Fiera Letteraria - Anno X - n. 5 - 30 gennaio 1955

Pag. 2 i I 'blioteca LA FIERA LETTERARIA Trattenimento allaTorre di RAFFAELLO BRIGNETTI o Bianco OJ~: - Se non t1 p &s.so coaAOlart.cerca a11µe00 di J)trrlonarm.l. - In.somma: b&ltll e &W Uttol - &clam.b Anna rur!06&. M11nr!co la gu3rdò rermandò.<J r.ublto. - An~~h..1J::~ 1 ~ià coa'a lni &ucc6da.Soma. - dl.s~ Anna mortificata. - Figurati. E ora ti faccio ridere! - Co- rnlncJò a frugarsi sotto l'lmpenneabllc. - Ah ah! · an~ef~z;~P:ndci°f:Pien e~- !n~ 0ia 1t~~fil~ brava \'erde. - Non è bella? &nt.t! Anna &altò Jndietro Impaurita. - Hai I nen1 a !lor di pelle. - balbettò M11.nrlco. - Non è che una zampa di lepre. A\•eva potuto accostarla tranquillamente alla guancia e BI collo di R06e Mary ed usa ~~~q~~ !ir:~~a:! ~~a~fi:~e~~-Ar:::, !~~ solut.nmente. non sembrava come R06e o co– me qualche altra. IJ bolero giunge.va alla fine; questa volta tutti sembravano pront.1 a lmpcd!re che At– tillo lo racessc rlcominclarc. Non a\"evano reaglto Mcora ~rchè erano fiacchi e .stor– diti: ma tnsomm11. Il bolero di Rave! efll. lungo 11das.coltars1 anche una mezz'l volt.a. Manrico rl= la zam/'ea di lepre in qu111chepiega del– f ~r,:~eabl e quella sclvolò per ~rra fra Non se ne accorse. Ba!la,•a di nuovo. Cer– ca,•a di concludere Il ballo con qualche t.ro – 't'&t.aallegra. almeno per llcenalare Anna dl– \'t?rt.endoJa all"ult.lmo momento. - Ho cacciato 10at.esso quella 1eprc, - disse. - o~,"·ero? - fece Anna. - Eh. - Bravo. Manrico prese cor.c:igglo.,.. E ora ti dJco un 'alt.ra COSA, - gridò - Sal di QUI!:! pltto?t, quello di Procchlo? ~e: lo gli potUl 't'la But.rice, ma poi venne un uUlclale e ce la somò a tutti e dm~. Neppure adesso Anna sorrise. Il dluo a,•e– va finalmente ce&ato di girare. S! 111sclarono aJleru:JOMmentc. senza neppure guilrdarst. MRnr:lco restò attorno cercando Mietta: fJ_ & ehiet.t.av" per non gentlral deJ t.utto s0lo: poi recitò: - In ogni paese la luna adempie fe– delmente al pat.to di allean.ta che ha st.retto 001 mare una volta per $ell1pre. Neisuno g!l badava. - Sono parole del Venerabile Beda1 - spie. gò a tutti. e non gli davano ascolto: ad un tratto sf affl06Ciò: dormiva. - Mlet.ta. - d!&ae Zlla accennando a Man– rico. - Ti gt11.,•a cercando. aCC06tò a Elia fra due rMrll ella U!rtaua. dallB parte del mii.re . Mlett-a u.mbrBva più aottlle e un po" pallida. Anche le! doveva aver freddo. Giungeva &ulla cima della torre rodore umido del mare. Poi fllò 50pra rl&ola, t.econdo !"orario. il rrozlo dell'aereo di linea Parigi-Roma. r due lo ascoltarono distratta.mente continuando a guardar&!. Non p11rlnvono. Infine Ella d!Me: - La not.te è finita, Mlet– ta. Stai per JMClare risola .. - Sorrtse. - Oh. a volte me ne dimentico. - fece Jel. E aggiuru;e guardando veho Il punto In cui &! perdeva Il rumore dell"aereo: - Oggi &arò a Rom&. Perché or& è oggl, no? - Sortl61!: anche lei I loro dlS<;o~! e~no un po' troppo dolci, come Q'uelU che t.l fanno Intorno al treni pr:1- ma d! partire e uno è già salito. Sembrava c~e stessero vh·endo la plil triste delle ore. -\Ml vtene da r!dcre. _ si lamentò Ella. - P'ra poco cl dobbiamo salutare e magari non cl ,•edremo più né qui né altrove. L'estote ha di questi Incontri sperduti - E" megl!o non pensai:et. Però ntr6S\lno di noi due m\Jl.>re. e ga~bbe facile incontrarsi dJ nuovo. - d!MC Mlctta. · - Ah. non lo erede.re. - Perchè? - Mn perché non bat.ta rh·ede1'6I per in- contrarsi come Intendiamo ora. TI .$0lllbra che in un altro luogo prebbe la etcs&a C0611? Tu non hnl idea di come cambi tutto, ma lo 'gl. disse Ella, • t oa,•,·ero Mlcttl!. non a,·cva. abblilt.tanza e$perlcnzR per poterlo contraddire: gli cre– deva !n tutto. Però. anche_ doversene anda– re I PRrtJre. lmomm11. con un senso di at– tesa e bMlR: non le t.embrava possibile. Tutt.aVIR la notte non pote,•a continuare An– cora molto. e al di là non c'era nulla: Mtetta si doniandava perché non f06,.,"<,C tornata a casa g!l da molte ore. E!ln. anche ad~. le era 6fugglto. Non contJw.iiwa più li discorso. Poi disse: - Ha.I pllrlalo un po· con Olovanna, t.taoera? - Che c'entra 010,•ann11: non 111conO&Co neppure ~ne. - E lei ti con06Ce. Sono sicuro che ha Il dente a,v\'eleoato anche contro di te, come con~ro di me. di tutti. r-.r.,, lasciamo andare. Sai piuttosto perchè non 01 po.,,slamo ,·edere lo e Olov&nna? - Voi due? - d!&.e lel. - SI. E" uno di quel CA.siln cui cl 6J rive- de ma è tutto diverso. MJetta fece: - Tu t.al quello che vuol dire. - Una ,•olt.a.slamo &tali In un modo. e la ~rl~ ~~~e ~~JI ::::~n~'~i"~~~~= m~nta all' alr.ro qualcOSR.che questo ha per– duto Non tl sembra facile. eh? Eppure: Jn- =:fu;:c~~~ ~r~h~~n~~ra;~n~' ;~J: ta PBMata restate. Sembra una fatalità. Mletta non aveva molto da dlre su quegto a.rromento. 8al)Cl•n &0ltanto che Il loro non era stato neppure un amore. RAFFAELLO BRIGNETTI Domenica 30 genn~o 1955 Per una storia delle nuove narrative *. (Colltlrtuaa:. d4lltJ. pag. 1) dei nuratcr:I d"oggl. (Quelli credevano alresit.ten.t~ dJ uri mondo oggettlvo e cercarono di ra;,presentarlo dando i.I per60Daggt la prospettiva delle ,•Ice.ode raccontate. nelle provincie e nel paesi dove eu! vivevano e que&tl ultimi tm·ece vogliono creare per virtil d·arte un mondo utJ,tJca– mente oggettivo disponendo In certo ordine con apparente negligenza di cronit.tl le lmagln! della vita rima.Ate nt:lla loro membrla: lmaainl. fat.tJ. nel quali sf ri6olve e &I rap– prende JI ntondO mt.eriore. suboosclente ce non 'parlo ora di quel neoreal!JmO IOCi&leche fa della leU.eratura una specie della polamlca e della Jotta poUtlca>. Ma tra runa e l'al– t.ra scuola c'è Il progres&lvo pMSagg1o d&I mondo este– riore a quello lnU!r!ore. la &e0perta della p.stcanal!t.l. del subco6c!ente d~lla memoria inco~la.,. o di quella molto• plicltà dell'\o che (u atudJata tnnaml tutto. neJ 'prlnu aonf del aecolO. da Wllllam Jame&. n personanto &em– bra di6SOlver&inelle sue diverse apparenze. nel guol vart Impulsi. e questa steua d.l&SOluzloQe SI manltesta In \'1- cende. m fatti che posaono Cll6erenarrati con un d'6tacoo non solo dJ art.lsta.. ma df morall5ta. Il nlltUt&ll3mo Ln I~lla a.I era e~pres,w nel rom&n21 e nelle noveUe (come 6! dl&.e)•regton&lt prima dI' tutto con Olo\·annl Verga cht nel contadJnl della gua S!cllla tro\'O &empre vJ\'J gll eter– ni contrasti della volontà e del destino. del bene e del male, del peccato e delrespJulone contrasti rellg:105! In un clima d! tragedia greca o proprio primordiale. Dop() di lui a\'e.mmo altri .scrlttot1 che cercarono'nell& provin– cia per601\aggl di .schietta umanllA: slnchè Pede.rlco Tozzi non specchiò questo mondo nel suo spirito analogico e deformante di artista. dO\'e le creature nvelarono i loro plil protondl .sent.lmentl in gesti e tn parole di est.rema 6.ignltlc&Zlone. E questa tradJtlone rcg:lonale ru ripresa e mutata da Mar:lno Moretti che nel t.uol numerosi ro– manzi ce alcuni sono capolavori) cl rappreunta creature umllJate ed offe.se che sopportano Il male con cri&tlana rMSegnazlone o che lo vincono con ostJn&ta volontà e strenua fede. Da questa narratlV& trascorse ad una narraUva riso– lutamente lirica Alfredo Panzln! che nel guoJ IJbrl cl rac– co'ntava Il suo perpetuo viaggiò tra. g\l uomini d·oggl e quel!! dei pa66Ato (conosciuti net llbrt m& anche usJ con• tempor&nei al Suo spirito) In cerca dell"antlca hwnanl– tao. DJasoltc cos.l le vecchie rorme gli 6Crlt.tor! creano le nuo\'e per m0t.trare1 le vicende di que&ta dlveru Tealtà Interiore con una pro&&evocati,•& o t.ugge&Uvao addlrit.– tura m&glca che dà alle parole, Jn una certa. collocazlon&. una potenza trasfl.gurat.r:lce e mlracolOM. Miracoli tntJ– tolò I t.uot raccontJ Mu.slmo Bontempelll. che sa dar ,'1ta romanze.se& persino alle figurine degli scacchi nello spa.. zio vet.rtno e {>C()nftn&to di uno specchio; e che nel brevt rom&nzi di a.Giro del liOle• e.sprlme per mlU l'antltc.s! tra la prlmo:"dlale Innocenza e Ja malizia della t.torla. Luigi Pirandello r..... lle sue no\'elle 111 gtovò dei e fatto» caro agli scr1ttorl nat.urallstl. come di una tagliola per coglierci l suoi personaggi e t.foriarll ad una i,morfta rt– \'elalrtce: e .scompoge I plani dell'animo e della p&lche per ricomporU in altre vicende. metafisiche. non dlversa– m~nte da certi pittori contemporanei quale Il Picasso. Ora Aldo Palazze.schi con un'arte comparabile a volte a quell& dl Charlot aosplnge le sue creature nello .spazjo e nel tempo della 1111a !anta.sta deformante do\'e 60no 60l 'PTC.se in atteggiamenti &tranl. comici o grotteschi. ti· velatorl di una umanità umlllata .gtrazlatA o egolsUca: sono I buOI palazze.,;chtnru, buffi anche t.e tragici. che tro– verete nelle sue no,•elle e neJ suol romMzl. Incornlnclò con una favola Riccardo BacchelU che nel suol nume– rosi romanZl, alcuni del quali. per esempio. e Il Dl&volo al Pontelungo » e e Il Mulino del Po» l!OllOconslderatJ capola,•orl. si mostra non solo narratore ma anche .sai• gl.sta lntromet.tendos! tra J suol peraon&ggl a dLscutere con lntelllgenzn di morallt.ta di Hlo&ofoe di &OQl,010,0. Rianima la storia In vita e dà alla vita di oat la c:on• ~:~~=~ 1 :e~l~::aor~~!;-:ttar!d~ suol Ubr:I. appunto perch! egli part.tcipa d';i~""r.r suol per&0naggt s! Immedesima sempre con Il saaglo. Q • romanzo può dlveot.are parabola morale. per esempio con Enrico Pea che racconta vicende proprie o d·a1t.ru1 come gli rivengono alla memor:la. senza ordine cronolog:lco o logico. acc06taU! le più lontane alle più vicine con 3ublt1 trapa.ssl In un racconto che ha una sua profonda coerenza t.pirltuale, lirica e morale. perché è Insomma la parabola della sua esperienza um11na c0&I varia dagli aMI t.ra – gcorsl ln Egitto a quelli vlg.,;utl nella sua Versllla. Pavo– leggia la realta: dà a cl&Seun putlcolare nell& proposi• zlone e nel periodo l'&cccnto che hanno J versetti della B!bbJa: ed ogni eplsodlo è rievocato con le p&role maa&ri dialettali e arcaiche che glielo slgnlficarono la prima \'Olt.a In un mondo rellgt0&0dove vi sembra naturale per– glno Il miracolo. Dl tutte queste ~per!enu t.J giovò Cor– ndo Alvaro, che scopre 60tto IR realtà vlslblle di un per- 60nagglo di una clttà o di un popolo. quell"altra. Invisi• bile. del &ent.lmentJ e degli tmpult.l. con prodllPOSll tntuJ– zJone J)61cologtca. con alta fantM!a dl poeta. con 61!:vera co&elenta di morallAta. I auol personaggi sembrano vivere a volte In un clima di Genl!:61o In un'atmosfera di Apo– ca\15&e.Anch'egli saggista e autore di un dlar:lo che riu– t.ume nell& lnquetudlne e nel contrasti propri quelll della E.ua terra e del suo temPo. ha nei roman.'.f una rara po– tenza di evocaz!one. GOFFREDO BELLONCl (ConUnua al pr0&. num.>

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