Fiera Letteraria - Anno II - n. 8 - 20 febbraio 1947

IIEH\ LETll:.H\TllA 'Pagina milanese Ricordo . di, "un'antica Pagina,, LA prima pa(lina mifoncJc delta Fiera (oc• ramcnle allora era l'Italia Letterari~) /u ,cdalla da mc e ,la Sini,1galli nel 1934, tempi 'mcr!dibilmentc l&nloni, appa,kncnti - ml ~,e - afla nitida giovinezza. com'è quandu ,i con/empia dal pelago deUa cinc,u:intina. Noi In verità sliamo parecchi pa5sf indietro. mo soltanto ~, un puro calc0fo cronofo,.ico. A/l'opposto di mc, che da un cspc,ierua ~lfo oila, consumohl con t'incsp/icabil~ an• 1ielà e il /urorc di chi d k.nle ( giorni e, n• "111, imp,òvvisamcntc deviavo Llcr,10 (a lctlc ,atura, il mio coelonco ~lnisga/lf ,ccndl!ua .Joro,o di ccnacolì e a0oJcinanlc di uocllc· rie erudite Ocrso la strada, con la su:, corico Ji /oleo per troppo tempo pc1dulo,1i 1n aU!z· zc infruttuose. A lui, meridionale di sangue e ,omano pc, •ffinità spirituali e di gu,to, Mi!ono gli portJe • prima tJida la lrucc ciii(} dei ptlnet/oni •! Je~/i intJern/ melmosi ,altegratl dalle pubbli– clla al neon dei negozi novecento. Ma poi 1ll piacque il ,suo contenuto umano. q11!lta 111a concrele:za lcm;,crala nel palt.lico, Jac• cCndiera e arido al mattino, romantica spen– sierata e scnsuaf: alla .sera. La.sì era ailOra. non certo oqRi, che le sere n•,n esistono più. I:. poicl1è MUano è cli/a che apparlienc più alle donne .:l1e agli uomini, il tono OO-:!nO'o- glielo 3{:mpre doto le bellissime della ~cala. dc.I Saoini e di S. !Jiro; nonchè il formico– lio delle denodatlilog,àf:, prOnlc a quindici anni a gettarsi nefla pista; il sorriso dette figlie delle portinaie emonc!pore al grado di indossatrici, e il gesto •::ducente delle H: re· /arie dcq/i avtJocon e dei dirclfori generali. .Sinisgalli ebbe onco, più molioo d, addcn lra,si in questo promctlenl! impa1/o. l:. non paul, molto lemPo che nelle noMrc conoe,sazior1i notturne oenne a inlr6mefte,.si cQn c:,esc::nle autori là il nome di una bionda: allo, elegante, enigmatica, che alloro laoo• ,aoa nello ,tudi'o di un procuratore legale. .Sul/e pagine milanesi, che 1.1enit1ono m:"e insieme ai laoolini del .Sooini e delle / ,e Morie, non credo ,iano passate co,! immor– tali. Forse oarrebbe la pena di rileg?cre qualche pagina di l:.doardo l"cr$lco sui BIO– vani pi/lori e scultori milanc:.si. l~er la ma11• gior pari:: si l,atlaoa di sc,ilh d occasione e affettuosi, csla,ti a questo o a quello senza promcuo di compenso. Ma ~ indubbio cl,c su c1uclle pagine comi11ciò o /uiunomizza,si una generazione di a,li.sti che ollura aO!cJa solo il con/orlo dei pochi amici al caffè. e clic og~i. almeno eia un p,imo iiudi:io, l'ha spunlata. A 1rruuo ToFANELL.1 Una • stagione ambigua Chi non ha ma, provato l'estate 111 città sten-, va: b,ensì <_1Ue1 lre, r.igll7z:1 con 111l~o musi• ta a convincersi che sia una cosa soppor• ca, _I allo III graw, del quale, quc, tre ra– M-bile. Eppure c'è un punto, oltrepassato il gan1 soo~avano. . . • quale è dato ravvisare in ena qualc0$.l co- I due p1~ grandi _(~pp1 _po, che il !11agg10• mc una qumta 1tag1one, in cui 1\ tlCOl'do o re avevo, c11ca tredici ann,, ma ne dimostra• ~ p1csent 1 mento delle altre, andate o v~nture, va nove ~ stent_o) dai. ~isi pa_ll~di e patiti, sia raccolto e fuso nell'afa che non pesa ma con gl, _occhi fc.òbnl, e ttv1d1 sulle note, pii), tanto ci si è: assuefatti, nel verde cupo pare~ttno du~ralnmcnie lottare r.on le_ fisar• dei vittli dcscrti. S11ano a dirsi: ma se si momchc, qu.,s1 che queste. come essen pro. ha il coraggiQ di restare e di superare quel digiosamenle anmla_11 e indomobili, fossero .-unto, c · è: un momento in cui restate, a di- sempre _sul punlo_ d1 dare uno !lrattone <: ~i spetto del calendArio, la si sente già liqui• bal7ar v111mug~h·11nd9:. me•1t,c 11s~ono ll'lll data, perduta, Di sera poi qu<sta sensazio- do_~ a~pcn~ petce!t1b1\e della clutarra c~n ne è anche più precisn: a me almeno, è par• CUI 11p1ò p1ccolo, lii una posa a&tratt.a t: m, .e, di constatarlo più volte standomene scdu.. consnpevole, teneva loro bordone, compone, lo 111\'apcrto a un tavolo del 601ito bar. va. e in rcal!à placavn tantn dirompen1e e Fu appunto iu uno sera siffatta che sentii ansiosa frene11a.. . . l'autunno sedermisi vicino essendo l'estale - Sembra d1 iass1&tere alla nascita della già lontana, nnzi defunta. Grosse gocce tam- musica --:- fu, ~ll'a}lro !avolo, !1 con_,mento burellnvano a lrat1i sui tavolini e sulle poi- del veccluo. ~.,I g1ovlltle non dmc d1 I)() e troncinc di vimini non occupati dagli avven- nemmeno somse, , . . . tori, impiegati per lo più, e uomini in iran Ccr~o. non n~evnn~ I aria_ d1 suona!or1 am– pl\tlc, che lì convengono a quel l'ora, dopo bulnnh: non .c era mente tn loro ~• bus.~– una giornata di lavoro. Ma ne"uno s'inqu1e· menle ?rofeu1onale, nctsuM rretta d, esegui• lò a quella minaccia cui tosto tenne dietro r~ e d, ~ ar fo~otto ~er50 ~ltre mèt_e. _Ormai un vento freaco e persistente. nnfra~ e.ah dall attcnuonc d, _un u~11or10 eh.e piattello, esegue la suonat.1 d, w1grnwunento e parte. Quelli no; suonavano da cuca duo ore e parevano paghi degli appl usi. Eppu– re nessuno, quella sera, avrebbe rifiuta.lo l'o– bolo. Tutti, forse, restavano per concederlo triplicalo. Durante un intervallo vidi la padron3 de) bar chinarsi sui suonatori m c1b-O.assumendo un tono materno: - Ma. insomma, ragau1. decide:tv1. Non vorrete mica dar concerto gtat's.. . Restavano lì, ritrosi e ioccrti, a guardarsi ~.i~:rnnd~, c,:ir:c:{;:c:pdt!in~~r:s~:.:~~:re, •: ,a svolta grazie a lo:o nello s'll11to de, p1ol senti. M3 ecco come and~: 11 vide il vecchio al1am recando il basl<'ne che aveva 1enu10 fino allora tra le gambe ueavallate; e la stessa mario che rcigeva il bastone gh · ,mire la mano del suonatore più pi~c... lo, quello del• la chitarra. e i--siemc strin~cre il piattel1 0 per la questua. And"vano, di la· olo in tt1volo. E c'era una. str.-ordina.ria nol-.iltà in tulla la scena, una ,ingol"re parr-ntt1la Ira 1,. due fiqure: qualcota di molto anti"o e co~fuso e d·ahra par:e familiate, come l'accento del proprio paese in· mezzo a uno lolla e III una contrada straniere. Ma il piattello r•on baslava. La 1,adrona dovette sostituirlo con un va•s j..,• riovr-van 0 biqli~lli da tulle I• parti. Un signore dette quatt•occnlo lire .. , Fini'o il giro, la mano Rrande ahha11donò la mli.no piccina, e il vecchio, con l'insepo.· rabile baslo--e arp•ao rl b,rccio, tornà al ta– volo dove avev..1 111!,.iillO il sun oinv11ne r, ,i– ~nzioso 0mioo. Nd p · s5".nt11 davanti mi pi:t'llà qli ,:, ..chi in facei11 cd es,.h,-nò: E vo; queSI'• c· se avete voluto perder• le. nezzi d"imb cilli I Ch .. cos:o l"v•ci ro 1 uto risponderr-) E nien– te infatti ri·oosi. Era maledettame.,te tarrli e la cosi, ~nda. Vl degenerando: ligure d•1'1bie SI nffol111va• no irttornn ai tre ,a an:. Un tric si aualificb maestro di musica e si offerse di dar loro ~I; uh imi ,-fementi del mestiere: gratis notu• ralmente. Un altro, piovuto Il chiss~ come, consigliò loro un locale dove avrrh"ero ro– tulo <' lavorare n con ma"gior prcfitto. con– lrnllà. Il vecchio e il giO\'~ne Pll~Mono e si al7a– rono per andnrsene. Il vi50 del vecchio era c.,lmo e sereno: Ti rin"razio disse -. Federico, d1 avermi r~alato questa sera. * Non è la prima stesura di uu ri'cconlù pe1 una stagione ambigua. E' una storia vera, o press' a poco. Per questo ho preferito lasciar· la nel suo ordine naturale. Forse vi interes&e– rà sapete che il p otagonista della medesnna è il poeta Umberto Sab11. VITTORIO SERENI Osservavo due persone sedute a un tavolo avv«:rh~ano com mosso e p ~od•go_d1_co~sr~s!, poco discoato ckil mio: un vecchio i cui modi com1nc111rnn~~d attacc .t.te I pezzi più difficili, irrequieti conhnsla....ano col volto as~rto e a profondersi 111 ~ravurc. a prolung~rc o bel_!~ con gli oc.chi dolcissimi, e un giovane si· posta le_ n~e più alte ... Tanto 1nstancab1li len1ioso dalla boe.ca leggcimenlc ironica. Li ed entusiasti che la. pad,0!13 del b~r, mormo– evevo notati nitre volte e sempre m'era par- r~ndo qualcosa all orccc~10 del .Pn\ gr_andc. so d, v,.derli impegnati in una baruffa, co· li persuase a ~~eder11_ un po . d1 11~- 11\C conlinuamentc .accade tra persone che 9 j ~roruppe d~ tutti I tavol! un nut~1to battima· 4 mano ma le cui menti1lità _ sia per difle• m _e una piccol-a _folla cucondò 1 _tre ~uona- La FIERA hu coslituito e Milano unn renza di generntione, si;:,,,e più, per la nai- 1011. Qualcuno ,chiese loro come II ch1amas: .;ua redazione. I col'abora1ori, gli amici. ~\.tale in~fferenza che a un cerio punto fa acr~ e. dove abitassero, s~ avessero con K! 1 i lcllori possono ri\olgersi prCW8o lu Culle– ,m_lOfgere il più giovane contro il più vec• geniton, com~ avessero _impar 1 .ato. a •uonarc, riu Bcrgainini • Corso Venezia, 16 (ang. ch1o sono portnti ,a. dibattersi e a con• &e avessero già suonato_ In pubblico. S. Damiano) Tclcr_ 72346 - per i.,critto o 1111.11taui sui oretrsli anche più futili che la No. era que,lla la i;,rin_,avolt!. . di persona ogni giorno dulie 17 nllo 18. vita offre. Oggetto della baruffa, a quanto !n6ne, fott<n1 un po dt sdenz10, st udl uno ~----------- m•era da10 intendere dalle frnsi che a traiti chiedere.: . . (ili abbonati che usufrui- mi ~iungcv..1no, doveva essere l'opportunità, - D! d~ve siete, ~agazz,~ . scono del pagamento rateale, dubbi11 per il vecchio, evidente per il giova- - D1 Fiume rispose 1I p11) grande o ne, d'aver scelto quel luogo per passare la voce_ ~lta. . , . , . . sono pregati di cff<.ttuarc i sera. Si combattevano con Jerza e oungolo: V1d1 all altro t~volo 11 vecchi~ coprusi 11 \"Crsament: anticipatamente, la ,ferza era nCQli tcoppi e nei sibili d('lla volto con le ,man, c?'"'e 11bba~l1ato da una mediante cartolina vagli<.• o voce del vecchio; il pun~olo nel silenzio e luce crocla e im9rovvi1a, e colsi a volo qutt, sul nostru e/e posrnJ.._,nume- nella calma ostent.ala e sonidentc del giova• sie stran«: parole=, . , / ne. La scena non mancava di comicità: ma ~ Trieste ... I ahra . spond~---, hal,ani e ro 1 68 2 3. soprattutto era sin~olart- e garantiva la Slavi. .. Non J?Ol«:le~apue, voialtri, che cos~ fondamentale armonia che doveva essere nei tutto questo s,,n1fich1 per me... N°!1 tenti l9r 0 rapoorli, tanto da permetterne la stftbi- che è tutta ,un altr~ cosa. che non c è rap– lità - il modo con cui la disoula si compo. porto tra noi e voi) ... ne.a in un incontro delle due 0 pposte ironie: * sl che a inlrrvnlli qli Sl'uardi si incontravano Era tardi, già qualcuno accennava ad an• e un uguale soniM>, patetico e penetrante, darsene, Che cosa fa un suonatore ambulan• pareva creare un;, tregua fatt11 di comprcnsio- te che si rispetti) Interrompe, fa un gir 0 col ne reciproca e in genere delle cose del mondo. Ma presto la mia attenzione e quella che • due ponevano al loro bisticcio fu distolta da un tramestio di 1ege;iole smoue al pas– saggio di tre minuscole figure che avanLavano recand,o strumenti musicnli: due fisarmoniche e una chitarra. I Ire ragazzi - o fanciulli che fossero, tanto difficilmente precisabile era la loro ciò. - presero posto ..-.I cCntro del breve spiazzo antistante il Caffè venendo co– sì a trovam n uguale distanza rispetto al mio tavolo e o quello dei due sconosciuti. Aper– sero _i leggii. nccordruono gli strumenti e co– m111c1arono ,..'\suonare come indemoniati. Vidi all'altro tavolo il ~ecchio fare un gesto d·im– paziem,a ( r non c1 mancava che questo ,i - parevano dire I suoi <.echi) e il giovane ;oic'· ccntuare r1ro111a del proprio sorrik>. Ma to– sto mi lro\'ai COQli occhi e la menle rapili nel gruppcllo musicante e una o due volte che mi venne fallo di girare alloino 1,-,sguardo constatai che la stcSJ.a cstJticità era III tutti i presenti. compresi i miei due sconosciuti. Non che quella mu~ica fosse eccelsa: ma - posto c.,e alcuno degli astanti fosse in si:rado cli giudicnrnc - era chiaro che r.attenzione ~uasi amorosa con cui tutti quanti seguivano 1 tre raf(azz.i aveva altra PtiRine: ,andava, così almeno mi parve, all'abbigliamento dei tre suotinlori, povero ma lindo e decente, per rivolgersi e affig~ r.ui all' ,.vidt'n\e spro- portionc e d'altra J>llrtc all'incredibile ac- ~rc:\o lrn i suoni e i moti che li genera• * Ogni richiesta di camb=a mento d'indirizzo clev{• ... s~c– re accompagnata da L. 10, in francobolli, o versate sul nostro e/e postale n. 1/68i3. vano. Non era inu,mmn la musica che colpi• POMl'EO BORRA, Sulla ,piaggia. Banco Pompeo Borra . pittore la 11i1n lii "" enn• bui/do& • d.,l ,uo P"• 1ln1n• duroni• 1'01,pr•uion#J • il ••rror• ., Ro,,.<J, J.,erllfa do/1'0010,• d, ll'i•p•uor• H,cliord • d•II• o""*"""* poli,;.,cM. 152 1••gine L, IS Bruno D'Agostini Co llo,1ui con Hnchele Mu88olini 7

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