Fiera Letteraria - Anno X - n. 12 - 20 marzo 1955

,. Pag. 6 LA FIERA LETTERARIA rappresentazione è Investito della prop:-la parte e si attiene !ed2lmc-nte alla lczlon~ tramandata dal vangeli, Il processo, pro• prlo In virtù di que1le parole, acquista una evidenza ed una solennità pungenti. E fin qui Fabbri si sarebbe massimamen– te servito d'una Ingegnosa trasposizione, cui giova l'assenza del protagonista vero. Ma In realtà Il processo a Gesù cosl rico• stltulto si risolve nel processo a quanti vi presero parte, o comunque contribuirono alla sua morte. Da Gesù l'accusa si trasfe– risce a Cai!a, a Pilato, a Giuda che amml• nistrava la comunità degli apostoli, a Pietro che negò di conoscere il suo Maestro. La "corrispondenza,, diSilvio d'Amico E Il senso vero della rappresentazione, la quale, ripetiamo. non vuole essere a!· !atto evocativa (o vuole esserlo soltanto entro limiti dctennlnat.l), comlncla da quel momento. Nel dramma Immane, me• diante un procedimento che discende dal migliore Pirandello, si insinua li dramma personale del protagonisti, ognuno del Quali, pur recitando, è portatore di una oena o di una colpa che si identificano con la pena o la colpa di uno del tanti personaggi via via evocati. Donde la con• fesslone; donde ancora. a più vasto ra.t• glo, l'intervento e la confessione delle persone, uomini e donne, che assistevano al processo In quanto pubblico: e uno si riconosce ln Giuda, un altro nel Figliuol Prodigo, uno in Pietro. una nella 1\1:adda• Iena; e l'ultima, una vecchia Inserviente cui fu fucilato il figlio, ripete il dolore di Maria. Può darsi che in simile conclu• slone il gusto della composizione si risolva in un quadro troppo geometrico. quale si addlrebbe ad una sacra rappresentazione d'altro Impianto, pensata e sentita con spirito più semplice; e che proprio nella conclusione sarebbe occorso uno slancio maggiore. Ma da questo Processo a Gesiì, che alla fine sl rivela processo all'umanità e li cui Hnguagglo è vaUdissimo, arriva pure una verità struggente. Tutti gli uo– mini. nella loro enorme maggioranza, con• traddicono il verbo di Gesù; ma Gesù è in ogni peccatore, come era in Pietro nel momento stesso in cui lo rinnegava>. cProcnso a Ge.ùa di Dlero Fabbri - L'at– tore Franco Gradosl nella parte di Pietro S" < Momento•Sera > di Roma, Franco Scwa pubblico iin'ampia e: corrisponden• .ea > da Milano. Egli scrive: < Dove Il orocesso reale si è fermato. parte Invece Il processo architettato con esemplare sapienza da Diego Fabbrl: vi si immaginà che un gruppo di ebrei tenti di stabilire ogni sera. attraverso una rap. presentazione, o meglio attraverso un ap– passionato dibattito pubblico, se Cristo è o non è il Ftgllo di Dio. Ed ecco, evocati dal singolare tribunale, i testimoni del Mistero della Sua nascita, I testimoni del• la predicazione e dei miracoli, 1 testimoni della Passione. La vita di Gesù viene ricostruita con intensa drammaticità dalle deposizioni del testi a catico e a discarico; ma le conclu– sioni a cui sembra destinato a giungere Il tribunale degli ebrei sono vagamente ne– gative. denunciano una sorta di Impotenza a def1nire la natura del Cristo sulla sola base delle testimonianze storiche. Ed è qui che ha lnlzio la parte olù viva e palpitante tic! dramma di Fabbri: per una serie di interventi improvvisati da parte di alcuni spettatori il problerria va spostandosi In una zona di Interesse più attuale, quindi più drammatica. • Mentre la Corte sta per pronunziare la sua ambigua senten1..a. una domanda buttata li, In apparenza. dal furore dia• lettlco, diventa, d'Improvviso, Il nocciolo della questione: se Cristo fu vero Dio, come mal Egll non è riuscito in duemila anni a cambiare Il mondo? La polemica si accende violenta, tra• volgente e muta gli Interventi lmprovvl• sat1 In altrettante confessioni pubbliche. E una piccola, grande verità si fa luce: forse Cristo non ha ancora mutato radi– calmente le apparenze del mondo - l'odio, la guerra, la lussuria, la vendetta ancora vi allignano-, ma Egli è vivo ed operante nelle coscienze deJ?ll uomln1, con una va– rietà di gradi, con una casistica partico– lare che però sfocia In un'unica comune inquietudine. A differenza dell'età precristJana, gli uomini hanno un profondo senso delle proprie colpe e un Istintivo o consapevole bisogno di perdono e di contorto. Partito con elementi giuridici, 11 processo ha finito col raagiungere una prova. de•; ~~(~~!\~ -- c~:~~~?~11!!ie!::s1~~~~ .ranze del mondo " >. Ma la e: corrispond6nza > che ha defini• tivamente convalidato, al di fuori di quel– la che avrebbe potuto eMere l'impreuione di una serata J)articolarmente felice, l'im– portanza della < ra1mresentazione > di e Proceuo a Gesù>, é quella di Silvio d'Amico pttbblicata su Il Tempo di Roma il 10 marzo: < Ma il successo della settimana è una novità italiana, Processo a Gesù di Diego Fabbri. Successo istruttivo anche perchè il dramma chiama ogni sera una folla, la quale entra al e Piccolo Teatro> non più che curiosa, e n·esce colpita e turbata, se non visibilmente conquistata; e se ne fan• no pubbliche dispute; e l'eco se ne pro– paga negli ambienti più impensati. Il che non ha impedito la sorprendente lncom• prensione d'una certa stampa (si noti) d'assai vario colore. Si sa che la strana impostazione di que– sto dramma è stata su~gerlta a Diego Fabbri dalla notizia, accolta anni addie– tro con tragica Jronia nel nostro Occidcn• te secondo la quale un gruppo di savi ebrei, adunatisi per e rivedere> il proces– so di Gesù, e riesaminatol9 In fatto e In dltitto alla stregua della Legge, avevano concluso col riconoscer l'innocenza del• l'Imputato, e definire la sentenza un mo• struoso errore giudiziario. Ora Il Fabbri ci !a trovare In scena ap– punto un gruppo d'èbrei del tempo no- ~~~~in~11:~ap!~~l!1;;d~~0~a~t:/~'ts~~c~~ madre assennata; Sarah, fervida figlia, rimasta vedova d'un .i::-iovane,Daniele. che I nazisti hanno fucilato da poco; più un altro giovane, Oavld. legato a Sarah da C~s~~~~~Y~a~~ 1 f1 i::;~r::~Ò ~ ~;~~r~i pubblico del teatri delle più lontane città precisamente la revisione del processo evangelico; distribuendo, fra loro e un piccolo gruppo di adepti. le parti di vlu• dici, difensori e testimoni; ma sopra\tut. to appellandosi all'intervento degli spet• tatorl. Gesù fu un seduttore, da cui la Legge mosaica dovette di!endcrsi a ra• glone? O era veramente 11 vaticinato da quella Legge. Il Salvatore del suo popolo e del mondo? L'esito della discussione è quanto mal mutevole di sera In sera; sia oerchè giudici e dUensorl si scambiano ogni volta. a corte, le parti, sia perchè la diversità degll umori del pubblico dà luo– go a prospettive e conclusioni. Ma non si tratta d'una discussione meramente legale (come. per intenderci, quella genialoide del famoso llbr~ .. pub– blicato cinquant'anni !a da Giovanni .Ro• sadi, e intitolato apounto Il proceuo di Ge3,ì). Memori dell'Imprecazione orrlbll• mente lanciata dal loro antenati (e li san– gue Suo ricada su noi e ~ul figli nostri!>),. questi ebrei appaiono tormentati, osses• sionatl, dal problema di cui vanno cer• cando, In mezzo a una società cristiana, la soluzione: Il problema del problemi, spiegazione della vita e del suo Dolore, ricerca del supremi perchè. E a questa loro ansia di natura, diciamo cosi univer• sale, s'Intrecciano anche, In sordina. I ftll d'un dramma domestico, dovuto a certi rapporti Ira I bizzarri girovaghi: per dir• la su~lto, tra il morto Daniele, la sua ve• dova Sarah e il giovane Davide che presto scopriamo essere stato li suo amante. La prima parte del processo si svolge sull'eterno riesame del racconto del van. geli: quali le origini di Gesù? Come am• mettere l'ortodossia delle dottrine capo– volgitrlci predicate da lui? Che credito dare ai suol miracoli? Per quali moventi Giuda lo tradl, Cal!a ne cagionò la morte, Pilato fingendo di lavarsene le mani la sanzionò? Vengono interrogati, ln perso– na di quel tali adepti che prestandosi al gioco finiscono con l'investirsene come d'una realtà, l principali personaggi evan• gellcl: I discepoli prediletti, e Giuseppe, e Maddalena, e la stessa Maria. Forse nul• la d'essen1.lalmente nuovo avvertiremo ~::~~o·• :~1e~;~s:~i?dui~n ~~iorfa~~ 1 :Ì Internazionale del Maestro; nè In quel1a di Pilato, come Il politico che sacrifica l'Ideale al cosiddetto reale; meno consueta l'Interpretazione di Calla come l'ecclesla• stico non Kià frenetico bensl accomodante, che non nega affatto la prodigiosa perso– nalità di Gesù, e nemmeno certi suoi mira• coli, ma si tiene In obbligo < di eliminar• lo> (pur senza proporsene addirittura la morte, a cui lo condurranno altre circo– stanze). Ma quel che s'avverte nella rap– presentazione di tutti, è Il calore d'un'ln• dailne amorosa, è lo splendore d'un ac• cento vivo, tall da riportarci agli eventi rievocati non già con la pacateZ?.a d'una storia ossequiente, bensl con l'ardore di una cronaca attuale, d'un diario di vlccn• de in atto. Sicchè quando - dopo l'Incro– ciarsi delle domande dell'accusatore (che è Davide) e dei difensori (fra cui è Sarah) con le risposte degli Interrogati - Il pro– cesso si sospende, e noi dall'intermezzo CRONACHE DI POESIA A CURA DI LUIGI CAPELLI * I conti con l' ermetism·o )lioteca G~noBianc che se,ini:c scopriamo, nel loro contrasti Ideologici. lo spasimo segreto d'una don• na pentita, e Il malcelato risentimento d'un uomo abbandonato, l'Immenso dram• ma del Golgota non si Immiserisce, anzi sembra In qualche modo riflettersi nel• l'umana angoscia d'uno degli lnnumere• voli, miserevoli' drammi che continuano a insanguinare la nostra povera terra. Senonché è nella sua seconda parte che il lavoro di Diego Fabbri spiega propria• mente le ali. Anche e specialmente per l'intervento di quel tale e pubblico>, l'ln• chiesta sull'autenticità - e cioè sulla dlvi• nltà - del messaggio di Gesù, esauriti I particolari essenziali della vita e morte di lui, si volge, come alla prova suprema. alla sopravvivenza di quel messaggio nel mondo. A che sarebbe valsa la sua dlvi• nltà, sentiamo chiedere da un lntellettua• le leva~! tra I '>resentl, se nel due mli• tenni seguiti alla vantata Resurrezione la storia del mondo è timasta la stessa, turpe e orrenda storia del millenni pre– cedenti? E' pronto a contraddirlo, sempre fra Jl pubblico. un pacato Incognito, che presto si rivela un prete: e parla con una flnez. za, e una misura, che altri potrebbe tro– vare perfino eccessive. D'altro vigore le grida d'una peccatrice Oa ganza. come pure sapremo, dell'Intellettuale; Il quale è poi a sua volta un prete fallito); e le umili confessioni d'un giovine. che con azioni Indegne ha disonorato sè e i suol; e le sommesse parole d'un cleco; e Infine, quelle d'una vecchietta addetta alle pull• zie della sala, pc.vera madre orbata del– l'unlco figlio. ucclsole dalla fazione avver• sa a quella In cui egli militava. Qui nel modi più diversi, e cioè nel senso del pec. cato, nella professione Co nel desiderio) del pentimento, nell'accettazione della croce, nella necessità del perdono, fiori• scono le testimonian7.e, che l'antichità pa– gana non conobbe, del Cristo vivo: di Quello che ha seminato, in mezzo al mon– do suo nemico Irriducibile, l'inquietudine, l'Insoddisfazione, la consapevolezza del male, l'aspirazione al bene; effettivamen– te attinta, quest'ultima. da milioni di ani• me. Ed è a questo punto che Davide si getta al piedi della vecchietta, con!essan• do e chiedendole a gran voce perdono del delitto ch'egli ha commesso non proprio contro il figlio di lei, ma contro un altro perseguitato: e cioè contro Daniele, il ma– rito di Sarah, da lui vigliaccamente de– nunciato al persecutori, per liberarsene. Peccato, perdono. amore: qui è finalmente la conclusione del processo: qui Il ricono– scimento della divinità di Gesù, e dunque del crimine di Ch1lo ho condannato. La concezione e lo svolgimento d'un dramma come questo son di caratteri troppo lnconsuetl. e troppo stravagante Il suo punto di parten1.a, per essere accettati a cuor leggero dai gusti positivi d'un pub– blico comune. Se questo pubblico v'accor• re e Io ascolta, e se ne appassiona, vuol dire che l'autore è riuscito a conquistarlo con una violenza lirica tutta sua. E' fa. elle denunciare anche qui, come nel tre quarti del teatro contemporaneo, l'lnflus• so pirandelliano: e non tanto per Il solito, abusatissimo scambio fra la e: verità> e la sua rappresentazione, quanto per Il lln• guaggio dei suoi personaggi (Sarah e Da• nlele In testa). Ma la caratteristica fon– damentale del lavoro è che. malgrado il suo titolo, esso non capta l'Interesse dello spettatore mercé Il consueto progredire, da una tappa all'altra, d'una ingegnosa Inchiesta; il suo movimento è tutto In• terlore. E nella resa di questo movimento è stata riconosciuta da tutti la prima virtù del regista, Orazio Costa, che l'ha stu• Domenica 20 marzo 1955 e Processo a. Gesù• di Dlero Fabbri. Nella toro, Anna !\-11.serocchl (Sara) e Aurusto Mastra.n• ' toni {Ella) pendamente Inscenato rinunciando a ogni sorta di lenocini visivi, puntando esclusi– vamente sulla varia umanità del suol per• sonaggl tutti vlvlssiml, e secondando a questo fine le assortite caratteristiche di attori attinti alle più diverse provenienze. Ottimi il puntuale Mastrantonl. nella an• golosa eppur simpatica sagoma semita del vecchio Ella, il capo della troupe; e Anna Miserocchl. fervidissima nei tumul• tuosi aneliti della giovine vedova stra– ziata; e Tino Carraro. nella dialettica veemenza del giu.d.eo traditore; e Il Crast nel caldo ma contenuto zelo del buon prete; e Il Rlssone. nelle argomentazioni pressoché umoresche d'un giudice lmprov• visato; e la Fortunato, nella violenza del• la peccatrice a contrasto coll'Intellettuale negatore, validamente sostenuto dal Fan– toni. Ma anche sarebbero da nominare Miranda Campa ch'era la remissiva Re• becca, e Pina Cci nella f1ammante por• pora dl Maddalena, e Il gruppo del perso– naggi storici, Impersonati dal Mulé, dal Tarasclo, dal Graziosi, dal Fanfani, dallo Chazalettes, dal Pasano. A parte le tre rivelazioni dello spettacolo: due veterani, Teresa Franchlnl, cqmmoventissima nella finale apparizione della canèHda vecchina rassegnata alla sua croce. e Achille Maje– ronl, perspicuo e imponente nella spiegata presenza di Cai!a; più una recluta di per• !etto stile, l'italo-argentina Rosa Maria Gallo, adorabile nella soave fissità della Creatura terrena ed estatica, verginale e materna, umana e divina: Maria di Na• zarct. Tragedia di voca1Jonl mancate, dolore per l'Inadeguatezza degli uòmlnl e del loro pastori all'Ideale cristiano, rifiuto della realtà farisaica per attingerne un"altr~. In tutt'altra sfera: abblam ritrovato qui, svi• luppati e composti con un'arte più gagliar– da. motivi fra i megllo noti della prece• dente attività di Diego Fabbri. Come e perché un tale dramma abbia potuto esse– re accusato di conformismo se non peggio è veramente un allegro mistero. A noi. al• tro preme: e cioè che lo spettacolo non muoia a Milano. RASSEGNA Dl FILOSOFIA A CURA Dl LUIGI QUAITROCCHI Enzo Paci ela filosofia della ibertà • •

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