Pattuglia - anno II - n. 7-8 - mag.-giu. 1943

L'idealizzazione che ci tacciamo tlei poeti e degli artisti, degli ei-oi lungi dal travisarli è proprio la v~a che ci aiutn a comprenderli e ci rivelo d'un tratto la posizione dello spirito loro suggerendoci l'interesse, alla lot·o conoscenza diretta e particolareggiata, l'indugio nJl'esrune. - Scipione era già alto nel ciclo, circoscritto e solitario, quando lo scot·- gemmo guardando io su. L'improvviStt rivel8zione ci mise e e-; tenne in un incantato stupore per un tanto vicino a noi, esempio d'innocenza aperta ad ogni ai:bitrio come ad ogni censura ma autenticamente amoroaa. felicjtà, infelicità, senza sotterfugio. Anima schiava e libera, trepidftntc; spalancata ed avida di partecipazione a risc1¼-ie vicende. In questa luce, l'opera di Scipione ci ha mostrato quali fossero e lasciato intro.vvedere quali avrebbero potuto essere le sue possibilità anche in quelle vie della pittura che ad alcuni possono apparire troppo facili, (?) ma che pure sono proprio quelle che la dist~nguono in « documento • e in « opera »; per cui un « Catterino » può al caso contenere due o magari tre volte « Fauve ». • Intatti per qualsiasi strada o tempo passi un'opera d'arte deve arrivare ai conf-ini del mondo sensibile. In Scipione un· senso misterioso e fantastico la più est.etica e vh-ida pittura può espanderlo sempre. Lo strano e contradditorio, l'interessante s~ è che la più raflinata in questo senso poetico non è a ,'<>lte J'o-l pera sua pit' valevole. E a proposito di outçnticità di valori, quale sia stata a suo tempo la comunità di esperienze artistich~ Scipione-Ma[ai lo possiamo onnai vedere, e ci pare strano come ancor oggi si agiti questa specie di problema per un diritto di primogenitura fra i due quando appare chiaro come quello di Ma[ai sia un procedere di modi vari (tutti portati alle loro estreme conseguenze) alla conquista più intima ed estesa della pittura, qualche volta persino con licenze di linguaggio che si potrebbero dire dialettiche, mentre quella di Scipione fu una vicenda conclusa quasi sempre ad ogni singola opera. A questo punto ci piacerebbe molto poter trarre Scipione da quell'wnilian• te clima di sensazioni e di parole con desinenza in « ato » e in « ismo ». Riandando senza preconcetti all'arte sua, subito depongono in questo senso in suo favore, proprio quelle parti• colarità le quali, per chi non potè sle- ~~ ~da z10~9 Rutffiii 1 ~ 20 .. ' I I 1 \.Uì1( di lui umana personalità parvero esse• sè, in posizioni di autocritica ironica, rt di peso aÙ'opera. qualunque sia il moto dal quale abbia Per quanto calda ricca e sconcer- potuto avere origine. Non che non pos• tonte non vi è crediamo, in una pittura sa essere anche « risultato di fatti » che p0ssa dirai arte, sensualità che non ma sul piano dei valori raggiunti queabbia raggiunta trasfigurazione. L'ar- sto attributo storico, scompare uniforte di Scipione deve quindi rimanere mendosi in una attiva collaborazione, fuori da tale accusa preconcetta o di all'inconscio travaglio per la meta, com.- suggestione, ~oche percbè una creazio- piuto dall'opera. ne che sia • documentazione • di sen- Difatti, non ci indugiamo a giudicare sualità si pone già per questo fatto da cosi psicopaticamente Carqovali o MonPER I " M E S I ,, DI SCIPIONE Conoscn-amo questi disegni, almeno in di prospettive esterne, completamente parte, (Scipione: « I 12 mesi » - pref. risolto avanti la stesura grafica, laddi L. Sinisgalli - Ed. del Cavallino - doc•e in Scipione il disegno diventa 1042), per essere stati esposti nelle proprio una « discussione », una polenumerose mostro postume, ed ora cosl mica interna e personalissima, appunto riuniti in una nitida cartella vengono in cerca di una risoluzione. a soddi1fare almeno p,ar:ialmente il E ora segnalare le pagine più valide nostro desiderio,.., di vedere cioè rac- di quuesto eccezionale zodiaco - qui si colto il « corpus » dei suoi disegni, indicano « Luglio • e. « Agosto », - seessenziali alla fomiazione di un'ùnma- gairlo nel girotondo sfatto del bambini gine esatta del pittore, come appunto - t.-ecchi di gennaio, nelle maschere di segnalava Sanlangelo: e per questi fo- febbraio, nella gustosa passeggiata al gli si dovrà riprendere il discorso sul sole marzolino. nel « dolce dormire » mordente satirico del disegno di Sci- del nudo di· aprile, o nel bacio punpione, sul modo cosi agitato e scon- gente di maggio - « verso l'amore », volto di seguire la vicenda degli og- - su, su fino al furioso capricorno degetti con un filo a volta a volta, esa- cernbrino, sarà una vicenda tutta persperato e murboso: mai nervoso perd, sonale che vogliamo lasciare ad ogni ehe il nervosismo implica gid un gioco le/.tore di condurre e ricondurre. GUNNl TESTORl or1·~1--------------------l!I ticelli. Ecco che, all'evocazione di questi due nomi sentiamo una parentela con quello di Scipione ..: Diremmo volentieri « fratello piccino che fu caro al cielo». Quello che aVTebbe dovuto essere più compiut.amente il suo destino non ce lo disse forse il suo estremo gddo? Il suo estremo rimpianto « Come uomo dovevo vivere oel bene, come pittor:e dovevo dipingere, che cosa al~ tro dovevo fare nella vita? ». -Riandando ai disegni di Scipione, non ci sentiamo di definirli « di un'estrema per[ezione ». Cbe cosa diverrebbe per esempio un frammento del « p,.ofela »? Piuttosto vien fatto di dom.andarsC pe1·chè •una grafia che nei confronti dello stile potrebbe dirsi, urgente ed estrosa necessità espansiva, raggiunga il proprio 6:ne d'arte imponendosi oltre il proprio valore essenziale. E' ancora l'intensa e filta incombente espressività a_ creare_ il miracolo suggestivo. Se riandiamo con la mente al ritratto di Aniante, vediamo che malgrado tutti gli attribuiti e tutti gli apparenti contenutismi che potrebbero tirarla in basso, anche questa rappre• sentazione abbia in se, proveniente da quelJa specie dl sot'dina in cui tutto è contenuto, una liricità ilare che • le pennette di a!fro_ntare il tempo. ,Mentre che, l'autoritratto 1930 balza vivo e e vivido nella perfezione dei profili come un'incisione di Grien o di Kolbein. E chf dire del « Profeta in vista di Gerusalemme »? Qui l'interesse è più completo e complesso. Potrebbe servire quale documento di tutte le es1>erienze e le melanconie del mondo, tnntq queste vi sono tutte contenute e oostret-. te. Uespressione del segno trasforma il breve spazio del foglio in « tempo in• det.enninato ». Riesce a creare un'atmo• sfera fosca e millennaria, do~ i senti◄ menti si intuiscono logorati, direi. sbrindellati dal destino. Intensissima è l'adesione, al pensiero, all'interpretazione di esso. L'espressività ha qui per Sci• pione la consacrazione di se stessa. La nostra memoria non ricorda nulla di più esclusivo in questo senso nelle arti figurative. Viene [atto di pensare però che ciò poss:i essere il rovescio, l 'opp0sto di una formella di Giotto, dove tutto è risolto e .'dichiarato, qui il problema quello insolubile è posto ed esposto con una ra((inatezza, una caducità antistilistica di mezzo, da sem· brare presagio d'impossibilità di rinascita morale. Vengono a memoria le parole di C~i-

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