Fiera Letteraria - Anno VII - n. 26 - 29 giugno 1952

DOMENICA 29 GIUGNO 1952 LA FIER.-\ LETTERAH.IA La somiglianza tra una bara e un astuccio di \iiolino * .RACCONTO DI TENNESSEE comlnch,to ad Imitare li modo quasi subito doPo di a\'ere sa- ,-ola.I In una drogheria poco suale con l'impuro. un errore replicò nullfl ma contrasse le di cArnminare delle persone fl.· puto della liU&csl5teru.a, a 60· più In IA. cne ml torturo prima e doµQ lnbbrl\ e liC06SC la te.sta. mcn– dulte, I pas.'\I dlgnltQSI e rapi- ~narc di lui 001.llC prima oognn- La &lCS.\A estAte i;U allie,·I dl la pubertà, oppure._e questonu tre cuc.1\'fl, come una di quelle di e gr1u;.IQSIdi mia mad~e e l'O de(l'II trol del libro di MO· miss Achle &i esibirono 111 un se:11bra la C().'ia plu probabile, donne ,•cner11blll che comprt:u• che tenC\'A le bracchi al IIKI\• r111 Il suo nome comlnclo 1td concerto. Questo concerto fu dlcern a me stesso e Si, Tom. dono e iQ\'ernano I desllnl del chi invece di Jnsciule n pen• abitare nella retorica. Em qua• tenuto nella casa parrocchiale tu sci un mostro! Ma questa e mortali. ma non aveva da offrJ. 1JJlonl como cortine rnc:oultc si costantemente sulle labbra tiella cluua di mia nonno. E la realtà e non cl &i puo rare re nullA nel /iell..'<O di una &Olu• f1m11tdo6111tnvnnel giorni im• di mln ,orella. 111 strann glo- per le scttunane precedenti gll niente! ». Questo e certo. QUll 1.loncpratica t.ranne Il dire che . pruvvlMunente perduti. Ma e·e• vane damn che era \'enutt, a nlllC\•I fecero I pn;parath•! per lunque rt'slstenu sia stata. op- loN.C l'rR un errore che mgtt.Z– m ancor di pilL Quando en- \th·ere con nol Quel nome ,ne- rocca~lone che pare\'8 Impor- 1)()6ta dalla «società del buon il dotati !~ero musi In C06e tr1wa nel salotto nelle lievi ore \'I\ ,ma cur~ leggerezza. nel tante almeno come Il Natale. costume». nella mia anima t-S• di tal i:rcncrc cosi presto ... del 1,omcrlg~l0 ern mv, oost1omodo che ella lo pronuncla,•a Mia i.orclla e Rlchard M!Jcs do: sa. ,·cnh•a a1mullata &Ila prima Rlchtu"d ,ta,•a pazicntemcn• c~l Importante che sembrava Non i;embra,•a cadere dallc,;uc \e\Jano i;uonnrc un duet.t0. 1c1 i,cherm&glla. non sterminata te con lei la maggior parte del che trombe di ouonc ,we.sscro labbra ma esserne lnsclato. nl plano, naturalmente. e lui ma del tutto battuta. e I 1mc• tempo e c·erano occasionali pe. M1omno, tnnt11 em In li\11\ bel• ti momento che veniva pro- RI violino. Fecero le pr ove , ;cpa- ccsslvl rimpianti asswnc\•ano rlodl di rlpre6ll. quando rh~I– IC'/.:,,u. Mnnunn venl\'n dietro di nunch1to. cMO si 50llev1wa nel• rntl e poi Insieme. Da r.oh , mu, lonim di ros&orl non \'CduU. \'A nd RltRccarc il plano con lel con un nspetto di Indubbio l'aria e sclntlllava e fluuu1\\'a M>relhl1111onn\'R li pe zzo m ollo No11che c1 fosse stato qualeo&a una c.sploslone di fiducia e le cccluimcnto e mia nonna scen- e préndc\JR colori mernvlgl!ool bene. mn. per qunlche rnglone di cui ,•crgognarsl adornndo In melodie uscl\•ano di tra le 5U'!' devn le scnle con Insolita ICR: nel modo ste.sM che delle bol- più sttaordlnaria di quella che bellezza di Rlchard. Era di si· dlla come uccelll dalle gabbie. 1<ere;,.1u.P1ulnvnno con voci le di sapone quando le soffia• era ~mbmta allora ovvia. ave- curo fatta per quello 6COJ"1 .• Ma tale rlvh•iscenza non dura– conclt11te. •Sorprendente». JI- vamo dagli RMOIRllpoggloll la \'lì molta dlnlcolta a suonare pcrchè I rn1tau.i della mia eta \"Rmal 11n0alla fine del pcuo · cevn mia mndre. • è come laa• estate. Quelle bolle si alz.a,•ano llr.sleme a R!chard. All'1mprov- fouero esaltati da un Ideale C'era un Inciampo e poi un·a1- t'R/\NCESCO l\lESSIZ\ A: ftltn,tto d 1 tlonn,._ FRANCESCO MESSINA: Rltrntlo di b:ambln:i belh~». Quello em Il nome di e fluttuavano e tah'olta SCOP· \'ISO le sue dita ,;I trastonnRvll- di (trRZ!a. Il semplice tessu- tro colltt~. Una volta Richard una sorell a di ml n madre che plR\'Ano mal prima che altre no In pollici, I suol polsi si in- lO b!Rnco nel quale ne,•o stesso tu fuori tono. Agita•& ern unn ramo.sa bellcu.n di bolle a,·esscro nuttuat.o loro debolh•ano o 51 paraHzz..avano. prlmleramente \'lsta la parte Il vlolln o ln aria come una aco– Kon:n llle. t;lln e rn probt\bll• acanto. Ernno d"oro e Il nome la sul\ persona si chlnRva \'erro supc-rlore del liUO. corpo. egli lo pa eh.e spazz.fl &C le ragnatele mente la sola domm RI m ondo di RlchArd aveva pure un suo- il pmnoforte rigidamente e tut,. lnd<MMWa&emprc. Ed ora in dal soffi ttQ. 1,-------------------, dt1lla qunle min madre fos.se no dorRto. Il liCCOndonome. ta la sua bellezza e la sua i::ra- quel pomeriggi, dRta la po6lzlo- SI muo\e\·a a grandi 0 pa1:,.-.t lntlmlditn, ed I nostri oc ca!ilo- Mllcs. dAvAuna ,;ugp:cstione di 1.Ja svanh•ano. Era una cosa ne del pltmo tra le due llncstre. per li salotto brandendo lo Col suo ,·antaggio di due o dea di meltennl a correre solo nall vlnggl csth•l II KnOX\'llle dlstan:--.A. oosl Rlchard era gtrana. mR mI&S Aehle erR ccr. che getta\'ano I raggi di h.:.ce 5trwnento come se fo.ssc pro– più anni e IR precoce mnturl• con Il mio cerchio non ntl pm- dHI Deltn del MlssL...slpl.erano quRICOliR di raii:11:lant.c e di lon• ta che AArebbe i;ta~a. superata ad angoli retti, il bianco tCMU• prlo una scopa e emettendo la tà delle bambine mln sorelln CC\'RJ>erchè Il\ maggior porte come sncerdotnll tributi al seg- tAno Insieme. cor, ripetuto ~rciz10. E RI· to dh·cnlva dlR[ano alla luce, menti che erano 6 ta 6inceri che &I inoltrò prima di me In quel delle \'Olle che lo 1wevo fllLto. ~lo dello santlt1\. poichè sebbc· Ln ossessione di mia r.orclln chRrd cm paziente. cm lncre- Il torro brllll\\"I\ attraverso un comici: quRndo se ne tornò al paese dl misteriose differenze ero stato nggrcdlto dol rngaz. ne mln mnuu11n non R\'rebbc con Riccardo può Rnche essere dlbllmcnte paziente, sc-mbrR,•a .po" 1'06Rcd Argento. I CApeuoll plAnoforte dO\"e lei stava acca– nel quAle cre~no I bambini. zl plu rozzi delln cllt1\ che 1111 mnl r!cono:roluLn vcrbnlmcnte 6Ll\llì perfino più ·intensa della molto plu preoccupato per mia 1ml torace e le scapole un po' sch\La nella costernazione ILl E sebbene oonllnunsslmo nntu• chlnnm\•tmo predlcntore e In 1mi>erlorltl\ di mln zln In mia Dato che la mla ern statn l!Orclla che per sè. Furono ne· più scure. cd Il diaframma v1- rlaJTerrò per le spalle e la &C()S. ralmen tc a vh•ere nello i;tessn prcnde\•nno pnrttcolare dlleLto c 1 uestlonl di gusto e nello dc• colpiti\ da quella. era probnbll• cessarle ore supplementari di slbilmente puuco al respiro. FC, Ella 800 pplò 1n lacrime. e ca.SA, ella ,;embrnvn avere [nL- n sottoponnl domande oscene 1ml:r.lonedella qunlltl\. ern clo• mente la sua maggiore Agli esercizio. Talvolta quando _a• Puo dArsl che. lo abbia \Ì.SIO twrebbe voluto ruggirsene di 50 I !~~~ ~!~r:i'I~. t!r df~~:e=ds~ fi',1e 11 ~~:.1~nrou.avuno lino Al• e~:~:~1:n~ e:cl~~!fn:h~sl :ir~ :in~zlac~:rcm~~~:il!a t~o~~~ ~~~~~~ ~~~~~~ 0 1ad 1 ca:~r1J .:n:. :~'te~~- ~~l~r:~ i:io~a~! ~~ ~;:r?.:" :I,~ (:ro~~~~-tn~~ manifestava plu lmprowl.sn- ln codest.o modo inizio l'cpo- l!Orella minore di mio padre In oompllcato dRI mio senso Il ab• ,·I. eMi contlnunvRno a casa no- modello iubconsclo. della bftlRw;tratR Non ,·olet{l mente di quanto si crederebbe cn dell11 sepnmzione che non un modo mollo vicino AIIRJ)RU•bandono, la sua all"lnlzio pa• stra. I pomenggl erano di con- E rlpen.s11.ndoora a quel de• lasciarla andare. La trattene\'& possibile. ed cm vasta. era OO· rmscU nml n enplre. o·n110n, nt cd nl tremore. Is."lbella a\.e• rcva perllno gioiosa. Ella erR seguenza poco sicuri. Non po- ,·oto piccolo mistico della car• con mormortt che non rlusch·o me le due sponde del Sun!lo• m poi In divisione t~ noi fu n, unn tlnmnm. un cnlorc che Innamorata. come sempre. be· te\·o _malsapere quando la por. nalltA. che ero quando ml ap• chiaramente Il comprendere e wcr Rh·cr che attm\"ersavn In 6ellnenta sempre plu chlnrn- ,mn \'Olt.n provato. non c·era gull lo Immediatamente. Ma ta prlnclpol~ si pot.e,•a a~ri~ plattlvo sul gelido pa,'imento la trascino do\ccmcnt.c d! mK>• città nella quale \ 1 h·e\'l\mo. Su mente. Sembm,•n che mia mn- nlcw 1 dubbio non sn~bbc sta- mentre 1'1m1ore la rendeva al paSSl\gg10 della tembl,e della mlR camera. pcnoo a Ca- \'O ftl pianoforte. E poi &I EC(l:?t· una 5J)Ondl\ c·ero unn ,·cgeta• drt e mln nonna Ste$Cro CO· to pili pos..tjbllcdlment.lcare. A· brlllRnte, dapprima, rendeva btllett.a di R1chard e al suo mllla Rucellal. quella RltrA ml• te sul i;egglollno del plano tlone sel\'aggla nella qunle cl• splnmdo per nccrescerln. Non veva una spa\'entosa qualltR. me lento e sciocco. ~ti riempi- SAiuto al qun!e non ero capace stlCR di Firenze che. 61 dice. stringendo con ambedue le mR pressi giganteschi sembravano s·erni\O mal prima di allorn umto forte brillava di fuori \R di triste confusione. Ml le· di rli1>0ndere, non pote\"O llOP· \"cdcndo Pico della Mirandola ul I due lati della sua \•ila 60t• essere Impegnati in muti riti preoccupnt.e per Il ratto che 11 mmtlo sclnt.fllavR. dentro. t: Rnt•a la lin gua o ml facevi\ portare e dnl qua~ do,·et·o entrl\re nelle strade d, quclll\ tllc. mentre ella ,;lnghloaan::. di dC\"OZlonenl margine del ta.utn parte di me cm legatu uon molt.o d01>0!"epoca di que- taJ1n1 :tlla.re c d ern cosi evlden• scappnnnene vii\ in modo tan• città 1111 un cavallo bianco la\.• volgendo 11 viso da w1'altra l\umc. e Il pallore sfumnto del nlln compas;nia di mia sorella. M,I riconti elln dovev11 morire, te· nel miei occhi che ero co• I.O ridicolo. Ma la casa ern d1• te. In una tcmpesLa di luce di pArte e Intrecciando le dita. t; terreno Dobyne che ero un mn ora ml chiedevano conti• In modo del tutto repentino '- st.relt.o n distogllerll. Queste Fposla In modo tale che anche &0le e di fiori. essere S\'e1rntA mcntr<' H stavo guardando dal– tempo unn piantagione. ora nunmente perché non fncevo tacito, In seguito alla es~rAA10•sono tntemslti\ con le qu11\I l' ~ ml nnsc<mdevo nella mia ca• alla \'I.sta di lui e mormorato. Jn nua ciwcmn oscura. Il mio ~~cb:1~d 0 d:\~tni: d!pp;ur::~~~; ~ 0 1 11~-~~og~~v:'~i 11 ~;~~ ~:~:-:7i ~:e~~~ \lll~~~~~~el \~~~:~,1:.10~~~~ ,W!.c}!~v~c:1\1~:eri! ::,~~~~~ ~~c1zto~c~~!~ q~~~~:;~~::: ~~~~c=/~erl~i~fr~ol~~~riJi'. ~~~ 1 ~r1~ra:!1o~tà[e~~i1f~ d~! I Impalpabile violenza più feroce nitri rngnz,;i ml spnventnvnno con In &unJcK).(enda.nllltlarn a \'lvcre. Mn chi può ta re a m e- 11 a! pmnofortc La mia carne• re che egli ,arebbe morto pre- trasceodere li corpo singolo e delle fiamme. cd al di dietro e non ero disposto ad o.mmet- molli oochl stupili e cuori. e 1\0 di Rddolorru-Si per es.se? 3e ra da letto dava 1tulle scale Eto datO che nullA di cosi bello cosi contlnuare a seguire la di questa cortina poll't:rosa. gU tere che In selvaggia !mmngl- memorie che ella ave\'R lmpr (S• Jc \'Cne potessero c ontenerl e. che &ecndevano nel &alotto do· ll\'rt:bbe potuto .svanire &ee0n• CUT\'adellR luce e del tempo ... , Immensi campi di cotone che nnz.lone di mJa sorella e Il auo .tJO. nel mio Incluso •che t.nl \'01· quanto meglio sarebbe m&nte• ve quelll pro,•Rvano. do I tempi comuni della .;taglo- La sera della recita mta w– Rbbr11ccln\·ar10tutta In dlstnn• Inesauribile 5Pir:lto mi racc:MC 1a hl a,•eva oonlusn co n sl.g no- nere In noi quel primi nmon. Il plano ero dlret.tamentc ne wnan:i.. La luce era cert.t• rella si lamentò a tavola che za \'l~lblle con un solo gesto di sembnue ogni altro compagno re tRnto diverse dn lei. « t!" Mn se IO facessimo. le ,·enc si dentro II mio campo ,•Ish·o. E· mente nel ,uo pieno. e io:-se le sue ml\nl erano rigide e con– Jh·clJRmento. Mn sull'altrn ombro di wfombm. polch~ O· come lbl.ìbella» dlce\'ll mia ma• romperebbero e In p11sslone e· IO nell'angolo piu Illu minato c'erano fiori o almeno le loro tlnunvR a ,;trofinarsele le un~ aponda. strade. commerci. mar- rn che essa ml :wevn abbando- <Ire In \oce ooncltata, Mlu non !<il)ll>CJerebbe n ll"oscurit.\ molto del salotto. con flnest.rc con le ombre. polchè c'erano flom 1H con l'l\ltre e perfino le teneva claplcdl e nbltazlonl: le due oC· noto. mlr.terlosameme e mali• nn non anmlL<,eche ern proprio prh1111dd necessurlo. cortine legate da ogni l ato. i'.! me1letto nelle tende della fine- gull"Rpertum della teiera per pnrRte r.olo da una corrente gnnmcnte ritraendo la 11ua In• cosi. Anch'ella ammirava Jsa- moonto un pomerli;tglo di Il\ luce del ro_le cm lnlerrottR stm e veri r11mldi !cl::e ò1c In rl~atdarlc con Il calore. a:111.\l!cclR. ln~uldn. dn poterci tlmltA. ml sentivo troppo lrrltn- bella. mn JR considern\'I\ trop- nu\.unno qunndo miu sorelln e wlo dnl rica1!11e dalle felcL luce proiettava ooprl\ di "lui, Avevi\ un bellissimo n.speuo. mettere unR coperta sopra. Il to anche per ammettere segre. 110 hwRdente ed ern Incapace Jo cn1111nlnnv11mo hutgo ,mn Durante I ultlmn setLIJna1111. non tempesta di nor:I ma le om- ricordo. cosi com'era \"Cstlta. Il rt.sonnnte ponte di legno che llìmente, n me stes.._,, qunnlo di sepnrnrlft tuLtnvln tlol11\ ce- :.lrrid11 e Rlch11rd Mllcs 11p1m• prima del concerto - o lo ChlR- bre. !ori,C più Rd('tte... ,mo colorito crR più. acceso del dh•lde,·a, o unll'n, quc~te bnn• U\'evo 1>erdutodi quello che el ceM,h'n connt1islone di sruutuc rh•n 1111pro\•t·lsnmente dnvnnt1 mnvnno rec!ta? - Rlchl\rd Ml· Come Al alzava e mancgRln• solito. mn c'erano lievi rlgu~u– chlne ern nppena plu bre\'C In ttvevn portato \'hl 0011 i.1 1• 0011 mk> pndrc. che. devo dirlo n nol dn qualche pArtc con un Ics \'Cnlvn quAsi lnvnrlAbll!)tCn- ''" Il violino! PrlmA si rlmboc- re di gudore alle tempie e ml dcllA dlstanzn che ml t)OlC\'U Tolvoltn penso che ella n- di pns.<,nlo ero un uomo dln- i;rldo repentino. Lo vedo probn- te alle quattro del pomeriggio. e11,·a le rnnniche dclii\ camlcl,i ordino ~llu.o.o:amente di 11ndar. ~pnrnrc di\ min sorella. Il suo \'rebbe potuto tornare Indietro bollro, ror:ie non compreso. nU\ t>llmcnte gll1 1>erle .scale della che ern l'ultlmR ora di luce bianca e ii;! levAva la cravatta e mene fuori dalla stanza quando &guardo ero sorpreso. 11 mio \·Crso Il plu familiare pne,e certo dlfficllc a viverei n.'I• cn~a blancn di miss Aehle pc-r- sc>lurebuonn del tardo ottobre. ,! allentava U tolletto come se Jrlunsl AUiia soglia prima che &eh-aggio e risentito. O non delrl11!Rn1.in. se le f0!6e stato blCm~... chè portnvn li suo l\..<itucelodi E -.cmpre ml po" prima di quel• .stet\SCprcparnndosl per fRrt: ftl• roue stata pronta per l"lgpe,,lo– c·era &plcgnzlone nlcunn o non penncsso. nm le signore adul• Quello che \'Idi non fu Isn• violino e ricordo di aver pensa- l'om to solcvo abbas.<iare la ra111ore. Poi lo scatto mernlll- ne dclii\ fRmli;la. PortnvR 5Cf\r. era modo_di fume tro Il com- te della cnse e anche In rngaz- bella m mln sorella. ma wul to quanto 1us0mlglinva a una tendi\ verde ncla mia camera co aprendo In chiusura dello plnc d"ROJento e un ,·estlto ve– mlato e I altro che restn\Jn in• zlnn ncgm. Ozzie. le stnvnno retrRnra adulta la cui bellez- barn fatt.:1 1>erun bimbo picco- d11.lelto e. con u~ !urllvlt.t 11111.ucclo del violino. Poi la 1>1_11 ramcnte di\ adulta che erfl dei dietro. Il ))rimo lnlzlo che lo contlnuruncnte a dire che qud w l\cutl,_,..,wa 11 mio 6Cl\30 di IO u unn bambola. fantnsllcn come se 11suono K· te superiore veniva i.pint11 11'1· colore \"Crdlno dei suol occhi. rlcordl ru un giorno ~unndo In tale CO..',f\ o che quell'ultrn ~lltudlnC' Vidi che cm tuttn Dello s=ente che conOM:e.-;te\-C~-"C trndllo un1t l\tlone di• dietro e la luce del sole bllllC• Ave,•n Il\ vita bl\Mt\ che era di mla K>relln si al7.ò plu tnrdl cosn cmno 005e scon,enlentl cnmbll\ta • rlpostn In una Mlu nelln !nnclullCUR i' rRra.mente i-RU.SIO$.R, FOCchludC\"0ln 1,orta ,-" sulln abbai;;llante parte rn• moda .,, quel tempo. e c·erano del &0llto con un aspetto stri\• per ICI. Non era conveniente toll\ comè mm bnmboln di CJl J)O.<;.,lblle ricord are l' Aspetto di due 1>0lllcl.nperturn esatta- tema della eu5todh,. Ern rt,·e· ornl\menti d"ao,::cnto in Asole e no non come se nvesse pianto. per ci,emplo che mln sorcll1\ 11011 Imporli\ plu In magica ln• trnnnc che come bnil.to o bel· mento: i;ufflclentc per compren- 1,llti\ di velluto e Il vcllut.o cr11 merletti. La sua camera da let– pcr quanto forse m·cva nnche JX>rtru; .-.c nl7.lnl. o che si ncco• t lmlLfi d~lln nOOLrn tntmufo lo o chiaro o sc uro. . dere l'nnROlOdel pianoforte co- colore i:;meraldo. 11 violino .steuo to ern p!cn11del vR1>0redel ba– pianto. mn J>iULtost.ocome se sclns.sc per terra In un 1,0.<;toln.,teme I pomeriggi pns.<inU II Non ricordo se Richl\rd fos• mc dnllc quinte lfl.lerall di urli\ ern un po' plu oscuro del stm• RnOvicino. Apri In fln~trl\ L3 avesse rlccvutn qualche sorpre- dove li teneno cm ndntLo u rnrc ooi1e di snpone. e t l(il>cÌII i:e 111 rito chluro nel senso che scena, Qunndo II sentivo entra- 1rne cd nnche p\u brlllant.e. Per nonna la rinchiuse di schianto sa penosa o spn\'entosa ed lo fnr rimbfll;,.nre unn pnlln di con le bnmbole di cnrtn rllu· Rlchllrd penso che rosse nnco• Mscrendo che si sarebbe pr~n !!i 0 et~:e !~~~n/~~i~C:1 ~:g~~I~ ~m~r n~c~w~:i 1: •~t~1Lt~ ~llll~l~~~I (lc~!:~1H~tod~l:;e~t\~ r: r~~ ~~~~~· :;a~~~ 11 11:\'.~v: ~=~-c?~l~~\":~11: 0 ~i: 1~~ nonna e di mia mndre \"erse>di a punta. con I nOStrl cerchi. Per In prl• 1 •• '-.. "· ' • Il violino dalla custodlR. esprl: rnno prominenti in un modo lei. F.ssa fu nccompngnntn RIIR Non ern nemmeno com·e- ma \'Oltll. si. vidi In 11110 belli •;,.. '• .. • ' mevano la parola amore plu curl060 quando &i guardo allo ta\"ola dn prnnzo della cuclnn niente che lo entro.~ nella 1,;un :t.n. Consciamente lo oonfe, ,i.nl •• "'. f dolcemente di qualunque lln• &pecchlo. « Finiscila di lncl- per la colazione come se !O..%estan1.n i;cn:1.n bw.:.nre. Tulle u mc llteASO sebbene ml -.e mbrl RUR~lo ed, oh quali precoci prlarU • disse la nonna. e sta.i stata in pericolo di cadere dn queste ronnnlllR mi colplrnno che mc ne "ritrns.l dL\t()klio.'MI i. tantMlc solevano mscltare ln tmpa.st11ndot.111,•I.sodi cipria.. ~ l~a~~~vdaal~~!° co~n~I nC:~ ~~- ~eit1 11 ~!;it~~~~Cl~e 1 ~1~i ~i1~! 1 ,~[:!: :~!~~~!t:n 1 :.st~1 1 ~~: "•: •: ' ~c~alo~::~laso~d:to 10 ~ri:: ;,re~'st~ 1 t~ 1 :m~~in:::r » ~~~~~ a,esse 11.vuutIn for-ro di rog• OOIJ)lvnIntimamente. snloUo e ,;I fermò ni-ca1 ~u:, 11JIO ,., ,,._ Il plu 1tlovanc del re(t"glmento re In un putiferio a qualche a:lungcrla. Le cl rll'olgcmmo Mln sorelln ero stftta mn11:I•st>CCChlodcll'ntLnccnpannl 1 wr , "· 1. e lul. RlchRrd. CTR il mio i:rlo- piccolo commento critico !atto con voce premurosn e pronta. cnmenle adnttn nl pncse sci• !n~I ammirare. E fu allor.\, i. : 't. , vane ufflcl11lc. che arrlschlft,•a da mammft. • Non ho talento• ~~~: ~~r~~~l~~on n~ulu~ ;,~!~~ ~ g~lr~ \~~~~:t~:~: ~'\n~~t~ i 1 1 1 ~i 1~1~\ 1 ~ui~~.i~n,1: 11 i11~ ~: ., • • ~.v!~~ ~~~1~~~ 8 :'à 1 u~ 1 ecap~; ~::C:!N::rc~i J:~~nl:r1~~ 1 r~ di lavoro. Jo ero deluso ed. nn• adattata nl mondo uni forme e t!Oddisfncenle come spley;n 7 ,tonc ":: ..'~_..._· 1t port11rml Indietro al sa.Ivo nel- chè tnl 00-'itr!nl[eLe,perchè &O· che un po disgustato. Non rl• tuttnl'ln più oomples.so nel ciun- di 6C Hte.RAA e rul costre!.lo Ml • i, Il\ Atessa culla di quelle braccia no statn obbligata a fare que- ce,·e\'O auenzlone alcuna e IO le entrllno l e rnga 7 a a dulte ndottnre II metodo dell'llrtlst1\ ")" ., • nelle quali ora tcne\'R 11 vlo• sto? 11. Anche n~mna lnl1ne &I ~~f"à~ ~nindu;:,r~:, rd ~~:~~~~ 0:<>;1rt~~:e~~iJ~ 1 g~[! 111 :;: 1 ~u 1;: : :1'}:!1~t1~~r:;f\1~;1~\\t~,~~: ( , ~,:_••.·•,· • 1 , lln~I pare ora e ne sono u1- ~~':u:n~~ r~.~~/f1 11 ~ 1i~;~o un particolare riscnumento E· ~ln u tlfonne piu tardi ~I do che i;embrl pio slgn!Uentho .. gosclato che qucst.a storia pos• di pRrtlrc RllR \·olta della cai.a rn come .se In sern primn lo :~ dhc~tla unlfonne si dlln: Che t, un modo IU\ po rnnlu sa ,;cmbrnre di starsi perdendo parrocchiale. mia sorella ven- ia a,essl colpita e le f\\C:SSI tn In schemi tulll troJ;po rc1,.>0 1itlro (:t dire che oomlndnl n " •\ camc un \'lottolo che si è lner- ne glu con un aspetto 11.bb :1· !!~1 s%f~ln~ 1 ~':: 0 ~::,: ~~~ 11 ! 1 n e~rau!~ln::~~\'!o e~~t': sc~'1:~rclln :l\C\ll nnche uni\ /, ._ 1 ~fc:~:~t~rl~m:n~ 1 ~1!1:e~~~ ~~~~~lt~;:ro~R '}i~ ~~\: :. tranne che essa non aveva al- che è po.sslbllmente anche J>ht occui>nt..ionc sepamta .;;lie cm 4 ne di rovi Perche ora "' ho tenia Una volta nella macchi• !-~bl~~,•l~on~nn~~ st~,1~~~ :~\ni~~1!fn quello che ern stn- ::rh~~ s~~~~t~ll~"(:S:~'.I R~:~~ ~ :~~~et~\~~ :i:ie~~lv=Cn~: ~1~~1!fo,;~olq~== -t"erf:vo~ cun alterco trn di noi gli ultl• Questa prlroltMti\ è nntcrlo• di nonna ma om nflld ,to nJ evidenti, e tuttavh, non ml M>- le sue ri(l"ld: mani st~tc J° ~ 1 nf 0 n1:'! 1 1::; ~~~'i•~tgn:n~~~~ resse~ s~,~~~ ~ 1 ~r~n~~~~~!~~ ~'i\' 0 11"~~ 1 ~!~\~ 1 n\~/ 11 ~~:r~~\~~ ~1~n"cv"~~~ 11 ~~~1~ 1 ~~~~ ~è~~- ~f:~eh~n t~fro~:m,!, I~ 1 ella Ignorò le 1rue o.sservnzlonl ~m es'!! sono J>IU lìttl e plu unn zitelln qunsl tipica che vi• \ turRlmente Per quanto lndefl uno stato di isterismo perehè e quando oornincml nd lrrltnr- oon!tL,I -:ebbene non sinno \'CVfl • 111 unn P.lccoln cnsn 0011 nltn et sempre qualche punto Rlchard cri\ caduto quel pome- ~~c~pl~ò~~ld~i :1 1 1 1 t en?~:' 1 ~1:~ tu~~f ~:~r~n~~ltldfn~~!~f;: ::~o~l~~:w 00 :~~J 1 d~i!~r1: ~:~~r~~lsJ:11~ 1~~1:isofcno del :~~~et~ 1 ~ebld:~!elt~r: ;le~~! I orecchio. e fu unn delle po• ~'5.Sfl I 10 sono In snlltn ,erso f Ilo. 11 suo nome venh•n pro Laltra cosa molto chiara sa· che queato ratto gli R\ttbbe che ,olle che le rlcordl. che ~\Il ~nooclutl TOl{{ono tnl r::nclfllo AII ly Elln mnnt~ne- 1ebbc la sera. dcllR recita a me• Impedito di suonR~ Ma quan mi rece qualcosa di plu w1 rlm tro e annebblR.no \'Il ~ e II padre parnlltlco 1 ,. tA di no\·embre. mR prima dt <10 fummo arrlvRtl alla casa pl'O\Cr0. Era una dome1tlC.J. r: 1 ~:i~,:! :t~ madre e IR non• dnndo ledonl di plano e di viO• parlRmC. devo dire QUAicheal- parrocch!Rle. Rlcha1 già ero mattina. ricordo w1 giorno n erano di un i;Rn llnO nessuno del quali suonu· tra cosa di mia ,;orella di quel• calmo. ,;uonAvR del catRmente caldL~lmo e ginno e I om nel "\ 1~i~~ldo di quello di mln ,, 11 bene ella ste&<a ma. per t la n111t1u·Jone In cui 111 trovava oon l'arc~c~to sulle corde e no:1 !~,~':~e 1~ ~t~~a 00~~ 11 ~ei~h~- ~~Ila e n~~ mca nel di FO·~~"11 n:~f:•st;~: 1~~~1C:i:ti ~:1~:n'im=e 111 ~~c st~~rodn~~: :~'::'t~~;,;';,!~~~n~;ni~fa::i. MA quell abitudine fu l\llorn ~~":re cr pericoli ~he !lO\ do• al~no un grande entusiasmo ~un mente e nelle sue emoiio- mo. m&estra ed alllC\'0.d nel trascurata Dopo colazione mln ~ lncontrnre l\\endo In Era un \CrR rom antica Par nl. ma meuo In dubbio la 61\ll· S:URrdaroba cd andammo a oc sorellA a,eva un as1>etto mi· \:~~ 0 1~ 1~mguc turbolenlO di no lava 00 ? 1 un tr.le eccitamento gc1Lft di una C06f\ simile. dato cupare I nOfìtrl poi;t.J. te:1 a~d\ f~li;:;~ta~laa~C::~e ~~il!>ii~:~~~ tr:, r:,~l~~llnbill comblltte,•ai\O f! 1~u~i~~e ~ ~~~R llu~l~~i~~: ~ f f! 1 ~~ q~i~s;~1t!e~gu~:~ :r~~i:;1'i,t:":1co~~ "J1a~,::e pagnata R salotto ed lncorng• 111 noln: potev t mai essere cosa i;;t,avodicendo? » clln t'rR • nltl. nella con.slderazlone che celiata sulla lavagna 1h~ ~eva PROVERBI di V1T1 ORIO Vl!,U..,HL .MATTUTINO Tu l'f11docile arido avvtn.ti 9allo .se l'ora fa Jtklo e cf tradf.scf col rosso cantare. * SERA Ignavia stanc11 del cfcll3tt1 seduto al borde., della .sera che svapora dal rosso calice: più non. lo sJlora una siepe di lucciole. Perduto dalle Jlebill braccia U fascio cade .tel glorni, e quella che s-ul forti gambali polve {toccò .soffiata dal ped.alf lo desta. a.l .sogno e celeste l'inuade. * ATTESA lo, l'uomo fedele, ·tn. attes« a. terra. Tu alla gara dell'onde levando df .spurie il braccio alato, quando il &ole muore d'estate e ombre atterra. La che tl tuffi lodola di mare, neU'arduo capogiro tf ragohwaa • tersa ciel flutto, accesa per l1mga veglfa, La. prima stella del tiro remare. * EPIGRA}'E Dopa un grido cl llberaron verso grani perva.sl, alla canltta d'uomini, ld pah df fra~che vivi". Morii per non /er!re una messe, ai &aPPl4. * VARIGOTTI S! alzava gran maestrale e rapiva dl bandiere torcendo I muri, l legni. I curvi ombrelloni a cafl.estrc. Fra t .segni oltre I vetri di grida, l'assopiva la stanza dodici della pe11slo11e cupula blù dipmta Fuori Il mo11do faceva. d'arsura oran otrotondo · tu era. acacia che ,a d"acquauone CANTO E CONTROCANTO Della luna tra Il tempo e come vaghe e portentose le raga.::ie. Accanto conserte si tenevano In. un. canto le ciglia brille. le parole paghe. Nuooa pruina ~ut tetti caduti dalle scoperte ragpcre del ponti. Intorno a barbari fuochi suf montt ,·arrosavano uomfnf scdutf. * SERE OPERAIE come Rlllrre Fu poi nccom• rr r In su reml1711l ta. to strnnulRto e Rrid11.,11«Che )t / la rlguArdt1.va Erano troppo li• notata una scritta mcu.o C!lll· glata a sedersi RI plano Pnrh\• r~~: nel ca.so migliore dopo una delle innocenti di questo • • • allora avevo di lei I scnt!menll quRlC05Rdt r:re oor r e one ,,11. In un tono bnsso e cauto n 1 ;:01tè bntt nglle si potc,•a ròg• mondo. R.pprczzRta solo dal colpitl e la gelosia SCbbene dellR scuo I\. omcn ca e :~bcrn6d~Clchpel~~onc:i~ 1 ~~it: g~~: ~er~I u ~ 1 ~~~~:i non dcli• ~~~o,: ;;~~;!t.~o~: ~,c~;r:~~ f~~adl~~to s~~\: ~~!it::C~e!'. s:O~"~~~ :ci~~~ :rin~:~rt;~ Nella pupilla aperta d~lle sere cura e \'l nùse soprn w1 cw.cl_ n L \nrnm.ia a\eva tenutn ln lei Le ~uc nllle\e talvolta I\· la noatra fRnclullcztA pro"a,•o mia i;;orella commJse tutti gh tacevano troncati i campanUl, ~~· 3c1per~:f 00~~ 1 ~u~~~: 1:a~- ~l~~~\t~~f~u~~~fnfi;l q~~:~ rtd~~a~~~~"pc~:!'!r!~tc~~ A LIGI SASSU: lllu,;tradone per e li ratto. d~p~;;;;r:n~:uc~!~fl~~a e:~ ~~i"~:c~!1 :':~uf~tA~dd{ri~~~ ::e ~u::::::a r::h:,;,:~::!~ 1 ~la~Jon~i! ~ ~ta~;iR~~pn\ii~modo 1>eli:i:~n7en~: 11ta: 1~ ~uo~::!~~rcbr;1~!:o~! ~::: -------------- ~l~~~~ta~' 1 u~~et:n,~~.rJ~~: ~m=~~:: o~i~ ie~~~ep~a Cosl trama s'apriva sui qu!'rtlerf paro &empllce dal titolo clnr• toc1:~m:rc la terra t;UIJaqua• dle su uno spartito sen•l.s.,,c" a,•e,•R I capelll bfçndl o se la re dallingressb principale. ed telefonlca che mammA sta,a gme. cd era abba.staru:.a !un d'un grande pergol1to, .:tove t chicchi ~= ::~~~ ea ~f i:::1r::'r: s~vca le st n~nmo,~ : 1d~[;t~u c~1 :!.~d~~l~~c~~~to ~~:~ 1 l~A:e ~l~~ ~~~r::'fn r,~~,l~o~~ro::a \IJ~~ ~ e~~ p;~~~a:is~a:?n ':::~: ~-;::d~r~~"::;, 1 ~:c~~l~ ~:t/ d~~e~ertr:r~~e e;:it~e ~~ delle luci sgranavano e ricchi suonando, contando Il tempo ~:l r:r o ern cadut.n i- 11 di mc. mondo, !Rito da Dio rnA J:COn cRpclli O della pelle Sl. for~e gli ovale e la tenda della porta ora sinceramente allannal!' C R1clmrd era eroico. 5cmbrarn con ,·occ appeno percettibile. 1 1 e di lei m dl5tnnM? \OltO dAI demonio Era rellg10- uni e !"Altra pache era una ..0ucvar;I o udivo le loro \'OCIdel tutto i;balordlta dall lro pre\•edcre ogni nota .sbagllatn I'--------------------' protendendosi di tanto In tnn_ ~:~ ~ 1 ~~ se qualcuno ""esse sn cd estatica. Non ammise di quelle pcrSOne che s! muo quando sRlhano ,erro Il porti prow1so declino della \RnlRlo di lei. e PR!ISRva Iarchetto sul• :~ 11~e~i':cc~rlri::à~: 1~ 11 à!~- po~ntoonm;te,~; 1~~:frn~ell~ :ì~,\ c~~c~~R~cu°c~~idiJ~s~~l;~· ~~~~I :;:~i ~e chf~~~~gn~~ ~nt~l 5 uflf~d!Pg!~.~~~~t;u~ ;t!:~~rc::~~ di mia sorella per 11 ~a~f;c1pcc~c:'6~Ì:iI~~t~ffi~~~f! ~~d~r:~•~er::~~t~p~~n!ii: ~ ~:~i~!tta ltnltata da una ra nt"rll bene arcuatl Mln mndr~ ri: 11' ;,:!e ifiwo In dlstmun e blnn;ente non n,evano Alcun Ad a\•vlcinn~ Ricordo questo re.stnrct tutto Il tempo. In quel- Aveva cantate le sue lodi per Quando tuttRvll\ Cliii comincio ricevettero un caldo applauso A quel punto Rlchard Mll•b t<>pra cominciò n c1111rnrcCO 11 11 b R orecchio per la musica man pRrllcolnre Porta\'a una cnml• Ja l~lzlone. senza curarmi che mesi Ori\ sembravi\ che mia a perdere II controllo lo vidi MIR 110rella si Alzò di r;cntt.o 6C'Ompnrvc dalle nostre ,,11e &a che elll\ fl\ce,•n solnment.e dnE 01~1 8 r;unrdnndoml Indietro casse di talento musicale Ed clR bianca e attrR\erso li tes• ml fRccvano male le gl nocchltt i,Orelln rosse sul punto di rovi• muoversi plu accanto a lei CO· per recarsi 1n guardaroba Ma perchè ml& sorella si riftuto quando mio padre era appena oche uei due O tre anni eri\ certa che I pochi che 11ape• 511to si pote\'I\ ,edere la belli\ e I gomiti. ed ero co.sl timoro- narla pubblicamente polche slcchè la SUI\ radiosa figura la Rlchard la RlTerro per Il poi.so di continuare a studiare mUlll• partito con Il suo c.runplonllrlo ,~o unll qln rnt.ale 5enten1.a \an ,uonarc In modo tollerabl· pelle de.Ile .!.UC spalle. E per la so di tradire quest a son cgllan• non 6010 dA un momcn\,O allo copri parnlalment.c alla \"lsta e IA tirò indietro Poi suc 0Cli6 Cca e non molto dopo mio p~- r~b'!b1::~~\~ggl:~1:::1 ~ ~lg,e,~ eif~n~ 1~~: :~i:a~~- !~\-:':~;n~11:~: '~~ 1 :,:i;ap~: ~:m:esr 01~n~r~~lt~[:';!1~~~~ ru;~~ ~:c~~\~;-och! 11 nt~ ~~ ~~~ ~:,J:~~~a:t~,d~ :i::adr;: ~t~fe \~~~: 0u~~b~! 1 it~11:~1 ?~i~~ ::1t!":'~~l;_ndf!c:t~~ ~~1~::e drn~~~m~~e dl~ un bel pezzo e ntlo nonno Ul furonoIGlunghl riccioli ramati feriti. mia FOrela ed un ragaz della pelle una cosa che po• ,o Il coraggio nemmeno di re mentlcando quelli '"cechi SIC· duetto dO\t-senonostante t'Jtto e premette la .sua Ìronte con• ~fnte In sottordine di uni\ piedi lm dal! albu. mugola\n lcua I ttl\vR glu per le 7.0 di nome Rlchard Mlle., che t~,•11, essere dwderablle da tOC· spirare ra ptnsato da prtnclpio di rar• fallltt. aIure Il suo archetto tro di lui contro ti r15\-0lto del fabbrica cli scarpe: nel Nord un se.rmone a se stct,._,;onello ~he ellatr!m!~u quasi sempre studla,•a Il \•!olino Il ~uo en ca~I Questa 00115ape\•olcZl.Ren• Il trMfenmcnto del mio in le ,uonarc parecchi numeri da :11to In ArlR, Ispirando conlem &uo ,csttio 11.uurro Ellll arra; e cc ne 1mdRmm o No. non 1:,tucUo. Tutto era m pnce tran d~nllc.ltnmento un glomo fu• tusle,smo per quc.stl due era 11· tro nena mia mente e nei miei tere.'i.5enel riguardi di Rlchard M>la e poi 11 duetto con Ri por,mcamcnte 11 flato con UJR ,;I e si lnchlno e tocco JA ,Jta metto tutte quei.te cose nel lo ne la faccia di mia ~rclla N~n ron~im'-pettatament.e tolti. Il limitato Era \Cro che mia JSO- .,en$1 come una striscia di 5embrn,•a ora completo Appe• chard d spcc!f di « 1 Allh' » un 5~ 0110 ~ 1 1 n lei con le dita delicatamente. ro C"!latto ordine cronologico. ~pc~~~ ~:~~~l r~oer ~u':1~:~ 1x>merlgg!o ~: unelglo~fe s:~ ciJ 1~nRI~~\~~ ~i1C::'!v:~:'to~ na~j 0" ~~:a;~uc 1~z1C:::.~te in! ~~ :~~~~"~!" d!f~~61 ~:r:~~- e ~~ ~::ra:1 d~'t:r:ru 0 ~~ :~~rl l~~iil~~ ge~rsl fn guar(ln nd0 bR.550 rn-~~~~rl~:r~~~ft~:a 0~0:~ tempo nel salotto cd lnline dL'I• LOdopo ~~e f 6 ~ 1 cn2o cosi lr no puro RIIArchetto. ma mls.s dal se.mpllce fallo che Rlchnrd Il errori. solo per ,edere di lui ma e miss Aehle ten1C\'Apure unB cRrlca ed nbbassa;lo !iUl• A nd ammo a 11~as:Ac1u~jl 1n ~- di nnrr1ttore di &torte~ E'Ia nonnn • Perchc non 1mo ern 1u.,,gl P g Mnmmn 1, Achlc sognava pet es.~!m ter ,;I nHlclno a noi era orn nl Quando ricordo che rRzw di che mia sorella non sarebbe le corde con un ge.sto \lrtuoso lcnzlo Cera u s.,.. e cosp Per quel che rlRuarda Rl· rare pratici\ piu tardi?» COme 1 ~'1!l'.~~ 11 f,i 0~1i'~~ 1) 1 l~on ml ru 1 ,c;. mini di esecuzioni di duetti e completo Quan do egli ,;i rh-OI• piccolo purltRno [OSSlIn quel &tatu capace nemmeno di 5uo- che prendeva li mollv~ da Inia ~j,~ 10 ~~/~~ji!~:::~ ch~l~u~~ chard la verità e esattamente ~ a,cssl fRtto una osse~•Rzio 1X>rssodi nndare con loro 1110di i;:randl applRusi nelle capi· ~e I\ mc e te.se Jo.sua nrnno e giorni de,e esserci stata unll narc nel duetto Sl chlede\n se fòorellne lf gc 1uava d~ p~su~ iella non dlce,•a nulla Stctt~ oonfonne allA' poesia.. Un Bnno ne \Cramente brutale. ma r• lllf [ detto ancora una \Olt11 tali \.ulto II mondo norme. f eci u na COSI\ tento singolare amblguita nel llllt:I mia madre potesse pensare a glo che ClA 5 crani 'lei ,ca 5 cdutn con Jr mani annodate dopo &Rpemmo. m quella città rcJla bnlto In piedi tulln In ~ ~l t~tare qualche nitro .JOn Rlchnrd Mlles. penso a lui ~rottesca che non potei mol in iguRrdl e Eensazloni quando qualche ragione per lad q~f1c di ,;uondare.nel pa 1 f er un In gitrnbo c~attamente come del nord dove cl eravRmo tra ;~\!:1~u~ ~~cr~u ~e 1 ~:a n4:cui giocare Enz~lf ,:,~~i~~- ori~m:\~/~r~\f~! 8 7fi: ~~~o :~::e=~~ d,lu\le~~- f~ia rd ~~~l~ul~~!a'~~~ a~~ 1 ~~~to 60 ~~~;~~~u!~ ~ ~O.: ~~on~IIR~e~I:~ 1~;~?1~. i;~~- eri\ &tata prima della recita e ~~~~~e c~ C:i':c,r~10 ~~~ 1" 1~~ ,e\ a? Nonna dl&.e « Tua !IO no Indietro se E come un rt• ~ll..~lle anni ma In qucll"t. ,mn Invece di stnngergll la 5plci;;a,o a me stesso m quel Dorml\'a male. com era Il suo rnllzz.RtR E poi lnfme. quumlo ql.lando la iURrdal, notai che le custOdla d~I suo ,•!olino e quno rclla oggi non sta tanto bene» elOII rfmntt. rci 'nn11.le delle do• poca ml ,;embrava un Adulto mRnO mdletrcggial allonta ,~mpo Il (Rscmo della suo. per ,tppet.lto. era di cattho umore' egli \OISC le spalle al pubbllco spnllc erano troppo 5trett.e e to [or,.,,~ soml~Hante ad Utl.4 Lo dlsse con gentUewt e con oonosc mt\nto me e del la dh•i• maturo Anche se. smi.~uratn• nand0m1 emlsi un muit0l10 che 50na 11~1caEenui contempora Mamma se ne ,enne , la dol e le morn1oro qualcosa. attac• che sua bocca un po tro1>1>0piccola bilra fatta per un blm gra\ltA e pol 51dls~e" bCfrUI·Jom.,e C:,: e~ qualche tempo mente j, 111 ,ecchio di mia M>· &\e\a pochiMlma somlghan.t,,"\ ucumr:nte ooufc~n1e a me ,te& 1clc!ono molto contrariala con cò di nuovo Attaccò a ~uo- 11\r!Japer una \era e propria bo O una. bnmbola ~~ °! 1~ 0 ";:! 1: 1 ~i/~ 6 1~~~~- !\ 0 c\~ ~~ata laal~:~ ':toa rclla i:~:n~~I!:': qu:~~o~~- ~~:trounled~:sc:is~~ 1d~ll~~la~ 'tf airo~.C~~a°~n~~coJr a~~°:t~~? ~~;iat1e R~:~:~~~el I: l~c ~!;~.,~I ~~ovfà1em:1cg~~:r: ~~l~e!r1n/ it',t:re 6 u:ob~~~n~: 'fCNNESSEE WlLLIAì'IS io'là tutto 6010 IJ1 quel &a1Pt• tal quando ,enne po Ero di 1 1 h ~ominclal dCIIA mia ragg1ante 60relia e mmcJato ad ac.soclarc 11 scn !domande" nua nonna che non con tale rlcchcu.a. che 1I p1a lacca tembrare plultmto una (Trad. di Gianni di Benedetto) to co,J· poco interessante. LI· pnncJpale. che ella ora a,eu tro u a.ne e Ee iblioteca Gmo Bianco

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