Fiera Letteraria - Anno X - n. 46 - 13 novembre 1955

_P~•g~._6 __ _________________________ L_A __ F_I_E_!_l_A_LETTER~RIA Domenica 13 novembre 1955 Il "libro,, di Sbarbaro (Continua da pag. 3) le case la voce della maretta. - Spotorno - paesaggio d~ll'anlma - monti ridotti allo scheletro - aria schiet– ta celestina - delo liquido che a guardarlo si beve... ,. E gré\JldC acquisto, Intanto, la scansione: che vale almeno quanto Il colore, se non più (di più, certol. Le parole. e strlu..ate >, pare serbino gli artigli (e una resta di spine uncinate>). Forse qui bisognerà cerca– re l'Innesto del murare a secco di Montale, 1."eMi suoni e toni (quel toni e suoni secchi e nettJl. e i bruschi · lnterromplm<'ntl, quando non vuot lasciarsi vince;e dall'animo. dare spettacolo (torna la decisione anche qull. $barbaro arriverà a descrivere I licheni, che e disseccati, serbano ancora notizia di come il sole li toccava>, concreU al massimo (e perché far raccol– ta di piante è farla di luoghi>, e e nulla come la pian• ta che da sè VI è nata rlt~ne d'un sito>). Quand'> ~Y~cf~!.~~~~t!: I~ l n:m:o!t 0 ~f~~[: 0:e~1;a~ ro d1 qualche cosa, si teneva (se cosi d'una piante si può dire) con le spalle al muro. Guardava alla stra• da: le foglie, clol!. non le volgeva al cielo; ma, saldate al gambo di costa, le spiegava In facda al passante; nell'attitudine di chi aspetta col gomiti stretti al fian– chi e le palme protese a respingere (mentre di solito Il vegetale vien su confidente; per ciò, In lui ml riposo)>. O Il fk:ondlndla: e Qui dove nè freddo·nt' umido attentano al suol giorni, perviene a decrepitez– za. Allora, perdura ogni grazia, tira a far paura. Ossi• fica, mette ugne; si chla7.7.a,carne che va a male; perde gll arti come per lebbra. - Nel giorni bassi di tclrocco, vespe e mosconi lo annuvolano. - Ma. fuo, chi fatui, corrono pcl carname fiammelle zolline: sono I suol flort di gualcita cartavellna che comrtvono sulla pianta col frutti vinosi: fiammelle appunto come l'ar– te aacra ne Intaglia nel legno>. Questo è Sbarbaro (In uno degli aspetti. voglio dire, più rigorosi e con• aeguentO. Già slamo proceduti oltre assai quelle e impressio– ni > cui s'accennava lnnanU (Spotorno. Bergeggi, No, m. Queata Antica Genova è assai più, che tocca 13 fantasia, e con un Impeto che ricorda Campana di punU alti: e E 'ml figurai San Lorenzo in mezzo il una Genova f08Ca e superba come lui: delle stra– de anguste: abbarbicata a poca sponda che due riviere turbolente le scavavano at lati: protesa al!e .vie del mare; la Genova di cui rimane, vestigio. qual• che lapide Incisa, qualche portale d'ardesia Intaglia– ta>. Poi: e Attraverso I secoli muta dunque faccia la città come In un minuto Il mare colore. Ad essere uno aquadrato maaso In vetta ad una antichissima torre - occhio minerale per cui gli anni sono Istanti ·per noi si vedrebbe la città vivere: assaggiare con Incerti tentacoli Intorno: attaccare col moli li mare 'che l'assalta; allungare bracci di là dei fiumi; lnerpl• carsl a colli o spianarli col peso; Invadere, maccitln d'olio; In qualche parte ammalarsi e perire; donde poi buttare più vigorosa, pollone da potatura; ere• seeN! e respirare multiforme ed enorroe ... >. E met– tlamogll vicino, com'è nel libro, Ponteca.rroga, con un lume più pre7.loao. , Chi dlmentlcherà quelle evocazioni di donne. e non soltanto per similitudine (e Come sei capitata in que– sta stanza di tutti? Forse al modo della rondine che. accecata dal sole, Infila la finestra e. :1opo molto urtare nelle pareti, stramazza. - Sento n tuo cuore sb'attere nella mano. Che scompiglio, Il tuo arrh·o, tra le bambole automatlche! Anche gli uomini ne sa– ranno dlaturbatL L'aria qui era finta come l'arancia del comò; ma a chi sempre la respira. con\·enh 1 a. Tu hai aperto la finestra>)? Non solo fuggith·e. per al• tJml (come quella che l'oltrepassa e sul titmo del fianchi>, e lo fa trasalire. passeggiandogli e con gli ativalettl sul wore >: o come l'altra. e chiusa In una guaina molle e lampeggiante come la peUe d'un ser– pe>, e Il vt10 sigillato>) ma In racconti o variazioni, dal crudi e poetici passaggi, che hanno aiutato 13 Manzlnt a rlconosccr<1I: Vico Crema, Strada di ca.,u, Il /uoril~ggc, Il /11oco, Borgo, Gente in tranvai, Gente all'oatoria (quel tre vecchi: e tre vecchi, tre fratelli: tre capi che si tengono accosto ... >). s~mpre allargan– , do Il quadro. e ficcando più addentro la vista: come per anticipazione fulminea aveva fatto ritraendo e L'amico Natta >, con penna tra disperata ed elegan– te, o Campani\, In uno sconvolgente dla,togo. o SoHicl, In un'amara e moralità >. Ma c'è poi una somma di queste qualità. potenzia- • te e diverse. dove la scnnslone di $barbaro si fa più acuta, e la parola vive come esaltata (e più dei tarlo mi scava queato atllllcldlo di peccati. sempre gli stes– si>). E' la aua poesia a denti stretti, lo sforzo ultimo: Quest'anno'" agavi •.. Chiudeva Il vecchio libro: Liq1,i– da.zl0Nc; c. In tant'annl dal '28, non ha mutato sillaba ora ripubblicandola. Sbarbaro pare fisso a quell'an· no. e a quel giorno (quale?); quando la scrisse e ci si travaglio Intorno. e poi ripose la pagina per non tor– nard su oltre. Provatc\•I a scomporre la metrica, e scarnita al1'0510>; la parola resiste, le sillabe resi– atono (non come In MoNtegrono, ad esempio, dell'ul– timc cose di Sbarbaro, do\·e un'Intera periodo è conta• to e cantato forse troppo, In tutti versi sonori da rl· scoprire nel tessuto della prosa: , Più. tardi salll - a bervi da solo. E là, una sera d'estate. - In vista del• l'altro \'Cl"l&nte. cosparso del greggi del borghi. con strazio e delizia commisti. presentii la mia \'O– cazlonc c~ fa questi sbngll, spesso, Il troppo rifinire, che non è scarnire). Qu s'odc un secco martellare. che suscita le Immagini, e le avvalora (e ~H specchio ancora In questo paesaggio: questa aridità mi sosten• ta. Nell'ulivo Incassato nel muro ml riconosco, nello sterpo che vive nella rena ardente>), per liberare alla fine quell'ultima Immagine (di sè, della sua dispera· zlone}: e DI me tra le fiamme bianche degli olivi non si muove che la marionetta sinistra>. Sento dirmi: ma c'è l'Addio allò- primavor,,. (si, c'è Infatti quel gri– do finale: e La finestra che ho aperto per voi ml parrà di chiuderla 11ulmondo. Oggi ancora Il mio cuore viene con voi. Domani ripasserete e non vi rl• conosccrO >), Il congedo di Sbarbaro. )ta la nota ele• giaca, tenuta cosi a lungo, si rompe, si liacca sotto U peso di tante Immagini toccanti, spesso soverchian– ti: e qui tutto è diritto, fuso, necessario, uno e multi• pio; e dà veramente la misura della feroce secchez– za> di Sbarbaro, nelle sue mille risonanze: chiusa, cupa, squalllda. GIUSEPPE DE ROBERTIS Biblioteca Gino La prima lmpreulone che si avverte alla letturii di Pie,. ninlmo (del Plonlnlmo 1914; per quello 1954 le C05t stan– no, almeno In parte, In modo dtvenio> ~ l'Unità di linguag– gio che Sbatbaro t riuscilo conqul!otare: entro I termini di un·~itrema Kmpllcltl sin– tattica di tono enunciativo e a tratti eiclamallvo si dllplP- rr_~~~~~~t~!ti"1~~e~tp':: seni.e extrallngulstlche, tanto s-aldtunen~ I!- strutturato • condo l'interiore Intenzione di constatai:lone, dl lucida auto, C05Clenzadi una condizione mora I~ di crisi; i;orterta sen– i:a Illusioni di cYaJ!onc nel• l'elegia o nell'nbbandono al fervore o alla stanchezza del sensl: la cri!ll dell'unità clas- 1:~f1R1~;1e ~~l,~afJ! 0 st~~!~i talltà <come •meuo• per Ja esprculone dl sentimenti o per la narrazione di fatti: di– retto o. una aocletà Ideale, abulica, astratta, la e repub– bllca delle 1ettere1,dotata di 11::,a:J:,1:~ct::!e~~~1i,, ddJ ~~~,! fe della società storica, anche quando I suol membri parte- ~~~e ~~ll~iù 1:~~:C,1~: In questo caso al opera una netta dlstinzlone di plani fr. l'adone pratica e la contem– plulone poetica) sembra non toccare I confini dell'esperlen– u stlllstlca del primo Sbar. baro, per il quale I vicini :O"i'!~~I !el 1~~~~~:o 1ittff~: IJU&fllo at.traversola ICOS)er- ~f ~m ~Fa 0 ~~Jlzro>~::1 1 ~ della polemica Ungulstlca pa• laEUSChlana e futumta, 1lun. ta contro la tro.dltlone a ~irnr:ua 1 nt: 1 ~r ~du~l!'c~ puri valori fonet.lcl, non so– no che esigu e occasioni, su– bito nega.te , per fugaci rl• pet.l zlonrcos i esterne dn non Import.are uno. trattura della unità llnguilttca di Pianis– simo. Nella proVYISOriae SCOIR 1tlca esperleni:a di Rtslnt Sbarbaro non aYeva lnYece ru~nl~~\:a1t :g: J:P~~t;j un approfondimento det suol con tenuti d. l materia e della sua slntas.sl dl seconda ma– no nella dlr ez:lone di un•ag– gettlvulone forte, quasi espresslonlatJca: •pln rachltl• co•: «spelata schiena d'un onagro•. 1tufo magro>. ctu– ro 1tlttco1; cterra bruta a; atopple llvide•; •,tare pan– clut.u; di un wo di verbi mP– taforicame.nte violenti ne.Ila loro applleulone al pae– sanlo. • Il tufo... che &hl· gnu, di aostantivl rart o tur– beU da un'lntezlone espressi~ nlsllca: •torrentaccio»; cge– co1: ,dorata pannellaa: cvl– sclda spa da»; •C11a ro Im– mondo•: nacchere.ne gra– me•. DI q uesti tentaUv l non resta traccia In Planls,dmo <rltomeranno plullotto In certi modi lmpresslonlaticl e descrittivi di Trucioli e di Liquidazione>: le costruzioni ~trcaauetu:l i! i 1 ~tas~~~lni~ di JnclsFva e aspra limpres– slone1 delle cose e del senti– menti, sono completamente banditi. Più che l'Immagine, isolata per la 1ua forza o per ~~I s:nt!~ro;~:t ~~tl~rl~ stantlvo collocato come per fola:orulone al centro della proposlil.one,conta In Planl-t– •lmo la prtsistenu del tr&dl· zlonall Yalori sintattici, che non ven;ono distrutti da una nuova concezione tutta allu• slva e metanslca de! lln1uag- 1to. Le parole-onettt o le parole-se:ntlmentl non si ac– campano Isolate nel vtrso, raccoallendo In ~. nella loro Yiolenu, tutti I valori J11tllistl– cl del periodo. come accadrà ~1~\1t'in~'f1 1~,. 'l:tlfn,:~t li al lirici nuovi). La natura non 11 b ancora spettata rl• solYendosl In un'Inquietante e misteriosa roYlna di slm– boll Jmpostl con spietata for- ~~/1t~0:ico~ 1 ~~1roa~~ 1: sta distribuzione delle esatte LA LEZl[ONE DI 41:PIANISSIM..OJ> .'f. Le li11.ee di un'esperienza * La raggiunta unitd di linguaggio equilibra la reaftd nma11a della confessione e la sua validità di documento d'una condizione dell'uomo e della società :~~~:n~::~:!>tf~ 1 u~ 1 ri'r~~d~i paurose presenze di oggetti– simboli; l'analogia comescon– Yolto modo di espressione di un mondo sconvolto non toe,. ca I termini dell'esp?rfenza del prfmoSbarbaro. 1n Pianla- 1lmo le strutture sintatUche ordinate e compiute sono sai- ~() •~e~1s:~i1:n':.o~~a~ ~~t delle presenze sostantivali o verbalJ I nessi sintattici che le legano, l'esprHSlone delJa coscleni:a di fronte alla p~ pria crtst Interiore si ronda es.serulalmente sulla forz a pers:uo.slvache conserva.no I 1chea, I ccome» , Je «Cl, le de – sinenze verbali, le preposizl~ nl, l'esatto calcolo e la rl• aponderua ordinata della con.– secvtfo e del complementi. E tuttavia questa persisten– za e prevaJeni:a. dei valori stn.alturau del linguaggio non res:it 0 co es:r u~c~t~ed1~~; da parte di Sbarbaro del mo– di tradlzlonaU: d'altra parte· questi modi giungeYano a $barbaro In una situazione di crisi aperta, quale avevo. Incominciato a delinearsi IO certi momenti dell'opera car• ducclana per trovare poi la suo. plU eYldente e aperta espres.slone nel tentativi del Pucoli (più che di D'Annun• zlo> e, su un altro pieno, del crepuscolari. La novità del llnguanlo di Pianin!mo si Incentra sul slgnlf1ca.tonuovo che v1 aMumono le forme sintattiche mutuate dalla tra- f~,1~~,~~l~~~~~~t~f:i: nale, di!! consuett nessi sin– tattici è Infatti posta al s-er– vii.lo di una d'orma Interna>, di u n'intenzione espressiva, assai spostata rispetto al– le costanti prossime della ci– viltà poetica Italiana rra ot– toce:nto e novecento: al ser– vi.zio cioè di una conte:\Sione, di un'autocoscienza., di una lnterulone morale. tutta risol– ta In un rit mo di notuionl interiori. Per respre:ss.lonedi ~UHta Jnte. ni:lone morale li :~,\1:at~:lz~n:~:: ~mfo~ :. per rincondurle dr.ll 'lnterno. attraYerso spost ament i mlnl– ml ma declslYI,a valori e a fermenti innoYatorJ. di non Indifferente peso: le libera anzitutto da ogni valore de- 1erittlvo, da ogni rapporto con Intenzioni di espressione mediala della proprio Interi~ rltà per meuo degli oggetti ~:f.~1i~ttga :~la~::~:n)é In tanto dlrrlclle in quanto l'accoglimento del corpu3 les– &icale e sintattico della tra– dli:lone, cosi f'>rtemente Intri– so di forme descrittive e nar• rattlve, Importava anzitutto da parte di Sbarbaro la li– berazione da queste forme estranee all'intenzione interi~ ~~a S:~~01:~ ~frur~: ra di qUet ltnguagJio. Sbo.rbaro opera- quindi una completa tnterlorizzazione del llnguag!o che gli deriva dal– la tradizione. Sul lessico com– pie una ~visione che si ri• solve nell'abbandono del ~ atantlvt e degli aggettivi di Intenzione orna.mentale e de- :rit~;ituU~ r:ri=~~~I~{ nessi S05tantivo-aggettlvopre– s-entl In Planl.ulmo riesce as– sai Illuminante: .anima stan. ca1; cmiserab\le giovlnezz:aa; •Immobile macigno> (riferito ,)f. ,11 GIOIIGIO HAIIBERI SQUL\110'1".l'I BIBLIOGRAFIA >.

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