Fiera Letteraria - Anno VI - n. 50 - 30 dicembre 1951

•• Domenica 30 Dicembre 1951 CORRADO CA.GLI - . e Profuthl del Polesine• I NCONTRTAMO fl Po. ~• cosl gonfio che tra la riva e l'acqua ci sarà 81 e no meuo metro. Fa un'im– preufone tremenda. Mentre corriamo pen.so .1e improv• vfsamentc si sµaccas1c l'ar– gine. dove &'andrebbe a Ji- 1ilrc. Se non Joue che a fare la proposta di tornare indie– ' tro, panerei per don11lcclola, non esiterei. Da solo. avrei olà voltato la macchina. Per fortuna che ogni tanto c'J a sfnistra qualche strada che porta m~ll'iutcrno. Forse 71!>11 servirebbe a niente, comun– que ml pare clic i11/ilandola a tutta velocità, l'acqua 11011 dovrebbe raggiungerci. Neull incubi cl s'aoorappa a qual– siail appiglio. Anche U più Uliuorlo. AI ponte troviamo radu– nata molta ge,ite. Pcn.so per la paura. Aipettano invece un morto. Sotto la. tettoia. vedo adt:110 anche Il prete con i chierichetti. Dopo poco infatti, si tede spuntare l'au– to funebre. Stra,1,0 che In momenti come questi. li pe,t– si tanto al morti. Che lo fac– ciano per dl.strar,l, per di– menticare? Entro in osteria. Riesco con fatica, data la re.ua, ad accostarmi al ban– co. Ai taoolf giocano alle car– te, completame11te lndi/le– rentl. Riprendiamo la marcia. Le golene .sono com.plctamcnte nllagate. Si vede ogni tattto gente che J)(Wta mauerizie sulla strada. Grande calma.. Forse perchè a Questi traslo– chi forzati. sono periodica.– mente fogni volta elle il fiu– me va in piena) abituati. Ar– riviamo a Ca.' Pi&anf. E' com– pletamente allagata. Strano rhe nessuno per strada cf abbfa. detto niente. Si vede che qui la vita è a comparti- menti stagni. Tra9hdtiamo. Chi porta la barca. è aual maldestro. e prima andiamo contro un palo e µoi addouo a urta rete 11clla quale rl– ma11ianio impelagati. con rl– schEo dì rave.sciar.ti . Final– mente' a /orza di braccia ci tiriamo fuori. Pen,are clte basterebbe .seguire la ,trada. Pauando davanti alla buca delle lettere, qua.si sott'acqua. un bimbo hnbuca de11tro un pezzo di legno. Dentro la sala da ballo galleggiano oli stru– menti dei suonatori. La not– te precedente hanno ballato. A Ca' Venier non troviamo un mezzo per recarci alla Pila. Incontriamo due cara– binieri che si dico1io di ri– torno dalla Pila, e appren– diamo con gioia che Pila e la Cooperativa di Polesi~ Ca– meri1li sono salve. G... però vuole andarci lo stend. Alla /attoria padronale ci rispo11- dono che 1101t 1ia,mo né tnac– chine nè biciclette. I padro– ni non .,1 .tme11tMco110mal. Finalmente troviamo due co,1tadini di.sposti a prestar– ci le loro biciclette. E' il tra– monto: belllss!mo. con I piop– pi che si specchiano hm{lhi nell'acqua e il iole che arros– sa tutto. Guardo. però ivo– gl!ato, as1e11tc.chi il pe11siero è altrove. Intanto la strada comincia a pesare: è tutta buche. Arrivati all'argine Ot– tolinl trovtamo le prim.e tc,t– de. Apprendiamo che stan110 lavora11do da due giomt per salvare l'argine. In/atti poco doJ>O è tutto un 1ttneg1lirsf di ge11tecon badtll. sacchi di sabbia, paglia, /a.3cine. La strada è arata dalla parte del Po. A 1inl.stra in venti minuti ho contato almeno una decina di Jontanaz.:t. All'alteua del paese poi, lavorano anche i vecchi e i bambini. Chtedfo.mo di ea.sere traghcttaH. ma nessuno vuol ve11ire. Hanno paura d.ella corrente. Nella notte ha por– tato via tutte le reti da pe– sca, e molte barche. Flnalmtt1U, do,io una mei– z'ora, ric,cc, a conoh1cerne UI&palo. che ve,tgo1to a patto si ritorni .subito. Li ho presi 1teU'orgoglio. Ci impieghiamo quasi u,i'ora. Sta11do ht bar– ca ho l'impreuione che 1nt abbia colto un malore. Vedo la spo11da opposta, le case, m11oversi a tillta velocitci. Uno def barcaioli mi spiega elle è effetto della corrc11tc. Approdiamo lo11tani dal pu11- to prefisso almc11q u,1 chilo– metro. e subito vediamo cor– rerci htcontro oe11te. Daoonti a tutti, rittottl, pianpente. Devono aver preso una grande paura, percl&t di fronte alle ,loro parole, ho come la sen..sazione di rm rol– lns.so 11ervoso.Certo che a,i • che attravçrso le loro frasi nle:ze .sco,1nessc, a/frettate, è possibile capire ln trage– dia di urta 11ottata tra.scoria all'aperto sotto 1m te,nporale scate11ato, e con a st11lllra la mareggiata e a destra la 11ie11a del Po' che minncciava. Cl siamo recati assieme a vedere il dilastrq. TA barca a motore è stata portata via dalla corrente. ed Il riso se– polto dall'acqua. Ilo ancora davmiti agli occhi quel vec– chietto clte irlll'afa piangeva guardando attraver.so l'acqua la sua parte perduta. Se l'era am11,ucchiata, per ,1on con– /011derla, proprio li In un an– golo. LI abbiamo lasciati a not– te /atta, con I barcaioli cht '1rfdaoono per, ritornare. Ap– pena partftf ci ha pre.so la corre!lte. Per fortuna che glwto quando cominciava• mo a vedercela br-utta. un giro d'acqua cl ha buUbto verso riva. Per /are più pre- LA ·r I E R -~ LE T T :E RA R I A Pag. 9 cr SIAMO SENTITI CHIAMARE.DA UNA CASA FUOiH MANO * Ca1•·11et dell'alluvione * m: GllANNANTONI.O C..l[IROTTO D A· VARIE PARn ei sono riunte lettere. nelle quall s1 chiedeva perche non ci fossimo occupati, come l'ar&omento meritava, del trbti avveni– mcmtl del Polesine, ed in ienere dell'alluvione che ha funutato recentemente intere rerlonl del~'It.a.Ua,Set– tentrionale. Spe5&0qU!6te lettere erano accompa,nate da. liriche. o diari. o racconti, o corrispondenze, rl- 1ruardantl l'esaltai.ione e 11 ricordo di quelle dolorose a:!ornate. Sono pltnf di freddo e di pau– rct, ma. ne.uuno piange. Cl sono le donne con 4 o 5 figli che iwn vogliono a,soluta.– mentc li prendiamo noi. se li tcni,0110 stretti con una oitina:ione qua.ii animaleSCG. El/etti dell'lstl11to ... Conthtuiamo cosi tutta la flotte da soli. lo e il mare• sciallo. Ma gU altri? ... Arrlva,10 11otizit ,cmpre più allarmanti da ArqltO. Pare 1Uzno in cond(zionl dispera– te. Co.si almeno sento in pre– fettura.. Partiamo con quat– tro barche . .Wctà barcoiolt e metà .ft>ldatl. Faccio ancora io da battistrada. Per Jortu– •na che stat:olta ba8ta seguire la ,trad'.a nazionale. Deviamo all'alteua della entrale del ~ta110 rle bombole che gal– leggicrno sembrano 8ihtri> e puntiamo driW Stillo zucche- Abbiamo tardato a. lnt.ei -essarcl dell'avvenimento. ptteht, dato il carattere specifico del nMtro rtorn:ile. non potevamo aggiungere lndlscrllnlnata.mente la no– atra \'OCea quella. di tutti I glorn•li~polltlcl o di v11.rletà tt.&llanl. E cml posalamo dare oul alcuni documentl Inediti, che &ano m11.ntormente nel 1enere dJ un P!– rlodlco letterario, senz.a perderci in nulla di attualità e di valore realistico. Rlnanil&Jno perta.nto U pittore C&&lJ, 8 I nogtr! colla.boratorl Cibotto e Marchlort. che hanno collaborato 1. queat.a pa,lna. do chiediamo ft passaggk, a.i un.a Jeep. iuli.a quale Cll• richiamo le btclclette. A.rutta– mo però 1o stesso a pas.,o d'uomo, J)Ofcht la stra4a t pfe'.na di gente che /a la guar– dfo.. Non dorme nessuno. M! vleM In mente quel ver10 di Lorca, periodo new'1orkese. In piana si sparge la voce eh.e fl Po sta rompendo a Poles~lla. E1agerationi? Il buio al aolito aecoolten– te, ,tastra mi pare opprimen– te. Non so più rfcordnre chi abbia 1crltto che Il paesaggio e uno stato d'animo. Sto an– cora ripema,idoci quando l'argine è ht vista. A un cer– to punto la strada t ibarra• ta. Cl inca,nminiam.o a pie– di. Fatta la curva cl si pre– senta uno spettacofo ln.Jolito: la 1trada è 1tn accampamento. Non ii sente però n~ Impre– care, né gridare. Solo qual– cl1e. lamc11to dl!llc brille clic se11lono il freddo. Chiediamo notizie d.r.ll' acqua, e ci diccmo che da varie ore è sempre al– lo stesso livello. Pare ln~ce ~hep~fes;:::~tt:e~l::r1i:~a~1 passo. Dopo tre quarti d"ora scor– giamo delle luci. Dev·e,sere la localltd: Mo.ntovani dove ha tracimato. In/atti tri sta la– vorando un ,acco di oentc. hl tm modo con /u.so J)Crò, st11za ordine. Per dieci che lavorano. la gente del oosto. ci 10110ve11tl che scherzano co11 le torcie, fuma,w, rldo- 110.SI tratta di operai vc1111li su da Rovigo e provincia: disoccupati per lo più. Appe- 1ia ci vcdo,10 ve,100110 a chie– derci do f11mare. Ch/f'rli11mo a una donna carica di due aacchl di sabbia, come vo, e et risponde che adeiso va bene. Pfù avanti la atrada comir1cla ad e1aere bagnata. Regna ancor piit co,1fuslone, Un gruppo di operai ci scam– bia per tecnici e cJ chiede ca.sadevono /ore, perchè nea- 111nodà ordini. Fh1oiamo di esserlo. e ordiniamo di con– tinuare co,i i aacchetti di sabbia. Certo che l'organiz. :azione mnnca del tutto: qui chi comauda? All'entrata ln-Poleselltrve– <ifamo agitare le torce ht se- gn.o df 11lu.btlo. I segnalatori hanno atnnsa.to che l'acqua calct. Era ormai tempo per– ch~ ,tava rompendo fl muro che protegge la piotta. E' J)CU!iata mezz'ora, e con– tinua U calo dell'acqua. E' sparita -perd l'allegria, f/1 quanto n.on si riesce a ca– pirne l'origine. Deve aver rotto. Cosi è. Arriva: in/atti la notUla, ma non. fl ,a 40vc. Intervl.sttamo l'ing. T. che a,sumerà la diret1one del Genio Civile. Glf chiediamo ,e l'acqua dtl Po, ha probabl– lttti di rompere l'argine d.tl Conal Bianco. Lo eaclude ca– tegoricamente. ri/fclo. Dat>a11tlolla. stazione sono ancoroti glf americani con l'anfibio. Dicono c11ec'è troppa corrtmte, t non ce lo Jan,ti,. Han,w deposto J vi• veri dentro l'abita.tiont del capostazione. Ma prr chi? Cl fermiamo anche 11oi. Marcrni,ont però vuole andare avanti lo stesso. Passano nel– la s-ua barca Lupo e l'altro ,cm,atorc plU abile, e tenta– ,w. Per resiltere ha;rno do– vuto aggrapparsi· alle sbarre. Dopa una mezz'ora• dt lotta 10no riluciti a pa.ssare.·Ten– tiamo d.l 1eguirli. ma a mo– menti cl capovolgiamo. Allo– ra torniamo Indietro girando attorno alla ,tazJo,ie. Atlra– venato con gran fatica il· re– cinto dello zucch.ffi/lcio, la corrente cl fa finire in un frutteto di pe1chl. Ho /atto formale giuramento clte non manoerd più u'na pesca /h1 che campa. Le opinioni del tecnici ,ono ~ntriamq dalla parte del- .sparite con la terra. Sott'ac- la chiesa. La gente è tutta qua anche loro. Da stasera. radunata nella pia.zia: nei– novigo_ i praticamente asse- 1u110però vuol ve11irc a Ro– diata. Dalla città sono .tca:JJ- viga. Chiediamo dei ,wslri JHtti quasi t11W. S1>eclel pro- compagni e ci dico,io cJ1e /cislonbtl, f bc11t,tontl. Per $0110anelati a 1>0rtare dei vi– strada 110nvedo alc1mo. An=l t:eri nelle scuole, dove i'è ra– llo litigato giusto adesso con du,iata molta gc11te. Da tre rm mezzo giornalista che tor- "iorni no11 vedcva110 cibo. In– ,1avo dall'Adigetto. Era J11orl ta11to il St)1daco ci chlcdt di di iè contro glf operai che mandare le barche a Capa– fingono cU lavorare e invece bo.sco, una località poco to,t– non /anno niente. Dice che tana. Ritorna110 elle è notte è un ordl11e del comw1istl. /onda, e 11011 ce la .sentia,no Gti ho rlsposto che è assur- di ,detterei i" viar,gio. Dopo ~!~" v;:!i~:~d~~!,Jea d!o;~;V::~~ ~f:[t~;~z:n1'1n~[f1~:taftO è esclu.sa la pelle, quando quel. Siamo ospitati dal parra• li che doorebbero dare lo co: u,ta persona ~ramc11te esempio se la 80no 1q11a- civile. Dopo cena (non .si gliata. mangiava da due glortrl) si Sono scll'argine dell' Adi– oetto. Ti,;ne noii so co,ne. L'acqua i ormai lontat1a dal ciglio erboso 10 cm. Pa-ssati quelli. anche Rovigo t h,– ghiottfta. Al po,1te Pestri11a c'è Ult maresciallo della u– lcre. Mi dice che ,ta MPf't– tando il camion per portnre via gli scampati da Grfgnano che arrivano con meui di for– tuna. GU domando a che ora doveva arrivare: ml dice da due ore. A1pettiamo ancora un po", poi ml decido ad an– dare a cercarlo. In pre/ettHra l reparti del– l'esercito danno preparan– dosi a partire. A fatica con– vhtco un maggiore dell'ur– genza. e ml dà un camion. Arriviamo al µonte mentre danno arrivando le barche. cll.laceltier'a un po'. Ml scnt• bra d"essere ritornato duran– te la {111crra,q1ta.11do .c·era110 i tedeschi. E' la 8'.e.,sa.scena. Noi 1ia.,rw gli Ul/lclali. il par– la co,ne allora di musica, di libri. d.i cose garbate. Anche di poe.sla. Aveva ragione Re- 11ato Serra ... SI i /atta la spola tutto Il giorno fra Capobooco ed il pa.e1c. LI c'è una corrente tremenda e non cl va neuu• no. Meno che mt:no i ,oldatl cd f pompieri. Un caporale ml diceva reitando a terra che deve andare In congedo tra quattro olornf. Lupo ed I barcalolf invece hanno /atto miracoli. Ci Ila.mo aentltl chiamare da una caM lucri mano. Sta- va c,ollando. e c'erano den- ,,_ __________ ..._ ___ •___ ~ tro qufndfct persone. Ne ab– biamo caricato tredici. salvo due vecchi, che non cl PO· teva1to stare.• Appena, partiti, dopo Manche trecento me– tri. la ca,a è crollata. Lupo s'è mes.so a planpere come un bimbo. · lii città tutti Vfo.g(llano con stivaloni di go,iona. fiamman– ti, cd ho t barcaioli che ~ sono privi. Sono stiito In pre– fettura per chiederli. Mi han– no rispoJtO pf~cfre. Occorre un permeuo del vtcepre/etto'. Lo trovo e ml rLtponde che non ce ,ie ,orio più. Per ,tra.– do. trovo Il sindaco e con..11- glieri: in stivalCmt... Con i barcaioli no,i nt va bene una. Sta1114ne li ho tro– ootl con la /ebbre, Qua11.do l&– rt notte tono andati per rt– l'>OSare Il hanno caccfatt via, fmt assicurano fn malo mo– doJ. I paglfericcf occorrono at Fradeide.spersi Fradel de.tper1J, ·~ ttoVè 1 1,_ntiero, "fr,d~i for1un1! M1 l'è torbio el Jio-rno • J'à la tera Iulo un t;imltero. Bnito 1iorno, fudei, per tl ritorno! Fermo ~ •trmro. riutne e.I aomiero, paron de 11 b1r(hèua el vento e 'torno ,:i1, lant11me int1b1r.i de nero. • fredo come piera el nHlro forno. Fradei, iradei. 11 lun> no l'è que1ta d.a i•r la tlrad1 per n1en1n·e I t•u. r.ol lnmon11n di.e m11e.n1 tempe,ata. L'Ad6'e, el Po, el Tartaro i tuv111. Chi mai •ari che poHJ fan-e feJla? ,!\;orna el vento ,·e tptllJI tbe ve bu•. GlNO Pll'A t.rc 'f't & tt01't. - totb!O:: torbido. - Ul'IIZ!'O ::a 1.NtrO · romtno • TC-m•ro - barche..- = ~ttoi. nuuea - noma s aeto 8oldati. Però stamane in bar- :__...__.:..;_ ____________ __, ca cl vcngo,10 loro ... Dove vada,io e ohe· fac-· ciano tuUl q11e'stim.ttitarl e un .m!J{ero. So che h, pre– Jetttira u1t colonnello d'avia– zione stasera .si lame,~tava con uno dei tanti ufficiali: e So,i tre giorni che ato Qui. e a,teora ,ton ml hanno detto che devo /are>. Tgenerali co– munque continuano le l9ro iedute, So che que8t'oot1f ap– profittando della con/u.,lone, sono entrato dentro. la &ala di riu11ione. Teneva. catt.cdrt1 1m ge1terale gro.sso. enorme. Parlava di Arqua e seona·ca Badia Polesine. Adc.sso comhtcidno ·ad ar– rivare anclie .oli o,tor~vo(i. Vengono tutti a deplorare, a soffrire in.sle1nc.'•ma non 1'è visto a,tcora 11110 elle sal– otl h1 barca. Domani cf do– vrebbe essere una scduta– congrcaso di parlamentari al– l'Apollo. Dicono cl sant To– gliatti. Nenni i11tanto..:... ca.si dicono - ha tenuto un co– mizio a Stienta. Ci ahltano cort le parole. Per la strada uri ragazzo mi da un volantino di marca comuni.sta. Butto via. La po~ litica in. questi momenti ,nf fa 1chl/o. Quando la casa brucia c'è un 8olo .mctzo: speò11cre Il fuoco. nitardaie l'a:io11c vcrchè magari il sec– c11io è i,i mano ad uno di altra idea i d,:littuo,o. Ora 11011 clte I comuni1tl 1ianp il diavolo ecc., ma ohe miche in questi momenti appro/ft– tano per fare della propa– ganda è Inammissibile. Ilo .sentito che ha,rno sciai• to Il comitato d'emergenza. Non e,itro nel merito. Per me hmrno /atto bene: tutta gen– te in e tenuta. .stile alluvio- 1ie >, che dirigeva, preslede– oo. Ma a salvare la gente?? •.. Ho risp0sto male ad 1m giornalista che voleva essere preso In barca. E" un vasto :! ';~~:~ep::i:!/'/"le,~!eq~!: 1ta gente ammalata di colore a buon mercato. dà. /astid'.io. Forse la piU bella battuta l'ho 8e1ttlta.da una contadina nel riguardi del Jotogra/1: e Siete oul a divertirvi sulle 1t01tre dUorazlc.>. Sperlamo che tu.tt& le .,iarole che acri• vono 1ervano a, aualcosa. · Udita da un g!ornallata alia ,mentita di morti scoperti in una ca,a aul Canalblanco: e Porca mlaerta. e ora come lm.P'lsto Il IH;t.t~? > M"entre a ca.sa1tavo /ina.l– me'1te cainbiandoml, ha te– lefonato il cattoliciuimo pre– sidente d'una grossa. Banca. ~fancava mio padre, ed M rl.spo8to lo. Ml ha ehluto se 1ò:ppiamo niente dei POZZIdi metano dL. e delle valli da pc.tea di... Gli ho rlspo&to Che abblctmo tempo per pen– sare solo òlla gente. "Son~ s(ato con lo icrit– tore ... al Genio Civile. Ci ha ricevuto l'illgegnere capo con molta deo11azione, dietro un ora11dc tauolo tipo littorio. Alle nostre dom011dc 11a ri• s-µosto assai ctituloomcntc, fa– cendoci ca11treche i1>etta alla Prefettura. Anche in q11e,t1 momenti 11011 bisogna urtare le .su.scettibilità, e rispettare gelo.samente le compcttn::el In prefettura Il vice prefetto cl 8plcoa come Qui ci 009Ua- 110a11cora i borbo11i, i quali ,iella loro vro/011da sag- ~~~a· s;~~~o lacl•~wt:,~~~ Perctò se il Polesine era u11a terra occupata dall'acqua, bi– sognava la.sciarla cbsi. A /are U contrario ecco le con.sc – ouenu ... Fa'rà carriera! In clttà tutti ai domamln• 110 vcrclté la oe11te dei 1,aul t1ichlf al Po e Cat1albia11co 110n i ~tata avubatd ht te,rtf)O. Il genio !la &,Jpa alla prefet– tura, qiu:sta al genio. • I • • • SI sente dire elle bontbar• deran110 la. Jo.s8a di Poluclla, per permettere un deflusso pi!L veloce delle aCQue. Perché non l'hanno /atto prima? E' arrivato De Ga.,pcrl. Forte t un bene, /orse i un male. Tntanto tutti gli &tan– no dietro. BI.sogna /arsi no– tare. E' l'f,uegnamento della burocrazia. Stamane ,i riparte per Ar– quà. Troviamo U PGe-'e olà per gran parte organtuo.to. Vicino alla pfa.ua e'i UM ape– cte df mattatoio fm.p,:c:nivl.!:a– to, dove· uccidono def vitelli. ,Pecca..tonon cl .sfa.nopfi,, JIO– vert. For,e per lct prima vol– ta mangerebbero carne MM ,ettimana intera. !n"eoe non. avendo niente da 1alvare io– no pa.rtlU tutti. Prima di partire ho ooluto acconte1ttare MR con.tadina. Slamo andati a pre,idergll Il maiale, che aveva J)Ortato al primo plano. E' 1ta~ UM Jatica',wtevole. Quando et ha Vi.ftOha tentato di aua.nnar– cl. Abbiamo doVuto calarlo giù. dalla Jine.stra, legato·1a.l– damet1te alle gambe. Quando sfo.mo scesi a terra, il conta.– dtno "il ha bac1a·to. Volev11 darmi anche un /lru,co di vi– no. Dapnrtma ho riJtutato, ma POI vi.sto che se la pren– deva a male ho finito con. l'accettare. Lo .sta bevendo L11110. a garganella. I( pane del pescatori, oooi era avvolto 'in uri giornale. E' rccertte. Ml aono ,ne.sso au.– bito a leggerlo. Anche per– clié t da vari giorni che non. leggo un rivo, e prooo come la .sen,azione di vivere in. lln altro mondo (quale tarà ~~r'f\-~ti~'t:1iltf ~:f~~= 1110 moderno del giornale? E quindi la 8Ua povertli? J. Do– po un po' però, m.l sono dllto 11 lçogere gli annunci econo• miei. Non ho mal letto tante sciocchezze stnla no,tra gent•. C'è un pe.uo poi - d'un noto tutto/are milane.se - -M ,neritt,·ebbt: un.a cltatlo- 11e,pcr la sua totale itupidttli. Fa del rilievi che anche al lettore più malde,tro dovreb– bero Jar capire come scriva sta,u:Jo allo Stortone 41 Pct– dova. Eppure cl sarà gente che cl crede, e penserà. vera; la dl.speraztonc gesticolante e vociante dcoU scampati, men– tre non ho mal vfito oente più calma. Oieref dire Inerte. o meollo con le parole d! un poeta, Livio Rfztl: e muta, lmpctrla ... >. Mentre ,tavamo partando le-barche a riVct, due ri.otla– o. A. COIOTTO (COntlnua a p&f, 10) N OI, POLESANI. starno ro.tl col plcdl nell'acqua. Abbiamo Il ricordo di tempi prodlJ;~I. quando si viveva. sugli alti dossi. di fronte alla immensa p&• lude. r:usei;natl e sperduti, con una a.n– tka paura del numi. Adige e Po hanno stretto la terra. in una minaccia costante, che fu l'lncubo d1 tntere acnernzlonl. ma non hanno mal pleaat.o la tenacia del Polesani, duri alla fatica. a.bili alla vanga, lo strumento delle prime Incerte bonlfiche. Palude polesana scatorl e ·cacciatori che contadini. 1n Quel lu<>1hidalle gTandl vie consolari. Avevano resistito al clima, alle malattie, al disagi, come naurrashl In un"lsola.. to ribelle, che non aveva mal abbando• nato U paese o Il piccolo campo, legata La vanga e l'aratro hanno spesso dls– aePolto va.st cinerari e urne di terracotta, disposti In n1e simmetriche; e lo i;lcordo con quale emozione liberal dalla terra argillosa le urne. che contenevano oltre al'.e ceneri, monete, ampolle vitree, vasi lacrimatori. lucerne. nbule. monete di bronzo: il solito corredo funebre della. po,•era gente, che non Poteva pretendere alle collane In lamina d'oro. agli oggetti d"argento. alle' collane, agli anelli pre– ziosi. C'erano a casa mia, appese al tra.vi di un portico. due barche, un sandnlo e un caicco. da qu:i.nU anni non so, ma Il vec· rhlo zio diceva: e Se rompe l'Adige, si cllano giù. con le corde. E noi al rideva, ;:>trché l'Adige SEmbrava un fiume tran– qutllo. Lo vedevo chiuso tra glt argini al– :;att sulla planurn come muraglie - la muraglia clnese. In un giro ampio di cur– .,•e. che segna Il confine tra le province di Rovieo e di Padova - e cosl Incassato. nel me.si d1 e stanca>. malgrado• I vort.lcl e l"lmpct.o della corrente. pareva un fiu– me vinto. C'erano ancora I mullnl a pale. e.I tempo della mia &lovlneua. con la pas– serella che li univa alla riva, e in 'Quelle imbarcazioni ancorate, trattenute con forti catene, a:cmovano le mote, scrtcchlo– !avano I Iegnl, e Wl romor d'acque mosse o cadenti assordava fr~ot'060 dentro la cabina vibrante di quello scafo Immobile. Ma poco lontano. un nome Cla. Rotta Sabbadlna) ricordava che l'Adlie aveva, Infranto l'argine. dalla parte della. e pa– dova.na >, e di fronte alla e Rott-a >, Q:lù dalla riva poleE.ana. c'è una terra. che ancora. 51 chiama .a: I Sabbioni>. perché il fiume. nella rotta del 1751. vi lasciò ti <"UO le\,io di .sabb!a. Erano distese di terre Incolte, piene di stt'rpl e di erbe aromatiche, macchie di ontani e Intrica.ti boschi di pioppi, di ro– b.nle e di querce. E nel boschi. paralleli all 'a.ri :'lne, c'erano fossi Insidiosi: uno. più profondo. lo chiama\•ano il e Gor&o>. Un nome pauroso. perché legato alle sto– rie romanzesche del contadini. ma che ii~ riferiva. Invece alla storia antica del !lume. II Polesine non ha monumenti famosi: è ratto soltanto di n,pml che bi.sogna sa· per interpretare, I nomi delle c.'\mpaG'ne e del luoghi. dove si S\'Olsero oscure vicende di uomini Impegnali nella eterna lott.'\ contro le a<:que. Bel nomi di proprietari patrizi e di Poveri contadini; bel nomi dialettali che definl6cono Il carat.t.ere di un ani;:-olodi terra, e che avvicinano la toponomnstlca alla poesia. La moroslna. le Ouode. le 'Jlr<l'!le, la Maimtgnata, la Llt– t"aatét, la Pletrobe:1a. la Cà Rossa. 11Cuo– :-.:,,le crcue. Il Ftnllòn ecc... bel nomi di 11-- dl GIV§EPPE .UclR.CHIORI una piccola storia catastale, di luoth1 che ness.uno s3pr~b~ dt,ttn.uere nella. un– n1e.ru& pianura, dlse&nata. come una ma.ppa s!t.teeentesca. dal filari uguali de.1 salici. Ma essi dellm1t.a1\0 lo spat.10 più noto nlla mia fantas!a, al tempi delle prime scoperte, d!lle Impressioni più vive. del colloqui più immediati con la na.tura.. Allora andavo a caccia. conoscevo le 006e de! contadini, ml nascondevo tra I can– neti delle e cave•· che avev11.noservito a c':are la terra per innalt.'\rc gli argini, cor– revo tra I campi. respirando avidamente In uno stato di Ubertà tisica, l'odore tor- • !..e di terra e di foglie. Po~vo dire all,::ra delle sta.glonl. che segn8\·ano il passo del– le ·quaglie. del palmipedi. d<'lle allodole. delle beccacce. <anche gli uccelll seguivano U corso del fiume>. Ma potevo dire so– prattutto della gente che avevo lnoon– trato. indocile, amétra, di poche PArole. senten,Josa e amante del vino e delle strambe fantasie: Q:ent.eviolenta e alQuan– nlla solitudine, al pregiudizi, alle super• • stlzlonl, con Individualità di molto rtllevo ciel tipo toccatl-dalla-follln. Non è vana ret.orlca dire che Questa {:ente ha conqui– t.ato la terra. di zolla In zolla. con secolart: J)dzlenu. colmando fossi. scavando canali di scolo, livellando I campi ridotti a Qua• àrl o ret.1,angoll. dal disordine primitivo. Bisogna aver seguito da vicino questo ta,·oro di r:duzlone della terra a una ml• sura esat.t.a per cnplre quanta fatica sia costato. quanta anonima e sconosciuta fatica. Correvano fossi e canali sinuosi per le terre basse, e sulle rive. In duplici !!lari, crf>scevano vecchl.!.sim! pioppi e sa– Ilei bucati, aggrovlgllat.l, contorti. con !e radici sco))Ort.e e la cort.eccla screPolata dal aelo e dal sole. Quanti ne ho vlstl abbattere di questi alberi spugnosi sull~ rive del rossi colmi d'acQue stagnanti e coperte di lenti color verde ramarro. LI tegavano in tronchi, con le lunghe seghe a due manici. e li spaccavano coi cun!I di ferro ribat.tutl a colpi di mazza ndla massa rl"stst.ente, rlbrosa. e Penola (cu– n~o) e vin aiuta el segantln n.agllaleina.>>, d'.cono In Polesine. Ma pochi erano t f'ia– schl di vino e molto Il sudore che colava dalla fronte del contadini nel resto rit– mato del battere l'ascia o I& mazza su quel luno di stoppa. Dopo, si tiravano gli spaghi da un caPO all"altro de.I campi. si piantavano del pa– letti appuntiti a segnare I vul llveut, e con me di carriole si Portava lt. terra · dal punt.l più alti al più ba.sai. si raddrlz- 20.vano I fbsst: .sf scavavano le cunette al margini del campi e le buche per le nuo– ve plantaglonl. Dal caos lentamente nasceva un ordine geometrico: rordlne della volontà e del– l"lnt.elllgenza. Sistemato Il terreno. si co• strutvano le case, dApprim& modeste, con mattoni cotti alla meglio In piccole tor– naci e uniti Insieme col fango molle del– lt paludi, In luo11:odella calce troppo co– stosa. Le case più solide, dl una chiara a1chltettur.:1 rurale. sono databili, nel Po• h•siol", ali& prima metà del diciottesimo secolo: pn,parzlonate, &rmonlose. hanno f\J1<'heoggi un nobile a.spetto di dignitosa decadenza. Appaiono tra gli alberi, in un• prospet.t.h·a certamente diversa da quella aZJtlca, pcrche mancano le siepi di bos• so. t giardini. il viale d"lngresso. Ma esse dicono di una clvllt.A architettonica che si era estesa fino alle ca.se più remote: sorte ai llmlt.l delle valli, prosciugate nel secolo scorso, con le prime Idrovore a. va– pol"e. Dell'antica topognfla rimanevano I segni negli argini abh11.ndonatl e non de– moliti. nel canali non colmati. che un tempo servivano allo scolo delle acque vallive. em!.surl speMO dell'Adige o del Po: un lnt.rlcato labirinto di \'lottoll e i;trade di t.erra battuta, che si sviluppava tra la folta \'egeuzlone, dove cl si Poteva perdere come tra le nebbie autunnali. Di estat.e, iTIIII e cicale, cuculi e averle; di autunno, scriccioli e pettirossi. e lo tirlo del tordi, accompagnano lungo Il cammi– no, voci della solitudine polesana. Altra aente, molto simile a noi. aveva vl~uto sulle terre alte. la.mbite dalle ac• que paludose e mortifere: altra. aente 1weva lavorato e faticato, !or.se più pe- iblioteca Gino Bianco Oli uomini di duemila anni fa erano poveri come quelli di oggi, nel Delta pa– dRno. nel Ba-™>Polesine. E non tanto di– verse sono le cue di canna sulle dune. le capanne nelle va.lii o lun11:oi canali nel quali mmcera la vegetazione palustre. La ' conquista della terra si è sposto.La dal– l'Alto al Medio Polesine, poi al Basso, \'er~ le: foci del numi. che scaricano I detrlt.l nel mare e lo co!mano, creando lagune e RCQultrlnl. I..14;giùIl Unilo dell1' ,•!ta. dell'uamo non è molto diverso da quello dc1t·uomo antico. U Polf>slne si rh•elA nei diversi momenti della sua evo– tur.one verso la. civiltà moderna. C'è In– ratti un rrande di.stacco tra le condizioni del lavoratori di Lendinara (Alt.o Pole- 5ine) e quelle del lavoratori di Porto Tolle eBasso Polesine). Ma. I polesani hanno tuttavia del ca– rat.tert comuni che li fanno rtcono.scere, nella. loro strana. allegria di dbpcratl e di bestemmiatori. Tipi di vagabondi olt– toreschl ~no piuttosto frequenti, t!pl che p:iccioM al POCti In cerca dl anarchici e d'lrrea:olarl, ladri di polli, cacciatori di frodo, pescatori di rane, I famosi .-laz– zaroni-. di un romanzo picaresco plut.– t~to di maniera.. Noi Polesani slamo nat.l col piedi nell'acqua, attanagliati dal reu– mat!sml e dall"artrlte. ma con l"Idea di non temere l'acqua. di averci anzi mol– ta confldenz.a. malgrado I ricordi o le memorie storiche delle piene e delle rot– te del .secolo scorso e di altri secoli più lontani. La auerra era pasat& tra. I due numi senza buttarne tlù gli argini. matrrado I bc-mbardamentl a tappeto. Le bombe li avevano colplt.1.aprendo larihe buche In– torno alle teste del ponti; ma 111uomi– ni erano accorsi a. chiudere le falle, a. GrJSC'PPE MARCHIOllI. (COnhnll4 e pag. lOJ ~' ~< _,é -=== ' ~-. ,-- .... ....,,===sa==;;;:' 'COltRADO CAOLI - e Poluhte aU11a\O >

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