Fiera Letteraria - Anno VIII - n. 8 - 22 febbraio 1953

Domenica. 22 febbraio 1953 L.\ FIERA LETTERARIA Pag. li STUDI'I INTERROGATIVI, INDAGINI INTORNO ALL'OPERA DI UNGRANDE SCRITTORE La narrativa d'oggi e I' esefllpio del Verga :*; Il "Mastro Don Gesualdo,, è il romanzo che "apt·e,, nella uoslt·a tradizione nan·ativa, è il testo che tanti romanzieri nostri, d'oggi o che verratÌno, devono avere a· modello Da plù parLl i.I accenna. da qualche lem• PO. al s1..ppost1 rapp0rtl tra certo at.t.uale r1nortre o riprendere di narrativa In Il81la, e l'esempio e la lezione del Verga. Nè si csolude che 11Verga Sla In dcflnltlva :scu– »crt.a recente: solo da p000 si sare bbe ap– pieno capito e penetrato. anche per qu11.nw proonnunclavn o suggcrh•n. Sono spesso frasi gettate là senza pretese dlmostrallvc, senza chiarezza; rischiano ~.: non merltaIX> ) di dl\•cnlre lu()(t'hl comum. anche perc.hè. li nlù delle volte, tndlmost.rA– blll. Ma è ce rto che Il parallelo sprona al.I un processo di Indagine. per un lato stu:::zi.– can&.ee pe.r l'altro. !or~c. non ,•ano. Non ~arebbe. in ogni caso. neppur propc,– nlblle un rapporto tra Il blocco deU-opt:ra ,-erghlan:\ e tutto rlns!eme dtlla narrtU\.a d'oggi, tar,te sono le rcctproehe diversità d1 tono e di ricerca: lo si potn\, Invece. ten– tare tra una fase della lsp!raz.ione narrstlva del grande scrittore slc1llano, cd una parte del r!sultatl ln att.o. Di Qui, 11 primo storzo di att..em:lone nell'lsolnre· le due sez.lont che cl interessa.no. Scrivendo di recente alcune pagine. alcu- ~- •e~ff:u;rt~a s~l~f:~: :~~~~~pfz~~l~etii chiarire Quel suo percorso. a mio parere pre– liminare n. qualsiasi giudiZlo conclusivo, che pure è sfug1uto alla maggior parte della cr:– t!ca vergh1ana: percorso per Il Quale la rl• cerc:t., l'm.pegno. le varie prove o maniere del Verga a1.darono avanti in una sorta di pertnne altalena. JXLS,Sando dall'una all'altra per POI ricadere. sia pure con punt.uale pro- 1,;r~. nella prima, rlnr.ovand051 Questa ai– t.ernath•o. ad ogni passo. E parlai delle ,;~1e e c011tanll del diverso•. come dJ un 1Uo con– dut.t.ore per un rl!contro puntuale. Manier.t mondana qi.:ella del primi romanzi. e ma– niera popolaresca o TCRionaie quella della grande st:.glone del Verga: eppure, n ~Rr– dar bene, teuendo presente niente di plu che 111. cronologia dr.Ba sua opera. $1 pot,eva ve– dere, sd esempio, che la e Nedda». bozzetto 1 u:i.tlcano• .si Inseriva tra pro\'e e mondane •• e che tra I e Malavoglla,. e le • Novelle Ru– :.ucane » era nato Il romamio e li Marito di Elena» e che molt,e altre mserz.!oni contrl\– dlttorle' si r!tro,·a,·tu)O anche tra le novelle. con note di in~resse e di curlosltà che ri– proponevano quel termini alt.emi. E quC$t.O ba.stava a smentire tutt.e le propo:;te d! e conversione». tutti i sofismi critici b11sat1 t.ulle • due maniere» del Verga succe~:ve nel tempo: la prJ.n-.a (quella mondana, rl· conosciuta vanisslml\, Hno ad aver final– mente scoperto la seconda (Quelln regionale. quelli\ - è stato detto - ciel • favoloso ap– p:-odo In s:cllla ») per ur.a conversione ope– rats. sulla scorta, addirittura. del diario di un capltsno di mare. La realtà era ben d:– versa: l:i realtà era che al Verga, narratore obb!ettlvo. non stava a cuore, non. pote\.<a i,,ta?Gh a cuore, una sob. problematica. ma tutti gli aspetti della soctetà. Lo preoccupa– ,ano tutti I tipi di. quella, ricchi e poveri, ariS:ocrat.!cl e umlh. lntelleuuall ed elemcn• tari. rellcl ed infelici. sua amb!zlone era quella di tf'ntare un quadro vero e com– prensivo di questa varia esistenza: suo i!"or– zo era prima di tutto quello di capire, e µci di aius~lncare. di compiangere. Non ebbe mal giudizi preconcetti: seppe comprendere. :;ep– ))ure suscitò, me',.!.endoli n raffronto, con– trasti drammatici tanto potenti. E cert.unl che oggi aman~ rlcot·rere spesso al Verga, come e ~zzn d'appoggio» di loro avventat,e affermatloni, dovrebbero ricordarsene. cer– tuni che, nel loro l'\voro di narr atori o di critkl. vanno a,·antl col mondo divi.so In due nette categorie: I buoni, da una par te, I cattM. dall'altra. E I buoni tutti buoni, e I cattl\•1 tutti eau!VI. In tanti racconti di ogii;I. racconci del do;>oguerra dedtcati ai– ~·eroleo periodo della liberazione, ecco spesso pa:-tlg!snl sempre tutti buoni. o I comumsu o l MX!al!stl tutti buon!, e gll altri, I nemici. I ta~Lst! o I tedeschi Ce piu tardi anche I , clt'rlcall •> cattivi, sempre tutti cattivi. E ancon: I ricchi tutti cattivi, e i poveri ln– ,,ece man.sue,! e buonl~lml. Per un narra– tore Qae.•ta è gra\'e mancanc;:a: vuol dire l,oro!ettare Quello che dovrebbe essere un la– voro condotto ~ul particolare. a contatto con l'Individuo e con la sua cos cienza, p roiet– t.ulo - dico - su un piano astrat.to , teO– r:co. di Idee crenerd.11,di s.cel la tra b locelu, ~eppure ln questa fase potCMero non sorgere perpl~sltà. Sul piano di .una storia recente, ad esempio. non v'è dubb;o che.molti di no!, ed ausolcab:lmente Il piu ~Jbtle di not <ed lo, ccrtament,e, sappiamo e slamo certl che la aluni:zia fu da una oa:-te ed Il torto dall'altra, che I prlnclpl umani erano là i;al– vaguardatt ed esaltati, e qui umlllatt e com– pre~! - ms questo non può esser sufflcleni.e a definire e a caplre tutt: gli uomini che si trovarono al di là dell'una o dell'altra bar– ricata, uomini sempre e cioè vari e muoo– \'OII. Non c!ovrebbe aver nulla a che vedere, dico. con la passione. l 'mtucs.se . la ricerca del narratore. Polchè d o\'unaue, nell a vita. mlsch!ata l'una nell'altra. vive s :er.te buo:ia e gente catt!\'a, e non c'è uomo buono scni.u. aspetll che talora poo.sono lasciare pcrples.!, e non c'è uomo catllvo 5enza lampi di bontà, pti1:hè ad ognuno di no: sono legati alletti e rancori. ricordi. lamig:l!a, madre. ttlfll. ami• e! e nemici. fede (giusta o ~bagl!ata) .. amori che ri!cat.tano e av,•alo:-ano anche l errore. su un p;:mo di accetl3bllltà umana. E 11 compito del narratore è, Appunto. quel!~ di capire e far c:ipire: non limitarsi a lati esternol e i.upe.tfic.a.h, ma dare del personag– gio l'lnt.lmo tormento, ed Il travagllo e i! pens!ero e le contraddizioni vitali. E non far propaganda. Questo n verga sape\·a. questo dlmenll– cano alcuni ~rlttor!, questo non sanno quel r~~ 1 vt~~rl~:;m~ 1 n~•~u~:;~i ~ra~ent1:1 nome del Verga, chis;à poi J>trchè. • Il Verg::i.t-entò. ciUD:IUe,QU~ta .strada d'!l· !~1~11~érÙe~;,a,~~~~:~~:·i~~a~~!bfi'~e~~~ di fallire I ~etti mondani, a1ovanlll o no, de~ racconti o dei romanzJ. ramre 1·amb1e11t~ - dico - i personaggi, il nucleo dr ammc .– t!co, l'.>tnz.ari~1re ad e~er mal per: ;ua.sl\ 'O. ma troppo spesso patct!co o c::i.rlea to. N on t.entl mai la clltà. Il continente. la vlt.a di di Firt'nze o ~l Milano. non la sentl con verità. con rigore e \'}gore di documento. S\'OI.O con fantasia. Tutto ciò 1nveet: gli ac– cadde con estrema fel!cità nella sua ls oh, rra la sua gente, tra pcEcatorl e cont.aa: m, tra ~ente <r!CC.h!e povc·rl) di pa ~e. All ora r!ttO'.'ava. d'un tr:.1tt.o, la sua forza vera_. :-i– trova,•a ,•erltà. al \'oce, entrava a comat,l.O diretto con anime e peMon:inl e pae~aggl, che presero quel unto attento a,petw d1 realtà ,·era. nelle sue pagine. C05l già con la e Nedda·.. cosi In mr,lte delle no\'elle di • Vita del Campi •. mlracolo~amente co--1nel e MalivOf.Jla . ; ed ancora nelle • Novelle R,u– i.tlcane, e - con pa.ssagl{I grandl~!->lm!di lnteru.,e - di nuo,·o ~I OL.""I • Ma\~ro don Gesualdo» Ed è questo - .st sa - Iaspetto del verga che più tnter~ al fini di un ~:~i~~U~~~e ~~o~i:rirs~~eJO~~\\::ea~l':~ cora: cd lo ho le mie idee, non condivise dal Ul~1,j \rd~~~-ndmì: li Verga che scriveva I • Malavoglia .• era pur lui, Quello stesso cne un anno più tardi si Impegnava nel e Ma– rito di Elena , e co.•l. V!a via. lungo la 111..,1 ~~~ltear.i es:~:1:'ri:1!c1~mc~! "f~~!~ 1 iaff~~~ n decadlmtnto 1mpro,·,·1So? Poulblle che ba– •tl~se camb:are tema. cambtare paesaggio .::tf. m: LEONE PlCCCllONJC perchè la rlcerc11.portasse a frut.tl più che persuulvl. mlrRblll, men.tre altre v olte de– cadeva e falliva? Ma, si gunrdi, ogni grande artista, pocLa o pittore, narratore o Pr05alorc, di sol,tò riesce al massimo di felicità a contatto di poch! temi, Quell! che gli sono plù cari e faml!!arl. quelli sul qual\ ha meditato di pfu, quelli che Po!Slede perchè vi ha già scrlllo o li ha dipinti plò \'Olt,e,quelli che gll con– senlono di rlu.sclre a trarne oi;tnl volta che che c1 si rimette a contatto, nuove varl ..- zionl den·ammo.. M>no risultati di Quella rra– lizzat.a comunione tra oggetto e pensiero. sono vibrazioni. t.rasalimenll. come Il nosuo cuore sobbalia ad un rloordo. conie la l\0$lra ,·oce trerr.a nel se.lutare g~te da tanto non \'cdut.E. e a lungo pensata. Io non ho slmpatln per coloro (e cl sono fn~J~f:e eari~~rdA~ !~:~t~adr ~gg~t e :sempre bene. setnpre con dLs!nvoltura e bravura. Non ho slmpalla. Mi $Cnlo Invece SPontaneament<' vicino a chi pro.segue Il la– \'oro dJ sondaigfo, di esplorazione su terni. su pochi Importantissimi temi, a quelli che fa'nno dipendere lll loro esistenza e presen– za artistica da quel rapporti e dal loro chiarimento. Cosi Verga, seppure In tanto più ampio ~ tumultuoso spazio, con tanti e:rrorl. trovò ia sua ft'llcltà espressh•a I In un se_U.ore510lo della sua rlcerca. dove confluivano, benin– teso. t.utt,e le nitre sue esperJenze. Che gl! fu più palese anche per una QuesUone fonda– mentale, e di tecmca. dl stile: U problem.l del linguaggio. Annoso, va.t<to.tmperv~ terreno p er la no– stra narrativa, per 11 nostro teatro. glacc.hè l'ltall:t. non ebbe viva una Ungu~ letterarb, che si sape!'i,Se Ml.al.tare a Queste necessità esptt:$Slve. n questo ritmo, al racconto lm• mediato ,:>alla rappresentazione (S;OloI poc• ti Inventarono, e ln\.<entano. per ~- Ja loro lingua PoCtlca) per la presenza di tante Jm• gue. l dlalet.tl, questi si conclusi e pro:itl, nstl sl aua ne ce5,.1;1tà del racccnto. del dia– logo, della sctne. In It.3lla non si ebbe tea– u-o se non dialettale: la rara narrativa che s·ebb.? nacque iou.o la grazia \'Iva della con– cet!one dialettale. Cosi 11' Manzoni - c'è stato dlm05trato anche di recente - pa z.!en– tementc, per I e Promess! Sposi», nel.la lun– ga sLrada se-gnata dalle \ 1 arle e dizioni. do• veu.c tradurre le espressk>n! che aveva spon– tanee dlnlet.tnlmente. srrvendosl del voc:tbo– larlo ll/\hano-mllantl!ìe del Cherubini, e qusnte le sue perplessità. le auenzlonl. lo srntllo! C05 l Il Nievo ed il suo Veneto. Cosl 1l Verg<\, A contnt.to con temi mondani, au– lici. cittadini , del co ntlnent,e li V!rga si tro– vò a scrivere con la lingua per antonoma• s:a, senza poo.sederla; J)f'r l!l .sua Sicilia, per la sua gente tl"ovò linfa 1nesaurlb!le. .rovo mlnlere . trovò verJtà nel dialetto, che ora adat.tò aila lingua, ora tradusse direttamenl.! ~~- u: lire~;~, c~~~r~:IQ~~- mJ~~~:ut'ro~~i ~ìJi~ u·· CESAHE PAVESE e Malavoglia . Ml M>no divertito a trar:-e una specie: di b!lanc!o, stabilire una propor– z:one tra pa:-ll e partl del g-rande libro ,•er• ghlano. C!d ho visto che tra cit.azlonl di pu.1• Hrbl. tra dlscono diretto del personaggi, tra discorso Indiretto. tu descrizioni di parse o d! gente o di slt.unzlonl fotte proprl'> allo stesso modo ln cui Gli i;tessl per sonag gi. par– lando dlrelotnmcnte, l'avrebbero rat.to , si rnct– tono lmleme I tre Quart! e più delle pagine. ~~ 1~\l1c1~:1~ah:U:1!0:C,~~o~ln~, ~~agr::1~l: tura ~lnt<\~tlca PSrtlcolare, ceco un pcrloJa– re tutto SU'>.tcco cadenzt: di a.nto o di dan- ~~n ~n~f~~i\,i~n t!~e~~~i1air~~~:: 1 ~[1'~ !.Cg:eto della su, art-e. la chiave certa. ma non volle ripeter,!, E que~t.o verea del , Mala\,oglla ». come 1 pl\1 ritengono. sarebbe forse l'esempio, !I modello per lt' ricerche più nuove, le ncer• che d'oggi, auellc !n atto o che seguiranno, nella storll'l della nostra narratl\'a? No cer– to. non credo, Il na:,-,atore d'oggi si trova di fronte n! •Malavoglia• esau. .unentc co– me H Vt'rGn s! trovò dooo averlo scrit.to: 'lit, ~a t.u.tto, ha la chiave, ma sente che que llo è miracolo ~olùto, che cosi e si chiude•• e che Jier dare ampiezza e tradizione alla forim, del rot:t:u:rl4, bbogna mvece e aprire », e prc~mo quanto a l\nguagg;o ed a mezzi espres5lvl, con uno ~rorz.o di maggior core,. namento ,;~petto al mondo clrcostant,e, an– che s:c si debbano commeuere errori. Purchè non vada Ptriill quella strenua redel111.a1 po,ch! a'>.Suntt,11lla Oduc:a che cl anima. n Verga, attravtr)() le e No\•elle Rwtlc.1- ne ». con as.~iduo JJtudlo di caratteri, di tipi e di rllpJ)OrtJ. con approfondimento e chi.-– r:mento umano. scri~e di Retto, e poi altre~– tanto di getto rilavorò e corresse, mutò i-ln– no1•a.ndo, Il e Mastro don Gesualdo». Questo è Il roma,~7,o che •apre• nella nostra tra– dizione n:irratlva, que~,o è Il te:.to che ;.antl romanz!erl nostri, d'oggi o che verranno. ro– manzieri di tre.dlzlone. dovranno rivedere tempre e caplrr ed avere a modello. O! qui rina.;cc, può rinascere, la narrativa Italiana. M!l si ~ p~rplessl: si dice che col e Ma– stro» Il VerJ1:i non fece che riproporre un tipo d i romanzo già ~perlmentato fuori del n05t.rl conftnt, e 5peclalmente in Francia, con tut.tl s:I! echi e le lnfluenu del verismo e delle oolemlche del tempo. Non lnventanao, Insomma. E se anche fo!,,Se- e non è - resterebbe al Verga Il merito 2rande della pro1>0SU\llaliRn!l, fat:a c!oè di Unguagjf,(I proprio, lr.ventalo. di '!Uf'I llngimgglo, si IM: di bene, do,•e o-ra rifluivano I senslbilt fllonl ciella lln2ua u:i.rlau. del dlaletto. Passati ad un più stretto setacc!o. resi più ape.rlt e validi, sw;cer:bill nel can1po della letteratura nazionale. C'è dl più: Il • Mastro •· S:t>bbenecon. pa1 li manch e\'011, eu altee pc,che troppo rap1da– mer.te abbo22ate e non rbolt,e, tenta un qu1.– dro p iù ampio di rapporti umani. L'agglu– merato non è più CO'!\ ristretto. 1 personai,;g1 non più cosl slmlh'. QUI ~ PIÙ laf'l{O li giro del contatti. La famlglin aristocratica Jn nui::e e quella In dlsfai:.imcnto. Il mendi– cante ed li bracciante. e tra I due poli wue le varie classi .sociali, tut.tl i vart tipi: chi .si .fa ricco e chl si r ovina, chi s'arTanna e chi vive tranquillo .. borghesi e rlvoluzlonan, preti e 1>0l!tlcanli. donne bel!e e donne. brut– te, avventure galanti e vicende d'amore, ma. sopratutto contrasti. i,:itlmentl. sudori, ma– lattie. morti. rancori. lnftlicllà. Anche QUI Il Verga parrà avvert.itt chi ra:.colta. chi rida In lui, parrà Intimorirlo o confortarlo. parrà vestlrs!, sotto altre spoglie di un detto degno Ciell'Ev:mgelo. SJ astiene sempre dal g1udl– carc, m:i è facile avvert!re che, In gene:e, la sua !!lm.patla - com'è del più - va pu 1 poverl. t miseri; il preferl.5ce al ricchi, Il lnalze.rebbe sul seggio più alto; ma avverte. a conforto degl! um. a timore degli altri. e dice anche a noi. conferma, quel che cl ap– l)ll:-ecrrtlsslmo. seppu:-e continueremo a b,tt– tercl per !I con:.rar!o, come li Verga, anche si bJ.tt.l-: non ! probabilmente sulla r!cchez• za, non ·è sul Po5-Sesso di meul cconom!cl. che .!'I può basare li problema della fel'.cllà o -tnfel!cltà jn<ltvtdual<'. L:i. duch~ di .Leyra cpala22I, glolelll, IUS50. successo mond!lno) è fone Il pen.o– nagglo più li;felic:e e misero e solo del mon• do verghlano; la barone,~a Rubiera muore. sehla.ntala d11.1lf! sue amle ..• Come. al con– fronto. lumino so Il viso d1 D!odat.a.: C(jme a:-loso, quar.do fii s.ffetti non erano ancora scos,I. il canto mat.tutino di Mena. la e San-– l'Agata• del Malavoglia! Le sarebbe bastato compar Alno. ed Il suo amore, li\ casa ciel nespolo. l'asino pe.r andare sul mercato. a vendere vino. a guadagnar qutl poco! Lei si. sarebbe stat~ re~c!·. vera.mente! E qui bis ogner à dire dtlla • riscoperta~ del Verga: ve.ra o pretesa rlscoperta. che sarebbe ree.e nte. a ddiritturn di questi ultimi anni. guerra e .Uberazlot,c, non Q:là - rhè sarebbe aMutdo - come presa di poss~o. come cono...<-cenz:i. e valutazione del valore cLtll',;,pera Sl::a. ma come circolazione ,·Iva di Quel tt!ISt.l. come lnflwso diretto su tant.'.> IA.voro In corso. cQffle !!trada riaperta alla attuale att-e11z!oneJl!lrratlva. Ma qu1 la spie– gazione 5arà abbastanza semplice. pen::hè ao;– vrà rlrerlrsl alla attuale staalorie let~n~. 1.JO \'ITTOUI!\ a~ll at-wali Interessi. a queste ricen::he. d! contro al lavoro che caratter!u.ava la stt.– glone tra le due guerre <.molti anni fa, ma. non poi tanu. sebb~e si debba considerare che la !'tarla del romanzo è pur sempre :;W- rl~ r:u~~~c 0gg! un saitglo che fu g!à fa. mo~. ed ar.cora lo è. mentre s! assicura nuove cd!z!onl, via via rivedute cd ampliate. come quello del Russo sul Verga, si ha 1'1m– presslone che li prlnc1pale comp!'° c:-itlco allora prens...-.csl- e pur meritevole - MB. oblato Quello di d\vulre:are un t~to lllu.sti;e. pochissimo letto e cono~cluto. Ma OGgl al– torn'> al Ver;ra. - e si vede da stud!, da ar– ticoli. dR pro~t.e della ohi varia prove– 'nlenZ'.\ - ben più viva e problematica e l'Atttnz!one: si cercs risposta ad !ntrr.oga– uvt ben prCC"!SaU,che cer Il passato non era.r.o sllttl neppur prooostl. Perchè? Ma bi– sognerà. ;,ropr!o d!ffus.ament,e dire del cl!tna letter:ir.o del venLennio, clima che si trovò a seguire. soctAnzlO, vorrei dire. certi lntt– re.s11! letter11rl <;Inpur liberamente naU. nel– l'Altro dopoguerra? Dove cm !111tGltoallor.1 l'lnterC6Se per la narrativa, per Il romanzo? ~~~rc~ 1 ~~J;~a af:;J?ca~ 'a1l~onp~a~!\e r;;,~~ mento, tj r:>.econto breve. al saggio, all'el:u.– vlro? A parte alcune lsola~e e ccezion!. si 1mb ben dlrt che chi contlnaa.va a t,entare Il romanzo In senso trad,z.lonale, quasi non appr,rtenC\'a più alla letteratura. ma agll m• te;hsl commerc:all ed e1!torl:ill; ~ anche Quel pochissimi che con111,•ano erano splen– d!dl e:.empl di autonomia o di egol~mo arti· i.t!co, C'-tran,:atl, sen:r..a vera Influenza (MO· ~avla. ad escmp!o, poté averla solo più tHr– dl, modlhca1,dosl Quel cl,ma.1 Ma quella pe: la prosa fu una attenzione che ser,•I mollO: 5ervl alla vera e Rrande Poesia che da nul sJ produsse In quegli anm; servi nlla preci– ~az:one cd a1tenz!o:1e di un mteresse critico pl(1 pur.Gente; servi J)t!rchè rece entrare In circolo tanta cultura europea, tra noi; ser\'I per I r:c;ultatl più che ptr-uaslv1 autonoma– me nte rare :gluntl: urvl. Infine. e tuttora ser– ' c. oerc.hè ru una le7.!one di ~tlle. di bello scr\ H:e t deu.e a tanti -,- più tardi .sco– pertlsl w .. r.-atorl - armi mcihp:,n!)S.bill . .::ie wttora spesso d!chiarano QUI'! lu05:o di 11.1• ~lta, anche quando si cercano dh·er51Vl po- ·iblioteca Gino . 1anco lemicl oer negarlo. Ma non ru certo un clima adatto alla 1.splraz1one e.ti alla dcerca nar– rativa. Influirono anche mo tivi POlltlc1? Ce.r• tamente. q mlo parere, In, modo dl:etto o ln– dlreuo. Non csbte, infatti. acutt'ZZR e per– suaslvlti\ narrativa, non è mal esistita, sen– za chy si connetta Rd un !atto di Interpre– tazione della realtà SOC!Rle che si vive, e.dun– QUe ,$ell7.llche si rifaccia al na.turale e v!• vlssimo. contrasto sempre In atto tra I V3rl strati della E.OCletà.L.1 perfetta quiete. quan– oo I tumulti non :cl J)06Sono neppur pensa• re. non serve certo alla accensione di quegli lntert::1.'11. Il !a...~lsmo ,·olle far credere che avev:t rtsolto tuUI quel conu-nstl, che non c·erano più problemi aperti, pote mettere ~;a°nir.!8t~~r~rt1~rrv~~~I dJ1i~;\:U!1~~~ te esterna. Non urcbbe voluto che gli scr:t– torl e gU artlst.1 fossero andati a ritrovare solt.o la cenere Il fuoco d1 quel problemi tut– t'altro che rlsolll: più d1\·ampant.1 che mal! D11l punto di vlst..t dell'l:lteresse sociale faltre volte l'ho det.t.o) al flnl narra.tlvr quel• lo fu un clima di e limbo». Eri era destinato a creare Impacci anche maggiori al itlovanl, alle nuove generazioni che Ignoravano nel modo più a~oluto come stessero le cose. Io ero molto alo,·ane, ma ricordo bene: ricordo. forse, perchè avevo vicino a me chi sapeva d1 volta In ,·olla rispondere con verità a certi problemi cht: ml s'atlacclavano, e vedevo che nei miei amk:I o compagni d'allora, più iso– lati. meno seguiti cd aiutati. si aprivano enormi lacune. Chi sapeva allora, ad esem– ulo. del problema del me72,0Q:lorno.In Italia? Chi non &\'l'ebbe giurato ne-Ila pace rella!o• sa? Chi pot,eva supporrt tanto Jat.ente con• trasto di classe. e 1alvolta odio? Finito H e 11mtY.:i », 1.ct.to rlscopplò, ma con mi\gg'.or \•lrulenza cd Imp elo maggiore. come succede quando al pensa di aver risolto un proble– ma. e lo si è Invece oolo comp:-<'SSO,mortlfl– cat.o: e .si dichiara fallimento! Parrà strano, ma anche la let.teratura ser– \'I ad aprire RII occhi a tanti giovar\ ! d i al– lora. Ce tra I giovani - oggi stanno t.ra I 40 e I 50 anni - erano vere tempre di na rr•– torl). Cl pensò ad t-i. emp 1 o l1 ro manzo ame– ricano. anche Il meno persua.sh -o, quello che sl dlm~trò POI plù banale ar t.lsticament,e; non solo - dico - I itrandl scrittori ameri– cani d'oggi Faullmer. Caln, Hemlngv,•ay, Dos Pasos <SCott,Flt.zgerRld era da noi pochLs.-.,• mo conosciuto). i minori Saroyan, Ste;.m– buk, ma onche I minimi Cald'l\'ell, Fante, Di Donato, ccc. ecc. E cl riusci perchè par– \'C carie.o d! Potenza esplosiva, In quel lim– bo che 11 \•lveva, nel collegarsi strenuamen• te ed lndLs!olubllmcnle al contrasti di quel– la società. alle lnitlustltle lnevltablli, alle an– g03Cte dramml\tlche. nlle tnlmlc!zle fatali Lra uon:o e uomo. alle vicende leaat.e alla natu– ra ed al sangue, DI Il si riprese p<>ssesoo dei– la realtà che. determina l'Impegno di lnter– pret.a.zlone i.;mana del narratore. DI Il - non pala strano - ~I risali al Verga, perehè si ~~ì!1 = ~1.o~~~ns~ùl~~i:,• Q~ei~a~~ tem;one, quella eco e preoccupazione, QUtl • rea!Lsmo • che slava alla base del suo Ja– ,·oro maggiore. ~ c'erano altri punU dl co:1- tat.10: regione e dialetto, ad esempio. Non è moJ(o slgnlftcall,•o che scrlllorl. nella lor,> prima giovent ù e ntuslasllcamcnt,e fa5elstl, pas..(ASSero aU 'c.nt! fasclsmo atllvo fi~~jJ~d~lt!~f> aà e ~~~p f~~~e 1:1~ c~~: versaz!one ln Sicilia »: Romano Bllenchl e Ja e Siccità• o li •Conservatorio», Vasco Pra– tolini. Ed usoh•a CODtemporanearnente • Pae– si tuoi• d1 Cesare Pav~e. Vittorlnl e Pa– vese lcgge,uio. scoprivano gli amerleam e rLircoprlrono, un p o' oer t utti. li Verga. E neppure fu un ca.so che Bllenchl o Vit– torln1 f~ro glà allon. Impegnati polltlca– mente: voleva di re per l oro avere un Inte– resse alla società, erede.re . sia pure erronccl– ment,e, nelle solu ztonl soci ali che si prop..>ne– ,·ano, sent:re Il problema, In somma, nn d:i allora. Il· cor,tra.sto 50Clale è pale.se In ogni prova dl Bllenohl: inquietudin e e p rovvlro– rletà rh•ela,•a Vlttorlnl fin dal suo e Garo• fano 1"0$',0t. C051non s! può dire che a Verga cl abbia 01{1{1 rloortato Il neorealismo In atto. C! ha r!POrtatl semplicemente il naturale lntere&e alla narr11;th·a. prodottosi ln una sltua7.lone di verllà sociale come la nostra. Questo In– teresse doveva per forza rlfar:sl alla no~tra. \'era e grande tradizione che si !mpemla per qu~to lato e si rla\Sumc nell'opera di G!o– \'annl Verga. E qui bisognerà ormai vedere bre,•em enle e considerate la situaz.lone della nostra r.ar– rallva co1•te111poranca. d'oggi e dl Ieri. D'r6 l)Ublt(>òe le m!e maggiori simpatie (vRlgano Quello che velRanO) vanno pe.r un gruPPo di scrlt,to:-1, alcuni da t.anto tempo lnoperant!, che non hanno tra loro molti de• nominatori comuni, e non certo quello della lezione di Verga cinialmente assimilata e considerata. Ma hnnno oq::lnaUtà e forza. sono scrittori c.lle resteranno. Se lo do\·~I indicare quell! che <>nl a mio parere sono I :iarrator! che contano, fareJ se1 o sette nomi. E Il raro. prem!?t– tend? tutUi.vla che ml rlfer!sco solo a f.:ir– u che credo capaci di 5\'lluppo Interno, o:>– Jmrt dot.'ltC di capacità a ~uscltare in al~rl tali sviluppi. Non dirò •.dunque, di certi <le– gnlsslmt casi l)t;rsDntt.11 suffr&iatl da testi ei.emplarl. non dirò del prosatori manlor1 del nostre tempo. E non auparlranno, c0:,I, nomi di scrittori che. pure, lo predlllgo, L:l>l o Anqlolettl. Pea o Cecchl o Palazzeschl. per non dire di altri, Dirò soltanto di Carlo Enu– Ho Gadda, Romano Bller.chl. Tommaso Lan– tiolfl, Ello Vlttorlnl, Vasco Pratolini. Pier Antonio Quarantott.l Gambini e del povero C~re Pa\'ese. Manca, si, nel m!o repertorio, manc3 11 uomt di quello che da molt,e parti si ritiene Il narratore pii :onslstente e sicuro, Alber• t-o Moravia. &1 lo dovrò confessare che Il lC1gerl~ da temp0 non ml Interessa più, non ml attrae. Tante \'O]te ml sono accinto al suol nuovi libri con la attesa e la certez::t.ad1 tro\'ace alflne confermate certe sue magnl– n,he pr<'m~sc di anni g!à lontani, e tante ,·olte sono arrl,·ato deluso all'ultima pagina. r:!scont.n.ndo stmp re lo st esso moderato im– pe~no. e lo stes50 reocrt.or! o, Il p!ù delle vol– te di cose 2là fatt. e, conven zionali, senza sfor– zo di vera lnterpre:.aztone umana. La sc.iola che la letteratura di Mora\ 1 la uuò !are .sul i;tlovanl non può CMere, a mio parere, clic dann05a, e non dico !IOIOdal puni.o di v1sla morale, dico proprio dal ·ounto di vista dello sviluppo, ciella \'Cr\tà della r!cerca che pro• pone e ccndlztona. Manca anche. è vero, manca Il nom e di i.:n narratore spleOOh.la– mente dou.to . ma ristrettosi anche lui, u,:>n so se per c:. rattere o per Hm.ti spiritual\ e d! fonnazlc•re, In una zona che non fa sup– porre ma:•glore uscita: marca, dico. li no– mt di Vilallano Brancali Cv-I le mie preferenze <valgano quello che valgono) \'anno a scrlttorl talora di minor hma alcuni di scarJ:lsslmo successo com– merciale, allrl che dli. dieci e più anni non Javo:-:mo, alLrl aD:ora di oort!colar!sslma fo:– mnz!one e d! precL'laLIInteressi <ma che In· ~~!~,rn~a~i~em~';t':1\~~~a ec~f": d:~~1ie 1~ grossi p roblemi <'5Presslvl. Altri, lnftne, che tent:1.no o rhchlano Il esalto•. credono In una st:-a da nuo"a - e scerlamo non vi siano port.atl più che =IRsicuri prog-re.ssle da reall mutamenti della l!plrftzlone e del poslbSO dc; mezzi esprc-;slvl, ds fretta Ideologica. aa entu5la<-ml d1 marea POlil!co-soclale. I nomi sul quali abbiamo puntato non po.s- l .. J GIOVA1''Nl YERGA SO'-Oesal.irlentemente e516eretrattati che r.t– traverso Il largo ed ampio Impegno del • sag– J:C!O • pei <>snuno di essi (una promessa, del :-esto, che ml sooo fatto da tempo, e c~e lentamente manterrò,. Qui non potremo 11- mltnrcl che a qualche nota cd Impressione rlMsuntlv1.1. necess:1rlamt'llole parziale ed m– sufftclent,e. Ma di Carlo Ehtlllo Gadda. nella sua rie• ca carriera dal • Ca.stello dl Udine• al • Pa– stlcclsoclo », dalla e Madonna del n1oson », alla e Cog1.lzlont: del dolore•. dalle e Me:-a– l'lgl!e d'Italia» alla e Adalgisa». dagll e An· nt • alle • Fawole • ed alla raccolta di ?"lé– conll che ,·attende. e n ducato In namrp.a •· s: ?')trà forse parlare come del più dO:.ato ed estroso scrltt.ore del nostl'I g:lornl, sep– pure inau!cto. bizzarro. t.alorl\ contraddit– torio. t.a.laltra meno perrnaslvo e feltce per una atterr.lone (O ossessione) di r!eerca, di M:opert.a nel llfl:5uagglo. da renderlo PIÙ d!– iitanle dal calore e dall'lntell l2em,a dei· let.-– torl. Fu deftnlto ll Joyce !tallo.no, e c'era molto di vero In questo; crit ici Illus tri dedt– carono profondi 'saggi alla sua r!een::a sul hnguagglo. Ed c:&11, oer la verità, In manie– ra particolarmente tenslblle e viva al propo.-;c e si propone problemi di lingua e di stile di ampio e geuerale lnte~e. tentando lnnes:.t tra I dlalett.! e la Ungua, e po\ preoccupan• d061 del rapporti tra lmgua.gglo aulico e lin– guaggio t,e culco, tra lingua parlata e llngua dot.!a. t.ra lingua antica Italiana. e .lingua Attuale. te ntando 11recupero di un plu vasto vocabolario. e dunque ampliando anche le po.s.lbUlt à e.spres sh•e Quanto a giro slnta.tti– co e ad !nteres.sl di st.lle. Ma non ~ Qui tuuo Gadda: qui non è forse <'he una piccola p:1,r– te della sua oot.enza di scrittore e di narra– tore. E se t-1t\ora.quella su:i poten7. a pala af– foscata o meno risplende. si pot.ri . forse ai- trlbul.re all'accentarsi del suo intere sse verso quel pro bltml che la critica ha forse a\'1lto il tono di PrOPOrre a lui come I preminenti. Preso In quel giro dl ricerca tecn!co-llngu1- stlca.. è da temere che si dlstrana da Im– pegni maggi ori? M a è di Gadda, più ~e al oiml altro no.st.ro narratore, una capacità drammatk'a all1~1m a. e<l una aperwra Urica di grande Intensità, una sostanziosa. viva Iro– nia, suo Il dono di saper C()'l;truire sltuulom d! contr-&$to, raopo:-:.t umani di ampia r!.so– nanza. con spontanea Jl!l.tunlezta (anche q:.il. sen7.a b!.sogoo di un continuo ripen'lamer1to ed omaggio alle sr:opc.rte dJ Freud). E' Oad– da che cl ha dato prove che non .si dlmen– tlcpM e non si appannino, e da lui possono ancora venirci le 0\\1 amnle e concluse. quçl- , le me1'IIO rlassunt!ve di un'epoea e di i.:n C'O"ltume. Dlver"IO,e p1ù limitato, ml pare. come pos– sibile estensione di rlsullall, Il caso di Tom- ~~/:,~:~1:~tl!~h!1 leiv~rrd~!~~!~ ri~1af~ una e\·aslone pertnne dal Iato ~aie ed um&.– no delle sue vicende come rosse per lui cna 1illrta di au·cura-.lone roie,,ent!va contro la sua nl\turale tendenza al lirismo. sl che ,1 produce in lui. e in chi leaae, una sorta di perenne 54u!11brlo (stuu.lcantl<--~lmo e tale da ncc~ltare di continua ,,1gilan7,a) tra quel lasciarsi ai-dare. e subito riprendersi. Talc..ra diventa perfino difficile sapere se l'esercizio Ironico o lr.rvat.a.ment.e ftabe..'Co, SIR In lui r!cercato. auounto, per non ia,;clart al! nl i:uo ,lancio Non so se da nitri sia stato pro– l)Oflt.o,ma a me risulta chlar1,;stn,o un acc..,. 1'òtamento tra l'a:-te di Landolfl e la vena pit– torica di Chaii;all (e Jr cose che ora ho de~to - ml accor-RO- ootrebbero. rlrerlrst ben•s– s!mo al pittore del vUl•~I dJ ne\"e. della s))')'ia. d;:ollt1luna e del cav allo). Penso alla • Pietra luni.re ». fra le cose pi\l belle di Landol(J (m a cl s ono anche certe f'artl della e Sp.'l<ia»l. alla parte Iniziale. a Gurù. quelle notti cupe. notU da e sabba• romantico, quel Jelldo rLsplendere della lu– na ed li oassanto a quellA ftaba dalla con– ~utta realtà di • provlr-::la •· Non so quali i;t•lluopl potranno riserbare l'lntell!genza e 111. qua!Uà rlcchlsslme cH Landolfl: so dl ce:-– to che U suo e~cmn!o pub, dowcbbc. è :iu• (turab!le che glunan a !ruttlf!care. rime• dtando alla se<:chezza e talora opacità di tanta attuale Ispirazione nostrana. Perchè. primi fra tutti, si sono fatti qu~tl due nomi <Oadda e LandolftH Proprio per– chè In loro s' ,·edono rLsplenderc quelle dou C!ronia, Urlsmo, autocontrollo. Interessi dl ~t!– le e di Ilngi.:ngg!o) che I ph1 giovani narra• tori d'ocrq! troppo facilmente paiono dlmen- _, t'CAre. e che ser,..lrebbe:-o Invece a taddriz.- :~~o~~~- ~ ~e.si: ~~u~~l~rl~~~ nuova retorica . • E' Romane Bilenchl lo scrlu.ore che da dieci e p!ù anni non scrive, non è presente. se no:1 con un ricordo di sè lnoffui!Cablle. nel ~r'!1~ 1~vno 1~el!~/~~eir'ì!~!~ ~o;~m:igr~~c:i fa cominciare dalla raccolUI. di rac®n t.l • Il caporabbrlca •- Troppo act'rbc. lnfat.tl . son.o cia considerare le sue dut> pri me pr ove. e troppo C"lterne. dh·agant! dal centro lsp:;a. wre di Questo $~rittore tO!iCam. coe:-entl.'51- mo poi e strtttamente collegato in un umco percono. Bre,·!.s.s:ma dunque la sua car:-lera, ep'>l!re coi clu~a !n un ~rfetto c'.ro. forse la p!\1 coerente e itradualc <! convincente delle "'1.tlf" cur!ert del narrate r1 n'l(l;trl che ,;I ab• blnno In mente: chlu~a. Tanto concluda che to, fra mr e me. ho sempre oen~to a que– sto suo perfetto andamento per sp!eganr.l il MIO att.uele. protratto, allrhnenu lnespl!ca– b!le silenzio. BIIE:nchl 0@81~I occupa di po– lemica e di i;!omalL'-fflO,partte!pa alla v!tn politica, c~ede nelle dottrine e nelle teor!e del comun~mo e dunque ha l>P<)l,atoanche quella particolare Interpretazione del1'11rt\!e ~~~!R a!~~\~~~t.~!1 ~~fi~~~rl~a.qJ~a~tÙe f~~e: re maggior!), Per lui doPo ~ettc e più u1nl di quella polemica. tornare In .11Cena, rlpro– PO~re Il rac conto o il romao"'.O, slgnlflche– rrbbe anche da.ce l sep:nl di quel suo p11,– sat,:tlo, o • ~alto». dare le pro,·e deU'a\'\'C• nuto mutamtnto; \'Orrebbe dire cambi ar ma– n!era. rmr.o,·ars1 ... E, In quCAto ca.so, {51nn:o noi ad esserne «:rtl) non migliorare. BUè.n• chi prefert~e foru restare alla storia delle nostre lettere, eo5l come un classloo. conser• vare queita immagine di ~ alla letteratura. cd In praUca secultare a battersi POI sul terreno per quello In cui crede. N11.rratore toscano - s'è detto - e ne re– stano sec::-nlcerU. ina non tali da compro– met.tere Il rlsult.at.o maggiore della sua .u– te. non tanti d& Impegnarlo sul plano del– l'osservazione vernacola. B!lenchl. antJ. re– sta un apertissimo narratore. di a mpio re– ~piro. di collocazione la più larga, seppe.re trovi sempre una linfa sofilva e concnt.& che nasce dalla .sua te.rra ed anima le sue ~~~~~?irl!:c~~eu~ramn:;:;~: :! b!ettlva. dalla lsplrulone più genuina ed originale. s; !mpore nella nostra nar.a.Uva. cont,emporanea. crune un esempio tipo. E 1 g:ovaol m!r,llorl se ne sara.nno a ccorti. Su Ello Vittorinl tani.e volt,e ho det.to e n· petuto le mie lmprfl5Slonl, preel 5atl gl l ar– gomenti dt'lla mia ammirazione per lui, la !~! 1~:~i~1ri 0 e~n:C1e"~i t 1 ~iZ. :~a~h1!~ rò certo di ripetermi. Ma per me. Vlttorln!, che pure ha scrilLO Interi libri (e Conversa• ~! ·e ~ ar~r.~anl~~~~~~~~~ pen:ua.sivl , e paa:lne ricche di ampie soUec.1- tazlonl (M lle • Donne di Messina•. ad eisem– plo). resta superiore al s1.ooi llbrl. non è riu– scito a con.sernarcl anoora completo 11 rl– tnt-to di sè. )a mlsura delle sue posslb!ll:.à. Che sono di Intensità e .scandagllo pro!on– d!.s.slmt. di lh'ello e di ampiezza tali da Po– ten:I dennlre più che euroPel. eh! di Vitto• rlnl è una U()6Slbllltà lirica senza llmlt.1. su• una !n~lllgenza e vigilanza critica aperUs• slme, suo li senoo del mondo d'oggi e della società, suo 11 coraggio di riconoscere I pro- ~~i f~o~lp:r~!~~~v=~e e d~~ip'!;~J~: del fatti sociali e di costume, suo è un 1!n– t.ll~ la.smoche In altri è oggi complti.amentA ban dito. sua una capacità e lena di lavon, esemplare. e lnflne sua la possibilità di Im– maginare, creare e s,-olgtte una vlcenda drammr.itJca. $U un plano di parleclpuh>n• corale. Le sue prove maggiori sono Coese fln Qui mancate per wia mancanza di ordine • di struttura nel suo lavoro narrativo. Una idea felice che ne fa sorgere un'altra, 11.!llc• anch'essa, e via via, In un accavallameut(I continuo. e tuttavia rlcchlss!.mo, ma che por– ta a perdere di vista una conclusione com• pluta. Si ha l'lmpresslor,e del non fl.rJto: tutLO (ed anche Il dL'ICorsolett.erarlo) par– rebbe poter continuare lndeLermlnatament.e. Altra secchena, altro senso del confine V1t– tortnl dimostrò nella e Coiwenazlone ». Po( s! è lndubblamrnt,e arricchito, come uomu • come scrittore, si ! ratto tanto più ienslb!U e vivo. ed ha puntato ptù 1n alto._ E' un :a, voro In corso Il suo: e forse negli ultimi libri non si dovevano r!COOOl!Cere: che tappe dJ questo lavoro di avvlclnamento, lavoro dJ aP– passlonante ricerca. Ora sta lavorando ad un nuovo roman10. Ellòi la fortuna dl l~r• ~tiv~u~h~ ~~a u~ 1 :!faaf~ke~:u':~1: v 1 !~ canz.e). I primi ca.pltoll: e si sono più ta.rdJ potuti leggere sull'c Approdo». Io penso chi sarà QUl la \'lttorla vera (Il Vlttorlnl: In que• sta prova. M,a, si sa, lui stesso non se lo na~ sconde. !I lavoro andando avanti. le idee rl• n:~ll~~~r~lg~~~~:~~~~~~~i~;!· q~~t: la misura, quella sicurezza dJ tessitura e dl obb!ettlvo. quella mira certa, potre.l>bera et nuovo andar perdute, o C6&CteIn parte oom– p:-om~e. ~= ia~~~~t~~n~:~m~lC~ea. ~! no\·ate pro\'e, our b~nd05i su unà chta.n necessità bpresslva. · l)OSSOno(ouando certJ altri scrittori m06trano di condividerne :1 ragioni\ GOOCrfl.l'C eqUl\'OCO.Dico qui dclii necessità del • s~t.o ». da certe parti ooncla• mata e m~a In relazicne al nuovo clima, alla esl2e1,U\ di Interpretazioni sociali dcU, realtà. attuale. Esigenza. che abbiamo sem• pre riscoperto nella atth•ltà narraUva del.i, tradlz.iolle, ma che è ora sOt.tollneata 1n m&• nlera troppo polemica, perchè non dia $0• spett.I. Che C06'è QUC,to che nO! chiamiamo U ~~~~~- ~:i~e~a 0 ~rto~=~~~-,-~~; non di r.ado si c:,nglledalla bocca di art!stl e scrittori di esinistra», come amano a.ncllc autodeflnlrsl? Sarebbe, questo, ad esemr,10; un pit.tore che per tanti anni ha coltivate un proprio e tipico repertorio di -temi (pae– saggJo. natura morta) raggiungendo una si· cur:t. dignità espressiva. vi d!ce ora che vuol dlp:.!lgf!re la figura umaua. I gruppi dl ft. i,\lr~. Mi I suol P.'\~f.lgl dovranno CS :SE.rt punteggiati d! ciminiere, e masse di ta.,• or.1- tòrl d~\•rauno prendervi movimento, Vuol ra. re Il esalto•· Se gli chiedete il perchè, vi dirà che è Questa un'eslienza del t emPo ch1 si vive: che l'altro repertorio di t.em ! ere trOPPO egol.stl co ed llCCIUlemlco ,e c he ln \'e ct 11nuovo avrà alt.ro fondo, altra penetru.to – ne, giacché r. guarda la. ,·lu. che si S\'Olge. S J)Otra.nDOcerto ~...sere lode,..oll sentimenti, col d!sgrazl.ato nsult.ato, però, il più deUe volte lne\'ltab!le. che li pittore. 1suol mezzi. la ,u.1 sensibilità bene .si adattavano al i-esaQIO consueto. o alla natura morta, mentre n– sult.ano lnadtgu11tl, carLCUonlstlcl, dl propa• ganda. e cioè freddi. senza calore d'arte. a contatto con Il nUO\'o repertorio. ArUst!ca· m~nte, ir.~omma, Quel pittore stava megU0 J>rlma di a\er e~nllato •· Cos\ in lette:ratura. Sontlrele dire peste e \'ltuper!o della prosa d'arte. della prosa pue– t!ca, del frammento, ,dell'ermeUsmo: \'edrete 010i scrittore di Quel sentire. che si lm;:>c• gna ne! pe.1:1,o sulla occupazione delle t,ene che 5ente di do\·er d~re. ed esclusivament,e dire. del meu.ogio:no e deUo sfrut.tamtnto da parte dei r;ochl, d~l! operai e della loro dura vita e della loro certezza aV\•en lt15Uca, ri\•ed.rete r;p10dotl3, Insomma. tut.ta quella casLstlca del e buono» e del e catth•o », CUi

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