ivoluzionario francese nel 1793 di essa • han fatto un 1nezzo di difesa e di liberazione solo inizialm,ente, per trasformarla subito do- -po ed organizzar la in sistema di dominazionP assoluta e di coercizione dei pochi sui molti sotto la formula di « dittatura del proletariato ». Essi hanno bensì ripudiata in teoria la illusione piccolo-borghese del parlamentarismo, ma per conservarne di fatto la sostanza peggiore senza lasciarle ciò che un tempo poteva farla -tollerare alquanto, vale a dire quell'alternarsi tra le varie forze dominanti che almeno lasciava ai dominati la possibilità di un pa,' di briciole di libertà, la possibilità di ~ sfruttare i contrasti fra i loro oppressori. Il vecchio parlan1entaris1no borghese lasciava aJJe classi soggette un~ limitatissima possibi .. lità di manifestare le proprie preferenze; ma il parlamentarismo bolscevico. il sistema di rappresentanza soviettista in Russia. l'ha ridotta ancor più ai minimi termini. se pur

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