Fiera Letteraria - Anno VIII - n. 8 - 22 febbraio 1953

Pag. 6 lndlrenl di Tahiti in un diserno di Gauruln Storladel folclore (Continua da pagina 5) ra -.. Ma Il mondo di cui egli parla e che èerca d'Intendere in tanto ha una sua voce In quanto esso è ratto di un prlmltl• vo che s'invera nel civile e che perciò si fa. veramente storia nella concezione dello sVblgimento dello spirito universale, il quale accoglie nella sua umanità tanto U civile quanto U selvaggio. I confronti tra noi e I prmlt.lvl, che man ma.no dopo la formulazione del mito del buon selvaggio si erano riempili di polemiche sociali, si Innalzano ad una visione storica. E' la no. stra mente che parte alla ricerca di quel mondo, che si Interna in esso che lo fa suo. Anch'egli. come Il Lafttau, sente qua. le Interesse offra lo studio della religione per capire Il mondo del primitivi. Anch'e– gli, come 11 Lafttau. non crede che vi pos– sano essere popoli senza religione. La sua pol~mlca contro Bayle e I libertini non é In proposito meno ferma di quanto non fosse quella del Lafltau >, n punto in cui le concezioni di Vico e di padre Lafttau sl incontrano è da porre nella comune pletas verso 11 passato. Sia 1:uno che l'altro si differenziano profon– damente dagll Illuministi. perchC non guardo.no la storia con occhio critico e negativo, per trovarne gll errori, ma si sforzano di lndlvtduare nel passato quel nèSSI Interni che spiegano l'errore e Ja verità. Uguale cammino, a giudizio del Cocchlara, ha compiuto Il Rousseau. Da. tutto ciò, dall'opera del Lafttau, del Vico, del Rousseau il selvaggio esce perfetta– mCJ1terlabU1tato: e, quel che più Importa. esce con carattere e connotati umani. At.– travcrso l'esame del costume primitivo si è appurato oome è &senzlale ad una buona ct)noscenza. della e condizione umana > la conoscenza delle tradizioni. degli usi, del– le sopravvivenze arcalche. E' lentamente, questo moto degli spiriti verso l 'utlllz.za– z.tone del resti remoti della vita sociale e Individuale si sposa alla crescita, allo svi– luppo del sentimento nazionale: da un generico cosmopolitismo si passa a Indi– viduare la storia concreta del costume. La contemplazione del patrimonio folklo– ristico ed etnografico diventa un princi– pio politicamente at.Uvo, diventa il culto della memoria collettiva, nell'ambito del– le .Naz.tonl. Nacque cosl, nelle Isole britanniche, la poesia di Osslam; nacquero le e Rellques • raccolte dal Percy esopratt.utto con lo sCopo di dimostrare quale fosse la genui– na voce del popolo Inglese del secoli pre– cedenti•· Bodmer. In Svizzera, diede un primo abbozzo del folklore del suo paese: cosi Il Mòser e il Milller. sempre per la s,•lzzera. Ma tutto questo movimento di idee doveva trovare una teorizzazione pre.ssochè perfetta cd una forma lnea-ua– gllablle nella Germania preromantica e rotnantfoa: la Germania di Herder e del Fratelli Grimm. Lo Herder parte da questa premessa: che li carattere origina– rlo dell'arte si deve ravvisare nella bar– bafle. Ma quella barbarie. per lui, non è soltanto un termine di riferimento et.no – lOglco, In quanto egli se da una parte ravvisa nel primitivo tutto ciò che è bello e sincero nel popolare 11\vvisa tuLto ciò che è vergine e vero. A questa sua conce– z.Jone.Hcrder dà come srondo. U popolo. La t.esl di Herder fu anche quella di un Brentano. di un Arnlm, di un 06rres. per quanto si riferisce alla poesia popolare come !attore della vita nazionale. Tutt-a– via essi rlconobberò sempre, pur dando un legittimo riconoscimento al valore del– h collettività. che la poesia popolare è 11 frutto di determinate lndlvldualllà poe- t!c~:·un suo celebre saggio pubblicato nel– la· rJvlsta deU"Arnlm. la e Zeltung filr Einsledler >, li fratello maggiore Jacob nel 1808 non solo sostiene energicamente questa tesi che capovolge le precedenti conquiste romantiche inerenti al mondo della poesia popolare. ma, nel porre In re. lazlone la Naturpoesle e la Kunstpoesle, OMerva che quest'ultima è una poesia rl– 'flessa e perciò dl origine umana, dovutn a gente dotta. Non si vuol dire con ciò. aggiunge, che nel suol ulterlorl s,•Uuppl la poesia popolare non abbia anch"essa I suol autori. Ma questi si annullano pur sem– pre nell'anonimato. o meglio nella collet.– tlvltà di cui raccolgono le ansie e le aspi– razioni; e ove comparissero ci accorge– remmo a una categoria di gente semplice e comunque poco Istruita. La poesia po. Polare appare pertanto al due frat.elli co– me Il prodotto di un'anima collettiva 11 che spiega il suo anonimato. Nè essi si preoccupano di distinguere la creazione di quella poesia (che è pur sempre un ratto individuale> dalla sua dl!Tuslone <che dà ranonlmnto alla poesia.). Per loro esiste soltanto li popolo Poetante. che è Il con– lrapposW stesso dell'artista e che non è e somma o aggregato di lndlvldui >; bcnsl e concrcscimento e compenetrazione del loro spirito >. Il popolo per I Orlmm ac– quista cosi «caratteri fisici propri e co– me tale esso è poeta, che è quanto dire creatore della Naturpoesle. e Nel rnccogllere l Klnder- und Haus– -·l\r;:hen, I Orlmm si avvalsero soprattut.. to della tradizione orale. vale a dire del novellatori e delle novellatrici del popolo. Essi fissarono le fiabe che andavano rac– cogliendo sotto dett.ato >: ma lasciando Intatta la sostanza, Il fondo comune e im– personale le riscrissero secondo la loro maniera. Il Cocchlara osserva che si trat– t-n di un errore di mcl.Odo; dal quale tut,. tavla è nata un"opera d'arte, In questa prima parte del libro che ab– biamo cosl rapidamente sintetizzato te– nendoci all'essenziale. a ciò che cl sem– brava sulTragare più da vicino la tesi del– l'autore. Il prof. Cocchlara ha posto ener– glcament.e I problemi del folklore: ha mo– strato la nascita, per usare le sue parole. di una e coscienza folklorlen Europa>: ha sottolineato Il momento nazionale e po. polare che caratterizza questa scienza In quanto sclenza profondamente radicata nell'anima colletUva. DI qui In avanti, dalla e coscienza> si passa alla scienza: e Il prof. Cocchlara si addentra minuta– mente a deftnlrne Il formarsi, comincian– do dal positivismo. L'argomento ha lnte. resse più tecnico e di consultazione che generalmente culturale. Tutt.avh,, per pre. clsare meglio I caratteri e I limiti dell'o– pera, si softermeremo a considerare due altri punti: e cioè le pagine dedicate a Joseph Bédler e alle sue Idee sull'epopea francese: e le altre. che ricostruiscono l'incremento essenziale dato agli st.udl di t.tadlzloni popolari In Italia dal Pitrè. cocchlara ha poca simpatia per Bédler. e se ne capisce la ragione. Letterato non meno che fllologo. uomo di sapere stern1l– nnto In cui la quantità non va mal a de– trimento della quAllt-àe del gusto. Joseph Bédler è la negazione di tutto ciò che In qualche modo si rifà all'Ipotesi del collct– t.lvo. In lui c"è Il riscatto e la rivalutazio– ne anche in sede di poet.lca popolare del– resperlenza lirica e dell"esperienza cultu– rale come esperienze sommamente indivi– duali: c"è la percezione della creat.lvltà come Intuizione. C"è anche un certo dl– sdea-no per le classlficazloç.l trOPPOgene– riche, o per le Idee rozze. non passate nel vaglio critico e del gusto. La sua famosa teoria sulla formazione delle e chansons de geste •· che sarebbero state In orlglne leggenda. e leggenda locale, leggenda di chiesa > e st sarebbero trasmesse oralmen– ~ dal monaci al giullari che percorreva– no i grandi Itinerari sacri, le vie del pel– legrinaggi. dando cosi vita ad una tradi– zione colt.a e popolare insieme. ad una collaborazione tra strati Inferiori e supe– riori della società: codest.a sua teoria è perfettamente antitetica all'entusiasmo ml– stico e sacrale di tipo germanico che fa~ ceva uscire I bnrdl dalle selve In preda alla furia del canto. Comunque. la pole– mica di Cocchlara verso Bédier cl pcrmet– t.e di Illuminare due aspetti negativi del libro, Insieme al molti positivi: cioè la ~ndcnza ad una certa generalizzazione. un poco schematica e dal mal dtsslmulat.o fondo naturallst.lco: si vedano In propo– sito anche le pagine sul Croce; la poca ricchezza di spunti autonomi, di minute osservazioni part.icolarl. Ed è la ragione che determina nella prospettiva del libro certe srnsaturc. ecru moment.anel appan– namenti. ed un correre a rifugiarsi nella linea storica predetcrm.tnata. Ciò che ge. nera In più dl una pagina un sapore ma– nualistico. veniamo ora al Pltrè, studiosi di tem- 1>2ramento assai più affine e conge11lale al Cocchlarn. Egli tende difatti a met.ter– ne In rilievo I due elemcnt.i tipici di que– sta rassomiglianza: la vastità del sapere e la sua fiducia nella naturale grandezza e poeticità del popolo. e Fede nel pop0lo> è Infatti lnt.ltolato il primo dei capltolettl che sono dedicati al Pltré nella eStoria del folklore In Europa>: e nel terzo sono riferite le seguenti parole dell"lllustre stu– dioso siciliano scritte nel suo e Studio cri– tico sul canti popolari siciliani>: e La storia del oopolo si e confusa con quella del dominatori...; della sua storia è voluta farsene una cosa stessa con la storia del suol governi. senza tener pre– sente che egli ha memorie ben diverse di quelle che cosi Sl>CSSO gli si attribuiscono sl dal Iato delle sue lstlt.uzlonl e si da quello degli srorzl prepotenti da lui durati a sostegno del suol diritti. Il tempo di rl– cerenre quelle memorie, di studiarle con pazienza, di fecondarle con amore è ve. nuto anche per noi. Il fllosoro. il legisla– tore. lo storico. che cercano di conoscere lr.tcro questo 1>0polo.sentono ogglmal il bisogno di consult...'\rlonel suol canti, nel suol proverbi. nelle sue fiabe, non meno che nelle frasi. nel mot.tl , nelle parole. Accanto alla J>arola sta sempre Il suo si• gnlflcato. dietro Il senso letterale viene il senso misto e l'allegorico: sot.to la strana e diversa vcst-edella fiaba si troverà adom– brat.n la stor!a e la religione dei popoli e delle nazioni ,. rle~~fo~=:~ n~~\0 1 1~1f"~:!~~-o 1 ~ 9 e\ 0 :1tr~~ anche la prosoett.lva Ideale che ha gui– dato Il Cocchlara nel suo lavoro. ll.OBEltTO CANTI!'\! Biblioteca Gino Bianco LA FIERA LETTERARIA Domenica, 22 febbraio 1953 I martedì letterari Le crociate CARTACANTA * L. l.600 IN TUT1'E LE MIGLIORI LIBRERIE E rnESSO LE 111 'l,11111 lii 1'11\lll~l'l'A COSIMO CALIENDO IL VIANDANTE DELLA GLORIA EOIZIOSI Mt:R,CURIO L. 250 Que.rro libro vi arrecherò ne/l'anima una i:enlata di gtoL'\11eua con i ,uoi dolori, I• ,ue gioie. I ,uol enluli(Uml. Ma In euo 1,01:ere!e anche un mondo • fra mUo anfko e realtà di 09gi, w/JU e /laU di fluida ~.tlO.

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