Fiera Letteraria - Anno VIII - n. 44 - 1 novembre 1953

_D_o_,_u_e,_1i_c_a_l_•_1_10_,_•e_n_1b_1_·e_I 9_5_3__ _ __ _ _ __________ _:L::_:A~.:_f_:1_.:E'.'._'..:_R:_.:.:A~L::_E'.'._· T:_ T.'.__'E':..'.R:...'.A:'._'.R~l_:A ____ __ _:~ _____________________ Pag. 3 GAJLJLJERIA DJEGJL.JISCRITTORI ITAtJIANJI Giuseppe Ungaretti GIROVAGO SU QUESTA TERRA * 1: L'Allegria Queste poesie «lavorano» dentro di noi - In apparenza povere, si arricchi– scono a ripensarle, e ci arricchiscono * di GIUSEPPE DE ROBER'.l'IS iblioteca {3ìno Bia -~~. 5: Un grido 'LOSI, \Nllll!IUODIV ,I TD rn;1mu,, J(.. * La straordinaria natura poetica d'Ungaretti non. si prova soltanto da ciò ch 1 egU scrive, ma dal suo modo di vivere e comunicare * lii ElllLIO CECCHI • e paesaggi UNAPOESIA INEDITA DIGIUSEPPE UNGARETTI * Giorno pergiorno Sol-Oho amica la notte. Sempre potrò tra3correre con e.s3a B'attimo in attimo, non ore vane; J\fa tempo cui il mio palpito tra&mette Com.e m'aggrada, 3en:a mai di3trarmene. A vvicne quando aento La aperan::a immutabile, • M,mtre da ombre riprende a. far,5i chiara, Che rianima in ws. fuoco q nel silenzio Pietosa re&tituisce, A t1wi gesti terreni Talmente amati che immortali par-vero, Con questa Terra promum a Ungaretti succede quel che accadde al Fo$colo delle Gra• :fe. dl essersi Inoltrato nel proprio e mtennlnato » poeti– co. avendo portato con una coerente carriera poetica ogni moth·o a schiudersi In una compiutezza troppo felice per poterne dire finita la matu– raz.lone: e felice proprio per– chè un tale sviluppo presup– pone una progressione. teori– camente ad libitum. E' 11 riBS· swnerst spassionato della passione stessfl, nell'arlA più SUA,In una calma drammatl· ca. In figure che appunto og. gettlvano al mAsslmo il pas– sato (tempo domato). lA pas slone (la e specie» della sof– ferenza di un'Anima). fino a esprimerne la \'OCe Ittica a mo· di varlazlonè perpetua, di fuga tematica. E" passione e sembra quiete: una quiete ap– passionata, riconosciuti i pro– pri termini. e non avendo che. per e&!, a riconoscere non più Illusori I propri gridi, di cui ognuno tocca unR carne eter. ·na, ferisce un'immortale fi. gura. In questa nota non J)OSSla– mo dare che linee di forza di quest'operi\ In propulsione: ma In questo cl acoordiamo ~h; 1 èeq~~1fi 0 d:d,:!~a~ft~~1~ le. sue figure. tanto più libere quanto più ognuna di es...~ è una nervatura di quello slan– cio che s'incenerisce ogni vol- ~~rv~~~ra'"11ff:1~!~e vi~tfu ~l~~~ Intorno a quel che rimane, un gran fuoco filflJratl\'O è bru– ciato. t9(;:llendo qualsiasi sco– ria mit1co-descrlttiva. Ogni componimento conserva per– tanto Il senoo di una pollr– drlcità Interiore. un gioco di barbagU Interni (veci! Il V del CoriJ. La poesia cM apre» al\A luce nella sua complessi– tà. Già ~apevsmo quanto ln e voce». la qualità. in sen.sn tutto interiore. voca.le era ca– ratteristica della Intonazione ungarettlana: una tutta men– tale ,,oce alta, che ora ha at– traversato Il melodramma fino a raggiungere un·nccezlone bruolntn di poema. Un po' quello che succede a Ma\Jar– mC per l'Après-mùLI che dopo ~!1u~-~ted~~-1: ~~!: eu~!f~: maglnazione baluglnante pu– ramente tra l1 sonno e 11 so• gno. Cosi Ungaretti ritorna a Petrarca. attraverso Ma.llanné. eonsen•ando quindi un fuoco di inch\uso e 11ngueggiante • pleln-alr • nel laboratorio mentale. dopo che Gòngora gli era !lervlto R dirompere Il tem– po. Il tempo Indurito: Il ba– rocco ung1uettlano è la de• flagraz!one di questo tempo, li neceSSRrio.momento distrutti– vo: tempo acceso e spezzato, per poi farlo freddare nella mente onde ricostituirlo se– condo una • lO(t'lcR • poetica Cdlce In una nota R margloe di questi versi: « la logica: non et pare bella che qu:lla cosa che Arrh•I a un ordine: c!ò che è stato. è stato per sempre. è di,•enuto patrimonio del\R mente l ». La TerrA pro– messa è IRprome .s.sa . fatta al• l'anima umana. di una eonsi– stcn1.a oltre l'lnconslstenza del sogni: la poesia dl Ungaretti scava In qucesta e rostanza • Infittita che è. si potrebbe si dire. re,•ivlscenza mitica ma più è l'anima « di scavo• che ogni uomo ha in sè. nella ter" 1a del proprio dolore e della prop1ia esperienza. Perciò 11 luoore mlsterloro. Il rappren– dimento che questa poesia ho In sè. E' un immaginare chr svela Il disegno forte di cui si sostiene: l"es1_>Crienza dlrcttit del Dolore umta allR pienezza di sensi del Sentimento del tempo si è arretrata In q1.:esto a~luto predominio mentale. Virgilio allora. ma quanto Shakespeare? E Racine 1llu- ~~1~;0R~\~ai~\tl~~e i~~a~~ oorda all'Idea di theàomai. ve– dere. Implicita nell"a.tto di tra– s!onnar-:1 In ,·oce. la \'OCedel suol ultimi accenti che Inclu– dono un Infinito anttfatlo. Petrarchesca (' la figura che si fa memoria dilcgiandool da sè col ragg!W1gtre il proprio colmo AUora parlare è vedlVt, un hrloo theàomal SI noti co mo. oontemporaneamente I\ questa .Terra promusa il poeta ha analizzato e soompo. sto nel suol termini segreti. lirici. nella Fedra tradotta, lo alessandrino raclnlano, por. tando la subord.Jnazlone tea.. trale di esso verso una funzio– ne e visivamente» lirica: insle. me all'alessandrino Il settena. rio qua e là, scalandosi con lo endeuslllabo. si fa assoluto. ritrova l'aria di una \'OCC I.o· teriorlzzata e si distf,cca dal ritmo compensato e deaetiiti· ,·o ..dell'alessandrino. Qui è da ,•edere come e quanto Il llrloo presuppone li drarnma.tloo, quasi un sopra– penstero: è questo soprapensie- ~an~· fr~i~iode1~~:':~~il! unificare l'estrema tensione Jl. rlca. Cosi ha un e sucrolt ».un soprappiù di voce nel coro melodrammatloo che vl\·e del– la SUA ste:;sa e.mb! guità strU\• turale. facendosi per essa al– ta lirica. Il 'm.adrigallsmo di Didone e verso il cuore. Dice• ,,a Ungaretti stesso: e Toccata Enea la Terra promessa. tra le visioni e delle sua c;iemorla che gli prefigureranno l'a,•ve• nlre. si leveranno anche i oorl seguenti, descrittivi di stati d.1 animo di Didone»: ed è verso Il cuore assente, verso Il di· sperato e autunno» rappresen. tato dal «dovere» di Enea. questa figura che ancora Un• garettl non ha saputo precisa• re. cne spazia il madr.igallsmo di Didone. I cori presuppongo• no l"c altra» figura entro cui rlverursl come un'area d.l alta presslont- si scarica entro un& area di depressione: cort aper_ ti come uno sguardo, mut !. se ml .si permette. com·esso o co– me la purezza di un udito. Dunque: la voce e Il suo i;Uen– zlo. 11 sentimento e Il suo fa– tale superamenlO: e questa complessità, questa clroolarttà del sentimento è un acquisto che Il llrico dC\•e al drammn- t~00pe~~a 11vf~ù°Ùr~c~8f ~: ce del lirico si ricarica per. petuamente. li linguaggio .si è fatto tut,. to lnehluso proprio perchè ha. una trama drammatica di cui tener conto. e da supera– re: dC\·e trovare tanto più uno stato di visione lnterlore. asie– dlato com"è dai dati del mito, per poterli reinventare dal profondo: e nello 50endere nel profondo si potenzia di •ma misteriosa spenta drammatici• ~tfo"f~~;c:~t\~. d~i1u~ ro è potenz.lale. ed. ecco l'w;o Insistito del oondi2:lonall Cla sequenza. del oondizionall dal xrn al XVII Coro}. SI veda oome d'altronde il Mediterra– neo. tottlnt.cso a questo r:on narrato ,na presupposto e ex!• tus de Aegypto » si sommUO\'El ~m6v•in rl~::u!e~Jo~e srr~ terra viva dei rimorsi. e In ge– nere dt:l • poter essere»: e di Qua, dove nel sonno precipita. Palinuro, preda del suo e im– peto mortale». qua, 6ulla ter– ra prorucsta è un preclplz.lo. un oscuro « dover essere». unl'lo fedeltà che consuma e dlstrug. ge. Quanto è stato Yinto dtl pa~to e tJ,-lle tentazìonl. Rl· trettanto e stato predato del futuro: e In meu.o si apre ar– cano Il nulla. nulla che annul– la ançhe Il mare che w1isce le due terre e che. vuoto, ~egul• la ad at.tuarsl. secondo rint<>– oarsl coreutico languente del Finale, oon la ripetWone del \'erslco\l della parola e Il ma– re» qul\sl di risacca spentA. di av\'enlmento. come fuori della posslbllltA del poeta. fuori 00· sl di qua.ls .!asldetcnnlna.:tionc: eterno rin1ocoo. eterna Indif– ferenza. La e fedeltà» di Pa– linuro vi risalta Incorruttibile: proprio lo squallore deserto del mare che l'ha Inghiottito. pro_ prlo questa corruttibilità dello :1~~rusi:::niic~r:r~r e~~:~~~~ di Inscalfibile emblema. E la «promessa» non può manca– re a chi ;..!-lato fedele RI suo PIBRO BIGOXGlARl rèoiiìiiiua pa9. 41

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