La Nuova Europa - anno II - n.2 - 14 gennaio 1945

I u ~/1945~_~,,, .... -L-.. -.-. -,--..,..,-1•··-"~--'B'-"----R'-"----1- H N uo V A no:~l ::~~'..· . -.-'."-~--.-----,,-lù ___ :h c _____ ln ~-;;--.'----c-o--N--G--E.:....: 09 _.._. glarci con malinconia a c<msidcrare n sereno tramonto di qucsta gloriosa gior– nata -nella stona della cultura italiana ~l~e 0 ~~ 1 ~;~orte~~~~~a ~;r~~r~,;!~ DA • QVESTA rubrica avrà un carattere sto « prln<:ipe • dell'a.ntlllberalismo no- ' evi<lcntemetite informativo. Si strano. propone cioè d'inclicare al lettore Quasi contemporancamc-nte è ap1>ar- t11tto cii>che 11el campo della cultura so tn Jibrcrla, non oggetto di studi, ma offra oggi tm qualche interesse. Se alla (6tavamo per dire) lut in persona, Mo– no!tra attenzione sfuggiranno del ltbri, n:.ldo Leopardi, egregio amico del la colpa t1on sarà i11teramc11te1iostra, Principe di Canosa. e ,;uo emulo nella ma i11 gran parte da attribuire alle dii· grande battaglia perduta per li trionro ficollù contingenti e alla maggiore o della « 1111.bcrtà •· Sl trtttta di una rl· minor clllioenza con la quale oli editori. stampa del famigerau Dlaloohcttt, resa prov-vederan,10 a inviarci le e nouitd ». p!.ù piccante dal titolo dell'ultimo ctt ' Proe1,reremo di essere utili al lettore essi, Viaggio di Pulcinella (Casa F.dl· con la fll(J{}giorprecisione vossiblle nel trice Atlantica, Rorna) e d°alla prefazio· nostro ragguagli. Se at lettori (e agli ne dl uno scrittore «cli sinistra• Albcr– autorl) auremo reso un buono D un cat• to Moravia. Questo volumetto inaugura tivo servizio, non spetta a noi di dirlo la collana dello « Zodiaco• diretta da tanto meno sul bel princtplo. ' Tommaso Bo7~a e da Mario Escobar: Vecchi reazionari NCGSunamaravlgl\a se durante 11 fa· sclsmo I reazionari siano venuti di mo– da e nbbla-no attratto più dl uno st<>– rlco. C'è stato com'è noto persino un tentativo di rivalutazione dell'anUrl• sorgimcnto: tentativo che andava aSS3l più In là della vietas stortclsUca e par– tecipa largamente del dlfTuso servili• smo pollll<'O. Gli ultimi volumi della collana Studi e documenti <li storJa del Risorgimento, edita dal Le Mon· nler. Illustrano quasi tulll figure e mo– menti deHa Restaurazione. Mn questo di W.ilter Maturi sul Principe di Cmio• so si coJJoe.i tra l migliori dclln collana per rigore d'indagine e di giudizio. Es– so è fn11to di ampie rlc('rchc cd è fon· dato sullo studio dell'interessantissimo e,>islolarlo del famoso « Don Ghlsclottc della reazione• itall.a-na.Soot.mzlalmen• te ne esce confermata J'lnterpre-tazlone che in tal senso e ,:>roprlocon tale for· • mula ne diede il Croce. Ma al di là dl QUC"fJta formula il Maturi ha voluto com• plcrc il ritratto in tutte le sfumature e l chlaro.i;curl. senza cioè rlnunz\nre per lnclu.lge,m:adi umana. cornpnmsloné, ad ombreg,;ln·re gli .is1>etti più odiosi che caratte1izz.irono l'animo sett.irto di que• M u s collana « orientata vcrt;o un preciso pro– !,'IZ·amma di e<kicaztonc arUsUca e lette– raria » e solo • af))'.)arenternente affine ad altre collezioni del genere•· tnratu questa collana. In cui st annuncia un Casanova ed un Voltaire, par che si pro• ponga una sorta di metodo contropro– ducente. 11 riso sclapo dl Monaldo rlu• sclrà cosi edueatlvo da ln~narcl ad affrontare le dorze oscure della. reazlo• n~ tn agguato•, come monaldescamente sono state chiamate per sv.1lutarle con un motto <Il spirito? Speriamo che quel che non farti Monaldo lo faccia la pre– fazione di Alberto Moravia che In più, di un punto è .t$$.1l tngeimosa, e 111 spe– cie quando tra Pulcinella e Monaldo sicopre un vizioso vincolo di corruzto– nc: Ja7.zaronlsmo e p.1ternalismo, ti buon popolo spensierato e apolitico e la classe dirigente di s.1na marca pro– vinciale che lo governa, coltivandone affettuosamente Jn servizievole, allegra e Ignorante docilità. . Nascita e morte delle riviste Ln l'ivlsta di Bencdcttò Croce, LtJ c·ritica, ha cess:ito 1n pubbllcazlvne. A· veva oltre qunl'nnt'nnnt j li primo nu• mt.•ro u$CI il 20 ge-imnlo clcJ1 1002) e non sl può_dire, per fatuo compllmeni.o, che I e A ,1 ----------------- CONCERTO Dl HINDENITII Q UANDO s'lncluglava, una vcnUm1 d'nnnl fa. e anche In tempo as• sai più vicino, In un PllrO gioco di con1.rnppunt~. la musica di Hlnde· mith suggeriva l'idea d'una colazione di mngro. con abbondanza di pane e acqua. Peraltro. niente sentore di rl· governatura. niente di <1ue1ba~sl odo• rl di cucina che dànno fastif.!lo al gnmo e all'olfatto. La condotta terna• tlca e contral)puntì~tic.i del maestro tedesco. rigorcsn e lmpnssihlle nel ~uo osthrnto barocco. conserv:wa una schlet· tczr.n elementare ver,1mcnte refrnttarla alle manipolazioni eterogenee, a <1ue! trucchi e belletti, orchestrali e coloi1• sticl. cui tnnu compositori fanno ri– corso <JU:lndosono a cor10 cl'lsplrnzlone. Anche accndeva che Il llnguagcìo hln• demlthlano si rimpiccinlsse. sl attar– dasse ln l,vori d'int.irsìo. Tnlvolta le strnne figure unrnne elle si profilavano nelle sue musiche cromatlzzate scm• brnvano ridotte t>Cllce ossa, <lll<1s 1 sche• letrl mossi su uno schermo lont.;no. Non però cosl net suo Concerto per vialo11c:elloe orchestra (composto nel JO.JO ) che re<:cntissimnmcnte ~ st.ito cscgll<étoa Roma in prim:i cs~m:ionc it:il!;ma. DPl vecchio Hindcmllh - oggi clnquant~nne - è rim:1sto ln\'ece 1; ritmo, sempre impavido. Incisivo e lea· le come ai grandi tempi della Germa• nla di Bnch. ritmo che ~ davvero Il e cnnto fermo~- l'elemento r,r!m.., della musica hindemithfana. Qui ancora la virtù di suscitare e consen·arC' fai• tru\ simpatia. anche se il tcstfl non convince o non appagn plen.imentc. Ed e!! una virtù che distingue rar1h.t;i dl razza. e che in Hindcmith nasce d.t una &ildczza morale: naturnlc lmp~ra• tl\'O categorico del suo maschio tcm· pcramcnto di muslclsla pul'O. Sovente po\ questa musica è più bella neJ ricordo che all'ascolto. Come di certi uom1n1 cjle a tratt.1rll rii per· sona arrivano finanche a spiacere. ma che a rtvensarli da lontano, nell'lntc– rez:za. della loro civile umanità, si fan· no apprezzare e deslder.:ire. Rlenlrano qui alcuni movimenti SCO· I ]astici, puramente aritmetici, In moltt passnggt del primo tempo del ConcerJo / - gcl-idi e come tn eaUta - qualch:? esagerato r~aldamento orchestrale provocante strane arie di tempesta, non coITlspondentl peraltro al sereno spirito clell'nutore, 1a monotonia cli cer• te zone orchcstr.ill, dove si abusa dello stesso colore dello strumento sollstn. La formn del Concerto per une stru· mento solista e orchc>stra è storia in• cnntata. Sono I Concerti di Bach. Mo• znrt, Beet.hoven, Mendelssohn. Schu mann. Chopin. Llszt. Bruch. Brnhms. Lo strumento prcscclto è sempre. o Il violino o il pianoforte. Anche il vio– loncello. hn pcraitro rlCC\'UtOdn Hnydn, Docchermi, Schum:mn. Dvor:lk Saint SaCns (cito I masglorl) penslér: mu– sicali fini, inger,r.ost e brlllnnti. Tut· tnvla nessuno di C'S.~I raJ!gluni;e le bellezze e la popolarità di quelli, e potch~ si tratta di circa due secoli di mu/iica, si 1>uò ntrcrmare si.i lo stru· mento a non ravorlrnc la crear.Ione \11 modem eccelsi. DI f:itto.,J vlolc•ncello ~ uno strumento meraviglioso. In or chestra e nella muslca da c..,mern, {Juando è· nel suol soli, emerge, sl spande, s'l1lumlna. parl:l e piange con tutte e quattro le sue corde. Ma P(" cht ranno caso che il fascino della sua sl:ggcstlone opera In uno .sp.izlo limitato, in brevl pensieri muslcall. Altra. cos., ascoltnrlo. In primo piano. per cll'ca mczz'orn di mustc:1. qmmto vuole cioè la forma del tre tempi di un Concerto normale. Allora !l vi~ loncello denuncl:1 le sue debolezze. le minori sue l'isorse N~»elto al piano– fortè e nl violino. ì\fa forse è li gioco rischioso che tcntn e alletta tan~I compositori (recent ,.mente dn noi Ca• sella. Pizzetti. Maliplero e Zandonai, nello sp:iz!o di pochi anni. hanno cl.i scuno prescntnto un Concerto per vlo· lonccllo e orchestrn). In Hlndemlth vlbrnno sobratlutto due distinte corde, una che: suona «In gri~o » e tmn che suona: « tn scarl.itto ». Ricordate Schumann? An· che lui con <lue volti. quello d1 Fio rcst:ino e quello di Eusebio. Sc,lo che Schumann ha sùlJlto armonizzato i suol due aspetti In un tono romantlc •, tutto proprio e seducente. Hlm:emtth non è sempre da tanto. Di qui Jo S<IUllibrio, il dissidio di tanta s1.1amu· sica, la mancanaa di persuasione nel suo gioco sonoro tutto assorto In pro• blemi tecnici, dl contrapp·unto- quan• ti canoni, quante « Imitazioni •• pun· t.uali e caparbie, di armonia (oh, li euo 8Pregiudlcato e:pnzlare per tutti l dodici e:cmltont dell'ottava!). • Questo Concerto dice però come quasi da solo. In questa funzione di ge• nlalc lllumtnlsmo 11Croce pubblicista compendia e com1>leta tutti gli aspetU del suo pensiero e della sua opera. Le gf:terazlont più diverse hanno dovuto rare l cont\ con la Jogica del Maestro, polemica e cootrut..Uva, appassionata e chtarlficatrlce. E con la comm06Sa grd· titucllne che dobbiamo a tanto insegna· mento, vorremmo salutare La critica coJ motto di Paolo Sarpi: Eslo per• vetua! Che la chlare-Lza intellettuale e la pusslone di libertà che l'hanno lspt• rata possano sop·ravvivere, diffuse e rin. novale, ln nol e nelle gener.n:tonl fuWre. o All'Insegna delle Nuove edlzlonl lta• liane è usclto Il primo quaderno di Poesia, una 6orta di antologia trl• mcstrnele, curnta da Enrico Faloul, che raccogHe versi d'ogni tempo e luogo, saggi di crHlca e di poetica. « Fondare oggi una rivista di poesia nuova cd ... in• tlca (scrive 11direttore nella presenta· ztone) può apparire lmprESt azzardata, pei•fino nssurda. Nol crediamo Invece che sia impresa fra le più lndlspensa• bill: chè proprio in e.poche ili angoscia e di disordine come questa, occorre al• Ungere alle cssenziall verità del senll· mento e dcll'lntcll\gcnza, là dove l'arte ~i mnnlfest..i e sl afferma net suol va• lori più <hircvoli. E sarà la ~voce del poeti a soccorrere, quale concreta mn• nlfcstnzlone dl rratellanzn tra uomini di buonn volontà ». A proposlt I cosl onesti e lo<levoll ere• diamo sia da augurare <h1raturo succes• so; talch~. migliorando le com-un\cazlo• nl coi d\vcorsl pae6l il materiale dl sccl· ta, più 1·\oco, J)()Soo r,crmeUere che Poesia ad ogni stagione « torni al Jet· tore più belln •. C. hl. Hln<lemlth vorrebbe ronderc li suo grigio e· Il suo scarlotto per otte• nernc un colore chl.iro. « all'it~illnn.i •· Nel secondo tempo è quaSi rimetto a raggiungerlo melodizzando e orche• strnndo spesso e a curve•· Umi mu– sica d'una accoratn, lntimn pensosllà che pare Inseguire e raggiungC:l'e un sogno di soHdarletà umann illuminato da un cnldo spirito d'.imicizia. Nel terzo tempo - siomo net cllmct ritmico e tematico, bene scandito. caro a Hln<lemlth - ò li vecchio mu~lcnnte tedesco, violone e arco in mano, eh~ marci.i, spcnSicrato e In pac<. con l'universo. lrnvcrso protl e bosd11. f.;• rallegralo dnlla buona salute <' del suo poter 11111siz1ere,i. del poter far music:i. Onesti e abili compagni di ventura gli tengono bordone, glt anl– nrnll della campagna. <.fai pic~hio al 1>asserouo. sono I► suo .attento 1>ub blico. Il vecchio spirito tedesco. quel• lo non ,::t.1as10da lmpcriallsmi e r.iz· zisml. si nglta fe.;;toso In <1uesta stru• mentalltil., posta chi.iramcnte su lince orizzontali. ma pure sollevata In alto. e visibilmente. Unn scioltezza Ingegnosa di figure muslcnll, unn bravura. cmanctpntlssl· ma con sonorità piene che se sl ur 1ano è per poco. e senza sp(acevoll conseguenze dissonanti. dànno t1 que– sto temPo un vigore classico. un tono che non ha ph) nulla in comune con rnst.rattlsrno d~ Ct!rtc musiche nuove cui spesso Hlndemith ha arnmtccato con l'ingenuità dell'artista in buon~ rec1e. Hlndeml:h sta trvv,1n'10 la più se greta ,rnlmn <lei suo strumento crea tlvo. ò "lcln!sslmo a quell';,1rtc che riesce n comunlcnre tn plcncJ con l'unrnnltà. Egh sinora av~"" Il suo pnrticolarc puhbl:co. lin puhhl!co d.t cenacolo, nnchC se non di S<:.u-sonu mero. Il quale. per::iltro. gli era forse de\'oto per la p:1111!meno rellcc <!ella sua musica, quella e(~ snob e sc.111• clallstlca. Ln sintesi creatl,·:i. che nel mus!ci• stl t('(lescht è solitamente dcdutUv:i <l negli ltnlianl e intull':vn. quella che ha permesso n B.ich di creal'e un compiuto universo di suoni. st:, pc1· operare felicemente tn J-Hndcm'.lh. Cosl e,::11.che a Bach ha guc:rdat:l ccme a frntcllo e a padre. sarà plì1 fortunato del suo vicino predecessore Max Rcge•. Quest'ultimo, con tarli.a arte e scienza. proprio come Hlnde– mith. è rin',"lStO SODrattutto IJ grande professore di suoni. Sebbene della stessa indole e ab;tuèine, Hindemlth, tutto preso del puro fatto della dia· lettica strumentale. è probablll!Slmo cl dia sempre migliore e più buona mus~a; di queUa, per intenderci, che s, sptr.ga tac:Omeutc da sè e sl fa t.mnre per t.utta la ·,ua. DANTE ALDERIGHI SAVARESE D I N,ino Savarese, morto giorni fa, QU·l a Roma, si J)Otrà Mparlarc con più agio un'altra voltn. O a proposito della sua Cronachetta sicilia· 11a dell'estate 1943, appena comparsa in vetrina, o di qualche opera postu· ma. Allora si vedrà che garbato, at.· tento e meditativo scrlttoi·e egli fo:.. se, pur nei lim~U fortemente segn.Jlt di letteratura, tra Voce e Ro11da. Sia nelle prose rivolte a un·dcscrlttivismo gnomico, di fondo lirico, tn cui le figu– re divent.mo figurazion~ e Il paes.1ggio chiude una moralità o adombra un'!ll-" legorla o svaga nel mito, e sin nel rac•. conti e romanzi ch'egli chiama storie, per li piacere In sè di riprodurre I'~ stcriore ritmo storiografico con vlcen· dc minime, come chi metta In moto la grande macchina del tem1>0 per farvi 1,tridere dentro Il granellino di un mi· nuto. Egli ebbe infatti una singolare disposizione a cogliere i segni e i sl· gnifìcall che lascia il passaggio de,,;ìi .:inni sugli animi, l costumi, le trnlil-~ :doni, rispetto all'lnalten:1bllltà e. pc:;• glo ,nll'lndlfferenia delle cose. SI lsl)i· rò alla perpetua mutevolezza del dc~i· <.Ierie delle illusioni nel periodico ri· torno delle stagioni che li canc~lla e nell'avvicendarsi sempre ugunle dcli~ generazioni che li rlnnovn. Vonc rcn· dcre, nel meraviglioso intrigo della n· t.1, il miracolo della fatica umana mai delusa di fecondare una natura che ri• mane vergine. Anche dove lasciava sentire più la penna che la pena~; ap– poggl:lndo la ricerca dell'cmblematlco a.I conio raro dl una pnrola o :1I giro sinuoso e sospeso delln frase; anche quando Il suo descrivere dlventavn o troppo fortuito o troppo curlco di in• tcnzionl occulte, si nvvcrtiva che la ~t~~~:~rs~~;e;~~a~~L 1 ~f~~SN~~l i~~~~ sità. Perfino certo suo i;usto un poco geroglifico di ritrarre i caratteri, e (1uell'inventare tra l'avventuroso e H capzioso sopra una trama di vecchie cronache, affondavano le rncllci in un sentimento serio dei rapporti um:ml e in un:1 memoria. pietos:imente :illucì· nata delle case, elci camol. delle vie, llrgli 01:u;etti,che scrbnssero le impron· te del loro abitatori e proprietari.· M,1qui si voleva solo accennare alla strann impressione che cl hn ratto ri• leggere, all'annuncio della sun morte, alcuni suoi libri, e t.r,1 essi gli ulllmt due, che più tengono di lui: Ricerca rlt 11 ,m'ombra e Cose d'ltotta. Il racconto che dà il titolo nl primo nppartlene al Sav.irese <!cl person.iggl posti In a!)p:1• renz.a trn 11 divertito realismo paes;rnu e l'astratto simbolegginre: mentre !n• vece, divnganclo In questa duplice •ii· r_ezlone, aspirano a calare, In c.isi e U))I un poco convcnzionallz7.atl. Il te• ma prP<lilNto: seguire le tr.icce che v1:1 via si perdono, dietro i passi dei vian; danti sulla terra.· Il 1>rotagonlsta cht!, per asslcur.irsi un'eredità, ha tanto cerc.ito un'ombra, cioè un suo nntcna- to morto, senza trovélrlo nè sul regi· stri, nè nelle testimonianze elci vecchi, e_nc1>1>urenel cimitero, pen3a al « con· lllmo scorrere delle senerazlonl che tendono irresistibilmente a gett.ar~ i nelle bracci.i del tempo dove I più te– nar.i segni del nostro ricordo annega– no nella dimenticanza». E se stesso vede alla fine come mfombra, e gli s~mbra una grande fortuna che ne.<1· f:uno d cerchi più dopo ln morte. per ))Otcr scomparire completamente dal mondo. SI direbbe che tutto Il nrnlc caduto su di noi negli ultimi ::mn! e mesi. ten• da a metterci nelle concl!zlonl cli quel pcrson.iggio. Ad accre,scere lo sconfor– to di veder perire troppo presto redi· fìclo che doveva assicurare la durata tiella nostra memoria quagglì:1. Come un'ombra rischia c!l scomparirci da· v:mti, flCZzo a pezzo, nel rombo del crolli, perfino l'immagine fisica del no· stro paese. descritta da. Savarese In Cose d'Italia, e rin altri In al1ri libri", proprio alla vigilia della c.itastrore, quasi col presagio di non poterlo pli1 fare In seguito. Forse, su alcune dt <1uelle pagine, domani cercheremo Il caro volto di città JJerdutc o deturpate dnlla tuerrn, la traccia delle dlmor~ che dovevano continuarci e che sono ormai piccole croci sopra nomi di car· ta. Nè riusciremo a ristnbiHre l'armo· nla. turbata se non restituendo, in qual· che modo, la vila a qu(!lJ'omlJrn. a. p. s.

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