La Difesa delle Lavoratrici - VIII - n10 - 15 giu 1919

T,A DlPEf:A DPJT,TJiJ T,AVOTIATR/01 MARCELLE CAPY Ilfa ero giovane e convinta: il larnro non mi fa paura o amo la libertà. Poco dopo entravo agli llomme.; du Jo1ir, Ern in corrispondenza ccm Ro- P:·csenl<ffe q.ucs1a giorine ardente e bat- dogmi consacrati, non .a.cccttanldo in si- ma111 Rolland, di cui avevo preso le taylwrc scr,/lr,cc è inutile, quando si 1,a lenzio l'acqua insipidamcnto in,zucchc- parti nella liataille Syndica/i.ste, (ciò la. fortuna <li c 11 ·ere fra le mani alcuni rata dcl!c n'.orali co1:rcnti_ e manifcstan- che conttibni potcnlcm1J,Lto alle mie a 1,punli sulla 2 ,.-oiiria , .. 1 .. 11 . 1 j)f . do lo mie l)lCcolc op111101ucon nolcnza. dimissioni), e davo alla luce, con una . 1 a, sc11 , <a a1- li Mezzogiorno, semprn il sangue del prefa.zione di questo o.tane/e cuore, il cd/e Capy stessa. Desiderosa di far co- Mezzogiorno che si manifesta... 11110primo libl'0 1 : « « Une vaie de Fe- noscerc scmvre meglio questa coraqqiosa Ero naturalmente attrat.tlt verso lo mino clans la Meléo ». · · t d I ti · Questo libro deve a Rolland il suo clv;rna alle comj)O[Jnc italiane, mi JHTmCtlo s u ,io e era.rio, e nu sono persino . prep<1rata pe,· l'ammissione alla scuola mento. maggiore: io 1101:1, ho fallo ?he di puùblicatli al/'i11.sa1wta <lcl/'autriec. d, Se,·J·ès per l'abilitazione dell'inse- notarvi semplicemente 010 che sentivo Xc/la lra<lu:io11c,forse, ra in parte )ICr- gnamcnto secondario. AYc,·o 'lQ anni. e pensavo senza frasi e senza fronzoli, àula quella sp,rntaul'it,ì briosa clic è llf'/la 111iononno muore. Il dolore, i cam- da contadina ~hc, passata alla scuola, biamcnti contribuiro110 ad orientare ha conscl'\'ato il suo franco linguaggio, lingua franc,·.c. ma la j('(/C nel buono, nel cliYcrsamentc la mia Yita. Fino allora Allora la lotta era Yi,acc: credo che fli1 giu::rto, an.:i la ccrtr:-:.a cli allrtiarc tanti scrivc\'O pc.r mc riò che pensavo, ,c·non I~ pnma ad avcrP una confcrenza.pro1- clùfori e /ll'CJ)<n·arc 1 ,n mondo 1niyliorc, ?'i- occorro \'i dica cho ero assai spesso in \)lta. Pensate: doYevo ,Parlare ~1 Ro– si•llano 0 , 18 ; rii•;!lc e tra,mn//c,iio ,,-,· ciio,·,· urto con mio pa.drc, ,uomo ccccllentc, ma,n R1 oll~nd. a Montreil sous bo1s alle ' ' ma ufficiale sopra tutto. E' fo,·se anche pal'lc .e I I ang1 ! . afflitti e 19i<luciat;1111a luce cli ,p<·ran,a. questa opposizione che oontribuì a far- Ebb1.qucsto_ono\'C: la nna conferenza Dorremmo credere che /a mi,chia sia tl\i comprendere il ineccanismo orribile fu pro1b1~a; 11 imo libro fu ccnsnr~(o fini/a, ma tutti scntono che scn:a ,,,, della vita sociale che soffoca i migliori come pe!'lcoloso, dal censore d1 felice istinti, le n1igli~ri energie, i più bei memoria Gauthiey, che lo dichiarò sov: furie. po1/croso e sentito accordo <ll tutto pensieri, per conservare Lin passate, che ,·orsiYo. PC\' ragi_qm rngludandate d1 il J;lu1;rlo laroraturc per 'Una pace [Jiusta. non ha ragione di esistere. rQSe, d1 cui la p1u stra1:~- era questa: V"r una· i·cra pae", la guerra O il milita- A 21 anni arrivai a Parigi, neofita « ... quelle cose sono prn graVI clcl~e ardente aYendo molta buona volontà d auna donna ... n ,-ismo riJllT1ttlcran110 il :,opral.Tt nto. Donne. fanliullr e: ùimùc 1 un ilei-i a questa V?(:ù di cltn.111;.1 e Jal'l clw non sta- 1rna sola 1.·occ. ma un coro immenso. e pochi' mezzi. Frcque1;taxo. l~ riunioni, D~po moHe peripezie, il .mio l_ibro ap– m1 lanc1aYo a 11arlarc. In1z1a1 la nua P,~1,e 1nut1lato, ma appa.1,e g:1az1c al– caniera con c:)elle conferenze. Ero una I wterv,,nto del con)JJ!l&!)OBnzon, che bimba molto ignorante, che non a,·eva rnllc prendere la 1111a _ct1fcsa. ancora appreso la Yita se non nei libri; .In scgmto contr1bu1t, come segreta– ma avevo ciò che 1ni era rimasto e la na, alla formazione clcl Journal du sola coGa di cni sia fiera - se Ycramen'tc l'eu pie, che tralasciai poi per la man– ~ tale da poterlo essere - la più asso- c~l'lza di libe_rtà; a!lor~, i_n.colla~ora– luta sincerità. 21one con Bnzon cli cui d1ndevo· rnte– Cominciai co111cgiornalista a la Ba~ rmnente 1~ idcD, lanciammo Lo ror;-uç--, lai/le Syndicali.ste, un giornale che ebbe senza soldi, ma con un gra!Hlo b~gaglio dei bei giorni vivi e guerreschi, e ],i 1·i- d1 speraw e una grande gioia d1 !avo- la e le lotta mi piacevano. Feci dello rare per l'ayyemre. . inchieste sul lavoro e la miseria delle . E la nostra speranza germogliò. La operaie. And:wo ad arruolarmi nelle b,ada cresce. _La Var;ue ha oltrepassato officine, lavoraYO con le operaie e ri- le 100,000 cop10, .e ,abbiamo l'amara coi~– producc\'o fedelmente nei miei articoli st~taz10nc eh Yederç cho a vcrnm~ -_ ohi– ciò che Yi avevo ,·isto· e compreso! Sono me! - troppa ragione! E conL1nu1a1no co1winta che l'esperienza reale è il mi- bussando. agli SJ~irili perchè si aprano, glior insegnamento. e a1 cuon porche sentano .... Con molte :diflicoltà che sm·cbbe trop- Ecco un po' la mia. n !a: ho buona po lungo racontar\'i, presi la ,difesa _ spcranz~,. molto coragg_10 e confido nel– con tntto il cuore - delle poYCre donne I Uman1ta che vuole vivere clopo tanto sì terribilmente sfruttate e, ahimè!, sì dolore e _tanta morte. E sono con. queHi docilmente schiaYe '.... che ,ogliono vivere, con tntto 11 mio Con tutto l'essere mio, e senza alcun cssçre, naturalmente. . . merito, sono con coloro che ·soffrono, Ecco riassnn.to 11 1~10 piccolo. roman- ~-acqui nel 1891. Sono meridionale di contro quelli che li fanno soffriTe e zo: non ho alcun mento: ho ag1td, pcn– rnzza cd ho int-Ow esseni stato nella nelle mie molteplici inchieste nelle fab- s1_1to.lotU1t,o, parlato tcoondo questo famiglia di rnià madre un arn prove- brichc e nei tuguri di Parigi, nelle fi- diavolo .d1 na_turale che ognuno, porJa niente dall'Italia. Comunqu<.>sia, sono lancl,, del Nord .,Jclla Francia, ove 0 ,. 0 rn sè e che rn _mc s, chiama 1 amo~o sempre stata e sono del .:\Iezzogiorno, anelata a fare delle relazioni, vidi le a1'dcnte della nta per 1 ut.L1, e l'ocho come si dice da noi. :Mio padre era più spaventose misc!'ie O udii le più· dello brutture, delle malaLtic della mi– ufficiale di artiglieria di marina, mia macabre, inaudite confidenze. Che una seria, dello struttamcnto, dr\ia moo·te ! madro era figlia di coltirntori: ho ere- società possa aYerc tanta sventura al- . Ed è quBst amore _della saluto, clelJ\1: :ditato ,dai miei antenati contadini il l'ombra dei suoi grattacieli ckganti, è nta che 1111 fa soc1.ahsta, e che cons~cr'! 3usto profondo àclla, natura. l'amorr la sua condanna. ~ cop.sacra !llla ~11a causa. quel po d1 della terra è dei campi, e di tutto ciò FaceYo una campagna per aprire alla· rnchiostro s11npa~100 e scl11ctto che può che virn così 1,otemcmente fuori d,,]]a donna le porte dei sindacati, insomma scorrere dalla nna J,~nna. cidltà anemica. innntata da:;li uomini il possibile per rime,liare a i mali della --------- r,er dirnrarsi meglio fra di !Ora. miseria, cleH'ingiustizia, dello sfrutta- rh,, ì, ·11 bofsre11·1smo Trascorsi la mia prima infanzia in monto. Ebbi 11 grande conforto di es- LI u tosa Il Il 11 campagna. presso il nonno che adoravo. ·~ere amata dal popolo, dai bra,·i operai uno dri primi repubblicani <le! paPse, e contar!ini che m, kggeYano. E' il pre– Ji quelli che ~otto l'impero coltirnrnno mio migliore per chi lotta, qucll-0 di il .prr,prio pudere, leggevano molto: e>,ere circondato da un po' d'affetto. egli mi instruh·a tra:tan_dorni ~ome _la Sco_ppia la guerr!l. Sono in disaccor– ":>Ua 111ccola compagna. \ nevo la a'l:11e- do Y-iolcnto con la maggioranza della me alla gent"J della tena, aYCYOun pie- Confcderation Général du TraYail na– colo animale pieno di vita; e di là, forse zionalista. Sono contro tutto ciè/ che è venuta a mc la seh-atirhczza che mi I uccide e clistru"'"'C e il mio vecchio ha fatto fug[,:ir~ l'amhiPnte al èiualo buon senso pacs:io' m'impedisce di gu– mio_ padre m1 .aw"\·a. dcstrn_ata. che ~1 1 ,tar<> le letterature sonore: quindi lot– fa tug:,irc oggi gli rntngln cl·,lia poli: to, e poi, censurata dai compagni ,·e– tica, cli~ m1 ha fat:o, rn que~t1 tempi ·entemcnte conYertiti al militarismo. clò tristi, sehicrnre pubblicam•·n 1•· daìla 1,· rlimissioni. Alcune scttiman~ dopo la uarte d,~lla Yita e del buon senso contro 'J,,taillr: ,','yndfr,,/ 1 .~·tr: era dichiarata la morte .e le Yuot;,. parole roboanti. nodn, '.tlall'asscmbl::a clcp;li .A~ionisti. In seg,ato feci gn stnd1 al liccu f,·m- \\',:\'O gettato al ,·cr,to delle mii· opi– minilc ~i Tc,abusB OH, fui ,pes.,o un!' 1ioni il mio gua1lagno, poichè guada– .alunna rnd1sc1plrnata, un !'o fantasti- ,na\'O a la Ifo/r,i/lt. 5 lire al r.iorno e ca, rivoluzionaria, ribel andomi ai um aYCYoaltro! 0 ' volta piangente, spesso inasprita, il più simpatia profonda per la moltitudine del tempo ra,,egnata, ma con un gran ,_c'?uosciut_a degli oppressi e degli infe– yuoto nell·anirna, e come oppres,a <lalla Ilei, m cu1 non aveva mai fissa.lo il pen– sua yita arida e senza scopo. Eppure ·y; siero. Prestò attenzione a ogni parola era in lei un'intelligenza aperta e viva, ,1~1 fratell_o, ùnlrò a poco a poco nell'ani– un cuor gentile e forte, qualche cosa d1 mo suo 1 riconobbe ~ averlo .m"I giudica– dolce e di profondo, che non si manife- to: nei .suoi lunghi s1lenz1 d1 ragazza stava, in parte, nemmeno a lei steii-Sa, trascurata, prese a volgere e a rivolgere ;per la mancanza d'un. oggetto su cui SI nel suo_cervello tenace cli piemontese le potesse espandere. Ora, tutto questo si nuoye 1<lee; salì più sovente da sua co– scosse e si rischiarò nell'anima. sua al gnata, per <ifogliare furtivamente i nuo– primo raggio della nuova iclea che udi vi libri di Alberto; se ne portò in casa annunziare da suo fratello. V'era dun- parecchi, l'un dopo l'altro, e li lesse avi– que fuori della religione e della fami- damente la notte. Un.o di questi, un di– glia fuori dell'amore e dell'arte, Un scorso appass10nato e bello d'una signo– mon'ào a lei sconosciuto, un grande or- ra S'?ciahsta~. diretto alle fanciulle bor– dine di sentimenti e di idee, al quale ghes1, che Cl!mostrava loro il bene im– aneh·es~a. poteva ~o!lev~re il suo_~p1rito 1 menso che potevan fare dedicandosi alla e in cm, fra tanti altri propositi vasti grande causa, e fini\'a con le parole: - e generosi, prirneggiaYa il cortcetto di Vieni dnnque, o desiderata, nelle nostre dare alla donna la libertà·, la dignità, fik !.., - fa commosse fino al pianto. Un i'inclipenclenza della vita, di far sì che il riboll.1mento nuovo cli immagini, di affet– suo avvenire non dipendesse più soltan- t1, di tiperanze le preso il cuoi e e la to dal &<lol'iso e dalla. sua borsa! Ella, rn..ente, e divenne più violento per lo che era un'oppressa della sua classe, sforzo ch'ella faceva di comprimerlo, ohe era umiliata e infelice, s'afferrò su- per non provocare lo sdegno e il di– bito a, quest'idèa, i,entì prontamente una sprozzo di ,ua madre. Ma sentiva ~he a Questa parola « bolscevismo »,. che fa nella borghesia l' effctlo <lei drappo ros– so. messo davanti al toro, è, in pratica, cluanta con un esempio. L'applicazione del bolscevismo è ,stata [atta in Russia, con queste «terribili» parole poste in fronte ~Ila Costituzio– ne dei So, 1 iet. Fatele leggern alle lavo– ralne1 che non sanno : PnINCIPIO: Chi non lavora non mangia. FINE: Soppressione di ogni sfrutta, mento ùell'uomo sull'uomo. MEZZO: Durante la lotta ùecisha del proletariato contro i suoi sfrutta, tori il poter.e ùe>e appartenere to• talmente ed esclusivamente alle masse lavoratrici, tuUi a\'rebbe potuto celarlo, fuorchè a suo fratello, che già la guardava con un occhio scrutatore, in cm ella vede,:a un principio cli simpatia, che le faceva bat– te!'() il cuore. Scnonchè in lei la timi– dezza antica, in lui il sospetto di ingan– narsi e la dissuetudine d'ogni famiglia– rità corcliafo con essa, li rimoycva en– trambi da un'aperla s,picgazione. Final– !ncnte, qne•sta. avvenne. Salita_ un giorno m casa di lui, per non lasc1a1· solo il ragazzo con le donne di servizio es– sendo uscita la cognata, e~sa enLrò' nel– lo studio e si mise a leggere delle pa– gine_ sp_arse del li~ro del « Lavoro dei fancrnlh », che trovo sul tavolino. Mentre essa leggeva, Alberto, di ri– torno dalla scuola, entrato un momento da sua madre, era attirato da lei nella quistione .tiolita con un'asprezza e una imperiosità di linguaggi.o, cho per poco non gli facevan perder la testa. P•er non trascendere, la lasciò brU,scamcnte, o sa– lito in casa con un nodo nella gola stanco alla fine, e sconsolato della duri guerra che sosteneva solo da rnri gior– ni, entrò a rapidi passi nello studio, do- Il PrimoCongresso dilla Lega nazionale Proletaria Mulilati, Reduti. Vedove di guerra Nei giorni 28-29-30 <lei mese di giugno' Yerrà tenuto a Milano il Primo Con– gresso della Lega Nazionale Proletaria. La quale comprendo anche una Seziono cli « Vedovo di guerra» iscritte nella Lega. Esse saranno l'a,ppresentate al Congresso, ed esporranno, a mezzo della propria relatrice, la compagna Maria Pag]ie-rani, i loro desideri, dei quali ter– rà conto il Comitato Centrale per rna– lizzarli. Le nostre Sezioni Socialislc Femmini– li ~ono in,·itate a racco~liere in appo– site riunioni le Yedo,·o d1 guerrn, a far si che ,si iscrivano nella Lega N'azionale Proletaria, a conlribuirn alla costitu– zione di Sezioni della Lega o,·e queste non esistano. Le compagne prendano a, cttore que– sto problema. Per schiarimenti, ti rivo!. gano alla Lega Naz.ionale Proletaria - Via Manfredo Fanti, 2 - Milano. ·---------◄ ILCANTO DEIPOPOLI (Composto da Eisncr, if ministro socialista ban1r~se nssassinnto dai reazionari, per la prima L'csta clt'lln Ri,oluzionc bava– rese. - i\Jeloclia s\lll'arin clelln "Preghiern olnnclese,,). Tcncliamo morendo alle stelle lonta11c. Esso rilucono oaclendo, ca_den!lonella no/le. Eo follo non -vogliono o<li!frc la -vita. Lei liberi,, /e 0l11ama in allo éd i' coronata di stelle. I Tempi 2ll'COipilano. La 1'crra si scotc. E SCO]JJ)ia il gi(J 'l}CCChio ma gio1:aue in cuorr 'l'cmvo. E debbono i pal/i<li passanti vas,rn re. n 1101wlo si .i,reglia, la murte iJ 1:inla. Xoi giuriamo cli 11clirc il ricltinmo della Libertà. i-oi conquistiamo e clifcn(liamo le cime sacre. La sana 11ma,nifit si 1rnisc6 in un fascio crcalore, · il nuovo regno so-rgc._ Il monclo s'alrtsta. ]fondo t'allieta. Kuux Ers:ma. La verginità perduta L'Italia del Popolo -!}iornule settimanale milanese di quegli 1ntcrrentisti c1te segui• rono BiBsola/i. nelle, nota questione della Dalma;ia. e fu,:ono chiamali da.f loro al. /cali <li ieri: i 1•i1w11ciatari - z,ubblica il seyuentc euti·clllel: « Quelli elle. si cllinmnno cmtibo/.sccricl>i sono i più autentici e perf-ctti ptOY-OCtttori cli mo,imenti conyulsi\'L Le vie di Milano sono, nd ('semplo, instllliC-iate cla un rnnni– fcsto Mlìsso :ii mmi clclle case per cura clclla Lega !lnt1bo/scc1:ica, nd quale è .scio– rrna ta din,1nzi agli occhi dl'l 1n1bblico Ullll sconcfa.. voesia in Ternncolo, fattn. uvposta per proYOcare. Si 1rnù essere. n11tiboJ,sce,i– chi, Nl essere persone non prire d'iu\el– ligeuz.:1: IU;l i dirigenti della Lega sullo– data dimostrano di posscdeme assai poca. Quella g-entc nun sa. n uc.-ora co~a sia bol– sceyismo1 c1ore ~::;:-o•~tia. di cn$n., in che con.:;istn. l)<:r prorn rio hastercbbe 1-ipco.– dunc la sconcia. ì>O<?~i,1 YerHacola .am~~a .ai muri, e che 1n censura inlclligcuti::;sima ha fasciato pa~~arc. « 'l'nnto onore, si -cnpisce. noi non faremo m:11 nè .:li voetucolo in ~t?llic:esimoche ha ~ffC'rgogn;.tto H ùialctto del Porta.· nè ai YCsorprese sua sorella. Questa, che sta– Ya leggendo del martirio dei ragazzi nelle zolfatare di Sicilia, una di quelle pagine pownti che escon dall'anima e vanno all'anima come un grido d 'an.go – sc1a, balzò in piedi con un tremrte e "?ltanclosi, presentò al fratello il vis~ pieno di lacrime, in cui splendeva la s;i,nta. commoz1ot1•e della pietà, e a cui s aggmnse m qu~l punto un raggio di amm1raz1one e d amore per chi l'avev-a commossa. _Albc_rto .la guardò un mo– mento stupito, si clunò a gua1·dare i· fo– gli, capì - capì in un lampo tutta !'a.iii. ma sua e tuLta la sua. Yita -, e aperse le. braccia, ed essa v1 s1 gettò con un gndo: - O fratello mio! - O mia Er– nesta! - gli rispose Alberto, e con 'llll ardore che cluedcva perdono cl'av0rla,, per vent'anni disconoscinta, le coperse il capo di carezze e cli baci. Nel santo amore del_l'mnanità si sentirono fratelli per la primà volta ... E. DE AMICIS. ABBDHATEVI 111' "AVANTI !,.

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