Fiera Letteraria - Anno II - n. 52 - 25 dicembre 1947

6 11 dramma in prosa è c;ipace d1 <larci tutto I c.iò che ai può richiedere allo spcltacolo tea– trale? Ad onta d1 tutto quel che diti!, non si potrebbe più scmplicemcntte pensare che il dramma poetico è un anacronismo e che 1n prosa Sia i I mezzo di espressione p1 l: adatto alla scena moderna}•. Ho già detto e sostenuto che un dramma in veni è una CO!!..'\ totalmenlc diversa da un dramma in prosa che venga riscritto m veni. La ~sio in un dramma in versi è d'una .sp.cci~ affatto diversa dalla poesia • I SAIN'f E non-drammatica: ed allo stesso modo l,ef. ~ da) IU foblm1io. gfornu i11 euj fu liuilu ficacia d"un dramma in versi è diversa da di ~::mlJKlro qt1C6.IQ \"(),ume. alla 1 1:ua di quella d! un dramma in prosa; possiede le que:s.o nunh:;r 0 dclJ:.i ficru. C tra~('O~ò un 5Ue leggi particolari di struttura, pur se fra J>èriodo di rnmi•O uti:lc non :t 1111; 1 nolizi;i queste ve ne siano parecchie che valgono nm u llll inlCt,o sag'j!iO, rJUt."-1,0 ri1ardo C du. anche ~r il dramma in prosa. Ora sarebbe ,,u1 0 0 una di quelle 1c11u1c. :qljluntu. ri1ar. impossibile i;;piegare la differenza tm un date i,cr llll::t nec~~itia loro, e non c~lern:1, dramma in prosa e uno in versi a chi non L"iLcggihili1ia di t1uq,:,10 libro. Jler noi. in è ct1pace d1 apprezzare_ la ~ifferenza da ~ I cu.i Carlo 8 0 ha trofa10 un µ.l!ltcre u1ilc di stesso. e che non sappia d1sUnguerc da se '' lcll'Ore ingenuo ··. come ei;li di(;c. si.i 11cl• e~& il part·icolare tipo éi piacere ch"egli ri. la :ma ricch.e-..i:z:.1: nella tr(1pp.t :.eduzione dd cava dall'uno è ~iverso ~ ~ 1acer~ c~c r;_ ~uo i'.nviLO. Noi, da parte nos1ra. 1wtrcmmv cava. invece. dall altro. Non s1 potra rispon• indicare lllla M!l'ie tli opere 11110 i-tè~ modo dcrc alla domanda: • Qual'è il merito della ille ~gibi.li ,: dai raccot11i di S:1l.1rnri i.n cui la poc81a), se e~ è mossa da persona sprov• hmt.a.li1ia delfa7.zlllT'() tlè~i O,·can.i e <lei vt..duta di sensibilità poetica. E.ppure io ere. c.ieJj orie.nt.il i era un vero 1ormen10 per il do che moltissima gente, fortunatamente, CO· 006tro cuore incapace 1li1 ec:onomie_ all\, Ar. glici, un differente piacere dall'ascolto d'un le <lòlln pw,>la ». un trattatello di metrica dramma in versi e d·un dramma in pr<»a: dd Cttlcnsi chi, ci fo~va i1111>allidirc, in cd a costoro è forse poHibile :esprimere cd <1u.arta Cinrua:Uo, da vani i agli 61.:hemj delle uemplificare la differenza In primo luogo rime, fino aU.i Scienza 11uUvtt. alle J>cm;~es. ai deve ammettere che ci ·so~o .1lcunc coee all'o Zib11ldone, tutti Hbr-1 la cui lctlma non che un dramma in prosa può e aa risolvere è sostenibile che a ripre.se: per una llUC.:· meglio che non un dramma in ver1i. Sereb- sità t·he vOrremmo senz'.altro dovu111 a una be impossibile sostenert~ il principio che 11 SJ>e«·ie di islinlo di OOn.."C.n•azionc. se r..on concetto cli grande dramma &la inseparabile altro per il 1imore cho etoSi f'i incutono tli da quello di poesia e che tutti i drammi averci 10:talmente p.reccdu_li. Libri davan1 i a 111 prosa non sono che il frutto di un in. cui ubbiamo sempre .se.nlllù la 1,ura rt!aJ.iO· g-egno inferiore voho a soddisfare un gusto ne del buui~uore, e di eui 1101_1_ lct~ainmu tlì mfc.riore. Per csprimerc Laluni piani della conf~e d1 non aver lcuo J)lll d1 una pu· reehà. se cosi J>ONO dire, alcuni aspetti del gina ~a _volta, e fOl'"semeno. ;"~nten!lo,•j in. vivere sociale la prosa è il meno di gran <'AJ>OC1 il.t sopport31:n~ la verul:I. \ .nr1kn1c lunga P,:.ù · a~o: è il più appropriato per "'.~l°:4~•.t d~lu venia. Con ~11~,1.0 urtl,1:é '. la commedia aociale nella quale noi siamo pm mfida .~Ctoheu.a questo S.a1111c•BCU\e •·1 tenuti .a riconoscere e ad essere dilettati pro- ha aR?°rt?.!.1 ~ ~ l~turn. _ 0 J>t!rla a tulle le prio dal conlcmplarci nel nostro comporta· J>art01:1~,10~1oru1mnwgmab!h: a µarie la ~ua lo t N I s11ato la comrnedt.a ha eaJ>acua tUIIJ• fr.tJl<'et>e eh entrare :.uL1to. :: re e:=o~el :O:" sviluppo a trasforma. senz'al, re me- :lia.zi~ ni, :al ~cOn~l_o ù'. 1e1z_o ,e ii verso ·in roaa. mi eembra aaea.i pro- m~menl~ de.li~ .cosc,enza. dove I mcd 110, ~I bab•l.e che 8C ir dra~ greco avC68e con• 1mmonhale d1~1ene ~rmuj oggerto_ cli un da- tinua tra.sformarsi e a svilupparsi per SC01"so nlnu .. "no 1l111~1~wn_1e medio ! 1>rOce~· a1:Ì: • • . I d" C"ltl • 60 tla\•anlj a cui un 1.tal,1.uno dello 11os1ra qu e aen«:'azionc. in rogo 1 =- arsi ~>ecie non può che seuLin:i intimidir ..,. i: a un determinato pun,to, a e~ . gte. l'ainhito stesso emro tu.i <1uceie 1,a~inc si ca avrc.bbc finito coli ;sscre ~rii~ 1 1:' .7 &volgono rhe è carico- senz'allro tli forli .-.ug. --- ~_J- nonh aono ., ~ 0 ':t_· ~unu bpl I Jt~tioni: f'i troviumo in que1l"uunotofera sag. comm.eo.1c e e ~no . P•~. . tt, a a P~, gisaica in cui. ~ --a. i fra1l<"eSi non temono ma .anche alcum altn !'PI d1. dram~ e in rivali. ma qui il. p.ru ;tiche 11sfrologic1J·t!S e· particolare q~el che •1 ,convier:ic chiamar 1 ~ t.ioo è più rilit,•ato o is-olnto che mai. 1ur. col nome d1 dramma ideolog100,. spce,1.a bando il lettOf'"e co.n la .::Wl ~ti1·i1ù inc"e-5· men_te quan~ i_ldrammaturgo poati.cde llna sante. H l)hlr-ologico .., l"esi.c:ic•o di Sa:n1c· ptttl1colarc 9pm10nt" attorno alla_ vcntà della Beuve IM>nO poi il SllO moderalo naturuli· quale egli inten~e penuad~re 11 suo ~b- !pilo e, a iiuo ~11510,che è quanto ,l:n·: " blioo, in_ lu~ao dt u~ pa~acolar_c cmoZJOne que,..'l.o felico eonnuhio lo t:ondurrà alle pa. che desidera comunac.arah. Noi J>OMlamo p:ine dei Nnu1,-eaz,;r Lmu/i ~ (su Cha eau • quindi ignorare il problema •e i_l dramma briand e Gautier) che i·] Bo raccof1.lie inii· in versi sia .superiore al dramma: m pro~ e tolandoL, aL s,w n1e1.odo: " qni, dove Jte1Hlc fi9Mrc. invece, _la nostra atten:z:aon.e aull al- una c0n1inua e deliziosa minaccia di tLvo– tro che si pone la domanda: • In che coaa g:azione e di- i'tnprovvieazione. eniri1uno in differiKOno eHD JL un ramp,o dov~ t.Ì 1lù l"c1·1un1.iont' QtCSt'r1 1t1• :wne moralc,...,ciNua degli ."lpiriii. f'On et:,re· Struttura musicale del teatro ma lievità e eon una turi(h..~1ù rht" o.vrelJl,e in versi Dirò. tanto per cominciare. che il dram· ma in vcr~ rinun:z:ia. •d alcuni argomenti che ponono e.Mere espr~ da.I dramma in p~a per volgc.ni alt. ricerca e&preuiva di argomenti che poaa:,no invece CNC.r •ianifi. cati dalla mu.sic.a; e che un dramma in veni di aalda fatlura poM~de una stTuttura .nuaicale cosi come ne pouiede una dram– matica. ovvero s,arebbc me&"lio specificare che Ja medesima. .uuuw• o diacsno è e.a· pac.c di effetli tanto drammatici quanto mu~ aie.ali. Per dirla in altre parok. aggiungerò che 11 dramma in versi e quello in proso hanno ognuno, come obiettivo principale, il loro piano dj realtà coeì come hanno il loro proprio t1tgomento e campo, e eh.e essi poNOno ohrepasaarsi a vic.cnda i confini e ocnuno compiere, in qualche misura. il la– voro proprio dell'altro. Ma il dramma 1n pl"ON nob può m.nntenerti troppo divlanle dal piano del no,ilro ordinario vivere socia– .:,. e.o può mostrarci questo nostro mondo da. un dcterm1nnto punlo di visla, e ooii rendere più penetrante la no&tr.1 pcrcczJone, puÒ Accrescere la no11trn capacità d.i cono– scenza mostrarci aspetti ianoti di questo monc:k,. dei rApporli fra pcniona e pe?$0na e desii effetti dea-li uni sugli altri, e ar• ricd,ir(': insomma la no.stra gente ptù che non lo i'pettacolo ordinario dclii\ vie.,. I per– to0naggi :tOJlO 1ndiv1dui ticpArnti e diMint1 che pa.rtccipa.10 nllo &IC..180 genere di esistenza del quale noi i1amo per sohlo cosc1.:nt 1 - Ma oltre il filo delle emozioni clawtfic.nb11i e definibili della vita di ogni a•orno cs1. !Ife una sorta di appendi« di estensione in– definito e di scn1jmen1i che noi siAmo ca· paci di QNC.rva,e. per così dire. oltre la coda d.cll'occhio, ovvero in momcnh di dr ~trazione. qu~l:1 appendice può essere rap. presentai~ in una uzionc drammatica !!Olo al• 1.raver:90 la poesia Nd dramnw. rn vcrs!, co– me in quello in prO!,,,'\, non è permesso ad alcun per~naggio di ei<pnrncrsi in modo contrario 111suo carattere~ ma 1n un dram. ma in ,•crs1 egli .$1 può esprimere anche al ,/j M del carntlete e quindi introdurci tn un mondo di sient1ment.i dei quali noi siamo, di lk>lito inconso.~. Un dramma in versi, in .10stanz.1." può esprimere mediante le parole, determinati :fCill11nent1 che snrebbc ahrimen• t1 -tmJ)O$::Jibile q)munic:ue "<" 110n con I.:,. 11\U&ll!ll Analisi della prima S<·cna cieli' "Amleto .. Penso che ù m1gho1 modo d1 rcndl!z chia• ro il rruo pensac:ro sia quel'.o d1 11naliu.ore un esempio dt c0$l1uz1one poetica. tolto da un:ii scrnn d, un 51:rnnde e f.:tmoso dram. m.,. d'un dmmma che, ~u1 nclror-igmn.le che an rraduz.onc. lut11 conoseono. Tale. sccnn co– tt tu18Cc un buon e;&<:mploe J)f'rchè è la pri ma KCn.a del dramma. e quindi c:ade in- fotto irwidio al Uaylo. il cui ~i111~-Deul'e fiJlvidie: ro6Ì eho la fiduci:1 che nn FiOmG (i le grandi famiglie ,Jcgli epiri1i t' I~ loro m.agg'-ori calegorie saronuo detennina•e e co~iute. .. », 0 le an1tntnzioni n<'uli!!'"i111,· :;ui tipi. letterari. il 1alento giovane. In Je. nderu.a ecc. ll"0\'1100 un'in1Pf'Ovviiu e -!m• nanzi tutli j momenti di maggiore inten• &1tà poetica. e perchè non è una di quelle l!l<:ene nelle quali ci si debba aspetta.re cho l'clem.!:ntO poetico l!IÌ.'\ il più significativo e pc-rc:hè essa è, dal punto di vieta dcll"abi• lità leatrale, un effic.aciuimo inizio dei mo_ mento eh.e intona pcrfettamc.nte il dramma dandone qual'i la chinvc e incatenarnJo su• bito l'attenzione del pubblico sull'argomen– to centrale cli esao: e, da ultimo, perchè si tratta della prllTWt.scena cL A mieto, Ciò che si fa notare dopo un-nt1enl11 lc-1.. lur- 0 di qu.es !a scena è la l!IOrprendcte capa• cilà di variare lo stile in una si\uazione in cui nulla. è aupcrfluo, T11le varietà opera su noi nel mentre asl!lit11i1mo Al d.n,mma: ma noi non ne siamo CO!M:ienli, I primi ven• tidue versi sono composti con le p!Ù ~m– plici parole e col più casalingo linguaggio. Per giungere a.l punto di saper deUarc quçj ventidue v~rsì. Shakespcar~ dove.Ile spende• re p, arccc.hi anni di lnvoro per il tealro: non troviamo nulla i tanto &emph~ e in· s• t.me di !()lido in lutle le sue opere prc. cedenti. Occor11Cro a Shakespeare anni di fatica per Nlluppare il verso diremo cosi colloquiate ohre il monologo del pcrsonag. gio (dove In scmphcilt\ e modesti"' del !in· gUAgg10 è qualcosa da ciò che tlOi tendia. mo a conoscere} in un v1vo dialogo dram– m<1tico. Ne$!lun poct.a. ha 1na1 composli v.:,, si dramnml1c1, 1) quale. prim.'\, non nbbio S.'\)>Utoscr!verc ,-crsi che siano, come que. ~li, t.raspLrcn/1: voglio d11c che vo, siete por- 1a11 ad .1scoltt'lrc ìn loro non la poesia. ITil? il aignifìcnto. Quando udite I primi versi d, Amleto. non sapete distinguere Se 1 perso• no.gg1 pndm::, 1n vcrf() o in prosa; quel che d1~1inguetc d'un subilo è. invece, la fredda notte. gli uomini di gu11ro:n_ Il ,•crso opera su noi con un eHctto d:He,ente da quello che !l()rt.ltebbe In pro~: mn dò di cui e.I rendiamo conto sono gli ufficiali della guar. d:a sut tt.rrnpleni di E.lsinore e la previsione d1 un qualche s1>et1a.colo terrificante dt li1 da venire.. Ci sono. •enza dubbio. !,'\luni mornenh nei quali 11 ~ta. dra.mmalico ri• eh.amerà l'attenzione :;,ilio ,ola, po~SI.'\ - e c'è un momento d! questi. propno in que- 1!4,1 --cena ma il grande poeln dr.1mrt4'\riCO è. colui ii quale può farci d1mcnl:cnre. al mom.cnlo opporluno. chr e.s1s1a una qualche d1ff'""1enza Ira la. poesia e In prosa Dal brusco scatto dell'1niz::o, appro(1r;alo tiì pt.uonnggj degli uomini della guardia, e c:hc tutta,·,a non bada a espr.mcrc un par. I.colare carotiere ohre ciò che è richiesto FIERA LE'rJ'Elv\H IA L I B R I • ABBIAMO ricevuto: BEUVE . 1 ANG.tJ._0 LAGAKIA: Un nuovo i;.orno. paragoni l.ra falli J"M.>Clit•i e Fnui 1wtura!i. l:S' tf rl 1947 Pi.Hut % L. 11)() 10111c il man .. •. la f>iOggia c1•1• .. f'lac il Oo ha igno 1 -e , _ • • • • • • ridono r1I minimo· di 1 ,;(I _ di :iltio f'i J)'IT• Sono dJcc1 canti preceduti da una rebhe tnuti.lc e ~ffcn:-i,-o F,li f:m·:: 11~ 10 inutile, notizia, che .iecanlo a mo/le _in- ,,1.o,io. tf-t. <( /euori ingenui IJ quali ci $.l·n• gcnuita, . rwclon~ qualclie not~ felice. l,f)lint legj!crcu.:, in :111t!ddot? t.'-Onte <111cllo ,lcL 1:, ,sorclJa .li lfo:iumareh:iii.. Qu~i;1 lcgvc– rcua d;-e )'>1.>-itclr.1 1•oe-ì~1ringerue nel cuort· tlcUc t-Ose t"hc ~m!Jr:a :iddiri!lurn ,l:1re :1µ:li aqrQnacnli f'hc tralla un ni1ore d1e 11rim:1 nor1 C(o ;hl.ev :1. in quc"to volum~ ~i rciilia..a t.-Olllp-iutamt·me col µ:iro 1•crfcllo dcli~ 1,:1gi- 11c su Bnyli•, do,e 11011 e·~ 11ulh1 c.hc 11011 IM.!.,;t•hin.elJ'e,•itlcnzinJir:'1 1lcljt·c,,pre..~o: un:, ventina lii JH1iti11c111cmor:1hi1i. :ilb riccr1·:1 del 1• tic fomiglim·c. il. -.orri~"o ri,•clmorf' la -tcalfi.1ura irdc.lìnibil,~ 11. S:aintc•Beuvc• ha qui 1·011,·rc::110 b, st1:1 idc.:1 di 1 <i rilralld 1·:1· WrJlc ». e cr,,di:11110 di non err:.lri" tlicc11dr. l'ho lu ,-ua ma~,.:iore grandezza 1:011:-i:.-t:l a,,. flllll(O io flll(!.."10: r•e)l".l\ C.rf' : C0111UlliC:tto in– fallll " il ~rande p·iaecro (·he si 1>rova jn que.'>ia specie ili dutli :-egrcLi ». Piorerc ,·hc. corne d.i,•cv:.mto ~opra. :..i noi finj~ce col IO• glierc il ri~1,:ro: for~un.ilamcntc qualche p. .H1.:,;:1 1111ch-,in q111.-:.t1• lcllura ci è f'Ollt'C:,,Sa; so,1.0 i luo~hi che Jlef nl)i sono dh•c11111,i oru lcJ:,georme111c :u·r:uh·mici, ,·<.-rti. 1110\io rari. tiamo. Pn-:-'1..n!Cr,~millo ill\CCe qua.lA-14,- ri,-er• qualclic 1 mpro«w1sa a_periura l:rica e un va sulla palina for~ 1ropp 0 co111emp!lrnn,,a .sen!iménlo &emprc v,oo. 1li11a :t] IJ,r 0 tlai Li1oll dei p:1:,::-,j (11 Condi- zione t!el~ 1 poc-.ia t.> i< Mor:.dc O (c;ter.ttll· M. H.. ~tHAKUI: La vlla comincia. Carab. ra I), 1, Pi•r un'an,· t11m111.1 o t!CC.) e 1111ind.i ba cd. Lanciano. Pagg. 340. L. 550 i11dirct111mcn1e. in 1ale ~er~o. auchf• .J:afln ~c·c.lrn: ~i lnlcude 1·he a <1u~1u il Bo C ~1:110 nccese"iWlo (foll'i.111e11zi<1110 d•i offrirci un Sainlc·l3éu\'1~ il mcnn l<·;:=.gcroe !I meno in• qu.icll• 1)0:,,,e"ihile. u il meno ,rclli,•o: ic ~i t·apisce l'Ollle lllh_...,,10non ~i:a ?-l't•tt\1"1•111••. O• mc tlum1uc )a ,ua ,·ocu po,-.-.a :uu-ora o~~: ri1on1:an·i [n 1111 ~n.....u di vira ... 1). ,, 1wl iH••· 110 tic.Ila :,U:l ~Ol'l:l.1!1'.:I utuanu: U t... 1 Jlt."TSOllU um:tna ha a, ulu in l11.i 1111 .-ervi1ore .:opl1.:11• dido. un ~1.·n itorc. p-0na10 .-111'invf•nzlone I), PIER PAOLO PASOLINI C. A. S:1i11tc•Bcuvc <• Teoria e niti4•a ,,. .src-hue int.roduz:onc tli C. Bo. 1r.1d. di G. Tro\;lli, (Voi. n. 8,m1piani. Mii.ano, 19'7. La filosofia di Hegel L'opera che esaminiamo è di un noto I bili, in uno parola la nuova dialetticn (ca· studioso russo adesso res•denle in Svizzero pitolo 6) conducono al concctlo della perle. il quale se da un lato rlenc largamente cor,• ztone e della concrclezza speculativa e or to della eccez.Ìonalc pcrsor,alil'à deil'Hegel. I ganica. neUa quale poi l'autme si sforu dall'altro è rimasto un po" vittima di un forte dl vcclerc famo1e ct.iat.iar,'o, ricavalo dal pel'lcolo, <"",uc.Ilo di vedere la vastissima opem Vangelo {cap. 7}, e ad una serie di argo· di Hegel unicamente sotto un determinato mentazioni sul panteismo e suU'acoamiamc profilo, in quC9to ca.so di un teismo COntem· hcgeliani (cap. 8). plativo. La tenacia, d:rci quasi l'oscir..azio. I Così si conclude la prima parte princi. ne. con la quale l'autore persegue questo pale a1Ja quale 8cgue l'indagine sulla vita scopo lo portano più di una ":oha a fare! creativa del concello, ovvero.sin sulla • via ù. • dei grandi torti al fìlOM1fodel davcntrc. con Dio , Dalla perfezione precedente alla cree, la conscgu~~za che .. mal~a~ la s_ua p_ro_-' zionc: che: è la perfezione dc.Ila logica cor, fonda erudizione e I anal1a1 cli ~uas1 tutt, 1 tutta la rtcchczz.a delle sue idee (c.ap , 9), problemi sollevati dall"opera d, Hegel, la Dio passa. al1°cai11t.enza ne] mondo con il sua opera noJ• può in definir.va c8&Cre col- ' suo caos e con la· ribellione del!'• elellllCnto locata alla pari con le grandi o~re • ataw I aensU,1111e » che dà. luogo nlla .,Hcrenza dard li m.cnz.ionale all'inizio, • (cap. IO). Dio inizia una lolla per il mondo. L'autore espone dapprima le particolarità contro il mor,do in quanto caos e con ,il del pensiero hegehano nei rapporti con la mondo in quanfo cosmo, Da queata lotta nostra quotidi.ana espcrier,z.a del mondo nasce la realtà di D:o (cap. 11) e laddove (cap. I) e con il ,no'fflo nonnalc ra:z:!ocinio I il !11-0ndo_ di e'MCfc di Dio ai realizza in un.a (Cl\p. 2). Rileva poi quale uso delle proprie wuven.ahtà ~u.lariva ,e .in una concrc– capacità spiritual~ lo atudioao di. Hegel dcb~ tc.z:za epeculattva. g'li ck:me:nti del oosmo ba fare per Q"iungcre all'originario alto del d,mno delle immagir,i di Dio quali l'orga. pensiero • logic:uante li (cap, 3) e qui la niamo .naturaJc. lo apirito umano, l'anività polemica, a volte non esplicita. con Se.ho· dello S1ato. l'opera d'arte -e la religione ri· penhauer. S1iruns. Jam.es, Hosm11.1 r.d nl· ve.lata (cap. 12). tri ha dei momenti puticohumcntc intcres· GIUSEl'PE Lo Vli.KUE -.nti. Dopo questo che Ai può oonaiderare una lnltoduzione. l'autore si ,propone di eaa..mi· lwon lljin: Vie Ph 1 l0$0phic Hcllcla al• na.re ~I • eone-etto li oggellivo, vivente e crea• Konremplat,vc Gol.tc•tcl'lr~ A, Fronckc Ver– tore che &eg1.1cleggi proprie e coetituiscc La I la11. Berna, Pasg. •32. ur..:Ca l'C&!tà ric:onmciuta da Hcgcl (cap -4). Lo spÌepn.i di qucato concetto fra funiver. ,r'~· aale e i1 particolare {c.ap . 5), il suo eterno f~ -i•::1-,:!.!JJ a.pparire in conl'THti provvisori e supcrn· dalla t1tunz10ne immediata, il vc.rso trapasaa dolcemente. in un il. tempo II P'ù lento. dopo l'apparizione 11ulla scena dei due nobili di corte, Orazio e Marcello: Orazio dice che non è 1c non la no1tra !fantasia ...- e questo • tempo II s'mtcn.sif1at ancora di più all'apparix.1one del f,rnlasma reale. al SO• Jenne e sonoro. Clii ,cj fu che: Ufftff~i questa porle della lnoltc ... Con quel auggcrire una nota di m.,cstosità nel verbo u•urp,or-e e nell'a.llusionc che obil– mcnle ci richiama nlla ~rsol]a della qucfc esli è il lanlas.m.a: Co1ì corrugò le ciglia egli una voho allorchè l'n un iro10 colloqu1 0 Abba1tè ,iu/ ghiaccio i Polacchi nelle "loro l•l~te. C'è un subito mulnmcnto di ritmo nelle parole di Orazio al fantasma, nl(a "SU.a se. conda appariz.ionc: questo ,1c1npo, stacc.ato è interrotto da • Noi gli focdamo torlo, esacndo egli co1ì lmoc.slo.so A far mo,tra d, opporgl, uiolcnzo... • e In sc:cna è risohD da un11 serie di versi che noi ud:omo come poesia. Marcello dice. E,so è :soonito :sul canlar del ftolfo. · Vicona alcuni che ogni qucrlvo/la ,·appro11ima [ la .stagione In cui si celebra lo nascita del no1tro lSaloalorc, L'uccello dell'alba canto lulta la nalte .. cd Ornz:o r1.sponde: Così 110 udito e in po,1e lo credo. iv1a guarda, il mallino, Oeslilo d'un manto [rossigno Cammina su.Ila rugiada di quell'afta ca/le l volto a.l or;cntel; Ponomo tc::rminc alla noslra guardia Ora io ctedo che tn lutla qucslo scena esi$ta un disegno musicale che diriift ,. rnf– fon.a J nostri sentimenti. nllorchè noi ani· stmmo ;1,( dmmmn, senza che no1 cc ne nv. v-cdiamo. Ho o~rvmo che negli ultimi ver• ei d1 Marcello cd Orazio c'è un deliberato ern.ergcre del poclLco dal contmgen1,. Quan do udiamo qucNi veni Ma guarda, il mattino, 11ellilo d'un manto trONll'ftO, Camrn!na .sullo rugi·&/a di qucll' alto colle .[ voho ad ori'enfe; noi veniamo sollevali, per un istante, al di IOpra del per80naggio, mn scnut per quceto provarl! alcun -.cnso di improprietà per il fallo che è Orazio a parlare. Il mutomento di tono e di linguaggio. in questa 8Cena. obbcdi~c a una logica mu31calc così come o una logica drammatica. E.d os&crvlaf"lo inoltre che i due versi di Ora.zio che 10 ho già citati due volte. sono preceduti dr, un verto del pili semplice linguaggio che p-olr"bbe: e11s~1ein3leme venio e pr03A: Così 110 udito e in porle lo crcdv e sono 'kRuili. subilo. da una breve bottu. ta che è a.p~na più d'unfi stage direcllon. d"una didascalìn: l'oni,im10 termine aJ/a noslra suardia. Il doppio di~Pgno dran1matico e ruu~icalc Sarebbe rntcrc.,;-s.:mtc esaminare il proble, ma d1 quel che potremo chiamare il • dop– p:o disegno • - dramrnatico e music:.ale - d1 un grande drumma poetico Penso che un CSitrne degli ul11m1 drammi di ShakuJM:n. rl! rnost·rerebh uno sviluppo HC!:mpre ere• Kenl(' ntlln complete7..zo e nella compless11à del d19e'gno musicale di eui intesi come i11- sieme: ho !IU-ltn una 801n .eccn,1 d.- un solo drnmma per brevità e chinreZVI, Anche nel. l"Am/cto, in un dramma. cioè, che prcaenta una gran quanllli1 d, quel che Si suole riten.erc J)('r d1fcttosa e irregolare cosl'ruzio– ne. non SO lrovar nulla che 1>0ss.1 c8Scrc ome"''IO t'ome superfluo o 1rrilcvan1.e. Quan. do v1d1 per J., primu volta. 11 drammo rnp– prcscntolo 1ntegrnlmcntc po1chè la mag• gior pane delle t"dizioni 1e11trali d1 A micio sogliono omette,~ pnrecchic- scene mi sono accorto c.he le parli 110li1amcn1e omesse ero• no indispnsab1li come le nitre, il eh.e è ns_ 8.\1 difficile a !piegnra1 facendo perno trui prmcipii che rrsolercbbcro I drammi 1n pro• sa.: e, tonto per fare un esempio, lu 11ecna m cui Amleto. ,ul punto di parl'rc· forza. lament(' per l'lnghiherrn. 1nconl'ra Fortebrnc– cio d1 Norvcl(1u e d suo esercito mentrr innrct,\no {1\10, volm della Polonio, Un libro attento cd intelligente sulla psicologia del j'anciullo, .slud.a(o in lut. le le monife5'azioni della $ua coscicn• za .sorgente. I:."' unG.• guida. oltre che un:mdag1nie;,, curalo aa u-na $f>'!:l/l.1,~– sla ben nota della matcr:o. L'edizione, molto curata, .si OQQa/c oncl'le d: alcune riprodu:ioni fuori te.sto. CINO FUNAIOLI: Sludi di letteratura on• 1ica (Voi. Ili p. Il) . L.anichelli Ed. Bo– logna. pagg. 340. L. 600. La vfrtù si,ifcmolica e critica di Ci. no F unoio/i non ha bi:sollnO d, prcM!n• lozioni od hoc, in oced&ione di que.slo pari.e della 1.ua opera. Diremo che an– coro una tJolta ,I 1uo gludizio e la pro· /ondità di .1tudio ci hanno\ convc'nto appieno, riscattali come sono da 1.-na .sapienza letteraria. S: vedano co.,ì Rii sludi .su ùra:io uomo t! poeta, dove 11 .so11gio cede il pauo al rilratto; quello .tiu Camilla e i Galli in Tito Urlio, in cui i/ ri/o– c.•rnenlo e l'esame si riuni,cono in uno nuooo aequer.za d1· pagine; quello sul camic :secolare dell'anno 204 a. c.; cd infine il commouo ·• Jn memoria di Ea– Renio Donadoni •• che pur riaentenda di. neccnilò oralor:)e, è san.ore ..,,_enuto e controllato oon ingegno. GIOVANNI MASTHOIANNJ: Teoria della slon'ogro~a adul Co e fclterona in 8. Cro. cc - Ca,a1uaru. pagJ. ◄ts, L. 275. Un volumetto che con acric.tà di ar gomcnti e rcucrentc oio/enza, affronto un problema del,colt:s..~mo nell'opero del Croce. Seppure qua e là scola,tico il cx,lume ai laacia leggere per la ~IJe .:hc la anima e Ocr la .i:cnc!à dello •tu Jio10 che 1i avticrle diclrn di euo. CAJ{LO BA.ITISTELLA, La buona aom– pagnùl. • Mariani ed, Milano, p.agg. 208. L. 300. Un uolume di liriche di buon.a i~ .itura. attente alle .-,ade ed agli .:i,. ,iegnamcnii della lirica itolirJna confc,n,– poranea. A ciò non oonlralll'a un oioo attcgg,kJmcnto poetico che s'inaerì.c~ in un dcftd~rio di modcmllò. con una nota aempr-,c pacala ed umom;•. I /empi ir gli ,ip,a;:;i aono. oon i aentimcn,i le oc. oa.;onj liricho del Batli~clla, u,; uomo, come cri l'Io ,;11Clato la prefazione di Luigi .. Or.sini_ amante dello poc1io BO" tiluomo /riulc.•no. occupalo nello v:·10 da tutt'altre CO.le che le mux. Que.,o ti •uo pr-imo libro " pubblico •• otJCndo giò egli stampato piccole roccohc liriche In . edizioni di poc:h: e•emplori per gli amici Necessità di un buon regisla e di una buona compagnia Ho noia.lo di fiOpra c.!1c ix:r ottenere il succ:c880 d un dramma tn versi è necesaerio qualcosa di più che non un poeta dram,. malico: è necclJSario, cioè, anche un buon !eg 1 sta, una compe,gnja di buoni attori e, infine. un pubblica preparato. Anche altre cose sono necea&aric: ci doVJebbcro es.tere parecchi pocli drammatici nel coreo di pa· recchie gcncraz.ioni: almeno una gencrnzio. ne per dissodare il lene.no e un'altra ge– nerazione per portare la nie8àe n maturità. Non posso fare a meno di considerare me e gli altri poeti che tentano ora di scrivere per il tculro inglese, ahro che come una genertnione di pionieri, la cui opera deve essere giust1fica111 d"i 11011ri discendenti. Ed è anche po&eibile che una nuova gencrazio. ne !rovi delle condizioni anche più dllfie,1lj per portare innnnz.i l'opcrn di quanto non le abbia trovute l.t 11ostrn per mettere le basi. Quanto a m!:, poco ,n'importa. in quale dei paetu europei fiorisca un nuvvo dramma poetico, purchè horisca in quolcuno di essi: dal momento che tutli noi ne trnrremmo giovn.mcnto non mcli..: conto in qual.e tra. le grandi e belle lingue vengu ~tilla nnco. ra per lu scena della grande po.cs: a dram· rnatico, E se non ne sorge alcun,1 in alcun luogo, ciò t'1g11ificu eh.: sarà avvenuto qunt. C08fl di più grave che non l'invecchi.o.mento e ndclirittura la scomparsa d'una pnrtioolare formu di alto trnllcnimcnto spirituale: la fine del drnmm:1 in versi 1Jarcbbe una grave per. d11u 8pirituale 1>e.r l11 civiltà europea, e M· rebbe s1nlomnt1c.a di quolcosa di rnoho più importante d: quel che pure non sembre– rebbe. n pruna vÌ81J, Mo 1crrn1ncrò proprio a QUe11to punto Spero ;dmt"no di avervi persuasi c: 1 1e. i:id onln delle Qrnvi J1fficohà per ollcnere un largo suc:c(;M!O d1 pubblico 11 uportare la poe~in a teatro è: un'im1>ro,; dt"gni, di lulli gli 11forz1 di cu, son,> c.npnc:1 1 po, ti del 110,1ro lcmpo, l;. cr('do nncoHI che 110n cj sin m1ti starn uu'e.P<)('.J nell{I ciun. le l'opero dei poeh '1:11 slato pili importante <l1 quanto non lo .4ia (11 nostri giorni: ccl è proprio al fotto che lo scriver versi va d1- vc11U\ndo sempre più difficile ogni onno che p.usu, a sollolineore lt1 ncccssi1ò della J>OC· a111, '!on :K>nosohanto le ha.a!. mnleri,,li ddl:1 nostra sociellt che sono indebolilc: perfino I~ finRuc dello civdtì'I europea sono in g:rnvc pencolo di clccndcnzn

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