Fiera Letteraria - Anno X - n. 46 - 13 novembre 1955

Data lo. sovrabbondanza di scritti che cl pervengono con la esplicita richiesta di giudizi particolari, comunichiamo sgil interessati che direttore e redazione della e Fiera• sono asso• lutamente lmposslbllltat.t a dar riscontro a queste rlch!esu::. tA FIERA tETTERARIA ORARIO DELLA REDAZIONE 11-13 16-18 Manoscritti, foto e di.semi non pubbllcatl non si restltubcOno SECONDO DISCORSO DEL PAPA AI CINEASTI ITALIANI A PROPOSITO DI UNA INCHIESTA SUL TEATRO ILFILM IDEALE I temi d1e potranno elevare il cinema « alla dignità di strumento della gloria di Dio e deU'umano perfeziorlamento » dt GIAN LV16I RONIJI Cinque meai fa, aul finire di giugno, la gente di cinema ai è ra«olta per la prima. 1JO!ta.attorno alla Cattedra ài Pietro a ai è sentita. indicare dallo atcsso Vicario di Cri3to le lince fo-ndamc,i,tali di un'attività che, sa -rettamente concepita, può felicemente indi· rizza.re « al perfezionamento dell'uomo e alla gloria di Dio> quel cin11ma definito, in tale memorabile occasione, « un campo deUCI,vita cosl prossimo alle regioni dello spirito>. li primo tema che, in qllella circmtanza, Pio Xli aveva affrontato, era stata rin• fluenza del film sullo spettatore considerato da mi punto di vi.,ta individuale (e psicologico). Posto che •questa influenza è grandis.tima, e ogni gion10 si fa pii, profonda a causa dei nuovi -ritrovati dcUa tecni• ca, come renderla positiva per quei dodici miliardi di s-petta.tori cM. ogni anno, si avvicendano di fronte allo spettacolo cinematografico1 si era chiesto il Papa; e aveva ris1>0sto precism«lo lucidamente i ca– ratteri di verHd, di rcnltcì, di comprensione e di ri, spetto e~ ogni fiin, deve avere per rispondere ade• guatamente alle legittime e sane esigenze dello apet• tatore. Q~ film Egli lo aveva definito «ideale> e lo aveva trattato soltanto sotto l'aspetto psicologico del suol rapporti con il singolo spettatore. In qu&ti giorni, invece, in occasione di un'altra Sua udienza alla gente (jel cinema, non solo Egli ha conBiderato il « film ideale> anche sotto l'aspetto sociale dei suol rapporti con la comunità, ma, entrando nel vivo del• la questione. ne ha precisato tutti qicegli ar-gomenti e qllei temi cui dovrebbe ispira.rll'i per essere davvero q1'6l film « cui nulla ,nanca di quel che deve avere, e che, anzi, lo possiede in grado perfetto>. Queato secondo discorso, cosl, ri.,ulta praticamen– te diviso in due parti: una che considera il /il11i idça– le in rapporto al 31ro contenuto e l'altra che ci mo• stra 81' q1«rli basi il cinema p1W diventare « senipre più atto strumento del bene comune> offrendo il suo prezioso contributo « al!a famiglia, allo Stato, alla Chiesa>, ai cardini, ciot, della comunità tutta intera, Ispira. l'una e l'altra parte 1tn concetto che già la Chiesa ai;eva espresso fin dai. ,tempi della Vlg11antl Cura e che oggi fio Xli riprende, chiari– sce, dilata· asmmendolo qua-si a motivo del Silo in• teroon.to in materia cinematografica: il fatto, ciot, che il cinema non solo « è divmmto per la presento generazione un problema spiritmùe e moralo d'im– menaa portata>, ma p1tò anche essere considerato « efficace e positi.vo strumento di elevazione, di ed1t· -caziona e di miglioramento> della società contempo– ranea. Su qllesti concetti, però, presenti ta,tto nella Vlgilantl Cura q1tan.to nella maggior parte dei doc1t• menti pontifici ed episcopali relativi al cinema, pre– dominava, soprattutto in passato, la preoccupazione deUa Chiua per quel «decadimento spirit11ale e ci• 1.)tle > cui anche or.a, ma di sJt1,ggU.a, it Papa, ha ac• cen'natO in caso di -una « non disciplinata libertà dei film>. Oggi, invece, Pio Xll, pi1i che preoccuparsi del re~!~~e s:"'!t: '::!c1~:::ie:a1ot°::~':: :~~s:r ru:::~il: aolzuioni anche più precise, non esitando a formrùare nei con.front, del cinema ima domanda come questa: « Che cosa di prezioso e preziosissimo può offrire un tilt» ideale alla famiglia, allo Stato, aUa Chiesa1>. ad ~sie'r 8 t~:ai~~~!ki!:~ap1~!7<i;~:• ~~~ :r'!v;::. . t:iosissimo >. Ma a quali condizioni1 Che il film sia davvero il film~ ideale e che, quanto ai temi da ace• oliere, si a,degiti «informa perfetta ed armonica, alle primordiali esigenze dell'icomo stesso>. Le quali esi– genze, ci ricorda Pio Xll, « sono fondament(tlmente tre: la veritd, M bontd, la beUezza, qitasi diffrazioni, attraverso il prisma della conoscenza, dell'illimitato regno dell'essere, che ai estende al di fuori dell'uomo, nei qu,ale case attttano una senipre pi1i vasta parteci– pazione all'« essere medesimo>. Sono le chiare pro• posi.:ioni tomi:9te. Le esigenze di c,a parla il Papa si riferiscono alle qitalità eascmiaH che conseguono ogni essere: unum, verum, bonum. Unum, in quanto ~n:;i;~l~~i'i:~~~f::lt~j, q~nn~::i.i7!e~:,~i!t~e af~1:J,~~~ita relazione alla volontM. L'accenno aUa bellezza nasce .=~r:" il q;':f~~: 1:r~r~~::r~1:i:::j~~c~~~e la"i bonum e dal verum. Non t, infatti, la bellezza if bonum veri, il vero in qttanto piace, il bene della ooritM , Spesso, però, dice il Papa, chi « ai adopera, me– diante l'arte o la ciùtttra, di porre l'uomo a parte di quel regno (osala del« regno dell'essere>) si accorge tnfine di aver soddisfatto ben poco la s11ainscu:iabile sete; wttavia gli reata il merito di aver distolto a suo vantaggio iin q1ialche rivolo dell'originale pienezza del vero, del buono, del beUo, nella mi.mra del poasi• bile e scevro da contaminazioni: ha ·conciliato, in altre parole, la relativitd dQll'ìdeale col s110concetto di aasolldo>. Ma p1W il cinema arrivare a tanto, « P,W iJ film essere un adatto veicolo di questa tria– de nell'animo dello spettatore, 1mò essere tramite eccellente, e. nei lim:ti dei Blloi propri metodi, por. letto,> Queato si domanda il Papa: « La rin>0sta deve essere affeniiativa >. Alla luce di qttesta dichiarOUone acq1tista110 cosl validità anche 111aggiore quei Suoi consigli sugli ar• gomenti che possono scegliersi por poter riconoacere poi al fUm la qualifica di ideale: quel S1w insistere, ad esempio, sulle pouibilità positive dei film a ca,. rattere documentario, soprattiitto clidattici, « la c11i principale att-razio,te è costituita dalla veritii >,· e quei Suo dar la precedenza, tra quei film, a quelli « ba3ati t1ulle scienze natttrali >, poichè la natiira, « quale si offre allo sgttardo dell'attento osservatore, palesa ricchez::e i11eaauribili del buono e del bello, ri.,pecchìanti con- trasparente sinceritd la infinita 80· vrabbondanza della perfeziona e della bellezza del ~ Creatore >, L'argoniento, però, che, sen.:a dubbio, è il piri im• portante di t,itto il discorso, (non ci soffermeremo, qlli, BUlla pcu:te relativa alla comunitaJ è quello in cui, dopo 1m primo generale quesito - se, cioè, « ogni materia rappresentabile (possa) essere accol– ta da chi si proponga il film ideale> - si arriva a risolverne uno di carattere piU parti.cola~, ma quan– to mai controverso e difficile, <i11ellodella « rappre, aentazi<>nedel male>. « E' permesso scegliere, e con quali cautele si devd traltare il male e lo scandalo,,. 8-i chiede il Papa. « Una rispo~ta negativa. a tale do• manda e) natiirale - Egli dice - qualora la pervc"' sità e il male sono offerti in ragione di loro stessi; se il male rappresentato risulta, almeno di fat/o, approvato; se esso è descritto in forme eccitami, insidiose, corrompitrici; se' t mostrato a coloro che non sono -in grado di dominarlo e di resistergli>. Si p1W formulare, tuttavia, 1tna risvosta afferm,ati• va, precisa il Papa con. ill1m1inato spirito di libertà; se, infatti, « il conflitto col male ed. anche la tem• poranea sua: vittoria, in rapporto co,, tutto l'insieme, ,erve alla pi1i profonda com.7>re11sionetiella vita) della retta· sua direzione, del controllo dellci pro• pria condotta, del chiarimento e consolidamento nel giu.di.zio e t1ell'azione; allora 1tna tale materia può essere intrecciata, come parzi<tle contenuto, nellci intiera azione del film stesso. Si applica a q1,esto U: medesimo criterio che deve sovraintendere ad ogni simile genere artistico: la novella, il dramma, la , tragedia, ed ogni opera letteraria>. AffeNnazioni la c11isitperiore e comprensiva apcr• tura contraddistingue esattamente chi possiede la verità e in quella luce di 111tllasente dì dover teme– re. Sono invece anni e mmi che certi individui solo attaccati alla lettera (e, per di pii't, a rma lettera «laica>) si affannano <'- maledire a quei film, ita– liani in cui la vita è presentata in modo realistico, senza false paura del male, al-lo scopo di s1"8citare li Teatro dell'Opera •di Vienna, recentemente ricostruito, che è stato inaugurato Il mese icono Tre . , t t. . 'lfl erro90 1.va sui problemi dello seeno 1tCgli animi degli spctttltori 11~!a cristiana reo.::ionc a fcvore del ben!!, della carità, clella gillstfairr. Per quei film, quegli individui ha,mo parlatd · in ge11ore di « panni sporchi>, deprecando che si sciori,wssero all'estero. Oggi, non ver minimi temi 1 ma per ai-go• menti di cosi vasta risonania come 11 « male> nel– l'uomo, è il Papa a dire clte se il male 110,l è presen– tato solo filae a se stesso, ma per ,ma pii( profonda e retta comprc11sio11edella vita, può anche css~re scelto come argomento di ,m film che, con questo, non viene a perdere J>er nulla la s11acaratteristica di « film ideale>. La vrecisazione Ila 1m valore che decisai11c11te trascende e il cii:ema. e l'l>Cca.sio11e cui si deve se t stata formulata, verché ancora una volta ll'Crvc a dimostT!lre ai veri oscurantisti di t1tttc le Umdot1.:e che, come sGmpre, c'è 11nasolei verità a /or 1ibero l'1como, la verità cristiana; e che, come sempre, an• che per l'artista, c'è ,ma sola vcrci liberUi, ed è qrtella che la Ohi~a gli offro se sapr{t rico11oscere che il solo fine per cui f'1wmo iJ creato è Dio. Solo chl Lo serve è libero. E resta libero qualsiasi sia lo stmmento di ùworo che la Provvidenza gli affida. In questa libortd, oggi, sappiamo èhe a11ch~ il cinema pttò essere elevato « alla dignitci di stru– mento della g[01·ia di. Dio e deU'1mumo vcrfcziona– mento >. GI,\N LUIGI RONDI )f,. "Biblioteca 10 Bia1 1 segni di un fermento che non sono segni di érisi * In sostanza Jo penso che Il momento aftnale 81a e8ire– mamente fa,•orc,•ole per una riforma, diciamo me,tlio per dare una prima forn1a alla ,·Ha teatrale ltaHana )f,. DI DIEGO FABBRI Parto anch'Io, naturalmente, dalla valu• tazlone di quello che c'è, oggi, a teatro; e comincio col dire: la vita del nostro teatro è indubbiamente In fermento (non dloo in evoluzione), e I segni di questo fennento non non .sono certo 1 segni di una crisi. Mi si potrebbe chiedere quali sono t segni, I caratteri di questo fermento; e cerco di dirlo subito. Anzitutto, l'af!ennarsl Indiscusso di nuove vOCI di autori. già con del loro caratteri, già con una loro rlcono:.ciut& autorità. All'tst&– ro, per esempio, già si parla di una nuova 6CUolaitaliana. Questo che riguarda gli au– tort è il segno più Incoraggiante per aver fede In un rinnovamento del teatro. Pol: ricchezza di quadri artistJcl (registi, attort, scenografi etc); rloohe:z.za ,s'intende, relativa alle modeste dimeruionl della nostra vit.a teatrale. E ancora - terzo segno -, una smania diffusa, forse incomposta e talora addtrtttu• ra velleitarta, ma comunque sintomatica, per far uscire il teatro dalla provvisorietà e dal· l'empiria strutturale in cui è attualmente, per dargli una fisionomia organica e dure– vole. Però è proprto In qcesto settore che si ha la maggior carenza di uomini, cioè di animatori (c'è, senza che nessuno si debba of(endere, ll .solo Paolo Grassi che.l)06Sa por– tatre il titolo di animatore avendo tutte le carte In regola), di direttori, di organlz:iator:I. ln sostanza lo penso che U momento at– tuale sia estremamente favorevole per una riforma, diciamo meglio per dare una prima torma alla vita tea.trale italiana. Vorrebbe dunque dire, se è vera _questa mia prima conelustone che le dtsposizloni legislative e l'attività degli uomini che han– no•gu!dato la nostra vita teatrale 50no state produttive e, perciò, encom.labUI? Direi fran– camente di sl. Nel complesso non si può negare ohe il bilancio sia largamente attivo. Che oggi ecru dl&posizioni siano insu!tl• denti - e lo sono - non vuol dire che ieri, quando furono. Ideate e sperimentate non ~ stituLssero Invece il miglior dispositivo - e s'è visto - per cercar di regolare e promuo– vere la vita quanto mal confusa del teatro cosi come si presentava nei dopoguerra. Er– rori, In questi anni, ce ne saranno stati, anzi ce ne .sono stati, ma turano quasi sem• pre veniali e Inevitabili; uno soltanto fu • grave: quello d1 permettere che s'lnterrom. pesse la vita del « Piccolo Teatro della Città di Roma• che tante prove di valore aveva dato a che avrebbe potuto costituire, con MI– iano, la prime. struttura organica ed esem– plare per un nuovo teatro italiano; ma fu. rono errori da impu\arst piuttosto agi! umo– ri di un momento, che a specifiche lnsuffl• oieru:e delle « disposizioni legislative•· Per contro - e anche qui fu piuttosto merito di fervore di uomlni che di virtù dl legge - la stagione teatrale 1952-53varò coraggl058rnen– te tali esperienze di teatro che si ebbe la precisa sensazione che la riforma delle strut– ture fo.sse, ormai, già in atto. Oggi la riforma è una necessità, e Si è, appunto, àlla vigilia di una legge per 11tea– tro. Ed è a questo punto che lo vorrei alzare la mira del mio discorso; al%arla cioè tino al legislàtore. ancora: sa, In rapparto a quello che è, quello che Il teatro potrebbe e dovrebbe essere per as.solvere alla sua funzione? Polchè la legge dovrebbe, si, partire da un dato di fat.to ob– biettivo, da quella, cioè, che si è .soliti chia– mare la realtà d1 <>1g1, ma non tanto per accettarla, ma piuttòato per rimodellarla, per orientarla, per dirlgerta ve-rso una struttura teat,rale che contenga ed esprima quella par– ticolare idea-forza che il legislatore de,·e e$– sersl fatto della funzione del teatro nel no– stro paese. Se manca questa idea madre, state pur certi che non Si potrà avere una buona legislaztone; polchè a questa leggt, mancherà Il suo rostegno, la sua ragione di necessità! E' dal chiarirsi e dall'affermarsi di una idea madre ispiratrice che la legge potrà tro– vare, pot, una sua articolazione semplice e t:unzlonale. Io, ovviamente, ho le..._mteidee, e non ml trattengo dal mani!estarle. Sono qui per questo. Primo. li "teatro deve essere considerato una espressione di cultura, per IO meno quel teatro, di cui sl deve occupare il legislatore. Fatto di cultura, U teatro, com'è tatta di cultura la scuola. Fatto di cultura che esprt– me - commemorandoli drammaticamente - g1i a.spetti del costume nazionale. A -teatro, Cioè, Oi si ritrova per riconoscersi e per pu– rificarsi. Perciò quando cl si accinge a rin• novare le strutture del teatro nazionale, si deve volere, Implicitamente, che questo nuo– vo teatro si tondi sulle voct antiche e con– temporanee dei nostri poeti drammatici. Se queste voci non tos.sero alla base della nuo– va riforma si tratterebbe di. una riforma st.e– rile, perchè apparente. Secondo. Come articolare la struttura di un teatro nazionale che sfa un fatto di cultura? Per mezzo di organismi st.ablll (quattro o cinque in tutto basteranno a sistemare la nostra scena>; e non tanto ancorati al cri– terio della stabilità del luogo, quanto basati sulla 1tabilità dell'organismo. li quale orga– nismo per giustificare l'interesse attivo dello Stato dovrebbe avere queste caratteristiche essen%\all: a) non avere !inl di lucro; b) ot– t:nre un repertorio di chiaro valore artistico e .soci.aie; c) essere diretto da uomini quali– ficati e responsabili. Questi organismi stabiliti non dovrebbero essere necessariamente statali o comunali, potrebbero essere promossi e attuati anche da gruppt privati ed ottenere l'inte~amen– to dello Stato·purché, naturalmente, rispon– dano al requisiti che ho esposto un mo– mento !a . E' stato detto da molti che Il denaro di cui dispone IO Stato non è molto, anzi è poco; io non vorrò dJre Il contrarlo. Però ..., però anche con I cinquecento (circa) mlilonl che per rlf o per raf la vita. del teatro at– tualmente consuma ogni anno, st potrebbe !ar molto; occorrerebbe però spendere que– sto denaro organicamente, puntando su quat– tro o cinque strutture base in modo sensi– bile e permanente Cla sovventlone dovrebbe essere assicurata almeno per un triennio). Sarò un ottimista. ma penso, e non da oggi, che non sia di!!iclle, volendo, riforma– re utilmente la vita del nostro teatro, a pat– to però che si creda fermamente che in prin– cipio era la parola e poi venne l'azione . DIEGO FABBRI Antologia a cura ,li Gi111wppe Cassieri Prela.:ione di Emilio Cccchl. « ..• non serve soltanto a richiamare quef zettorf che · conoscono La Ronda ma è Indirizzata speclalmentf a quellt (e sono t più) che non l'hanno mal avuta fra le mani e sono statt co.strettl a una cono,cenza Indiretta e '(qua.nto mal pertcolc»a) per 5enWo dire... L'antologia del Ca.ssleri può dhientare cosl uno strumento di lavoro ma nello steS3o tempo rispecchia Intatta l'immagine della. vltalltcl de La Ronda: siamo di fronte a un libro vivo». Carlo Bo, L'Europeo, 2 ottobre 1955 Formato om. 1S.Sx21,5- pagg. XX-300 - L. 1.600 * ILPRE~IIO VIAREGGIO HA25 ANNI Pubblica'lione ufficiale sotto gli au!IJ>icldel Comitato del Premio Letterario Viareggio. Hanno collaborato: l giudici del Premio, poeti, crit.lci, narratori, editori e ..iittorl italla• nl: 100 articoli, 120 Illustrazioni. Formato cm. 15.Sx?l . 11agg. 180 di carta patinata • co– pertina a cinque colori . una copi:1.lire 600 Un successo note\'ole: in 20 giorni, 87 recensioni. Presso le migliori Librerie, Messaggerie Jtallane, o direttamente all'Editore * LUCu:,;o LA~DI EDITORE S. Glo,·unnl \T11hlaruo - I-'i.r;.,uze

RkJQdWJsaXNoZXIy