Fiera Letteraria - Anno II - n. 20 - 15 maggio 1947

FIERA t.ETIERARIA 11 Pagina milanese L' A S C E N S O R E chi compra e chi vende. Ma mi piace e a lei) - Oh per mc - rispose, - fa lo sles:,o. Ci .iringcmmo cki fa.rei male. La. mia ve. letta ai mosse, ci guardammo nello specchio. Presenza di Ungaretti Lo .era di aabalo 19 aprile nei locali del Club dc/r Arlecchino, sopra il •• 8:f!i.", in Galleria, ha auulo L,ogo, con una Jesi.a mori. dana, la proclamazione del nome degli aulo. ri le cui opere .ano .Jajc prc.celtc Jollc giu– rie di primo grado ~ f'tr pubf>lic:azionc ,e. condo il bando del conc:or10 Mondadori per un romon:o fra i gioi>oni leltcrali ilaliani: il pr~io, /ro le Ire opere pubbfioolc, i>crrà as– segnato da altre giurie entro la fin,c di quc. •l'anno. Dopo che Vigorel/i, che /ccelJG gli onori di eiUD,, ebbe illu,lrato i molioi per cui 1 i era riter.u/o opportuno che la cerimonia m.wcni• ae in un ambiente ~ondono finora inso/ilo agli cuenti letterari e /'«/i/ore Arnoldo Mon– dadori. ebbe e-,,06'0 la paPDta e recenlc opc. ra della na o:isa a /auore dctra nanati11a ila. li<.Tla riconducendo ad eua la ripresa degli arin.uali pr>Cmi Mondadori per il romanzo e il lancio della nuot>a co/taria " La Mcdu,a degli Italiani '•, si. panò alla lettura della relazione delta gi.uria. 1..4 quale, .egnaJato innon:i lullo fra i manotcriUi presentali quel– lo di A Ido Bo,lenghi, " Un anno di l)foggi " -opera di particolare dignità letteraria e ua. Jo,-e o-rli,tic:o che per il .suo lono ,è è però ritenuto opportuno pubblicm-c fuori concorsa nrlla c:ollana •' Lo .p,c.,çchio ", ha giudicalo più rispondenti alle intenzioni e alle fìnali•à del ooncor.o i rama1ri: " La porle di/foci.. le" di Oresl.e del Suono, '' Storie di Ànria Urei" di Milena Mi/ani e •' In A u,tralia con di Milena Milani - Lei chi è.:- do'!Vl nd ai. - Un U<?"! 0 che UNGARETTI a Milan<?, al}'Angelicum, - lo. rari. ripiombando d'un tratto nella aue ogget· vende c:ap_pe! 1 --;-- rlllpoae, - Ma chi ': d..w. cale creato per s1nfome - ha diacouo tiva sintesi verbale, dato che tutto ciò che è man.i ml loccò di nuovo il 611.nco.più a lungo \:ezo - msi!Jte•. - Un mago - rispose delle u Ragloni di una poesia n, la na: ma increnle alla appa~;zionc, evoluzione e pro. questa voil-1. Sentii la fonna delle dita sul I \JOmo, - _ 80 "? un m~. . 'pct sè poche frasi, alla fine, Per il reslo un gressionc di una _poesia determinala non è che lìanco, la 9Cn90.Zionc era curinsn, Aveva ptc. Allora mi p1a~u.e, ~ 1 mctlemmo a R 10· esame della nos.tra lirica, dal 1>etra1ca in poi, interiore diramazione dell'unica facoltà di un co!i _occhi die110 gli occhiali mo'to spessi, ora care, andammo ~ 1 là. e eta una__ stu(a e una con l!Ra sosta prolungata sul suo Leopard;: linguaggio umano. luccicavano o fol"9C era l'effetto della luce. pen1ola che bolliva. - Cosi\ e e dentro - la prima parola che egli ha _pronunciato é I I bb' Mi parve bulfo qucl:'uomo di più di cin. chi(IP. - çcu-~c da brc:do -:--_l'uomo di•~- 11 i~finilo 11,. l'~ltima u Dio 11, ~intanto, per ~:N-:~zalO ol~:~t:fnfi:,~c~i s: :el O: quant'anni che mi tOCCl\va il fianco. - Oh mJ piace - 10 diw .. - P! 0 PT 10 un ou e più s,i teneva aggrappato con le due I :1f U . q d Il I • d' tu· di- Le altre due pcr10nc del negozio. la ra, tla&ero ~vcw c?mprarne.--;- Qui ce n ~ per mani all'nuaccalura delle gambe del tavolino, 1 1 nd:gl~~~ 1 ~;d~bi: ; Ji :f:an~:tte 1 il 1 1imi– gana e la èonnl\ anzio.na , provnvano an. due - nspo,c I uomo. Ln tirammo fuori, era illwninlllo su cui erano poaati i fogli da cui I pc · · · ~ 'I d 'd · d. core. ce.ppcl:i, ma li volevano matrone. Le un be.I pezzo di manzo, un po' gra!IIO, piut- leggeva· ~n le mani non cercava di llovare ~e. 12:euo in CUI Ci dijetlc I . est ed.Lo I guardni. - Che brullo colore il marrone - ~:,:,,,te_:r~~ di,Jra focciumo un po' di mi. un, sost~gno, b~nsì una leva per le ril~ichc :~ 1 ;~~e r~~~re:~~la:ss.-t ac:=:•a~ac.r di:ini~à di•i. . , _ _ 'l;>Lnte 1n nva~t.i d_el suo bl!sto. ~llora 11 suo tanto crudele. Un aretll stesso lo ,alva quan• tl...a ragazza mi ,orri,e __ Lo 10 anch"io _ Cptlnmmo giu la pnata, mentre bolhva 10 viso entrava m pieno nel cerchio della luce d • h' ~ Il' d d fin.irlo se• disse - 1 ma. voglio forc •pandani• col cap. mi .draiai con l'uomo vicino_. Mi ~J'o lascialn e. incombeva_ sulla platea :- il pubbljco non ci~ClarLC ~a~~i~t dt':~~ :zionec umana in pollo. 1. cnppel.o, con la veletta m1 copm,o la boe. cera, pet lui - senza somao, con le nnpron. 't pr :{: d' • • L"'ionia contenuta Diasc proprio 11 pandant ,. ca.-: Niente baci, _non ai u_a a-di.ai . ~•uo, te preci1o1te dagli ~nni per farci meglio com· P!~~=l o, r,:-:, atltolo''°d~I· suol libro, l'i,onia - Mi faccia provare qucUo marrone _ mo dine che a lui non piaceva ,qucat ~so. prend~re come egl_1 fou.e JOlo laNÙ a lotta!e, :ihe ri ~la nella guena dei « Fiumi 11, ,~1- dini alla ragazza, ma non c'era nienle da An~h_e a 111;c _dopo u_n poco_ qucst uso diede m_aga11con la ~h1arczza stessa, della poesia, tacolo "Jà circo l'ironia che e li ora ci indi· fare, l!III\Ghcquello marrone mi stava male. fastidio e d 1 ss1 ~hc •• usa d1vcnr,amenle, d1 lutla la poesia. f'crchè quel_ ~ndo dolo- ca oell'/n/inllo' di Leopardi. fppure aveva· AJlora me no provai uno rOS5o.poi uno ver. . lnto.nto la m.1ne•!ra fu ~ronta e la man- "?JO e perfino eruttivo che cg;h. ~I mot:trav~ mo cred:ilo finorit che l'ironia fosse un m:>· dc scuro, e certi tricorni, canottiere con ve- g1ammo, Pf:>1 rr:angiammo 11 mnnzo e dopo vivente nella concretezza_ delle lmche di cui do astuto, clastico fondamentalmente cauto, lette .annodare. lcauto a c.iuflo, a cascala. un pezzo d1 ~re~cnza,. u~ mc:a e bevemmo pailava _era _pure semphccmenle_ co!1tenuto per risolvere in ~na rapida incisione, senza ApriYo da me 'a vetrina o anche ;li scaf. anche un b'.cc.h1erc ~1 vino. P~rlammo di ~I ~gu1to_ pia~. delle parole nei versi, da_lla esporci a un reale pciicolo, la nostra debo· fali che ,tavano in negozio. molte cose, I uomo ll)L raccontò d1 cert~ don. 111te1101e d1spos1z,one e cocrenu del !oro in,. lezza di fronte a un oggelto maggiore di noi: L'uomo era dictto di me, mi la.c.invn fare, ne ~hc avcV'Acon~sc•uto per m~zzo dei cap. v?lucro nlllu1nle: lulle le parole stonchc ri· invece l'ironia di Unga,etti sembra una sfi. oa'lli tanto si avvicinava pc-r calzarmi un pclh. - ~me lei 11tast:rl\- ?1nc, - Fan. Wventavano ancora soltanto_ I~. ~•ola, pur da dell'uomo alla propria impotenza mcta– c;;ippello - più in avanti - diceva _ e no cof"!'c I.ci , qu,~•lo non va, I ah~ ncmme,. non essendo affallo confond1b1l1 _I una al~_al. fis'.ca, e una amara derisione del proprio co· cerea va di toccarmi, ma ora io mi ritraevo no, _po_i chiudo .a _porr_ae roat_11no_ pi_ùche, v~- fra, seg~ale, come sono COn qualità dcfi.nit1~c raggio, però a prova intraprc1a e fondamcn– indietro e lo guRrdavo ridendo dallo spcc. lcnt1er1. - Anch •o et •to_vo ent1cr1.- d1191, de_lla d1v~rs1tà del tempo, e del momento m talmente conduaa quanto a conoscenta dei chio. - La.e.i fare-, faccio d11.sola - di. pur~ avevo una ir~an voglio d1 vomi_ta.r:c. cui appamono sec.~ndo I uso del_ poeta. che Jimiti in c.ui la lteua possibilità di vivere e ccvo. _ L uom? era co,1 •poroo. sapeva d1 11ntura, I~ cb?e e dal pa~1colar~ gra~o _d1.matunlà _e di parlare lo inserite.e. Un modo e un mez. La rllfJazza e le donna anziana acclse10 e anche 11 suo letto era nero, Jc lenzuola non d1.evidenza del linguaggio cui SI rifanno e In zo per avanu.,e dunque wl destino e, quin· mio nonno" di Luig Sanlueci. QucMe opere -------------------------– in/a'/i i>c.-anno pubblicate e concon-eranno cui affondano. . . . . di, fou'anche lo achenno che l"11omo an1c- 9uesla In lezione che, Ungar~tll ~I ofl'nva, pone all',a_udacl~ ~ell~ p~o_pria invocazione sp.c$1nndo, I~ dosatura d1 '!'lemona, 11 to_no fi- quando, nei pcnod1 d1 c,111 - come Unga. s1co, e 1p1~1\uale che ogni voc.abolo di u_na retti p1cciaa -, nel dubbio Messo che aia inu· spcc..1~~ lmca comporla per eMCre CAJ_>ilo tile la preghiera, euo ,i trova fatalmente di– nel _I.mite 11.uu ,ntodalla. su11forma sto•1ca. venuto competitore, atleta - u atleta della mediante :.rna mterpretaz1onc che palle dal. propria g1andczza ( n orn:r GJ11scgnaz1onedcJ.-.•1100 dd premio m J00.000 h"re, Ha aeRnalato poi qualche altro aulorc merilcl)ofe d1 mcn:1onc. ~ ser.ata. ric:c:a di nomi i!lu-ri e di be/le donne, non ~ at~a prioo di fervore: in/atli aperloai c0n •t olamoro.a K:Onlro pu1f!l1a1c:o K.~pacr.LJe Vila a,i è chiusa al rilmo delle dan:c pro– lralle•i a lungo. N ~:r::j~~: ~~~~;a::nt~ 1 /:ce;i:dt facevo. frr-ddo . .avevo le go.mbc gelate, i gra– dini mo lo a:ti mi intimorivano. tuttavia nr. rivai in fondo. - 'L'aacensore non vo. - di,. si alla portiera, - guardi CON\ eucccdc: io v.ado qui vicino a comperare. Voltai .a sinistra in vil\ Paolo Sarpi. Er,1no ::· -;;o:i :~;~:/e:~:,::~:v: •r:~~vaavi~~ acVOlmenrc davanti alle velrinc. I negozi ave. ·va.no illuminazioni di fortuna, nnai scialbe, e «1pra ogni oggelto capoalo c"crn un carte'– ·ino col ptcuo. Tu11i dicevano di fare ri. bassi, ferri riduzioni, prodnmAvano la loro ,onc,rà nel minimo g,.1adagno pouibile. Una poesia di Nelo Risi Qucll 'albcro che mj sorprese con i suoi rmni gonfi quanti corvi ~ul ramo più aho. Quel toro che si accc,;;e per una macchina sicura al mercato quanto sangue vcr~mto alle frontiere. Quella rag-azza in tuta che si inte~ prima con francesi e polacchi quanti vi:,ggi il suo corpo tra le bracci:". Quel soldato che mi chiese la via brc,·e oltre Sempione quanta ansia in uno sguardo. Dargnum~ellim, febbraio -14- ~h;i~r r::! 1 1!r1eclet;;;;,i~ae t~~~iusti 1 fi;~~~ . .GIOSUÈ BoNFAl\Tt: IL PITTORE MELONI M E.UlN1rcaò chiuiro sino ai quarant'anni i,onati entro uno •peuo in1.10lucro fatto di tradizione e di maniera, cnlro un gu1cio compatto d1e lo i,olauo dal monda e dagl uomini e poncUCI atla na per,ona/ilà un ur ginc clic ourcbbe potuto· dii>cnire infrangi– bile. ec:co ccrfc t1a-.le quadrdure - qua.si fine. Mre apcrle nel dipinlo - che ,i lendon di• ro alfe figure e le inquadrano; ceco cerle CaTattcri,tic:he /orme o IOMnga (cha altro non ,ono che la primilii>o NBOll'IG della P:aalrella d'un pauimcnlo, aublimalo e di1Jcr1ula modu. lo .e,-rclo), che •Peuo ricorrono nelle .ue tele qu.,i al tc,ll'Oarnel -IDI mi.terio.o leitmotiv. lo cercavo dello carne dn biodo, una ma·. -ccl'cria dun~uc, dove si vcndcsee del manzo. un piccolo pezzo per me. Cc n'erl\no molte, 1ulfc di marmo chiaro, i banchi altiMimi, ne- 1-------------------------– gli une.in.i ll!II ca:ne appesa. e sopra lerghi piatti fcgaro. ccrvc·lo. groue lc~c d'agnclli <on gli occhi spslanc.oti. Rabbrividii al pcn. .-icro di dover affrontare i ncirozianti tutri ,ea1i1i di l;ianco, le maniche rimboccate, le mani 19orchc di lanllUC: così continuai a cnmminl\rc g,.1ardando qua e là. L'opera di Meloni - limitato ,inora a una rislrctla iconogra/i.4 che ,,;_ ua/e di pesanti e Ione figure ,edule o dille.e e di qqal. che natura morla prfoo d"ogrJ ricerco co. 9Cir"UUIIJG .eppur ha Tl,cnt,10 l'n que,10 ultimo anno gl'influNi dei molti giolXtni che gli fauorano acoanto tDiù d1 ~ thtrill di modi o~rcmonlani, è pc.rahro manlcnufa adc,-cn!c a ~a ltj(r linea di fombardiamo per il ricc:o e fluido impa.Jo, per la_c:ostanto 'mpronla lena/e. E CTcdiamo che - .e quc– st"arte non sbanderà lraM:inola dai richiami di quo/che maligna Circe pic:aniano, nil si ,-dcgerà ne/ troppo /a.ci/e giuirtapp«ri di co, fon' in arbitraria di,aofoimcnlo • ._ ai>remo in Meloni uno degli arli,ti pii) .chietti e re- O,Jni tanto etlravcrsavo la strada e ;iunla sul marc.ìapicde opposto m'inc'.antavano certo vetrine di scarpe, nero e colorote, aLcune con 11o11ili tacchi alti che mi dovevano •tare be– niR!imo. Mi po.rcva di camminare.i, ero più alla e più anclla. ma subito dopo m'im.ma.lin– -c:on.ivo ai miei racchi sportivi. '.arghi e co. modi dove etavano anche e.ab.e di lane.. Ciunai c-osl au.l fuiire di via Paolo Sarpi, in zone 011CUro e t.ra. ,c;urate. dov'era una pie. (:Ola vetrina con cappelli, C'era. un cartello ,che diccv.a • L. 590 • e nient'altro, Spiru,i la pori• a vct'n cd entrai. C'era genie, una ragazza con una donne anziana che si provavano e.appelli. E poi il propriclario del negozio, un uomo lungo e -e)lampllnalo sulla cinquantina. - Buone11era - dini, - vorrei vedere .quel cappello nero che è in vetrina, quello con due po'l'lpon. L'uomo tJrò fuori una chinve ed aprì la -vetrina.. Prese il cappeUo, me lo porse. - Quanto costa) - io dias.i. - CO&ta 590 - dieee l'uomo, - E gli ohri} - chicai. - Tutri 590 - rispose l'uomo. - Anche quelli in negozio) _ ff ulti - rispose. Mi provai dunque il cappello, davanti ai!. lo •pccc}-iio dove già c'erano la ragaua con la donna. anziana. Il cappel:o mi alava ma. liasimo. - Non va -, dissi, - me ne dia un al. tro. Nero. L'uomo aprì di nuovo la vctrh1n, prese un -cappel:o a tcaa largo con un nodino davanti. - Se lo metta bene, - il cappello va -.m~ in lesta. Lo misi in lesta, mi allungnv.a il viso. _ Lo metta in ovanti - din,!, - più ,calzato. Sentii le sue mani che mi tocu.vano, mi toccò un fitmco mentre le ritirava. _ Pcrchè m.i lecca un lìanco - diW tra -me, - voglio vedere. Mi gira.i a guardarlo tendenda~li il cap. ~l!d~sai~ Mc ne dia un altro, sempre nero L'uomo mi venne viciniasimo con un altro -cappello, aveva il fiato pesante, Era un e.ai> ·pe'Jo con due c.iu( lì di nnl:ro ruoto. Mi sta. ·vn storto. - Non v.a - disai. - Ma 'o mette male - riprese l'uomo, - è coei che lo deve mettere. Mc lo calz.ò pc&anlcmentc e nel ritrarre le f1-11almcntequcl'o marrone fntto come il te• condo nero che io avevo provalo, lo compra. rono tulle e due ugua'e ,io continuai 11. pro . varnc altri. Pagarono e uscirono. L'uomo andò alla porta e la chiuSIC. Poi ttpcnkl la luce della vetrino. lo non di-s.i niente e mi· miai un cappello viola scuro con una piuma attorcigliotn. - Anche questo 590? - diNi. L'uomo mi venne vicino. - Anche questo - diuc. Mi tirò up pc) su il cappotto laccandomi il fianco. vi pa.a.sova ora il palmo aperto con compiacimento. Mi toccò rutti e due i lìnnchi, 'o vidi riflcno nello specchio accanto al mio cappello viola. - Ma no, non così - e,9e)nmò, levando le man~ e poeondole sul cappello, ~ più in avanti. Mi ,.-o\rni di colpo. risi. - Mc ne dia un alho, il più bcUo che c"è - d1Mi, - quc'.lo andrà bene. - Ma ha già vi,10 lutto - diesc. - Cc no tnria un altro più bello, - C'~ di là - disse l'uomo, - è arri. valo oggi, ~ ondò .a prendere, era in una scatola, era fatto di pk.cole pennine cucite insieme, era ler.ierissimo, AZZUfropallido e aveva in. tomo una vclclla con piccole tte'le. - E• il più bel cappello del mondo - dine. Mc lo mise in testa, stava benissimo. - Que>eto lo prendo - dissi. Mi colai la ve. letta "Sugli occhi, l'uomo rimise la mano sul fianco. lo mi guardavo nc'lo specchio che apeMO i,'illuminnva per le- luci esterne che l){U"e·wnno, fori di ITK\Cchinc, inacgne di al. rri negozi. L'uomo mi strinse un poco, La– .t'1&i che mi stringesse, L'uomo mi baciò Ulll!. ,pa.lla. ma col cappotto non sentivo niente, a!lora rr.c lo tolsi improvvisamente. L'o..lore dell'uomo era curiato, sembrava rucllo dc Le tinrure. - Tinge i ~ppc\li) - diui. - Ne till'JO quakuno - rispose, - certe li parlano per rimodernare. - Ma og• gi no ha iinti) - Ne ho tinti due - ri,po. se. - Com'crl\no quei due) - interrogai. - Uno riero e uno marrone - disse, - pri. ITl6 erano cappelli diiori, - E hanno preso con la tinta) - diMi. - Hnnno prero be. niuimo - rispose, - ho una tinta mol!o buo~a. - Da tanto lempo vende cappel11} - chiesi. - Da trent'anni - disse. - E le piace> - domondai. - Sì. mi piace - ri•i)()sc l'uomo, qucafa volta. i,t-ringcndomi più fotte. lo di.ui in mc: - Da trent'anni. m.io Dio. lo do~ nascere e lui vendeva cappe'li. Anch'io :o a.trinsi. - Ml\ lei è mallo - dissi, - a venderli da trcnt'onni. - Sono matto le dÒnne a compc:rorli - rispose l'uo– mo. _ sono matte come lei, - Tullo il mondo è mano - dini, - uomini Cd0nnc, dovevano essere state Hlvate da mesi. T ut.. tavia bc.nché atcsai per dare di ,i,tom~. l'uo., mo mi piaceva, aveva cinquant'anni, ma m.1 pbceva. G-ILLO 00RFLES Che notte pa.sll\mmo. Sempre a parlare e \ui che raccontava le avventure nel rione, in vin Paolo Sarpi pare che_ lo conosccSSCro be– ne. - c·é qucro nell'i ,olo.to accanto che mi odia a morte - disse, - sua mdilic viene apcNO, quando cambi? la moda, fy1aun ti~ E' uscilo i( n. 3 del milanese Bo/leUino di come lei non l'ho mal visto - d1~: - di Arie e Le1terc pubb/it:aa o cura di Ance- tutti i cappelli che ho,_.110!0uno l'é andato sch( e di Borra dalla Galleria &rgamini. bene. E' poco dovvcro. - Uno ne dovevo L.'inlercasanle «>mmario rcc:a un frammento comperare e uno ne ho rrov:i.to - dissi. di Al=a netla trodu.rionc di Monara. Va/gi.. Qucl'o glielo regalo - l'uomo dis.se . _ Abìtauo un pacano della Brianui, LiNO- migli_ una poc,,;. 0 di Cria(ina Rosaelli lrac!ot. Cercammo il cappc'lo, era rotolato sotto ti ne, (dopo auer fre:quenJato in giol.)efllù l'oc- la da Attilio Bcrtoluoci. uno .cn/lo di An. Ictio le piume s'erano mos,c e ecìupate. cadcmia di Brera) dol)e insegnauo il disegno ccx:hi .su poe,ia anlica e moderna e uno di -. Peccato _ dissi, mi veniva da piangere. nelle «:uole, e la aua: produzione pittorica. Bon-a- •ul conc:elto di piUoricismo. Collabo. Abbracciai l'uomo perché ero !'nate. Ci .ad. noia .alo a pochi inlimi, era conaidcrata rane anche Giannandreo Gooczucni, Mario dormcntammo. piutlo.lo una "nobile fatica" che un'impor. R«fioe, Vittorio Slella e Gi!ZflCPpe Galcaui. Sognai che l'uccidevo gli mettevo una ma. Ionie m~ifc•lo~onc arli~ica, Tcmperamen. Il proaaimo numero parlerà una roccoha no al collo e "!rtringcvo·così forte da sc,Ho. lo ,ompl1cc e •n,enuo_ • era. tenuto .cmpre di bre!H Ktil/i ,u C"darcrti. cario, Anche lu~ ,ogn.ò In ,toesa cosa. e mi opparlato da ogni an:1b1cntc •nteltet!uale, lol- * lrovai versa l'alba. che ceroova di realizzare lande da_sal_oalla_ "~ d'una giutla atro. UN CONCORSO INTEW.NAZIONALE PER UN il SC1JIIO. Grido.i mezza soffOCAl.a,rirando clL- '!j_ "~fic inluiuo dmanzt a. ,è ,en:a .apcrla MANIFESTO a 110H piW di sri colOTi t Jtara ci e graflìandolo. Lui• mi luciò andorc. 1 enti ~are, · . . . . baHdila dall'EHle Fir•a di Jfilana. I bauct:i d<>- Ch I' 'd mattina ei-a quella c'cr ncb, Oggi, al Canuno, 11 pubblico della capl.• iiraHna tJJcre p,ac,,tali tHt,o U 10 ,;.,,,. 0 19"47 bia e IVI a , d' · l ' d'!- · I /aie lombarda può ammirare una uentina di indiriuo"dali alla Str,ttffla ~c,,nalt {Co11,mis- M~nt::::0 =~n:IJa:;;a~ ;:.. 0_ 1 Pr:n~ /de; o~c:unc di nolct>oli Jimen.ìoni, e l~llc :::,...:_:~,t:~,~~:::i •~ a;t•;: :,~:ifr~~,").d,1(,; demmo insieme il c:affé, lo fece bollire SO· del( ul!•mo anno, eh~ rapp,.c,cnlono qua.i lo qt,ali 100 milt:1 pc, il mitlio, bondra. ' pra -un fomcl"ello. Alla luce aveva un vit'!O 1JGnop1nla farja_lla_liberata .. _dal b_ozzol~ c~e vecchio, ancora più lurido, le unghie incro- la fc_ncw_ P"lfl,OnlCro, A bb~am~ rn/ath d•":· ------------– •tale, fo mi Invai ben bene con acqua fred. nL'nz1u11_/1 OCC~I "!"a.dcl!e pl.Ù UHIOCI e_ gen_u•: da, non misi neppure il rosacllo sulla bocca. ne m_am_fe6!"a:ion1 ptllonc~e che negli ulltm'. Lui disse che io non earci più ritornata, t~pi c'. ma ""o daio d1 oaacrlJGre. Co,a a gli di"i che indovinnvn. Tult(1via lasciarlo ?11 'serba ti fui uro_} . r:unm.·uicava coaì stranamente avevo adente Scprà Meloni mantenere quel/e eh~ oggi a lui nelle o;c iru,icmc che mi pareV'D.d'aver. t~n _pro~essc ma_ non sempre rc_1u/loh c:Om, ne le tracce sul corpo. Sui lìanchi .cntivo le p1,u/l} Saprà arlflnOr la ~ca mcal:anlc e dira che premcv11no, quel suo odore et11tivo. /lucr_ile ~cl colore, In ~am_c~a do non farlo Dovclri andare, em tardi, a cnllft trovai il •/oc1are 1n un ~o ~d_tonc11m~; M1Pràdar portone aperto, la portiera che apazzava. _ /orma alfe •uc imma,f':11 cromall~he, lr~uan– L'flsccnsoro - chiesi, - come va l'asccn. :~a n;~7a.,:':°i,:;;::;;t;:}nc un nlmo sicuro, 80 ~ E' pronlo da ieri sera - dine la por• pri~!/1 ~:i:::a;:,:n~Je diati:c ~;~;gi= tiera, - l'hanno aggiustalo aubito. ~11eno oorgonuovo gu alJelkl organu::.010, Mi guardò sbalordita mentre salivo a pie. ooooamo ,ilclXlto cd addilalo fe sue natioe ~~i :~:i~tòatfhbra:~;,i~i:u m':i~co:,n 1r 1 \:t qualità pi!lorichc; oggi a un anno di di. lavo più. ;;~~z:; è il r:;;~~~o ~~c:;r~:~~~~::n:;~ gettare 1ulla tela tulle ciò che ..ondaua or– dendo ne/la suo menle, .senza gl 1nc1amp1 dello conucn:ionc, .ten:a le pt"COOCUpazioni del meslicre esercitalo in provincia. E code, Ila oatorsi è fiala benefica: le sue figure si sono capan,e cd oinmanlatc di poc.1ia, le oamp:'turc del colore aono divenulc rulilanli to"enli, la U(lriclà della Rammo tonale •' è !:~:,:;;~io~i;a:,,i c!~b~::::::l)Jond::~e~~ Sevinio ha esposto in queati giorni 10 ;un suo punlo cl equilibrio e /orse di crisi: alla Galleria Borromini

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