Fiera Letteraria - Anno VIII - n. 44 - 1 novembre 1953

~orucnica 1° 110,·,mbrc 1955 LA F I 1, RA LE 1 TE.RARI A Pag. 6 t JIL JPROSA'Jl'ORJE )f. JI, TRADV'l.'TURE Una scrittura tutta immagine ·1nt.erorete di po ti * ~ ino Bianco Uogorctti ai è dcdiClllo alla lraduziooe ••n .. perdere di vlata il auo fioe prc– cl10: rlare cioè nella propria lingua iJ 1enso dtll'altezza d,el te1to originale * di ALESSANDRO PARRONCHI Tradurre. ln eemo tnditlonale, equtvalen ad. ae– quht11r• opert. di dlveru llna:ua 11la propria letteratura. era orao.rllo,amente e con 5tMo lmperlall~tlco che I polti ,t vola:~vanoa quute lmprue. Cori. almeno tino al Monti e al Plndemonte. Per Il FO&COlo, traduttore poco on1ma– rk>, rradur:-e era già far poesia propria, ritrovare un·antl• ca Impronta alle sue fanttuJe: tradurre Omero, pe.l Fo– lC<'lo. fu J ltrovare lll Ortcla antica nella proprlll, ocel• dentalluatA. rrecltfl. JI 11tn1(' del tradurre \'enendo ad evolven:!. diventa ~r C11rdt1celromantica atslmllu.lone di frutti Atrani • lontani d111llan011tr,achdlta let-ter•rla: un !Meato.- eul 1'0Jitro terreno. di piante esotiche, compiuto da una i,oe– ,1a che. 11llontanandosl dalla tradl,.!one. veniva diveo– lando moderna a spue della conciatone e della dli?llt.à del lln5u11.ar10.e Eentlmen111.lmc.nteacadendo. La tr11.dui.tonl del contemporanei al riattacca."IO a :1 queato punto. ma non •• tr1'tta più con eaae di atmpllct a.ulmllnlonl. Il problema del tradurre torna c:c~. dopo li rlJt.aimo ciaftnunzlaoo, ad acquiat.llr dignità di tatto artlulco dall'A,·ere, i moderni. Ltpramente lottato alla pcrfetta d~finltlone della propr:la lndlvldualltà dJ poetL J magJlorl poeti Italiani modernJ &ano a chi è ,·enu– to dOl>O.Rpp<tr& innanzi 1.utto come uomini. Prima che In loro poe!.ln glungeu:e a Isolani In un eaatto problema di forma, I loro le1torl delle plu (fl.ovanl generazioni han• no hmgamen!e dovuto tro"'-re nella loro emm:tone, e poi nf':Jla loro memoria, un po1to preciso In cui potesse collo– cttrsl la somma delle cose nuove che avevano appren da loro. Tamo \ero che le u111dugtonl10no venute tardi rl• ,petto alla ioro onera orlginale, e non come un'espllca• t!one cuu:.le di u~a opera ma come un nuovo acqul&to In profondlll, portale da un rlpen.amento critico che po. Leva llludenil pa.nlalmenV" del r:ltrovamento di una pet'• duta patria l)OCUr,ama intanto fondamentalmente '))e· rlmentna Il tra,,agllo tecnico e accedeva a tutte le J)OI· alblll oonclwlve aaperltà della forma. Ungnrttt! la sua prima opera di tnduttore oe nia dah1. col \'Olumc Tradu.donl, pubblicato da NovlNlma,nel '36 e compl'endente potale di autori diversi CSt. J. Perse, Blake. ot,ngora. Es&cnln. P11.un1an).Poi, dopo la 1uerra. nel '46, uscirono (IV volume della .-Vlla di un uomo•> I Quaranta acmctti di Shake.sptare ». A di&tanta di due ao– nl. nel '40, le tntdll7,!0nl Da GOnoora e do Nallarm~. e nel '50 la Fedra dl' Jea,~ RaclM <rispettivamente VI e VII ,·olumel. Mentre, già pronto da tempo, a.spetta di essere pubbllcAto un Blake completo. Da questa mole di opere al r:lc.-va.una dellnlzione ben precU!a del lavoro di trsduttorc di Vna:arettl. Egli e un traauttorc di ~tt. Si pone ck>è duanll un autore, Jo t.tudla., lo lnterpttta. e, o IOaccetta e lo traduce per in– tero, o ne mette a fuoco un111parte. che a htl rlauJta quella C56ot-nz.h•I~ e unicamente 1lgnlt\cat1,•a. Per quuta ,trada di a,·vlelna ment o, anzi di lmmedealmatione. non c·~ rnocio di A.rre !tar.sl che al slanlfioato leltcrale del te• ,to. non In quanto roe :getto ma in quanto valore uJtlmo. qu111slndlclbllf?, dell'espre~lone, che ln,•elitita dal lavo. ro concentrico dell'Interprete può ,embrare anche stra• ,olgersl d11.I tuo slgnrncAIO apparente 11.1 llne dl rantun– gcre (' rlt.rovl\rsl riel suo germe, n el auo ,tato embrionale. JI campo dell'ln•;cstlgiulonc. porta qua.al caèlU51vame:nte• rlfftre Il tr11.,·:1gllo espressh·o dell' aulore & tudlato e acco– glierne Kit 51Rdl prept1r&1ort,m•I ad accentuarne gli gl'J. luppl. a derh-arne eft'etU. a trame oor u,q:uenz e. Qtt«-llocht Importa a Uncarettl t coni.en ·are al lHto t111t111 la 1u11. llbtrtà. Pi-r questo non & e.m'mlm etrici e pro. &odl111 e ritmo dell'originale lncantflno il traduttore. uni• cflmPn~e inteso a 1mmedesimari.l col fantuma poetico :n una forma che. da ea..<10 spinta. e per cod dire mac• Rilllfl,al acculi !iu uno ~hermo Il più poMiblle capace di comier,•1111 ne le lrldeacenze. In que&to litnro con la ptU ctattn, 8(1()/Htlcll,potremmo dire, Adesione ssaoluta qu!l· ht rhc si oomple. Ad esempio. nelle due ate&ure del « rau• no• di Mo.lhtm1~.che dagll alcMll.ndrlnl orlalnall e por, tn.10 11. l'erro libero senzt1 che li pall!agglo lngener:I nett– AUnK soluzione arbltnrla mA, oome C&.a.nne r1dip~,·a dn lo11ncrelo Delarrolx quasi 111lleggerendo Il teitto delle tu" cadenze. rendendo più fortt' che necll originali il con– tattO•Ctllllslon'? lmpre!l'lion'!itlc111 tra fantasia e natura. Simile t Il lavoro "'-o:- o nella traduak>ne della Fedra Um;arettl ln1erpre:11 Il ,·er10 di Racine riportandolo alle ork'l:11, e 6\'0lgendolo secondo le 1..-11. acutamtnte lndl– vldt:ate, del petrarch!Jmo che lo prepara e k> anlrna E nel dlster.de1e le ì)056ibllltà della duor1done tracica. ro– me ne!IR storia del ,·er~ ltal111,nonon era veramente c.vvenuto Su qutSlll llne11.il 6000 aV\'lctndaU gli acqul1tl che Ung1trtttl ha ottenuto col dèdlcanl aua tradu1!one ,em.a perdert d1 villa ti ,uo nne preoJ10: dare e!ot nella pro• prla llnau• 11 ,eow dell'altezza dtl teito or!elnalt. ALl;iS.4.NDRO PARRON'Clll "JIN UN VUOTO OllUZZONTlE, NON lRAMMlENTK,, C0Inn1en.to a ''Tu ti spezzasti,, cat,:- ~o~:~~~ b!~~- gl~;~~: ,ette 111mentaU.on! dJ Giorno per giorno ( come luce e om– bm quotldlfme della memoria) pAS,SA nel ISUCCC!iSh·o Il tempo <' mulo All11. fa&edi mito lrrc pfH•abl!e. dentro un pat5agg!o 1mch'e~ favoloeo e IOntAno. Tre canti s1 prc.~numo allo· ra. separati e dlstintt ntl cli• !!1~. :cte!:~iri1~tza~dlna~1~:!: e'(' l'lmmoblllta dei canneti. entro cui Il tempo smmutolt· 11cc (« Lungi d'approdi errA\ 11 un11. c11.non ... - Strtmato, lncr. te Il remAtore... »). nel &econ ~ ~~f~ à~:1n~nr::~·fi''~~~~I\ de 1eatro dove ora Irromper,\ !icf:~~~rLe~~cru~:~17;,i;s~: 1 ,•antl ad un ciclo ,•11310 t ttr r:lblle, nella notte bnslllanA dl Grldadl.· Soffoco, tlovc la lrflitdla e rh·Jssuta ancora. le nott di (Olltarla Jtr&ndeua Ecco dunque: Tu li ,1pezza. .Jtl. Oli innocenti stupori del f111ncfullo. il mondo meruli;llo– f0 che quei \'Crgini occhi ISOO· ~!:~o a:d~!~~rj~":~:. ~~ no tnu;llguratl In un111ISOrll'I di epica strugQ'ente delre1i\ brt\'e, ln una farnia lrr1pell• bllc che ln memoria. unico Fchermo, dQ\•rà proteFgtre Que.1110 distacco dal « luctro • e dal «tempo• del lutto e pre· parato ldeaimente dalla nona par1e del Canto Q:orno prr gtonzo: Jn/croclta tura. fmrnand marr - Ml .tt:para dal /uofJf) della tombe - Doi:e ora si di• 1ptrJf(' - Il martor!ato oorpo. Tanto pero non f,!\I bM1av11 ptr COlllSOIRrlo. Il dolore hl' U• no. rom di .-r!C<>ltrur.lone r che l'Animo umano. nel mo menti di gerenlti\. non fQ6pct 111.neppure. e a qucll111foir.a il de\'e rispondere senzR p!etit neppure per Ee ,te~I. VeJla• mo allCln Il padre ,,·otscerc C"On llmpld11,o,,seMione le imma~l• nl di quel tempo di @'.rt.t!R. In cui la morte a,·e\•a rl• depo, f~?1u~~~a:::r0 11 b~~Wfr}: : ,,.,ar1an'e di ace~! colori. d1 alberi de:1ranti, di enonni roc. ce ,•ulcAniche. di tondi mari• ni !IU cui trascorrono lente il f~~~~~!1et~l~~~\:~ ~I. I~ percorto da sottemuiei pre.ia • @'I di lutto. che si rivelin o Ili) • punto attra,·e:no IA. e:el\'aggia belle-ua di quel111,natur11 E 111 crudeltà st111 nella forz.a che !e cose stf!S!e (domate, ,·ana• mente anel11,ntll e~rlmono. dentro I111bbRgliante ferocia del 60lc: un trRglco contrMto con 111, frR~lle. musiale grazia del bimbo che n questR lmper sona!c e lm•lda durcu11 cederl'I. Prima dl seguire dft vicino ! versi, dlciAmo quRICOSfl sulla JilrutturA della lirica nelle tre parti cht JR compongono La prima, c,·ocatl,•a. orchestrai .. dentro un tono di colloqulo f tatto ,oJo di domande tenere e ang0!.Cl05e) ehe s'lnc•ntra &ul due lnterrq ;ath'I. dopn 11 \'Cl' rl00 $lrul.to ~li <H;({Cttl e Il clima d el nco rdo. I tre versi finali la chiudono con una no• lA ll'rllve e AOSJ)t61' cht dirama corre u n brh•ldo pauroso. L a "eeonda. pur111mentecelcbrt.tl , va. fiPA Ata'!'IÀIn 1ul'estRSIce • leste. ~n quelle sue figurai'.o. nl di COt'6A, quul un \'O'o, e rtl d1mza: Il bimbo 1:AJ,,::h\ dl ,mgelo LII tena. nus,egnfltR Alla C<"nclustoneohe Il fato A· ,,e, A alà lndicat11..e D('ln per· tRnto ,•!br,mtc di umana pro• '"'a contro Il demone ,•incl• torc. Sulla metr:lca, qualche AC cenno appena dcpo una se• quenZA endeci\lo~li•blca. J:1 J,trof11teocnd111 $1 llber11, d•I HIQ 11ff1mnocon dut gelienarl: rl prende poi l'mdtCl'E'lllflbo, thl" redr nelle t:ucce~h·e strofe f' pRrtl al novrnnr!o. fil geltc1,a 110 e Ad Altre mlaure rnrla· mente Intrecciate. Più cl si lnollrn. dunque. e meno Rllll caden,11, orlgln111rl11. 11I b11.dn più: dellt c~urc obbllgf lle li roetR ha u•nuto quel conlo che hl' V0llll0. J ,nolrl, immani. sparai, grigi ,,,.,, net·:' fi~~~va ::;aercttt~~ol~!~ r1ec ,rdlatr.ll tanti :lttrlbuti pre, poni al n om~. àlla co.:a li rapporto fra a~tttho e to- -~ di GIACINTO SPAGNOLETTl stanth·o. per Il Nostro. 11lno11.I Stnthntnto le 01t:e1. non f'J di .11retta d1pendtnza k)a:lca o co!orl~UcA: m111ebbe sempre un v11110re 1llmlficante per lo a1uretth·o. di PI\USI\, di so!llc,·o SI ascolti. In No3tatg:o, Il pri– mo 11ggeuh•o run <»curo colo– re di pfontoJ: non dà alcun scnfiO preclw Al suo nome: c Il &econdo (l'l/llmltoto ailcn. r10J che sta nl limite dello bnlflrrlmento fonico. Qui, In· vece, ,ano J\~ntl. con andR· mento dcscrfttlvo 1 e poi r1tm1, oot I qu11,ttroupctti del pae• Hll:st!opietroso: a(tgett J.vl qu a. Fl al IX'flOdi !iCSlAnli\ 'i.LA st'· ri e ~ ca dtnzat.l\ . mulUp la, l ar· i: :11.1.ll 'lnltto.di si:ono aspro In ll n di ,· erro OO nfertace, 1tlà In ;~rud?"u1~ 1 pC:e~~;rg 1ri"~~j 1.utto tende a tani pietra. Tee. nlc1unen\e ll veno richiami' l modi di 11np11rtlC"Ol1trc dCt· tRto petmrchc:ico. enwnerRtl• ,,o f Sell't, 80--'$( campapnt, m't~ J.u':t~/·c,!Y~~~- d,!o,\~~R; l'fl'O ghlaccloJ e dl quAllflrl'I· I h'I pertlnen!! a vn'lmma,:r!ni: (Caro, do'ce. alto e /aUcow rrcgfc; f·re3co, ombro,o, fiori• to e rt.rde colle; Quel rag.>, dolce. caro. onuro ,1r,uordol· Frementi ancoro a11eae9rr lt ,,onrle - D1originari.e {lar,– mt ~(locate I i;lg-antcschl i:a~itl di C'r\~l ne ,•11!ctinlc111 pa!ono ancon1 ooo<er,·nre un rtSI0 di quella forza lsmca che li proltttò In Eeno allll terra. come dn lnvl– ttlblll e m!~terf<>fie rsegretei fionde, DI 1101/ocaft. n Feino non p11.rdubbio: f,()ffOCAlt.C;l· però Mn morte del 1.utto. dal C'OntOlldAr.!!Isucces.~h·o della rro!ltr. tems1rc. c:iuel fuoco "· rl<:;ln11rionon a.fflor11plU, ma non t dtl tul\o Epento. eo\·11 ancora Ptllt ,·1scert della ter. r11.e 111 c~aHa nel colore cqrl, ~ol. qua61 lunt!.to, del uul. Od al tt.rrOTI di fiumane terg1n1 - Ruinantl in lmpla• cablll care,;.;:e.· I &lii.Ml sembrano Mcora f~– mere. oltrecche del moto rut– nOf<)del magma lncandcscen• te che Il esr,rtMC. dell'impeto tra\·olgente dei fluml. in un tempo In cut non avevano sca vato ancora Il loro letto. SI trl'ttn di gund!OE:e lmmeglnl telluriche, quasi lnusltale per In nostrR poesia. Non c'è bì- ~~1~Tu 1 ~~1~1~S1v~. ~~~ ~;_~~~ si. di quelle l!quldc che 51t.uc oedono. doi:o terrorf. che ne contiene tre, 11tnoa cortuc. do,•e li fremito 111 smoru. pro- ~O,:&fa~~':{:,. n~:e ~J>,1~~e~- mc martoriato. oome ann'en– tante, M>no aggettlvi-chla\'e del Dolore: poco elegiaci. non è ,·ero?. dentro la dilperat11. rnRga linguistica delrultlmo Uni;aretU Sopra l'abbaglfo dello aah• bta ripidi - In u11vuoto orlz.• z011re. 11011 rammenti? Le roe«. Alte !iUlla !abbllll, trJ\ \'flmpt di luce. camplEcoro come Incubi contro Il ruoto orluor1U; se IR \'l5ione ~ allu– cin11,nte, es..-n però chiude la lurr;A. e ansiO~ll domt1nd11,che forme la prlma parte della ~lii. con UlflmproV\'il'R llC· t11.r. 1 0n!" rc.RJL.,tl('R, ]A quale si dheb~ t'he lmniobllìui la cl• c'oplca ,cena. dlam.l alfltatil dal c:ohholllmento di quellt fnrtr t1\C10Qtllt'. ri1,1rtandol.1. allr dl1nPn11lonldel ncotdo \'I• i.h·o. N0t1 rammenti? CertR menti" Il bimbo dc.\·e rammen• 1111rl1; t"rt tooo lo strllz!o 111ppc– n11 ve1111to dall11,Rccanlta ro– lontA dcli• rle\·ocar.lone. Per- ~l~iar1~~~~ssJl~~gll{,igl:in~ Ecbeletrl CO'!micl,ma, si bl'dl. pltnl ,iempte dl una fon.11. trat– tenutfl, potentlale E la reclinr che 1·aprh-11al. l'unloo - Raccoglfuai drll'or1 bra ntlla , alle. - Araucaria anelon"o in!:'gontita - Voi• ta nell'ardua ltlce d'enne fi· brl" - l"u delle altre dannate rr/rattario. « AraucArta <ar aucaria l m• brlcRta>: è il pino brume.no ,. <N.d.A,>.Quest'alb ero che a or ~ f: ~:l1e8ti:i:,~~:~ ~ ~ r:. ~~: bra prodotta anche dalla ,ua ,tese" enorme masH. si 1por• ,e oon Il !iUOtronco inclinato. da uno ~Ho. R picoo sul m11,– re. E l\n qul non l'bbllUllo rhe la li1ura1Jone Of::iCltlva.Ma !R cuesslone dell111mcmorl11, ha !t~e1 1 ~~i~:! •. 11 t~i~1J~~ un veizetale addonnent.ftto. Frtica la bocca di /or/alle e d'erbe - Dol'e dalle rodici t1,.:,~r'~Ji1~anle ~~:, ia_,a~':,. pra tre palmi d'un rotondo cfotfolo - /n un perfetto hl– Ileo - Magicamente appar,01 JI ritratto della pianta ..i completa In questi \'trsl. DI· ratti. la ~lzlone dell'arauc11.· i!a d~lr~n~~~:11:·a AJ:~lt~! \'e U,vlluppo delle radici llfflo. ra dalla l'OCCII'.parte di e&EO vUu1,po è 11tato \risulta nella \ 1 lslone1 tRgllalo dal contadi• nl. che di quelle r111dlcl sl ser• \'0no? E' quRAIcerto. Si toglia• t·a non e: 11,doperato in forma r:lflt!!.'ìi\'ft,quindi quel .ti sarà o PRMÌVl'nte o indefinito. ln nesauno del due ca-51Il &elUO ne ,•lene altcnlo. E. dunque, la bocca dell'albero e t--gllata. materl11.lm entc tagliata. l!lfle. chepl11.ta. Ma Il t•glio. attua– to probab1 lment.e da w, sol la· to, fa fl the la plMta app&IIII abbarbicata. con le sue resi– due radici. a un daderello di f~~!~ncf1~11,~.~n~ 111 \~::!o sri1:~ opposto. l'Impressione di In• credibile bilico. di \'er111 e pro– prlA lllu~lone ottica. nel \'edc. re l'lmmen,o albero p\elrlfica. to In quella positura e Rttac• CAIOn un sa.sro dl modeste proporz ioni. P erciò rnaglca– mtnte oppar.ta: maglcAmente non t1 0k> per l'abbaglio ddla $abbia; ma altrettanto per la magia della natura e del caao che rha OOEI ridotta. Vediamo ad~o I detta;ll dilla scena: !aJ falle ed trbe s.1 raccol1ono nell'ombra at piedi dell'albero. dentro l'umJdltà ohe U cu.ntù, prodotto dal taglio. genera. l,J, 11010, un po' d'um idità. di frt• ,cura 1 utto Il re.to e mor– te. morte per m ie! E ie ,~ aliamo rh·edere l'in.Aleme. rl• petlamocl I ,·era! da E la re. cline .. Non cl sembra di start nel XIII dell'Inferno? Tutta l'aspreu.a. la calelflcaz.tone delle forme. l'infernale dellrlo di quellA terre. oonnul.scooo nell'tuaucarta fulminata nel• 1'111tto di una \'Ana prote&ta. A conclu.&ione della 1ceaa. r:lcordtamo un prectdente un• rarctt!ano: E' 1tudo a.nche la. guercio, m, tuttora - Abbar- g~~~~~- oi!u~i't~cff~f ~~~t:i :j.esolatlone. ora. Cade qui la seconda doman. da che precede e prepara l'ap. parlzlone del bimbo. DI ramo in ramo ftorra.nctno llet e. - Ebbrl di merov1gl!.u ::~t,~1: 1 ,::i,:t;; cl::4.~~~: merarto. mtulco bimbo. « F:iorr11,ncmo<ReguJua tinJ. caplllwl: è Il più r.tecolo de- t! ~~~~~e~n l~~t~ruÌfgaJie r:: oo. Sllenz.toeo. lieve nel vo:O. KM\zlosls.,.lmoIn tutti I auol Atti. d• mRttlna. a sera in mo– vimento. Abita Il pino, l'abet.e, il larice o Il cipresso. Il pae• !JllltiO e un lontano pacl&iJlO animato per un attimo da una fraaile animi!. Italiana. Ani• mato p er &empre, cfardlno cU plet.re , da quella dolce aouna. nel re gni Immortali> (N.d A.). Poco l'ltro cl iarebbe da &.(;• grnngere all11,nota di Un;•• retti. M11. t-entlamo l'anall3I. li bimbo. conquistando. e tone non &Olt.antocon lo ~gu111rdo - blmbo•uccelllno ormai nella flllltuta del padre - il tron• co e I rami dellR {)lanta. giun– ge audace.mente 111. dove la ol– m11si aporge. per i;iuard11,re. CO· me ora cl diranno 1 pl'065iml vel'!ll, Il mare 10ttoetante. !b• brl da merai'iolla: com'era dl· ,·eul' poco !a la pura. ma,lca. 111pparizlone dell'araucana. ~a ~ 1i~:~~a~. ~~:r~ <:et :::: bo. wia clm.a da conqui1tart.

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