La Difesa delle Lavoratrici - anno IV - n. 18 - 3 ottobre 19

LA MILIZIA FEMMINILE IN FRANCIA .,1 proposito degli articoli di !J.(irg-Jwrita Sar– fatt.i ci dene m,osso qualche appunto, perché ess1 solleverebbero l'odw coniro i te(leschi, attraverso -un'eccessiva si,11,patw. per ici .lf'rcrncM.4. Invitiamo i compagni a discutere, a contrap– porre i fatti a fatti. Anche noi ven.siamo che ì di[ etti e le virtù anche se si tratta delle na, zioni, non si dividono con un taglio nello. Ma ci Pare veTmnente che -il pugno di ferro del– militarismo tedesco abbia dato troppe prove della sUa brutalità PC[ scagionarlo in co11J{ron– to agli alt.ri mUitarisnii. Se volessimo nascon– dere la verita, ver comodità di lesi, farennno opera di opportunismo alla quale la Difesa non vuole sottoporsi. Attendiamo comunque giucli~i e critiche per– suasi che q·ueste discussioni non sono nè inu– tili, nè dannose. L'assenza di oàio, il senso u11i\·ersale di pie– tà e di umanità è e.erto una caratteristica del– la donna francese .. \nche le ,pdù semplici e le più oscure menti femminili \'i sentono il do– \·ere di distinguere, di essere giuste, di sceve– rare le responsabilità, tra la crudele ferocia di chi comanda, e la pa-ssiva, illusa obbedien– za di chi ha solamente i.I torto di non ribe-1- la.rsi. Il dolore e I 'amore hanno purificato Ja Francia femminile di una grande fiamma di espiazione, e la scoria imr.rnra deU'odio rima– se combusta nella fornace ardente. Alimentata di lagrirne e di sangue, la pietà sale, sale, sale, secondo mi diceva una donna, una madre du– ramente provata, ad abbracciare, ad allarga– re, a detergere il mondo. Non vi ha dubbio che numerosi esempi di bolltà e di pietà e di abnegazione si possono trovare pure nell'altro campo, fra le donn0 tedesche. E la loro opera nelle infermer:e della Croce Rossa è supe1iore ad ogni elogio. ·Ma certo lo staio d'animo generale e. dominante fra loro è· ben dh·erso da quello delle donne francesi. Ho udifO io stessa creature che aYevo sem– pre gludicato di esemplare mitezza e bontà, don:r.e dedite alla filantropia e alle opere so– ciale più assidue e pietose, parlarmi del Bel– gio con accento di freddo odio. affermando che nulla an·ebbero fatto per sollevare le mi– serie di una donna,. o persino di un fanciullo belga, perchè use hanno voluto fare la figura degli eroi, debbono ora pagarsela n! A Natale fu popolarissimo in Germania, e df questo glunsero esempji anche in Italia, il dono in una scatola di dolci a forma di obice: la co– pia in cartone di uno dei famosi ip,roiettili da 420, ripieno di cioccolattini, e con la scritta: I( 420. .-\nversa, 1914 n. Ancora un mese fa, la Eronprin:;essin Cecilia donava al marito, capo degli Usseri d-ella ~iorte, un orologio specia– le, eseguito dietro suo disegno: un teschio d'a– Yorio, grande al Yero, appoggiato a un pie– destallo formato di due tibie incrociate, e mu– nit.o di un congegno a scatto che segna. la ci– fra delle ore e de; minuti nelle occhiaie vuote. E- tutti i maggiori giornali i!Justrati riprodu– ce\·ano, compiacendosene, l'imperiale e geniale troYaia dell'augusta signora, e la graziosa sor– presa da lei ideata per il marito. Sono fatti piccoli ma significati\'i e rivelatori di una mentalità, di una psicologia, di un modo di sentire e di \·edere troppo profonda– mente di\·ersi dal nostro. Mai una donna fran– cese, mai, ne sono certa, una donna italiana avrebbe potuto cadere in simili grossolane a– berrazioni, non pure della morale, ma del gu– sto, che offendono l'etica insieme e attraverso la estetica. RHorniamo da questi crimini di leso sentire umano alla visione consolatrice dell'ete~na An– tigone che in mezzo alla strage e all'orrore af– ferma sè it non nata iper consociarsi all'odio, ma per consociarsi all'amore 11. E il suo grido che, secondo riferisce un testimonio- autentico, ritroviamo sulle labbra di un'altra donna; una po\'era domestica di mezzo servizio, ,che ha il mar.to al campo, un fratello gravemente fe– rito, un altro prig.oniero in Germania. E a chi le parla del progetto di legge per soppri– mere il frutto delle violenze ;perpetrate dai soldati tedeschi sulle donne francesi, rispon~ de, forse con la profonda intuiz:one inconsa– pe\·ole della misteriosa volontà della specie che permette si.mili delitti per i "Suoi fini reconditi: ,t Ucciderli, signora? ma è mai possibile? Non \"i sono forse abbastanza uomini massacrati, perchè si possano buttar via queste esistenze; che forse ipotranno prenderne il posto? n 11 ;via sono figli di tedeschi, di brutali avvinazzati, di delinquenti))' le si replica. Ed ella per tutta risposta: t( Oh, i poyeri piccini ... n E, ancora una \Olta, la parola di Antigone che esce daJLe labbra di un'altra popolana, una contadina di Als.azia. Rifugiata con la sua bimba nella cantina sotterranea, durante il bombardamento del suo villaggio e la lotfa che vi si svolge di vicolo in vicolo, di casa in ca– sa, di rnacer;a in maceria, durante un inter– la ode un profondo gern:to, un rantolo vicino a sè, proprio $Opra la propria tet;1ta. Spinta da un coraggio e una pietà più forti de!Ja pruden– za, socchiude la botola che dà accesso alla can– tina, vede un soida 1 o ferito, forse morente, e fa per trarlo in sah-o, trascinandolo seco, lui svenuto, iJ)er la r'.pirJa e angusta scalr-tta. 11a sopraggiungono i tedeschi, la scorgono, lJt fer– mano gddando minacciosi: Che fate chi ave– te li? ~ un nostro nemico, è un francese! Ed ella, rizzaodr,si su[>erba, dimentica della bim– JJa che le si <;tr;ng.e alle gonne e piange dispe– ratamr:nte, pronuncia la parola angusta: u Xo, 110n è un francese; è un ferito!'. E I"icordo ancora: ~. la pall'da bella giovi– netta del Val de Gràce proposta r.dla. cura dei feriti tedeschi, con tanta accorata tenerezza nella voce nello sguardo. nei gesti. E un'al– tra fanciulla, in un ospedale di rprovincia che racconta con semplicità la sua pena per un ferito "nemico, un tedesco, mutilato di ambe– due le braccia per lo scopnio di una granata, e che ella ha nutrito i gi0rrii e le settirnan~ {~i:~eB ~~~~~~~ 0 ~e~~;~i;i~~aa!:r d;u~~h~fi: les, il cui marito si batte :r l fronte, e fra l" cui braccia, sul cui petto di Musa canora, è venuto a morire un giovinetto imberbe, un .po– vero ignoto c.oldatino tedesco, le cui mani an– naspanti neHe atroci conv!!l~ioni d~ll'agonia. LA DU 0 ESA DELLE LA VOR.ATRIC! ella sola sapeva 1nagneticarnente calma.re , strmgendole ira le sue. Pietà, Pietà! Dhina fra gu uomini, invoca– ta Pietà! E dimenticherò io mai un'altra. paro– la 'Spontanea, dimentich.erò mai1 una scena svoltasi alla mia presenza iu una casa di Francia, in una famiglja duve pure ardeva nobile e alto il ,più puro .fuoco dell amore pa– trio, con3acrato da un'immolazione accettata con animo emico? .Sedevano ,1:wa10 al desco attrista,o à.ill'om"bra dell ì.rreparabile lutto, due gioi ani donne. E ambedue avevano il rna- 1·ito al campo, e l'una già iasciava tr~parir0 nelle movenze quell'abbauoonv soave, quella ri– pos?"ia tran4uill1tà, e già mostra.\·a negli oc~ chi quello sguardo dolce e un poco sbigottito di gazzeLa, t.'.he accomuna e uguaglia tutte le donne ndla sacra t.i·epidante attesa della ma– ternità irnrninente. Ect era con esse una donna non più giovane, che trema\·a per i mariti del- 18: altre due: il suo figlio e il suo genero, e ne p.1angeva un terzo, il mino11e, ;1 prediletto fi. glio ventenne, il l)elliss~mo beniamino dell,~ ;;ua casa, non mol'to, no, almeno a quanto COfl., stava ufficiaìmente, ma, tortu1·a peggiore <l'o– gni alu·a perohè tutte le assomma, scompar– so. Lo a\e,an ;-eduto i co1ii1pagn; cadere feri– to sul campo, ai 'Piedi di un vecchio muro çll fatturia crivellato di bombe, e non era più sta– to rinvenuto poi, neppure tra le mace.i·i·e. e, atroce incubo, ella lo aveva imaginato sepolto sottò il muro, che fosse 'Pl'ecipit_ato aà-Oosso a lu.i ai1e:or vivo, ancora respir4:.11te e dolorç.nte:,t; Rientro quella sera a1 triste focolarè il IJ)adre, con tra le mani le primizie del bollettino uffi– ciale, non per ancora comunicato ai giornali, e ne lesse le magnifiche notizie, l'annuncio del– l'avanzata quel giorno vittoriosa su tutta la li– nea, e, in tre g.t01'1li,non meno di Yentimila nemici caduti. Ebbene,. sotto la luce quieta del– la lam~a<la, da quede labbra di donne, di francesi pur Wtte ardenti di amor di patria, e pronte a sacrificarle gli esseri loro più cari; dalle labbra scoloJ'ite della madre, i cui occhi spenti parnvano assenti, assorti in un SO\TU– ~~o dolore; uscì_ unanime un grido, non di gc101a,no! no!1 di trionfo, non della selvaggia e bruta.le - ep ,pu.re in quel caso sarebbe stata perdonal>i~e! - voluttà della vendetta; ma un alto, un srncero, un sublime grJdo di protesta umana: c1 Vent!m:Ja morti! che orrore! Il. Quale orror:e, infatti, quale onore di fronte alla legge eterna, che fu scritta con lettere di fuoco nel cuore di ognuno fra noi, e che nes– suno potrà mai cancellare: la legge eterna. che sin dagli albori della coscienza e della cono– scenza umana ammoniva <( Uomo tu non ucci- derai 1,. ' Per !a bellezza di questo grido, per q,uesta protesta e qu;esto richiamo alle leggi eterne, che in ogni parnla. 1 in ogni gesto le fiorisce oggi dal cuo11e, e che ella alimenta con Yivo sangue delle sue Yene, conviene onoÌ"are la donna francese. Quando l'ora torbida sarà pas– sata, t_ra il flutto delle cose impurie <li cui gli uomini \·orranno cancellare pur la memoria, emergerà 1più grande, circondata di _gr,aJitudi– ne più reverente, l'ima.gine di Quella che non si lasciò fruorv'.are nè tra\·oJgere, che non esitò e non fallì al suo compito, ma seppe ripetere ia parola dell'Antigone antica ed eterna, la pietosa, la eroica e fattiva. parola della. fra– ternità. MAfiGBERITA SARFATII. Dal libro: La mili:;itt femminile in Francia. Ediz. RAVA. - L. 1,50. ELEGIA AUTUNNALE Pwve: nia non è fJUesto un autunno per la solita poesia sentimentale. Bisogna co– razzare l'aninia contro le 1nalinconie in– combenti dal cielo bigio sulla terra stanca. e tempo di dolore severo e di propositi for– ti. Spezzala è ta Legge d'amore fra gli uo– mini; maledetto chi primo vibrò· il colpo fatate! ... Ma qui ove la vita laçl.agia sul ritmo abi– tuale, qui ove non giu,,1ge l'eco fragorosa delle armi, siamo noi oggi migliori di ieri! Siamo noi davanti allo spettacolo del sacri– ficio, capaci di sacrificio 1naggiore e di m1.g– giore giustizia? ... Ahiniè! il mercallte accumula denaro con maggiore ingordigia poichè il mom,ento è di eccezionale portata e la signora inveisce con maggiore ira contro la cameriera, per– chè ta lontananza del marito at fronte, la fa viù nervosa. Il fratello soverchia il fra- . Lello, l'{l?nico inganna l'araico .' Ma è questa una predichella impastata di misticisrao autunnale? No, no, noi proclamiamo santa L'ira che punge l'ingordigia, la tirannia, la prepo– tenza, La menzogna. Sono queste passioni dei singoli, quelle stesse che nelle colletti– vità creano la guerra. E noi non disarmia– nw oggi, e a/filiamo le armi per il doniani. Piove e una stanchezza morale ci oppri– me. Il mondo è tristo. Sarà vano ogni sfor– zo per farlo migliore? Incominci.amo noi da quel piccolo cosmo ch'è la nostra coscienza a farlo più giusto e più buono. Le coscien– ze creeranno nuove coscienze fimo a costi– tire la coscienza collettiva capace di redi– mere la società tutta! Cadono sollo lo stillicidio delfrl pioggia te foglie rossçstre. Sul nostro cuore incombo.– no tutte le 1 acri1ne e tutti i dolari del mon– do. Eppure non r] ora di pianti. è ora di pro– positi forti. Giaèle. LOTTE E DIFESA DEL LAVORO deldecreto luogotenenziale sui lavoPi di Oc– correva fissare un minimo di prezzo per tutti i lavori di fornitura militare. Ma l'on. Barzilai si limitò a parlare di lavori di lana. Di una tale limitazione ne approfiltarono le auto– rità, cosicchè quei tali comitali che dove– vano risolvere l'iraporlante quesito: si tro– vano assai Limtiata la loro funzione. I lavori di lana sono di entità ben scarsa in confronto a tutti gli altri a cui sono adi– bite te donne, e l'entità si riduce ancor più se si 'f)ensa che neppure si è potuto soddi– sfare alle richieste di lana fatte dai comita– ti stessi. Di fronte a questi stato di cose insorgono le nostre organizzazione - reclamando ben altre misure per l'applicazione del decreto. A VenegonoSuperiore ebbe luogo una grande adunanza in ci si denunciarono i prezzi di 12-14 centesimi per la confezione delle mutande e centesimi 18 'f)erte camicie. A Savona già si è iniziata una agitazione iraportante. Diamo pure un orrlinr~del giorno volato a .11ilanoin una riunione avvPnuta per inizia– tiva della Umanitaria. A SAVONA. L'agitazione ò nel suo pieno sviluppo. Dopo l'ultima riunione la Commissione compilò e presentò senz'altro il memoriale che venne: invialo, oltre chè alle ditLe, anche alle autori là civili e militari. La villoria ar– riderà certamente alle lavoratrici. Ce ne dà sicurezza.non soltanto il favore dell'opi– nione pubblica, ma Io stesso contegno delle ditte appaltatrici; le quali, a corto d'argo– menti, non sapendo e non potendo contrap– porre altre cifre a quel!e presentale dalla :foPnituPa. Camer;i del Lavoro, non hanno trovato al– tra via di uscita che quella di far firmare alle proprie dipendenti una dichiarazione collettiva in cui affermano.. di essere arei– contente òel!e tariffe attualmente in vigore! Tale dichiarazione, dicevano le ditte, d0- veva poi essere inviata a Roma al Ministero della Guerra. Naturalmente le firme sono state richie– ste nel modo più ({corretto » di questo mon– do. O firmare o non aver più lavorai Prima di firmare, molle operaie vollero avere il consiglio della Camera òel /,avaro, la qua– le, ben sapendo che nessun valore potevano , avere delle firme estorte in tal modo, con– sigliò le operaie ... a firmare. Le ditte, ca– pita la 11 gaffe» commessa, non hanno più dato corso al loro proposito. Ieri la Com·missione municipale noriii– nata appositamente {lai sinòaco per lo stu– dio della vertenza e composta d'un consi– gliere della minoranza socialista, cominciò i suoi lavori esaminando prima le richieste delle lavoratrici. La Commissione operaia assistita dal seg,retaro de,ia Camera del Lavoro, Giuseppe Scotti, espone dettaglia– tamente le domande contenute nel memo– riale presentato, provando con esuberanza di dati e di cifre la legittimità delle richie– ste e la possibilità negli appaltatori di ac– cettare completamente le richieste opernie, pur restando loro un fortissimo guadagno. Gli appaltatori cominéiarono col negare ogni aumento sulle tariffe attuali; poi si ri– servarono di ,presenlare entro oggi il loro con tre-memoriale. Intanto, nel campo delle lavoratrici si attende con la massima serenità e fiducia l'esito della vertenza, la quale non può svol– gersi che col riconoscimento delle loro più che legittime richieste. Ordine del giorno votato all'Umanitaria t< Sindaci, ,p1·esidente e rap;1resentanti dei Co_rn:tati di as.sL'>tenza convenuti a 1'Llano per c:,pmge1e la Società Umanitaria a fare opera ùn<le otteJJere daJlo Stato la commissione di !a,ori di indumenti militari per distrihuirH al– le la\·oratrici de.i <:enti-i rninorl e dei Comuni rurali onde assicurare l'intero prodotto del loro lavoro: ffpnnano c-J1e, per le deficienze finanzia- rie dei Cumuni, per la .sca.rse~~a di istituti •~i beneficenza, per il mino~ 2:ett~t~ d,~11~ p_ub~lI– che sottoscrizioni le famiglie ae1 r1c~iamati _e dei bisognosi in genere si trovano 111 condi7 zion.i an..:or più difficili che. non r:iellc grandi città, e che ,però se d"uprovy1~lo..azione del Go– verno quella diretta ad ehm_mare neli~ gran– di città, JJer il bvoro eccezw?al~ .e d1 ~ac,le organizzazi.Jn~ <lez:l.iind ~ment1 r:uhtar;, u~ter: me.diari frequentemente 1mprovv1sat. t qumd1 a danno s;a dello Stato come delle la,·ora- ti-ici; . particolarm_ente ben~fica g~ungerà nei. ce~– tri minori e nei Comuni rurali, doye la distri– buzione de! :a.voi-o e le g;aranzle della sua esecuzione pos.sono essere assunte da Comuni e Comitati facenti capo all'Umanitaria, che per Ja sua natura di istituzione pubblica e di beneficenza e per i suoi scopi utJmente dev'es– sere chiamata ad es(er1dere fuori della città quell'azione che per m,ezzo della Casa di La– voro, compfo da tempo, a :\lilano; J si tengono cerili ch'e 11 Ministe-ro della Guerra coronerà la sua opera iut.esa a colle– ga.re gli lntère.ssi dell'esercito con quelli_ delle famiglie_ bisognose estenden~ola an?'he_ a1 c~m– tri minori dove pur grandi sono 1 b1sogm e che il Commi'Ssariato mi li tare di Milano vorrà prolungare nei Comu11i della prcvincia quella benefica azione che ha contribuito effica.cemen– te a compiere nella città; e invitano l'Umanita,r;a a fare presso il Ministero dt='l!a Guerra e it Commissariato mi– lanese le niù sollecite pratiche perchè non sia ult.er ·iormente ritarùata un'azione reclamata dalla giust:zia, dall'interesse dello Stat? e dai gra.ndj bisogni delle iam.iglie lavoratrici che, specie in camip,agna, la stagione invernale ren– derà più gravi cd acuti )1. Per lascelta del mestier La vita più o meno felice dipende in gran parte dalle cond1zioni di salute. Quando si è malaci non si gode della vita. i lavoratori certo soffrono d1 .più e sono maggiormente infelici. Tra tuuce le malat– tie che colpiscono la classe lavoratrice la più terribile è, senza dubbio, la tubercolosi che acuisce la sensjbjlità, moltiplica i bi– sogni, quanto })iù scema.no le forze, la re– sistenza al lavoro. Da uno stud,o del dott. P. Ferrari sulla. monalità per tubercolosi a Ivlila:no nel de– cennio i903-1912 si rileva che, a parità di professione e di mestiere, le d0nne sono ipiù colpite dalla tubercolosi degli uomini. -L'autore osser"a che quest-0 è dovuto an– che al fatto che la c !on.na , dopo il lavoro industriale, deve attendere alle faccenòe domestiche, imviegando per esse nuove energie. Essa non riposa mai, rararnent.e può concedersi quei tllivercimenti che solle– vano lo spirito e danno vigore al corpo. Alle mamme, alle giovinette che òebbono scegliere il mestiere e la professione sotto– pongo questi dati statistici purché non tra– scurino di consultare un medico prima di dedicarsi al lavoro industriale,· apparent& ment,e forse rimunera.itivo, ma che può -es– sere ,per lor-0 il p~incipio di una ,lunga se-– rie òi sofferenze fisiche e morali. Mortalità per tubercolosi in Milano: Compositrici e stampatrici 64.25 % Lavoranti cartonaggi e tappezzerie 55- ,, spazzole, crine turaccioli 52.77 )> Commesse e magazzini.ere 48.01 » Lavoranti -prodotti chimici 47.67 ,, in pelle 45.14 ,, Stiratrici 42.12 Passarn•anaie 41. 8 » Lavoranti in metallo 40.ITT ,, Impiegate 37.10 ,, Contadine, ortolane, fioraie 12.30 ,, Commesse negozi alimentari 10.30 )) Le cifr,e più elevate di mortalità tuber– colare (osserva l'autore), si hanno nelle in– dustrie che si svolgono in ambienti chiusi umidi, mal ven'Uilati, sovrapopola\i, oppu'. re m quelle che danno, durante il lavo·ro sviluppo di polvere o ,emanazioni irritanti'. Esigete d,unque che il locale destinato ad accogliervi per tutta la giornata di lavoro sia sufficientemente n.mp.io, sano, quale in– somma è prescritto da lutei i regolamenti. Per le lavoranti a do,micilio, nelle sca– lette sottratte alla vigilanza degli Ispettori del lavoro, il ,pericolo è maggiora. L'am– biente della casa non è spesso il più adatto per un lavoro industo·iale. E le giovani ap– prend,sle non hanno il coraggio di ribel– larsi alle disposizioni delle maestre. 'l'acca al!e mamme salvaguardare la viba delle figliole, s'intende bene nel limite del– la possibilità e delle circostanze che non sempre, sappiamo, ,permettono tanto lusso! Il mestiere si può imparar,e meglio in una scuola professionale. In Milano non mancano e sano gratuite. Quelle della So– c,et,, Umanitaria in via S. Barnaba 38 e quelle Preparatorie Operai., del Comune accol~ono ogni anno centinaia di giovinette che s1 preparano senza sforzi, senza con– sumo di energie al lavoro profess'onale che permetterà loro di guadagnars; la vita. N_ellascaletta le fanciulle assorbono spes– so I germ, 1clella malaltia m ici.diale che le rende rnfelici per tutta la vita. Riflettete bene su questa verità e sceglie– te con saggezza, facendo Lacere l'egoismo che fa lmllare davanti i pochi soldi de) gua– dagno setlrimanale. C. CLER!CI.

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