La Difesa delle Lavoratrici - Anno VII - n. 17 - 13 ottobre

! - La. mezzadria pure è dicttsa. Il salaria– to ò pagat o mi:,c ramenoo. LA DIPESA DELLE LAVORATRIOl dN·ai. I sussidii di guerra. l'ap•!rt,,t rn di un.a. officina - per i proiettili - cl.ic per altro paga sala.rii di fame. ~on:i ,m sollievo, una risol'sa, una cu-ocag,o.a, 1,cr molte di quesw donne. Onere la g·,crra, se è maled-e-tta, è anche tollorata. Le àbitazioni mollie volte, ilo potuto oouqnistt.1re la ,eri– tà. l\1a 00:-:>::t. vuole... Sono ,•ecchio, io_; e non ho la forza <li Le11m-la ,>. .- Maestro, mormorò il glo-v .. rne, in pi~– dt, cou aooent-0 <li <.'<>mmo= rispctoo. n wcchlo scicll½krto continuò, o~alta ndo– ~i in una l'ivchtzili11<' di siuocritit iu.eb- b1•ianck>sl di Yerità: ' - Si; ,;o, "o, $O, le dic'O! So che 01.1!– grado le co111plie.1zionidegli a rgomentì e il clNù1lo (!<:.J. C,ll'i "1lét<11li iu. Clli ci :;i perd(', nuli11 :;{'UC)lc la sem1>licit~1as>:1oluracli dire– elle la lc-gge per cui gli unì ,son ri-cchì e -gli ttltri J.>ovel'ie rimane ne!L:t socìc,r.:t un'i11c-– guaglianza cronica, è u1u suprnwa iugill– stizìa lm' (CEXSURA) CONVERSIONE Elena era cresciuta C'.)me la ma&gior parto dolle fanciulle p.rolotarie, 1gno· 1·ando cioè tutto della vita. La sua fanciulle--.aa er.a trascorsa q uict-amcnto in un ambiente mol to tri– sto, fra là mamma etornamento am.ma– latn. od il l.>a.b.bosempro stanco ed af– faticato dal diuturno lavoro, al qualf' dovov.a sottostare per procurare il pa– ne alla. famiglia o le medicine alla mo– glie inferma. . Anche duran.te i pi11 int-cusi e fatic~i- 51 lavori agri coli. la paga non supn.t - fatte poche ec-cl'zioni - 1e duo liio gi~rn~l~er~_. La clonna guadagna ùai q umd1c1 a1 trenta soldi oon nna mn.:iit di 10-1-! or' cli la, oro. Il pane, la p-1~\a e la wrdura sono gli unici alim-:nli. La carne non è gran rhe con ,sci II ta Una schiera di piccole rfrenditrici nN corre lunghi ohilomctri di cl nriss.in1a strada collinosa, per portare- al merc1.to gli ortaggi e le. frutta. I pochi s1, ldi gua,daguati non compensano l'aspra fa– tica. La C•Onsegucnza è cho a trenta n•1- ni la donna. è già grinzona, sfi.vnL.1.. L'acqua scarseggia per defi.cienza. :ini– ministral i,·a. Le, sorgenti souo m<..1 I-<•, ma gli acquedotti 1'\.-.st.anos-ui ·JrC•P:"tt(. Non per termine ... lettera.rio ho pri ma chiamato casLtp-ole, q nesti tngu rii. Famiglie numerosissime dormono in una stessa camera. E' abituale la pro– miscuità, e la conYivcnza con gìi ani– mali... ca.salinghi: maiali, pecore, asi ni, gallina, ecc. Chi salva queste po– pola,zioni dalle epidt>.mia, <) l'aria pn· rissima., montana, vi Yificante. I pae-si, poi, per lo più crelti sui cocuzzoli delle oolline, a difesa contro gli assalti me– dioevali, hanno strade fangose, putri– de, impraticabili. . ~)Il~: elle 11è il lavoro, n1l h1 pw.~per.ìtà mate1·ìale e .ruor~1le,nè_ le nobil'i tìnez7,e del pragresoo, .nè, J. procltg1 dell'arte, Ila uno bisog1io <ti od10~ emt1,Jazloni - e elle tutto ciò., in– ,·e-ce, è oppre::;so dalle urini. 8o che la car– ta. di un paN,e è .fia tta, <li lille(- conyenzio– na li 't! dì ·nomi di.s1x1r:1ti, cbe l'~tmore fa– nabo cti i'1C' ste~i cl conduce più ricino al- Unico srng:9 cd unica occupazioné spirihu.a.le era la brnv-0 ora 1jassa,ta in chi t......a, 01·0 si recava 111olto spesso a chi-0d·e-i·o alla divina misericordia un po' d,i salute per la ·madre, un po' di fo.lici tà per la povera. famii;rliola,. Per provvedersi, la donna, · con pe– santi tinc in c.1po, fa. la. spola penosa òalla fonte alla casa. Il forestiero si domanda stupito .se è vc-ro ohe siamo a poca distanza da Ro ma-. Appena giovinetta, si tro.'l'o sola; pri– H\ anche delì'appoggio dol padre, cho sogucndo la sorto comune partì 5-0ldato con le primo chiamate di tenitoriali. E così tutti i giorni. fino alla m•.•fc. Il laYoro ò ancora ai primordi. P•~· chissime maochinc aghcolc sono c,,r,.::– sciuoo. Anzi, io ho Yisto sqlamentc qual– ch" t-re-bbiatrice. l'uomo in ::è elle non a que-11i che fon Confron~ ~rte ~:uno ste~o grupp o ge og11afieo, che Il male che minava la vita della mam– ma .si aggravò per questo nuovo ·dolo– ro, ed Elena tornando una sera -dalla filanda, dove aveva dovuto cercare la– voro -dopo la partenza del babbo, fece appena in temp-0 di ra:ccoglicre il suo ultimo saluto ,,el marito lontano, e l'ultimo respiro. L'aratro sembra tol(,o da.i mu.;3, n.r chcologici. E' a chiodo, faticosissimo. Bi5(>!!11ii sospendersi con tutta forza sul ,·0111c•ro per fa re il .solco. Per trebbiare. si fann-o corrrra due cavalli. trascinanti una specie. di ~ ;1oc,_ ~e, sul frument-o adagiato nelr a.ia. . C<J· struita sul campo st-esso. dopo h rn i,·ti- Se ora paragoniamo qt;estc lavo1·a– trici con il vero proletariato femminile. ci ,·iene da rallegra rei p.e.1· i pa.ssi in avanti che i.o alcune regioni si sono fatti. Rallegr.a.mcnto amarnggiato dalle condizioni reali in cui versano tante sorelle di q ne.Ile donne socialiste che per la propria redenzione nulla. hanno ri– sparm iato. Il soéiali.sm- o sarà sufficientemente ca– pito quando ognuno anà cuore- e abne– gazione per sè e pe.r tutti. Al è 1Hu _computriotti di cl.ti ci compren– de ~ c1 .ama ed è ~,1 lì1·c!lo della nostra anima, o di queut elle pa– t1::.'Cc>uo_ la llledBl'!irna ><ehiai-itù, che non cli cb l si 111cont;ro •lJél' la -stracfa... GIl ,a-ggn1p– pa menti nazionali, unità dell"unìn~rs.o ·mo– derno, oouo quel che sono: si;1.·puré. L'a– more che ~i proni pt>.r H proprio pa~ sa– rc,hbe buono e lod-evo-lc :;e non degenerasse, c~lil'e _ovunque _YN 1amo. in vn nitù, 1n Jspi– nto d1 prc'{lomrn..;rnzx1 e ùi '1CC:l[>arrnm<>nto iu odi.o. in io .vidi.a, in na7.iona.li.smo, lu. mi'. Ubari>< mo.in ('◊1-s.1 a.l1'·1bisso. In causa del– la d;ef o.r nwzionc crcsc-e.ntc, ml}strnosa. (Ìl>J oont1.m~nto po.triottieo, l'uwa.nità si ueci– tui:a.. · Se la fatica opprimo queste ln :-nrn– trici. non un harlume di lLlce le d t mo Yerso altro speranze. Non c'è da i!ln- Lu igi Tell-òl i. de, l'ulll'aui tà s i spegn<:, e l'epoca cou,tc-m- ' pc1•an,e,1 è un.il agonia. PAGINE ! Ebi.>cro tutt'e dt,e et :,tt'Sl:1a visione -e di-:,;- D 'ARTE' scro cont~•1111)()r-<1lle,rnwut.e: - ~• 11:_1 ,,,,t~cro'. è u~ <:anero. Il \'N'Ch!l) 8Cl'(l.ll.7,18 tn '>l ,llllWÒ ::I neora 00- L'INFERNO La C:Xusa editrice Soll7,ogno hu pubbUca-1 ;1n001-sti al passato. Ascoltiamo quello d1e to, in questi giorni, la traclu½ione ito:li.Rn: a è sempre st:100; lo rifacci.amo: cd -ecco J;a dell'Interno ili E. Unrbu:::ise, il not -1: :;,;i-mo e I gu-erra e l'ingiu,-;t:iz:ia. Puù darsi che l'u– ngor030 autorc• del Fcu. nmnità, un giorno, rie;ica a liberarsi d~ùl- E' la prima opera del giornne e valorooo ( l'tl'..«anza di quello che essa fn. Sperkuuo scrittore francese tr,tùott.l nella nosr.r-.i lin-; che si -possn finalmente u.scire <bll'inime.n. gua. E' un li.J.>ro4'1.udnel', formkfabi1e, in sa epoca cli massacro e ùi miseri.a. Oo.'>.'l cui sì pi-esenta l'uomo <1-i genio. poo~ia-mo fili'<', più che 8J>el'a r10·1 Il tema è curiosi.ssimo: narra le c.-ose Qui il vegli.. 1rdo sostò. :Pi-we il giovane: ,edute dal prol:i\gonista, a.ttmvc•r::,o un bu- - Volerlo. co nel muro. in una camera d':1lbergo: L'alh·o ebbe un mol'imento indefinito dt>l- scorci e profili di 1·ita uru:rna. Ed è queuo J..'l lll!l.llO. __ ,_ l'Inferno... Il gio-wrne e,scLamò: Il fine cli questo libro è espresso nell'e- - (!'& una grancle causa generale all'ul- pìlogo, nell" ultime righe. ~< :-.on v'è nitro e-era del mondo! L'h?- de<tto_ lei_: _è !'a...<lilen-i– inforno che il furore cli vwere ... Ho .-e- mento al pass,lto, ll pre.gmcliz10 1:;ecoùire, duto cose ,-.'acre, e~ tr:H~khe, cose pnre, che im.peclL,;ce di rifar httto couveiu~nte– ed ho an1t.o ra~ion;,; ùo .eduto cose yer- meute, seconde, ragione e morale. Lo spirito gO!!'D.osetafi hÒ avuto 1111:done. · E con ciò di tradizione in fetta l'uma n.itil. e i n{,mi soo o r ..ervem1to :ti regni delkt verità - se ùi que-ste -due spavento.se mani.(e:,t,1zìoni si può riferir.si alla ,·erità senza bruttar- ,sono... la - con un ·c•,;prc'-fl,.ionecli cui si sc-r,ono n vegli.ardo si ~nllevò .'ilUlla He_ggioln., la me117.,orrna e· la be,;temmia rc•ligio;;(> ». abboz7..audo gfa un gesto di prote.~ta. co= L'oper,1,., <lei Ea.rbu,,se è stata tr:1dotta :;e vol_c-s...;e e,--primere: ((Non li dicu ! ,,. do Gta.nnc-tto Bi.si. · M a il gion1ne non 11otev~1 far n meno cli N e riprodoc·iamo un fmmlllénto intP~ p,.u· la.re. f.ti' .nti.'5sùn-O. Due medici sono cilb1niati al - Son o l'eredità. e la patri.a; di?se. ca,p ezzale <li tm moribondo. Dopo ,n-er * * * compiuto J"e:;;1me clinic o ùe ll'.alllmalato i _ B-:1..;;t:t! e&elamò il vecchio maestro. f-:u due scienziati ìn~a_ggi. a.no una dbcu~io- qut',.;lt.a ::.'trada non la seguo più. Riconosco ne su.i problt-mì gener-;ili. i mali pre,:;enti. Invoco con tutta l'anima * * ,. una nuova era. Più ttncora ci credo. Ma L'am:naluto ~UUH?Y·a una grarule-zz.a. 8à- non parli c.-osidi due princip i sncri! - A.h ! disse am.:.1 ra lllen.te il giova ne, l<-ì era. Da QuttWo e-,;si emno li, e loro mal- parla come gli altii, ma0$tro ... ì.Gppure bi- grado, e-gli regn.t ,-:'l nelle loro p:trolr•, e s-o • r 11, · · d I l ave~-ano generalizzato la questione »i E-ra sogn..'1 W:xt ire a orJgwe el ma e; <> ~'l bene, le-i! (E ,i-olentcmenteJ: fo.r.,;e~r li~ r.tr> -i. d.;l caso particoL.1re... « l'ercbi> sì com[)l )rta c. -ome !..e non lo f;a- - ~ nh~o. _gr~>CtJ · . . . . . . pe&:&e? ... Se si vuol gu.ai- ire dell'opJ}re.."-'>.io- - _:-;_,:,n '-'<>. f~1H~o tuttt ta~to simi+L gli ne e dE-11..L guerra, . ii ba il dove1·e <li attac- uon11~1, a forZ:l d1 g~ar_c½!rll dentro. , · care con tutti i mezzi. utili _ tutti! _ j[ - S<,pratutw ":(>IlO = 111, mot·morò 1 ~•1- -principio d.cll'eredit.à e il ·principio della ~~o .. ~l~ l,ir_o_y<110,:;a. pretesa di e.,s•'re di~- J1<Ltria"· ' s1miµ e nemici. . . . . . - Ko, è iniquo! esc lamò il VC'gliarùo che M1 ~arve eh,~ rabb_rrvi~s-,;e, qu~! 1 ?. clie :-;ier,L al.7.ato agltutia:-: i.mo lanciando al suo parlava, c.-ome se Qt~e-sta 19ea Sll<>cita;;se il! intkrloeutore uno sguardo duro e qua::1i,iel– w1 qua.-,i un,_t f~'-l>'lOne. Si alzò, [lll'IlO di vaggio. c.-ollera.,ca~,brato. ~ _ _1,,· e<Juo! gridò l'altro. -- 411.., ùi.:,:-<:i e.\1e -vergogna lo spe-t..aco1,., La te!--ta grigia, di c.-olvo. riC;.Jdde: e il che H•4, 1 u~rutà,- . ., .. , ,., vec.-cb i.o d.ì,-;::ie a ba,,-&1. voce: c(Sl a.e~ c_ont10 ~ :-'t~~s~,.,.,m.t!Mrn! 1~ _ 8ì, è vero, è (''1110 ... le b~Tento,:e_ f~r1te eh~ la affl,~~O!l:O· è\o~ e, Mi rior,rdo, un giorno.:. durante Ja. che _i::i.a_mo C!IIDt .-,uJle r>_mglte, DOL fl!U ùczli gnc•rra: èta vllffi<J raccolti attorno ud un altri ~1m.an1':1Jl?O o-Ar,iti . ùa tutto .11 male morib'> n.do. Sc-,,:.,un.o lv rìconOl'<.-ern. i-;ra c!1,e glt uom1ru volr~n~1r~1me~te 81 ~a.uno. t:itatv t ro,·a to fr.a i rottami di un'. ainbulan– Non_sono u è un _po~t_ìcante ne 11_nm:ilrtfln- za l>e> mba.rcùi.ta( volontaria men.te o no, è te! 10. Oec·; ir.ai; ?11 <11 iù~ non è il 11'.w_ 111::- la &tE-1-;;;.i cosa ): cm sform·;ito i n raecia. at1cre .. Ho ~tt a lti:o ~a fnre, _Pure, talvol~1 Sr,n :si $!peni co:,'era : appartenc·,·a :id ho dei. ru0t1 dl _r,1_etaf,'T'and_1 coo~e fi~!- una <ldle <lue a.rum.te; era tutto Queno elle In _c.:r::-1. ruolllei:11:_1 ''?rl'E'1 r,11n1regh uom1ru, si potf-va dir<:. ~mev a, piangeva, urlav.i, e "oriei ~ipr,lir 1~ 11 •· . ·nventaYa der•li urli spn.vonto~i. Cercavn- >'CS.;iO U.a-to dall 'eviù<'nza: ' - :-;o quao.to lei che la i.,ostcrità la g-ìu– dicherit .sever a.mente coloro chè hanno eo-1• t:.irnto e <lìffu,x, il fetici;;mo delle idee di 1 opp1 -essione. So che Ja guar.igione di ·un a.bu, go non in.Cl>lllincia che quau.clo ~i ,.,i ue,g a al culto che lo consac1,1... E io che ho ,atte""-> per mezw 1--ec•o10 n tuttC' le "!'1lll<li !-ICOJ>ertc che hanno cambiato l:1 facclll cl-el– le cose-, io oo che ~i ha c-ontro l'o::1tilità dl -tutt<.> ciò elle e3i;;te, qua1Klò si inoou1in– ck1! <! So che è u_n,izio pn.,,._.,uedegli anni e cle_1 secoli _a dire del progi.·e:-,go: « r '° \'or- 1~.1, ma non ~o voglio,,, e che se pe.r com- 1>1e1-ce.rle nforrne ci niole un con;ienti– ruento unil·ersale, che import;i.'i, so -che si nuò ~mìmire miche l'\lllin!1-;;o. Lo so lo so. _ ' cr Sì... 1\I.a io! Troppe cure mi s-pin,.,.ono troppo .Lavoro mi _prende: e poi, glìe 0 l'hÒ detto. sono troppo wechio. Queste idee pe.r mf' son troppo nuo,e. Inntelllgenz,a di un t!0mo non è , nscettibilc cht· di com– J)l-enclC\l'cun cert,o quantum cli <'t>e-azione e <li.noyirà. Qu,rnd.o quc-sta porzione è e– .:iaur1tit, qu-alunque sia il progresso circo-– ~tante_. f>inc-g.1 di n-cle1-ee ili progredire ... Sono incapace di g-ettnre 'llClL.'ld!scusslGne la ~ec011d~t ·ec1!1gerazione.. Sono incnpacc dell ,u1d;;1c1:1 d1 c.~'Sew• fog-1co. Lo confes,;o. rag~zzr, mio: non ho k1 for;,;a (li av'è<re ra– gione,!,,. .- Miv· caro .maestro, di.-:,;ie il medico l?IO~·anecon un ncc.-ento di rimprovero elle l'i!;0rgen1 ,al:>l.>ellito e •~iueero dav,rnti a que– stu ~inceriti"1, lei ha. m,rnifestato puoblic-n– .ment,e 1a &ua di.~1ppr0Ynzione per quelli. cllt> a vernno comb!lttuto in i,ubblico l'idea del patriottismo! Si è usato, contro di N•si., il v.alore (lei ,:;uo nome. Il -vegliardo .~i r,1dclrizzò. Si colori in volto. - Non ammetto che fii metta in pericolo il pa(-'00! Non ·lo 1icon~"<X'rn più. Hicaùern cl:ll suo _gpanlle pensic-ro; N1ruti non era più lui. Ne rirunsi SC'Ornggi.ato. - Pure, mormon) l'ufrro, t1ttto quello che h:1 dctrto ortt ... - Nnn è L1 1,te.-..,;,t {'(>Sà. Ovlow di Clli ha. parfato ll.ai; no g-et ~1t:\ u n.a ::;fida. Si so– no m~;;si _nel11.l>Dfliz~o.ne di nemici. ed ha11- 110 giustificato :rnt1c-11)11tnm<.'.nte qualsiasi. offe:ia. - Q_uetli _che li offe1!donv c-ommc•ttono un delitto d'i.gnomnzu, dL.:;,-c il giovane Nn •!>{·e.trem~11t~. l:!Ost..onutoC'01ueù.a un, 1 Yi– M0ne. Ds:;1d1seo11osc•onola l-0gica &1.t.l>{'ri.o– re ùeJJle C'O~ chP ~i creuno. Si <"hi.n? ,icini:;::-lmo a I collega, e più formo, gli chle:;e: • Si trovò sola e tris Le; la preghiera e la fede non erano fiù sufficienti a mi– tigare il dofore; i prete che la cono– scevo, da bimba e non ignorava nulla dolla sua vita triste, la confortava as– sicurandola che i poveri r, gli infelici erano j preferiti del Signore e tuttJ i dolori sofferti q ua.ggiù sar0bbe1·0 lar– gamonto compensati: nell 'eoorni tà. Sgobh.u.ndo da mana a se.ra e privan– dosi qualche rnlt.a del pane, Elena non ri·usci ,·a a raggranellare tanto da pa,. gare la mezza quota d'affitto e manda.– re q u.alcb.e cinq uo liro al babbo, e q ue– sto era un nuovo motivo cli tristezza. ArriYarono in paese le notizie dei primi caduti, piu ta-rdi arriYarono anche quelli ~hc erano sopraYvissuti, ma con le membra troncate dalla mi– -traglia; gli uni ·e gli altri erano iù– ce.nsati, addttati come esempio CEKSURA . . alla fabbrica, s1 guadagnava assai pocq e per ottene– re poc hi sold i di aumento avevano do– vuto prega.re, minacciare, e astenersi anche dal la. voro. Qualcuno a ve,·a consigliato di man– dare alla città vicina perchò la. Came– ra del La.voro mandasse qualcuno -dei suoi organw:zatori, per indiri:mare e per coordinare il movimento a-ffinchè i proprietari non costringesse~o oon la, fame quella massa anonima di lavora– tori e di lavoratrici a riprendere il lavoro alle medesime con cl izioni. Fu così che Elena udì parlare di lot– ta_ di classe, di rivcndicaz~oni, di ugua,. glianza; ,la parola s1;1ggcstiya che dipm– gova cosi bene la nca tm1forme o mi– sera. ~ella grand<i maggioranza. degh uomm1, fece pensare mollo la fan ci ul– la, che il d olore, la miseria e le tristez– ze ave-ve.no resa donna prima del tcm~ po : com prose lentamente che il h()ne,s– so1·e mat,e,riale e morale lo avrebbe atteso invano da quella Di\·ina P rov– videnza, da. quel Dio buono, giusto, mi~ricordioso, lhe ella prcgarn dn, annt. F1,equcntò come prima la chiesa, ma ora che il dubbio era entrato nell'ani– ma, la .l)arola d~l preto non la pcrsna– cleYa p1u, e nella penombra mite della eh i,,.sa n on t-rov.a1·a quella sens.aziono di pa.co. _di ea.lm_a.d'una. volta; i rosad, lo orcgh1-ere ror1tate con voce uniformo dalle pit1 assidue frequentatrici_ le srm– bra.rono vuote cd irritanti. Finì col non andarci pitt. Pet· quel bisogno che ognuno La d·i pensare, di ~rederc in qualche cosa, corcò la compagnia " l'amicizia di quel– li che le av<',·ano insegnato a sfngghe. Fu co~ì rhc impa.r?i, c onobbe le grandi ingi ustizio cli quc.~ta socie.tà. borghese, che l'unico ~rande nemico da combat– t~ro è. i! cap1t11,l~smo ed entrò, più ta-r– dl, m1l1te connnta ccl entusiasta in quel partito che ha per motto: Amoro, Fratellanza, Uguaglianza, Libertà. Fenice. Il ,·,,ccl:u , ~<-dico w r~ise f!!ela~con:_ea- :rio dl afferrare nella b'lla agonia un.n.par-o– IJ?CD-tò di 1 1 uest:J.vPeml: ;n 7 ,a, I>0 1 11 --:u. 0 sor- •la un accento che ci a ves.-ie indicato aì– riao "<'O_lllpan·e .lanH1 t1 a tanta c-hiam ed mé-no la sua nazionalità. Son »'è potuto· lnne~,!~ 11\ onta.. •. . . . . . . nulla ,,i è J)Otnto sentir ficaturire di di.min: - Come potrC'hbC' non c•~~l'rC'rh-olu?:iO– narìo quello che i.ncomiuci.1? Quelli ;be bnnno nl½ato la Y0CC per i 11nlmi &ono soli• sono <lunque o ignoranti ? dete,-,Latl. _ LÒ clissc lel ora! Ma la posterità :ic-coglierà que– E!t',tvanguardia di. sacrificati, e lì accost("rù a quei noi 1-1te.~i abbi.amo reoo vum •s.:. e a - E \( ,-e,: ohimè .. l\1~serJ o1h come fila- to da quella. i::lf>C-Cie d crentur-a che a~lavu mo, __ cl st,ra~amo og?1-giorno con I; D?»tre sulla l>ure'llu. Lo abbi.amo ~gulto cou gJi ~ w. 1n1. . La i!t:~n-a f;ll~ ~l.a~'- 1• la occhi e aSC◊ltato, fin che h.a taciuto. Qnnn– .-:ue:m delle n.1zlonahtà ... ~e~ <h1 C.'l gua.r- do fu morto, e qiwndo noi C{',;jsa,nuuodi ~era da_,i,,nt11DC?, : per _chi e1_gu11 nJ:i. dal- tremare, per un momento ho veduto e ca.- 1 alto,, s1<1 11_ 1~ d6i ba:,ba.n e _dei pa_zz:i.• pito I lo oa pito nelle mie visoere cho !'110- - I erch.-. J)"'rchè. di,;se 1l !D(.--dico gio,·a- mo · · a.bl> a.rbìca.più all'uomo che :tl !":Il.io· con turbamento cresc.-ente. , ". 1 • t..· t., · · 1 Il medico vecchio alzò le spalle - il ge- vaghi compa .io• precursori ai quali gl.ustizi..1 ! - :\fai! e;;claruù il vecchio. Ave-rn IOC'guitoqueste ullìine parole con o~-chio torvo. _La f ronte g µ si ern sbarrata d 11na rug-,. dl te,; tardn.gg: rne e d'impazien– za, e gli F;i r.u gg ricchi..av.ano di odio le m~mi. E~IUCO BA~BUSSE. sto <1L pochi ismnti priioo. quando si trat– tava <li -malattia lncurabile. - U forza. deHa tradizione, attizzata dagli ìnt&'e6òi ... Non siamo liberi; skuno CENSURA L' lnferM è In vendit..l rpre,aoo la Libre– ria edltrioo dc,ll' A. i•a1it 1( al prezzo dl L. 4 e 61, & equo; è equo. El do[>O quel giorno, nette, 0111·10 Ka111.~1,y.ncr 18!l2, scrivP'l,'C: « Tut!;a la produzione,. l'aliU1enb1zrone Ht('~ila dèun l)ac,~ ~•n 1>! t:;1 lì.stico di pm.\de oggi da•l muo1·ers1 rnd1::,tur1:>atodel com– mcr~i<:>nelle pmprie vie. E' Qu<:;;touno del ruot1v1, che, attunl.memte rendere-boero una ~uerra monùiale a-ssn,1disa.<itro:,1;1elle mal in addietro. ' La ~"tterra porta un ri;;taguo nel com– merdo, c~e vu~l dil'e 0.11:gì un rìsbai:mo nel– la prodnz1one, 111tnt.t,1. la vita economica; insomma 1.inn. rovl,na. economlCll ben J)iil estesa. e, non me-.ne ~tale <lelle stragi eul teatro doll11 gu&Q,

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