La Difesa delle Lavoratrici - anno VI - n. 7 - 8 aprile 1917

donne , lo sento dire nella mia Milano, hanno dovuto abbandonare il lavoro, a cui si erano de– dicate. Rimane a vede rsi se ciò sia dovuto alla inevitabile debolezza femminile, o non anche e sopratutto alla condiz.ione di sfruttamento , non mai moderato da ispezioni e da provved imen ti alla quale ,sono sottop oste . Nella risposta del\ 'onorevole Dallol io vi sono inoltre due lacune. Io gli avevo raccomandat o nella mia interrogazione del\ 'ott obre scorso , e · 1'onorevole Dallolio mi aveva dato al riguardo qualche affidamento , l'orga nizzaz ione del collo– camento pel dopo guerra. Quando tre milioni e mezzo di soldati saranno smob ilitati vi sarà un sovvertimento delle corrent i emigratorie. e avre– mo quindi una questione grossa di ordine pub– blico, economico e soc iale da affrontare. Quan– do si comincerà a pensarci sul serio? So benissimo che l'onorevole Dalloiio ha ri– sposto anche per il sottosegretario di Stato per 1 ·industria e il lavoro, ma non vedo che il Go– verno si occup i dello stud io di un ;irob lema di tanta entità. La seconda lacuna è ques ta. Nella preceden– te sua risposta l'onorevole Dallolio mi disse che erano allo studio provvedimenti circa \ 'in– ves timento a risparmio di una parte delle so– pramercedi degli operai addetti alle forniture militari: si parlava di iniziare con ciò un prin– ci:pio di assicuraz ione per la vecchiaia: ora tut– to ciò mi pare che sia completamente arenato. Conceda infine la Cairera che approfitti di questi due minuti che mi restano (perchè al quinto minuto son sicuro che ! 'onorevole Ales– sio. il più rigido dei presidenti. mi richiamerà ali 'osservanza del regolamento ) per accennare a una questione connessa. ma di grande impor– tanza. Nel! 'interrogazione del dicembre scorso par– lai della disciplina negli stabilimenti . Ora que– sta materia disciplinare , che ha interesse giu– ridico ed economico , ha dato luogo ad inconve– nienti gravi . So che l'onorevo le Modigliani e l'onorevole Treves hanno presentato interro– gazioni al riguardo. ma esse non saranno cena– mente discusse se non alla ri;)resa dei lavor i do– po Pasqua . Da principio gli operai e le oper aie colpe– voli di brevi assenze o di rifiuri di obbedien za. che nella fabbrica non sono reati, ma che !o diventavano per la finzione giuridica della mi– litarizzazione , erano puniti colle ,;iene del Co– dice penale dell'esercito . Vale a dire che l 'as– senza cosriruiva diserzione, che può essere pu– nita perfino con la morte. la disobbed ienza di– ventava insubordinazione .. che può dar luogo a parecchi anni di reclusione. Ne veniva che i tribunali militari si trovavano nello stesso di– lemm a in cui si tro vano tante volte i giurati , i quali, quand o credono ohe la pena sia spropor– zionata. o negano il fatto. magari a dispetto del– la con fess ione dei! 'imputato , o assolvono am– mettendo i 'inf ermità di men te e il morboso fu– rore, op;mre emettano verdetti che importan o pene che sono un 'enormità . ·ora, voi avere riconosciuto esser pericoloso che l'ass urdo della militarizzazione delle don– ne e dei fanciulli portasse al maggio re assurdo di tali conseguenze , e allora avete pu.bblicato il decreto 5 novembre in cui avere mitigato que– ste pene . Come conseguenza di questo decreto avv ie– ne che avete oggi delle condanne date in base al Codice penale dell'esercito anteriori al 5 novemb re, e delle condanne, per gli stess i fat– ti, a pene enormemente più miti in seguito al decreto luogotenenz iale del 5 novembre. Evi– dentemente c'è una sproporzione e una disugua– glianza che meritan o di essere rivedute . Non ricofie qui il caso che si presentava alla pubblicazi one del nuovo Codice penale Za– nar<lelli. Allora fu dettato l'art. 36 delle di– sposizioni complementari , per il quale soltanto la pena del! 'ergastolo , .quando fosse stata so– stituita alla pena di morte , veniva mu tata nella reclusione di 20 o 30 anni . Allora non si porè fare di più perc hè sareb be occorso rivedere cen – tinaia di mig liaia di proces si. Ma nel caso no– stro si tratta di pochi fatti , e recenti , e una re– visione mi pare che s'impong a, ;,erchè è as– surdo che vi siano delle operaie condannate a tre o quattro anni di reclusione per fatti che non costitui scono più reato o ohe sono soltanto punibili disci plinarmente o con mitiss ime pene . Raccomando quindi ali 'on . rappre sen tante del ministro della guerra e raccomanderei anche al ministro di graz ia e glusrizla, se fosse presen – te, sebbene egli no~n abbia che una compet en– za molto indiretta su questo , di preoccu;)ar si della questi one. C 'è in proposito una interro– gazione che non potrà svol gersi se· non molto tardi. Sarebbe bene che, nella mor a, il Gove r– no si preoccupa sse della questione , in modo da poter poi rispondere come mi ha risposto testè l 'onorevgle Canepa : che ciò che si chiede è già fatto . Dallo/io (sotrosegretario di Stato jJer le armi e muniz ion i}. Chiedo di parlare . Pr esidente. Ne ha facoltà Dallolio (sottosegretario di Stato ~er le armi e le munizioni ). L 'onorev ole Turati mi ha ri~ cordato di mantenere la promessa fatta nel set– tem bre 1916. De bbo premettere che siamo in tempi di guer– ra e che le promesse vogliono significare che si farà tutto il possibile, ma non rappre sentano impegni matematici . In questo caso però posso assicurare t ·ono• re vole Turati che ciò che riguarda il risparmio LA DIFESA DELLE LAVORATRICI obbligatorio degli operai e l'assetto delle indu – strie durant e e dopo la guerra, è sta to studiato ; tanto è vero clie ho consegna:O a lui un volu– metto dal quale vedrà con quanta intelligenza , con quanta obb iettività e con quant o interesse i rappresentanti degli industriali e degli operai abbiano studia to l'argomen to. Il Comitato centrale indust riale ha avut o un 'alta vision e di ciò ohe avverrà do;)o la guerra. Del resto la mobilitaz ione industriale potreb– be essere meglio conosciuta nel suo indirizz o, nei suoi scop i, nelle sue finalità, se ci foss e la possibilità di sv iluppare l'argomento in tem– po maggiore di quello che non sia concesso nel– lo svolgimento di una interrogaz ione. Circa l'importanza della mano d'ope ra ,fem– minile, posso ass icurar e che il Comita to cen – trale di mobilitazione ha proceduto innanz i, ap– plica ndo in anticipo il decret o, che credo sarà firmato in se ttimana , e dhe consente tutto ciò che interessa la mano d 'o;iera fem minile . Nessuno più di noi ha interesse che questa mano d'opera si applichi, si sviluppi e dia la 1i1assima produzione. Sono novantamila donne che lavoran o negli stabilimenti industriali ~con vera passione , dando risul!ati posit ivi: ed io che lotto contro le difficoltà del personale, per– chè mtti sanno ohe i! personale manca, visto· che le industrie si sviluppano sen-i;,re di più, non posso fare che i mig liori elogi di questa mano d ·opera femminile . Ma d'a ltra parte riconosco tutti i dove ri che si hanno verso di essa, ed assic uro che si fa tutto il possibile per adempierl i. In quanto alla questione ·disciplinare andrei un po' troppo per le lungh e se voless i fermar – mi sui particolari . Sono sem;)re a disposiz ione della Camera e mi riservo di parlarne quando ci sarà un'inter– rogaz ione, altrimenti mi si potrebbe dire ohe abuso delle circo~tanze per comunicare parti– colari in proposito. Certamente in tutt o quanto ha tratto al sot– tosegretariato per le armi e munizioni ed ai Co – mitati di mob ilitazione industria le regionale, non c'è ohe un sem imento solo che aleggia, quello di avere una grand e produzione e di avere ope– rai, che facciano il dovere onestan'lente e co– sc ient emen te al solo ed unico scopo di dare una larga produzione. Questo è lo scopo per cui sono" stato chia– mato a questo posto , e sarò ben lieto il giorno do;)O !a pace di affidare ques ti stabilimenti che sono sorti dal nulla. questo sforzo del nostro paes e, al ministro dell 'indu stria e del lavoro. Ma non sarà in quel giorno che si lancerà il grido di Claudio Frollo , perchè non sarà la pace che ucciderà la mobilitaz ione. Invece questa · formerà la ,base plincipale su éUi si' foflderà..... il trionfo della industria italiana , sempre italiana , rutta italiana ! l'opera delle donne socialiste, Il gruppo femm inile milanese riunitosi il 25 marzo scorso, con entusiasmo approvava la proposta di un convegno fra le compagne d 'I– talia. L'op era delle donne soci aliste porterà al Par– tito un immenso e fresco contributo di energie , e sarà un punto di partenza per quelle riforme e conquiste graduali che possono raggiungersi non col vano cica leccio delle frasi, e con la pom– pa vuota degli ordini del giorn o, ma sul terreno dei fatti. L'imminenza del conveg no porge alle com– pagne una magnifica occas ione per un 'intesa femm inile diretta a porre le basi di un 'azione per affrettare l'organizzazione del proletariato femmi nile industriale e agricolo. sul terreno economico e poli tico. A questo gra nde problema , a queste esigen– ze pratiche della ~lotta di classe pro.leta ria , con– verrà pure provvedere a creare delle propagan– diste specializzate per la cui opera si formi e si mantenga l'organizzazione di classe e non rimanga nelle menti delle lavoratric i una sem– plice se ntimentalità , ma si plasmi invece e si alimenti di nozioni concrete desu nte dalla co– noscen za degli interess i e della lotta di classe. Qual e migliore occas ione dell'im minen te con– vegno per gettar e le basi di un rinnova men to del movimento femminile? Animate da una fe– de viva e tenace . non sarà vano il tentat ivo di un 'azione che dovrà conqui stare alle donne del lavoro, la partecipazione al movimento gene rale di emancipazione delle lavoratrici , e le sez ioni femminili non mancheranno di aiutare lo sforzo delle coraggiose iniziatrici GJLDITTA 8RAM8/LLA. Il lavoro delle donne io Germania. Una notizia da Amsterdam al Journal du Peu– ple annuncia che a Berlino la commissio ne d 'i– giene sociale si è pronunciata al! 'una nimità fa– vorevole alle disposizioni conten ute nel progetto di legge recentemente presenta to al Reichs tag allo scopo di proteggere il lavoro delle donne . Questo progetto stabilisce la giornata di otto ore. Esso prevede l'aumen to del numero delle ispeMrici del lavoro, var i provvedime nti di assi– curazio ne socia le, e il regolamento per il lavoro a domicilio A eguale lavoro, eguale salario! L'azione dell e donne socialiste in Italia. Se il convegno di Roma avesse potuto occu pars i di un altro ,problema oltre quello vastissimo appass ionante della guerra e della ;)ace , la rap– presen tanza del! 'Un ione nazi onale del!e donn e soc ialis te vi avrebbe ,portata la ques tione del lavoro e del sal ario femminile. Già pri1Ì1a del Convegno il Comitato esecuti– vo del! 'Unione nazionale aveva lanciato ai so– cialisti, alle organizza zioni d'Italia l'appello: {(A eguale lavoro, eguale salario ! n e Conve – gno e Gruppo parlamentare avrebbero dovuto impegnar si a portar nel paese e nel Parlamento l 'importante questione che, in questo momento , non è più so lo un principio di giustizia da lo– darsi in astratto senza sa?e rlo applicare. Ma la rappresenta nza del_! 'U nione nazional e non trovò agevole nè opportuno introdurlo nel vivo dibat – tito del Convegno che aveva misuratissimo il tempo e dimostrava di volerlo tutt o dedicare a quell 'unico tema . P erò la que stione non deve essere abbandonata: il Comit:;1to del! 'Un ione in– tende , al contrario di ripre se ntarla ai socialisti, al proletariato , alle donne lavoratric i le quali spec ialment e, dovranno comprenderla, farla lo– ·ro, armarsen er fino a quand o abbia avuto la sua applicazione. Il sala rio basso, per la donna in confronto a quello del\ 'uomo è stato sempre , più ohe una conseg uenza della legge economica della do– manda e del! 'offerta un segno della sua infe– riorità. Una donna si paga meno anche quando pro– duce come un uomo, perchè.. è una donna ; cioè una creatura che si contenta di poco , che può vivere con poco , destinata ad andare nella vita, awoggiata ad un uomo che guadagni anche per lei. Que ste le ragioni , oltre che della domanda e del! 'offerta che guidano nell 'assegnazione degli stipendi alle mae stre , alle impiegate ohe , nel pre– sente momen.to , hanno guidato ad assegnare i sa lari a quelle opera'ie che hanno preso il po– sto degli uomini e producono come producevano essi. Nessun 'altro tempo è stato propizio come que– sto a reclamare uno stesso salar io per uno stes– so lavoro: a togliere la differenza odiosa ed ana– cronist ica. Ancfie la leg,ge della domanda e del- 1 'offerta, aiuta in questo momento. La mano di opera femminil e, :;:iiùche utile, è necessaria, in– dispensabile ; dove non si è prestata spontanea– mente , lo Stato con quella nuova ~autorità che deriva da una necessità nuova , è intervenuto a requisirla. Non sono sufficienti le donne ai la– vori dei campi, alla fabbricazione di materiale da guerra, a tutta · la vifa civiie e dell'esercito. Si può anche affermare ohe la donna è uscita da questa guerra , trasformata nel concetto al– trui , più che in ·sè stessa. La si credeva inadatta à condur da sola la famiglia, ad assumere diret– tive d 'aziende , a viver senza guida e senza aiuto , ed ella ha dimostrato invece di essere stata sempre ciò che l 'hanno voluta le condi– zionj economiche e le consuetudini sociali, ma di essere adatta e pronta ad ogni forma di vita e ad ogni rinnovamento. Qu ella necessità economica che , secondo l 'o– pinione altrui, non aveva , perchè l'uomo più forte di lei, doveva pensare al suo mantenimen– to, si è incaricata di ?rocurargliela la guerra. Oggi , ella è Sola a bastare a se stessa, ai bimbi, ai vecchi: domani , sarà ancora più sola i;ier le molte vittime che la .guerra ha fatto tra gli uo– mini, Nè i sa lari delle donne hanno ragione di re– stare inferiori a quelli degli uomini per il .fatto che essa sa vivere più parcamente, risparmiando su tutto pri vandosi di molto a cui non sanno ri– nunziare gli uomini. Certo le donne non hanno - e sper iamo non abbian o mai, in ness una fase della evol1,1zione capi talistica che le trasforma - l'abitudine cieli'osteria, del giuoco , dello si– garo, ma sape r vivere di ? OCO non è la carat– teristica della vita civile, tanto è ver o che di– venta, per necess ità di cose. la cara tteris tica della vita di guerra. Saper vivere di poco vuol dire molte volte. lavorare fino ali 'esaurimen to, non nutrir si abba– stanza chiuder si ad ogni diletto ed al senso del bello, res tare inte llettua lmente inferiori al tem– po in cui viviam o, tutto pulsante della febbre del nuovo , di un progre sso ohe la guerra non ha arr es tato e che riprenderà il suo corso forse con maggior impeto quando la guerra sarà finita. Una gran part e dei dife tti che furono e sono argom ento di sa tira e di riso nella donna, molte di quelle debolezze che se mbrano insite nella sua natura , si attenuerebbero e sparirebbero certo se le fosse data l'indipendenza eco nom ica da cui derivan o dignità, fierezza, giusto orgoglio di sè e libert à di pensiero e di opere . Ma, ripeto . i sa lari femmini li non ra;,pr escn– tano solo un principio di giustiz ia. Tu tto il pro– letariato , la socie tà tutta che non può conside– rar si staccata da que sta sua grande parte di sè, vi so no intere ssa ti. Quella ohe sembra un a pic– cola questione di pietà, o di eco nomia individua– le e fam igliare, diventa invece, se guardata pro– fondamen te una vasta questio ne di econom ia so– cia le. Più volte su lla no.stra !{ Difesa 1) e sull '11 A- vanti ! 1) è stato esaminato il perturbamento che– neUa legge dei salari e nelle file proletarie, sarà determinato , a gu erra finita, dall·'e ntrata in mas – sa delle donne nei vari campi del lavoro. Ed è stata anche considerata la necessità di organiz– zare saldamente le donne, perchè aoquistino una coscienza di classe e non diventino le conco~– cosci~nza di classe e non divertine le concor– renti e le nemiche del! 'uomo . La lotta dei sessi, inne stata sulla- lotta di classe , sarebbe un altro amaro frutto della ,guerra per il proletariato che ne ha già avuti parecchi. E con tutte le nostre forze dobbiamo cercare di evitarlo. li Comitato Esecutivo delle Donne socialiste sta preparando un convegno fra le rappresentan– ze dei gruppi femminili in Italia e le compagne più att ive, per concretare un programma di la– voro e me ttersi spo ntaneamente all'opera. Prima che gl 'intensi lavori della fienagione e della mietitura abbiano riversato sui carr.çii altre ed altre migliaia di lavoratrici , tutte le donne -proletarie d 'I talia debbono 3.ver inteso I 'appe l– lo : 1< A eguale lavoro, eguale salario! n Ed an– che l'opinione pubblica, anche gli uomini parla– mentari e di governo debbono avervi rivolta la loro attenzione . La .gravità incalzante degli av– veniment i ohe si succedono in Europa non li– bera alcuno dal dover e di considerare anche quei prob lemi che , pure avendo umile aspetto, sono importanti per oggi e per domani. Nè le donne socialiste d 'Italia sono sole ad occuparsi di ciò: in Inghilterra , in Francia, in Germania si com;:>ie lo stesso lavo ro per lo stesso diritto e per le medesime finalità. Nella guerra delle Na– zioni la classe non è morta, si sente attraverso i confini insanguinati e prepara il suo domani. MARIA GotA. MODESTO CUGNOLIO Deputato socialista di Vercelli. - Morto a Roma il 18 marzo 1917. UNA DO'.'-lNA. l'iUOVA SEZIONE FE:tlìllIN ilE Da Boccheggiano. Le d?nn e proleta rie di qu esto paese , ri.tmite domemca. ~8 .marzo con i giovani soci alisti, ha~n~ cost 1tu1to una forte sezione femmin ile S?c1al1~la.: en~rand o fiduciose a ri empil'e i vuo – ti l~sr-iat1 dai comp agn i che part ono. ?l sono 1Pr ocu rat i molti abbonamenti all a D_i(esa (~el_le La1Joratr ici, e r acco mandata. il p1u poss ibil e la sua diffusione fr a. le donne. BA LDINI Frt\'fTINA ,

RkJQdWJsaXNoZXIy