Fiera Letteraria - Anno VIII - n. 8 - 22 febbraio 1953

LA FIER·A LETTERAR ,\uno VIII . N. 8 SETTIMANALE DELLE LETTERE DELLE ARTI E DELLE SCIENZE Domenica, 22 febbraio 195, Sl PUBBLICA LA DOMENICA Direttore VINCENZO CARDARELLI QUESTO NUMERO L. 60 DIREZIONE. AMMINISTRAZIONE ROM.A, VIA O'ARACOELI n. 3 - Telefoni: Ammlni.st.razlone 68409'1 - Redazione 684098 - Pubbllclt.A: Amm.ne e LA FIERA LE"ITERARIA • - via d'Aracocll, n. 3 - Roma - Tariffe: Commerciali lire 60 - F.d.ltorlall L. 40 11..Imm. 1" ABBONAMEN'TI: Annuo L. 2.700 - Semestre L. 1.400 - Trimestre L. 750 - Est.ero: Annuo L. 4.000 - AbbonamcnlO speciale (lnscgnanU e stl,ldcnt.11: rata mensile L. 225 - Copia am:trata L. 100 - Spedizione In c.c,p. (Gruppo II) - Conto corrente postale num. 1/31426 ~ ~::-:~· ~-,· "· . . ,...~ _,. JEAN GUEHENNO PAROLE Al GIORNALISTI * di JEAN GVEIIÉ.WNO (Rlrortiamo alcuni brani d'una conJ~enza che Jea11 Guthénuo ha te,1uto al e centro di forma· :!lo11cdel giovani 11lornali.stl, di Parit,IJ. Sento dln che molti 5erlt.torl e gloma.llstl chiamano :cs::~l~f~'i~e:!~a~~l~~~eg~er~~~~~~eOru~n~rO ~~ lo sono vergognandosi un poco. Ne vivono. ma vorrebbero dimenticarlo o rare che sia dimenticato. Ml è sempre parsa una strana confusione. I tempi son duri e non bi– sogna Imbrogliare. Il primo mestiere di un uomo è quello che gli permette di guadagnarsi U pane. A questo egli deve tulto, In un mondo fatto bene metterebbe tut– to Il suo onore nel praticarlo. Io ml son guadagnato, e ml guadagno la vita con l'università. Quello è il mio me– stiere. i.I g!omalismo e la let.teratura sono soltanto il mio • secondo mestiere•· Posso dire solt.anto mestiere? Ho pubbllcat.o del libri, ho scrluo sol giornali perché non po– tevo rare altrimenti. per una specie di ntcessità lnte– r!ore. per ostinazione, per lo stupido bisogno di-<!Irepub– blicamente, di proclamare la e mia• verità, per l'orgo– gliosa Illusione che si ha di poter cambiare Il mondo. per la manJa di occuparsi degli aHarJ altrui, con la speranza anche. a rorz.a di cercare, di met.tcre un po' d'ordine In me stesso e mettermi finalmente d'accordo con t.ut -t.o n resto. Ho chiesto al mio mestiere di univcrslta.rlo, e gli son riconcscent.e. di pagarmi non solo Il pane ma lo st-raor– dlnarlo lusso della libertà. Ma sentite bene come t.a.Hac– comodamenti personali llmlUno la mia testimonianza e In 11.bcrtAdelle mie parole, oggi. C!ò che giustamente am. miro In \'OI è che avet.e scelto come mestiere quello che è un fa.elle lusso d'una vita come la mia, senza timore di contradd1zlonl, del conflitti che possono nascere tra Il bisogno di mangiare e quello di dire la verità, t.ra il bene e la libertà. Avete doclso di guadagnarvi Ja vita al servizio della libertà. Non vl Insegnerò nulla. La stampa e la verità non sono una coppia che vada molto d'accordo. Voi avete, noi abbiamo una cat,th•a rej)UU\zlone. Il pubblico. nel no– stri confronti, è pieno dl vlrtil. ed ha straordinarie esi– genze. La. maggior parte delle persone è pili rurba di \'O\. Da una porte si guadagnnno la vita. dall'altrn la sognano. Quando se la guadagnano tuttl I me1.7J,tutte le 8"t.uzlc, t.ut « le men7.ogne, t.u1,t.ele vlolen7.e, pa\on loro' buoni. Chiamano ciò lotta per la \ 1 ltn e dicono che non è colpa loro se è tanto duro. Quando se In son guadn– gnata si siedono, dlge.rlscono, sogmmo. e leggono il gior– nale In giardino. La nostrt1. funzione è di occup:ue e di abbellire questi sagn! della dlgCst!one. Ma Il momento in Cl~ entriamo nella \'Ila altrui è difficile. E. Il momento Jn cui a costoro spunta un'anima. Essi si r!i)C'3ano dal combattimento. SI vedono puri. incorruUlblll. E preten– dereste di metter souo l loro occh! le loro abituali mn– ll 'fat.te. Basta che raccont.·rndolc non entriate nel loro gioco e non prend!o.t.e Il loro stesso partito, diranno, chiunque essi siano, che mentite. Un giornale di destra ment.e sen,prc per la gente di sinistra. Un giornale di sin !st.ra mente sempre per la 1tente dl destra. Co1_1so– llamocl, dopot,utto è un grande onor~ poter ent.rare a questo modo nella vita della gente per risvegliare In loro li senso della giustizia e della verità che credono d! possedere. La gnmdezz.a del vostco mçstlere, come del mestiere di professore, è che presuppone un grande atto di fede nello sp!rlt.o umano. E' la condizione di t.utt.o. Non di– cendolo con tut.ta l'anima. non faremmo altro che unirci e al chiasso e al rumore• di cui, secondo un eroe di Shakespeare Jn vita degli uomini sarebbe composte... scusatemi, ina saremmo quell'• Idiota~ che rncconta e una storia che non V\IOI dire nulla•· Nonostn.nte t.uuo quello che ho detto, dobbiamo credere - e lo per me lo credo - che p"'Ofondtss!mamente gli uomini sperMo sol– tanto nella vt>rltà. Ne-.suno di essi. personalmente. ha ,1oluto la meccanl7.z.1z!one, l°irregg1mentamcnto che su– bisce. Allorché si abbandona tllltl menzogna, lo fa 1>Crché crede che sia la \ 1 erltà. E' vero, da t,rent'annl dtver:;e po– litiche, In nome deffefflcacia. htlnno tcnt.at.o di persua– derlo ch'egli era sciocco ~endo tonto leale: che In un mondo d'imbrogli. chi non Imbrogliava era uno stupido. Penso che non ,,1 sia delitto maggiore, contro lo spirito, che quello di rendergli sospetta. a questo modo, la verità che tnt-ellet.tuall, educatori, glornoHstl (che ~ltro è la stampa se non un vasto sistema di educa?Jone.) possano adoperarsi <"OSl nell'otunebrare gli ;;piriti lo ammetto. Ma non crederò mat che li delll.t.o trionfi. JEAN GUEIIENNO (traduzione di Mario Picchi) DUE DONNE, DUE ROMANZI Amaliae Valentina L'una è la continuazimie dell'altra: tutt'e due sono donne orgogliose e appassionate nel loro dolore e nel loro amore ) TEATRO A JRO,"-A TIESTE DRAMMA CRUDELE In seguito alla rivalutazione del dramma elisabettiano, anche Seneca ha potuto presentare, con duemila anni di ritardo, la sua novità ne RICCARDO BACCllELLI UN LIBROALLASETTIMANA PRESENTATO DA CARLO·BU di Milano RICCARDO B!\.CCHELLI (Edizione Rizzoli) (Continua a papma 'I.) {Continua a p,.'\gina 2) BibliotecaGino Bianco

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