Pattuglia - anno II - n. 2 - dicembre 1942

UNA luminosa giornata vcnczia~a mi aveva preparato a permearmi della ..:luce» di Guidi: verso sera, alfa galleria del Cnv~Jlino, dove egli esponeva in una mostra personale, la luce m. ha av\'olto bagnandomi di un suo umidore vaporoso e lucido. L'avevo intravvista due anni fa osscrrnndo alcune opere del pittore, che mi impressionarono 1>ur non compl'cn<lendole ancora interamente. ~li dava un'emozione e insieme pensavo anche alle riserve che a\C\'O udito su Guidi senza esserne CQm into. Ln « luce» delle pitture guidianc mi ra respingere c1uclle riserve: è dorata e non si sa se più avvolga le figure o più si sprigioni dt1 esse facendole ardere di vi\a spiritualibi in intcnu dalle pareti che hanno qualcosa del conto ciel sole i;ssorbito e riflesso dalla laguna. .\"cl paesaggio s'affievolisce in un meriggiare continuo che, nssolanclo le cose, le infosca di calura entro uno strato di spessa atmosfora: sono· momenti in cui l'animo dell'ariista sembra rimanere passinuncntc sospeso quasi in un ampio riposo; sembra subire il « modui:; vivendi:» degli uomih1 che egli dipinge. L'artista ama il paese semplice, tranquillo, naturale, in full7.ionc dell'uomo t'hc fo ubita e ne può trarre una con-· solazione. E Venezia, col moto di vita pacato, quasi rituale, ha orrerto al Guidi l'ambiente più adatto, che egli presentirn prima di recarvisi; è qui do\C, guardando dai canali i giardini, si scoprono certe lontananze arboree e trascoloranti in azzurro, che In sua fantasia ammassa nel fondo dei c1uadri. Azzurri che sOno poesia, come tult.a h1 pittura cli Guidi, concordemente intenta all'umanità. l1 suo problema è quello di esprimere una forma nuova dell'uomo. Pocticamante la intuisce anche se non se,~prc la realizza con la medesima perfezione, tuttavi.t sorretta du .una forza di luce che s1 muta tuholtn in csaspcruzjonc. Così come spesso è esasperata la vita. 11 Guidi, fin dagli inizi dell'art<.•, ha sentilo, come altri dcli? stesso tempo, bisogno di nUO\O, in una reazione innata a ciò eh!~ è ,·ccchio e non aulico . .\In egli non è utlrutto dn luUo J'affan-' noso- movimento di ricerche cd esperimenti cli no\ità: rimane isolato non per negarlo, ma come uno che vh·a alla periferia di una grande città, il quale va in centro tutti i giorni e non s'imbranca con la gente per vivere piU personalmente .da solo la vita di <1uella stcssà cittù senza influenze estranee e cosmopolite. La sun esperienza parte da un'idea classica e préndc qualcosi:, di secentesco romano nella densitti del colore Iortcmc~tc chiaroseurato, come osserviamo nella « Donna con le uova », nel bonetto «La visil11zione ...,. nella «Donna che si Jina>", nclln «Figu1·u dj donna seduta », dove fo luce scaturisce quasi da sorgenti vi, e. ln seguilo l'opern di Guidi, illuminandosi sempre più, f;iungc nel «Tram• a una chiarezza che il neo-classico. ì\eo-classico Fondazione Ruffilli - Fo_rlì più apparentemente, per una specie di lisciatura del colore, che in sostanza, !atto di costruzione robusta. e semplice. ,1\)a Guidi vede questo quadro èome una via conchiusa. llicominda irrequieto tl lavorare, riprendendo da capo J'a strada della sua pittura verso un'espressione più sciolta, delicata e potente. ln • Passeggiata a cavallo», in « Uo- ~mini nello studio», nella «Visita» c'è un maggiore abbandono in c1uella forza, che, nelle oosc prccedcnli, sostrato dclJ' insieme, ern. troppo contenuta entro una tirata. corteccia. Se commette qualche errore, se lascia qun e là delle Jl'. rcsoluzioni, piU che come manche'-'olczzc d1 forma, si spiegano con l'an'sia di dnre tuuo all'emotività della figurfl, che egli astrae con unb libertà perfino strana, tratto dalla sua intuizione YerSo una sintesi metafisica, che Jo spinge alla nccrcn della individualità essenziale di ogni cosa. La luce è lo spirito stesso del pittore che, assjstcndo al!o spettacolo degli uomini, prende da accordi dì umanitit gli oggetti in cui trasmutursi. E dapprima si ri\•cln a tiotti tanto pìU -.genernsi, 1>crchè contenuti in un pudfoo timore giovanile di mostrarsi; poi con la maturità si· libera cliUondendosi con potenza omogenea a comprendere tutte le cose e diventa a \'Olte malinconica. \'elio stesso tempo, in questi ultimi anni, Cuidi libera gli oggetti da certi limiti del contorno oggettivo per aboliJ'e ogni par\•Cnza di rigiditù . .?\'elle sue meditazioni egli ricerca la diUcrcnzn dei caratteri e degli umori dell'uomo e col suo pennello coagula luminosamente, sulla tavolozza, poi sulla bianca tela qucslo dif!erc""nte armonico in toni che sono colore puro e vivo, ma non più colore matcrin. Fa stare le sue ligure ritte, spesso di fronte, leggermente inclinate di sbieco, con una costruzione morbida, dove le variazioni musicali elci toni più che stnre l'una accanto all'ultra, si compenetrano e si comprendono. Un incontro, un,1 conversazione, una passeggiata, l' interno cli una littorina, sono i soggetti dei suoi quadri, contatti di persone che ogni giorno succedono; oppure \'olti cl'uomi~ e donne, meditabondi o s1>iritati, che, c1uasi sentendo di vi, ere in mezzo a una società di propri simili, vi si uniformano, pur avendo un' inti1i'iit8 che li distingue l'uno dall'altro e momento per momento con approfondita 1>sicologin.. Nei la\'ol'i più recenti, come • Ltt ,lonna solituriu"', «La littorina•, egli ottiene risultt<1ti di una semplice purcz- :.rn, cnrnnanti sottile spirituaLltù. Quella spirituulità che guarda, dentro gli ultimi paesaggi, luoghi immateriali, quasi miraggi di late morgnne, eterna favola umana 'che pensu insoddisfatta ali' ìnrii1ito. E le trasparenze dei fondi lontani e <l'eJ ciclo invadono anche i primi. piani dei paesi, come nelle ultime visioni di Terracina. JI pacsnggio ora giunge a Guidi guardato da uomini che Io fanno il ca1>acc conridcnte e l_ interprete dei Joro· sogni più alti. I l. l'UGl/Oll 9

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