La Difesa delle Lavoratrici - anno III - n. 4 - 15 febbraio

cani ....elealtre bestie c< E' sta to trattato come un cane ll. 11 Non sono mica un cane, da tratta rmi co– si! n . Qua nte volte si se.ntono dire, . q1;1a1:1t_e volte le di cia mo noi stess i, delle fr as i s1m 1li: Eppure, quanti cani v_i_sono,.che _stan no ass~u meglio, e sono tratla u con mfimt_~ ente p1~ riguardi che non ... quelle altr e bestie , che s1 chi amano uomini ! _ In tendiamo ci: noi non vog liamo g1à pre– dic a re che si de\·ono m alt ratta re i can i, o gli as ini , o qu alunqu e altr o_ quad rup ede, _? bi pede pen nuto o ala to, dall uccello alla l~IU modesta gallina . Tu tr ·alt ro. Q1:1a1~te volt~ sia– mo insorti contro certi carr ettte n bru ta li eh~ rifin ivano a suon d\l legnate i loro p_ove1:1 muli, cont ro certi cocchi eri.' maga ri ubbn ach1, che sfog ava no il vino e 11~m alumore su_lla schiena di una rozza sfian cata .. Anche qui . a Milan o, ques ti spettac oli sono pur troppo !1 e– quenti ed è un gran to rto e un a gr an vergoona peI nqo~e~l~lì~-~p osit o a nzi non ra ccom an d~: remo mai abb asta nz a alle don~1e, a_lle ~nad~i socialiste, lett ri ci di quest o fo_gh o, !11 ab1t ua1e fin da pi ccoli, i loro ba1n?in1 a .r1spe ~tar~ l.e bestie. E\on tollerate che 1 vost n fi_gh uoh ti – rino Ja coda al ca ne, pi glino a calci o a sa-s– sa te il gatto, o bas ton in o a sa1??ue ~ tonn en– iino in mill e m odi l'uLlle e mite asme llo. Kon pa rliamo poi dell '_uso bar ba 1:o, at ro~e di accecare gli uccelletti . per fa_rli . ca :-ta.1 e me gli o. E' un obbrob 1:io per noi 1talrn~ 1.c_~e abbia dovu to i.nten ·em re la legge a p101b11e un us o così crudele che av rebbe don1to ba– sta re, pe r farl o cess~ re, il più comun e ed elem enta re sens o di pietà. . . E voi, madri, voi donne s~)C~ah ste, se ved~te alt ri ragazzi , o anche uo_m1m e donne f~t te: comm ettere sim ili crud elta .. ce.rea.te . semp 1_e dt amm on irl i. o pe r lo men o di farli ~editar~ sulla loro azi one. E' un dovere: perch ~ a~sai spesso questi atti non sono _fru~to ?1 ,-era cattiveria, ma di m anca nza d1 nfl ess1one. ~ sono fru tto, anche, della coscien z~ e della r!– st re ita mentaJ.i f~ religiosa. cat.to lH'(a e- an~1- quat.a , che diYide il mondo il! ~-3:11te categ o~·ie, e non am m ette quasi la sens1b1htà_ ~el!e c~ea– ture inferi ori. La nost ra moder n a c1v1lta scien– tifica che ci inse gn a im·ece la solidari e~à fra tutt e le forme de ll' essere e tutte le ~ a!nfesta – zioni della ,·ita, deve anche renderci ~1ù pen ~ sosi e più bu oni vers o le sofferenze d1 que sti nost ri fr at elli inferi ori . Qui per ò si ,-uol di1:e _acq ua, e non. tempesta . Rispettare gli anima li e 1;ma cosa 9rns ta. e sa– crosan ta. Lo dice anche 11 pr_ove~·b1.o:chi. non ha pietà delle bestie non a vra p1eta ~egli uo– mini. :\la ba date bene, però, che pnma ven: gono gli uomini, oh si ! prim.a che a~ fr ate ll~ inferi ori, biso!:ITla pensa re a.1 fratell~ n ost ri u!Zllali ai nost ri fratelli veri e propri. E lrn chè Yi' sar ann o sulla terra uomini e donne, e piccoli bam bini sovratut to , bisognosi de l no– stro affet to, de lla nostra tenerez za , della no stra prote zione e del nost ro socco rso an_che ?1at~– riale, donare tutte queste cose Ut!h a~llllali: più che uno spre co, è un furto, un d~htt o ~1 lesa civiltà, un crim in e contro l'umam tà uni- ca e sac ra! . Questi pens ieri facevo tra me 1'8 :lt.ro gwr – no lego-end o nel Corriere la descr1z1one del trattam~nt o che usava a.i pr opri cani la de– funta re o-in a Vittor ia d 'l n2'hil terra . , . e< 1 c~nl ab itav ano elegan ti cap anne :cli mattoni de corate graziosamente , riscald ate in inv ern o con ter m osifoni, ae rate in est ate co~ ventilatori ed at traversate da piccoli co rsi di acqua pura e fresca. Su l _dav an ti ~ualcuna delle capanne av eva un cort iletto _p~v1mentato ~ alt re vaste aiuole erbose con bacrn1 per bag n~ e tettoi e pe rchè gli ospiti potesse ro r ipa ra rsi dal sole e rip osa re all'om bra . I pasti eran_o cosi distribuiti: al déjeune r bisco tti;. per 11 pra nzo zuppe di pane e br odo, legumi , less o di testa di bue e pe zzi di roa stbeef , ed a l des– sert piccoli dolc i d'av en a .... E tut~ . ciò all e– stito da un bu on numer o di cu ochi, rn cucine modell o e con sistemi rig orosamente igienici . Al canile erano annessi: un ospe dafe - sot– to la direzio ne di due veterinari tra i più di. stinti - con cucce speciali e gabil""Jetti per ope• raz io ni chirurgi che provveduti di un af!Tia• men ta ri o m odernissimo, ed un cimite ro a pian • te , fiori, monumenti, alcuni dei quali veri m auS1Jlei "· Delizioso, non è vero ? ~'la a turbarci il :io. dime nto di questo idii}io , non possi amo dimen : ti carci i contadin i. d'Irl anda, durante quegh anni decimati da l tifo , nelle c!apanne di pa– uJia, e sui giacigli di st rame, e su i c;1moi dove invano scavavano crm le unghie ]'ultimo tubero di pat~ta. . Xon posr,iamo dimentic :-1.rcj le miserie dei proJetarii agricoli dell a Sco zia, nutriti tu tto r amw di orzn bollit'l e ammucchiat i nell e ca • tapecchie che i nobili lurd s, loro signo ri feu – da li, si ri fiuta no di riparare: dei minat o ri del paes e di Gall es e dei diS 'lccupa.ti di Lon dra ne.zii atroci in verni sen za fuoco e senza pane; nè Jle miserie di que;tli <1/tri su ddit i della. gra,.. ziosa Jmpe rat r k:e e Regina, gli abi tanti del– J"Jndia ,dove impen ·ers..1. pe rinilicarnente lo squallore delle epidemie di fame e di colera. Oh, M i re e le re~ine sono i padr i e le m ad.ri d~i /l)rr.:, r~p oLl, perchè la ' gra ziosa P.er, in a Vi ttoria non avreb be tr:itt atD qua lcuno al~t::no dei bambini di quei suoi flgliurJli. .. aJla s.tre1Iua dei su0i cani? Cani fortunati ! Cani invi diati e in vidiab ili! E-so:er tr attiati cnrne un cane: ideale irraggi un. j!ibile pe r tr on pi esseri umani ! ~ Epou re la Regina, rhe come inglese '3 cr,m,! nr (.Jteslante dr;veva f'-S~ere leUrice assi dua dPl Vangelo, avrebbe ootutn rico~d:i.r~ le T_JarCJ_ le .di Gesù Crist o: Lo&ri 1 1le che pnrrw i ff(Jlw,oli .tw – na .ta: iali , per cfocc hè non t onesllJ pun r/Prr, il r,an,, dei /ialiur;li ,, /Juttarl<J ai caynu()li "· ~lAHCHEJ:J'fA G. SAP.PAITI. " Se l' emaw:.ipa :itJne delle cla ui operaie r i. rhie de la loro reciproca, frate rna cooper azionP, comP passon 'J esse ad empiere quPsla orand e mi stfonP, u la polilica estera dei Governi pro• seoue diseyni colp evali, me tt e in tnm;imento pregiu dizi na :i onal i , e prof ondP in imprese bri. ganles che il san(JUP e la ricr: he::za del po– polo? ,1. LA DIFESA DELLE LAVO!lATHJCI La colpa di chi è ? La solerte compilatric e della nostra Di– fesa mi aveva affidato il compito di dimo- · slrar e alle madri prol etarie tutto il danno che esse incon sciamente fanno alle loro fi– gliole, tratt enendol e a casa dalla scuola , non quan do sono malat e, ma per i bisogni del· la famiglia. Se l'ami ca Zanetta me lo permette, io sta– volta disubbidis co, e narro invece una sto– riella dal vero . Il suo compi to lo eseguirò un 'altra volta. In una delle più lurid e case di un sob– borgo della ciUà, in due povere camere, ove regna lo squallor e, abi ta una famiglia com' post a dal padre , dalla madr e, da quattro bambine dagli undi ci ai cinqu e anni e da un maschio di nove anni. La bambina di undici anni ed una sorella minor e sono tra le renit enti alle leva della isLruzione obbligatoria , ed io sono inca ri• cata di andar e a vedere perchè non vanno alla scuo la, e ho il compito di persuade re .la madr e ad ottemperare ai disposti di legge, se no.. viene la multa! · Trovo la madr e, ancora giovane, tutt'in· tenta a ricamare in colori a macchina, pres– sata così da l lavoro che non l'interrompe neppur per ricever mi , nè per raccontare le sue miserie, nè per piangere, ancora una volta , su di esse. Il marito è in prigion e per la dodicesima volta - quando è in vacanza non trova la· varo e deve man giar e. Il maschio di nove anni fu colto a rubare, e per ora è anch'esso in un istituto in at· tesa di essere accolto in una delle così dette Case di coTrezione. ~ La povera donna , per mantenere le sue crea ture, deve lavorare appena scende dal letto e tirar là finchè gli occhi glielo pe,– meltono e le forze la reggono. Tutta la sua attività, tutti i suoi pensieri - sono lì , legati a quella macchina che le per-– meUe di guadagnare dalle L. 8 alle L. 10 cir ca alla settimana. E con questo lauto gua– dagno deve pagar l'affitto, mantenere · e vesti– re sè e le sue creature . Le qua li creature sono in casa a ... sbrigar le faccende e la maggiore, in barba alla legge sul lavoro delle donn e e dei fanciulli, va spesso a rare la piscinina pr esso una stiratrice. Per inedi a morale (l'appendice più natu– ral e della infinita miseria in cui si tro va) non ha pensato a chiedere per 1e figliole né la refezione scolastica, nè i libri gratuiti, nè l'assistenza del dopo scuola. El non manda le bambin e alla scuo la perchè spess o non ha da dar e il pane a tutte, mentr e con pochi centesimi offre loro una colazione di casta – gne lessat e. Il rapporto della Direzione della Scuola afferma che la madre è trascu rat~. ed è la sola colpevole della mancanza di istruzione delle figliole. Ma io chiedo: "Non si sono accort e le ins egnanti che quelle po– ver e creatur e mancavano di tutto ? Non ha pensato la Direzione a chiedere perchè la madr e non ha fatto la domanda per avere ciò che la ristretta assist enza scolasti ca con– cede ai figli dei pover i? A nessuno è venuto in mente di darle le indi cazio ni necessa rie perch è la frequ enza alla scuola fosse resa possibil e? )) Sì: la madre non ha pensa to a tutto que– sto : forse non ha avuto n~ppure il tempo ùi recarsi al Mandamento , pr esso la Commis– sion e di beneficenza, dove si perdono delle ore int e1·P prima di essere ricevute, dove t:ii sportelli - chiusi ogni domenica - ap erti negli altri giorni alle ore 9, si richiudono inesorabilmen te alle ore 11 e dove la folla dei mis erabili si accalca, si sospinge , litig 'l, impreca, piang e.. per poter pr esentar e la istanz a per l'assis tenza medica , per la refe– zione scolastica, per gli infiniti suoi bisogni. Alt sì, bisogna raccomandar e all e madri pov ere di mand a re i bimb i alla scuola , rr:a. bisogna anch e disciplinar e, estend ere, faci– litare l'assistenza scolastica. Ora è troppo burocratica , ora è male diretta, è concessa a stillicidio , mentr e la disoccupazion e. il u,,·o viveri , la miseria proseguono una doloro::;a, incalzant e marr .ia verso lo sconfinato deser– to dove le oasi si chiamano prostituzione, carçere, e la morte ... talvolta lib eratrice. Tornerò , ami ca Zan etta, sull'argomento: è di quelli che non si possono soltanto toc– care: bisogna svolg erli ampiamente per istruzione di popolo , per moni to alla società e ai legislatori. LINDA MALNATI. necessità di, mett ersi in lega e di p;"eparar si con la forza di una regolare organizzazio7:~, federata con le allt e molle leghe tessili, tanto a difend ere le posizioni acquista le adesso, quanto ad al.tenere a suo tempo -~l– teriori miglioramenti, vittorie più grandi . Per ora si sono persuase che qu ella cara Dilla Bellracchini che, senza l'agitazione– sete bbe anda ta innanzi chfasà fino a quan– do a sfruttarle a quel modo, poteva anch e– prima (perchè adesso lo ha polulo) traltar – le più umanament e. . . . , Noi vorremmo che queste semplict veril« entrassero nel cerv ello delle mi gliaia di tes– sitrici sfruttale, rassegnale e... disorg~niz– zate che ci sono in Italia e valessero a risve – gliar loro il sen timento della difesa collelii – va, quella coscienza vera di lavoratrici mo– derne a cui il socialismo a gran voce , fra- ternamen te le chiama I Z. Le lavoratrici leggono. Ci compiacciamo d·i far posto a questo arti– coletto cne certamente ina-ug-ura un genere nuovo di critica ... lett erar ia. E la critica de~ non letteral'i, della gente che lavora di chi non , allettala da ness-uua morbosità estetica, non . iso lata dalle crude realtà del vivere, in grazia d·i nessun m.orbido privilegio di casta, reclama dalla letterat-ura uno de' suoi grandi e troppo dim enticati uflici: q-uello educatore e civili1.– zatore del pop olo. ~mesta critica popolare ri – cerca l'anima viva del libro che legge: conosce ali arg om enti clte sono sut tappeto delle disc-us– sioni sociali, conosce le dottrine in conflitto, ama le propri e f edi , le vive con v·ulsazioni ge– nerose e magn ifi che, senza comprom essi, rigi– dam ente, e scatta dinanzi a tutto ciò che sem– bri fal sau le verità che le sono gelosam ente care! Chissà che questo lavacro sano che il pr ole– tariato lett or e e giudicante (fetta sulla produ– zione lett erari a non valga a... mutar e un poco 1( le sorti del mercato ... librario! ,1. Del presente articolino ci facci amo un do– vere d"i non sciupare l'-integrflà, perchè credia– mo utile e bello che le impressioni escano e s'iano g·iudicat e cos-ì come sono . "La mogliedel socialista" E' il curioso titolo che la regina di Ru– menia, celatasi sotto il pseudonimo di Car– men Sylva, ha dato ad un suo libro. Sono stata attratta da quest-0 titolo , ed ho letto il libro. LOTTEE DIFESADEL LAVORO A _part e lo stile con cui è condotto !"in– treccio , stile facile, moderno e veramente – anche bello , vi sarebbero dei punti da con-– futare vivamente, là dove i signori mona r– Lavittoria delle tessitri(;f· di Magenta. Quelle pazi enti , troppo pazienti lavora– tr ici tessi li , la cui disorganizzazione conti– nuava, da quando in Magenta furono in– trodot ti gli stqb ilim ent i, in questi ultimi tempi s'erano ra ssegnat e a lavorare con le paghe peggiorate da quelle già di fame che percep ivano. Gli industriali (sempre pron – ti ad esagerar e a loro vantaggio le crisi nel campo della pr oduzion e) avevano saputo con tante arti far ci·edere all e operaie che essi, i padr oni (pover etti !!!) non avrebbero potut o più andare innanzi ad impiegarle, se le tessit rici non si fossero accontentate di lavorar e per minor prezzo. La ditta Bel– tra cch ini. sfruttan do il falli mento avvenuto del suo pr edecesso re, da un pezzo piagnu– colav a così le proprie miserie e, indistur- , bato intanto, si rin salda va bene le ossa dis– sangua ndo le povere donne alle quali face– va subire un orari o di lavoro che toccava perfino le tredici ore giornaliere ! 1 salari anda vano da 50 cenlesirai a una lira! Così avve niva che quelle povere carni da lavoro si logoravano per 6, 8, 12 lir e la quindici– na , quando le mult e (non devolute fin gui a nessun beneficio delle operai e) non ridu– ceva no ancora la lauti ssima paga ! Ma a Magenta il senso della difesa di classe non era anco ra uti lmente seminat o! Durante la pr epara zione alle elezioni po– liti che dell'ottobr e scorso, si nolò un pro– mettent e r isveglio tra quel prolcl ariato in genere; anche le donn e udi rono della buo– na propa gan da nostra e la loro coscienza di classe com inciò ad esistere. Come a suo temp o comunicammo, il 28 dicembr e scorso, si ebbe in Magenta una magni fica manif cslazionc di entu siasmo pr oJclari o in occasione dell'inaug urazione della band iera di un Circolo ed allora le donne operaie fecero un altro gra nde passo verso la loro evoluzi one, affollando , cogli uomini , il comi%io ''dove parla rono lutti orato ri socialisti) e chicdenrlo che la com– pagna Zanelta, olt re al discorso in piazza , parlasse loro in una apposita riu nion e di donne. La prova che tutle qtJeste manif estazioni d<•lla nuova anima femmi nil e prol etar ia non erano fuochi rii paglia , si ebbe in que– sti giorni . Stanche della vita dannala di fatica sen– za compen so, un gruppo delle più corag– giose tessit rici della ditla Beltracch ini si recava ad esp rimere le giuste ragioni di malconl(,n l , della massa 11 nadron r. Ma si sentivano rispondere che erano delle lazza.- _ chi e le regine letter _ate, vogliono dipinge- · rone. · t re il socialismo . Ntm pot endo certamente - - Con uno scatto magnifi"co di sacra rivolta, far della critica autorevo le, amerei espri- esse chiamarono le compagne ad abbando- mere il mio semplice e modesto parere di nare il lavoro. I telai furono arrestati d'un lavoratrice socialista. colpo e lo stabilimento rimase vuoto ! Lo chiama socialista, Carmen Sylva, un Questo fatto imprevisto, indusse l'indu - uomo che vive, è vero, senza legami ufficia-- strial e a migliori consigli: egli prom ise di li di sorta, ma anche senza affetti, trincera - prender e in considerazion e le ragioni delle to nei proprio egoismo? operaie e di risponder e mercoledì 4 feb- Un uomo, un filosofo anche della .-ila. ma braio. che disprezza questa vita, che trova inutil e La sera del 3 si recava sul posto Abig aille la famiglia , che impreca alle sofferenze del– Zanetta a portare la parola di solidarietà la pleb e. e che poi questa pleb e umilia , rin– a quell'imponente massa femminile. che la facciandole la propria ignoranza, il proprin accolse con entusiasmo indicibil e. L'assem - abbrutimento? blea delib erò di non cessare l'agit azione se Un uomo, che ,giunto con queste idee si- non fossero accordati all e lavoratrici dei no alla virilità., si innamora di una ricca, sensibili miglioramenti e di attendere J"in- giovan e e buona figlia di conti e di gran- tervento della Federnzione delle Arti Tessi- di , ne è corri spos to, la convin ce a seguirlo , li per la risoluzion e del conflitto. abbandonan do il castello avito ed il vecchio Infatti fu mandato sul posto lo Schia- padr e, la conduce con sè, e che poi sca tta vello che, trovat e le tessitrici in pieno scio- all e timid e rivolte della sua nob ile compa– pero, perch é sconte nte delle propost e in- gna, ma int ernam ente si abbatt e vilm ente, dus tria,li, mercoledì , in due lunghi collo- ed im preca alla sua umile posizione di pro- quii colla Ditta , rius ci ad ottenere questi fessore liceale, impr eca a quel volgo di po- vanta ggi : polan i che lo circondano e che dispia cciano i. Aumento cons iderevo le su tutti gli alla sua suscettibil e compagna? articoli di tessitura; E, via via, fra le pagine di qu esto libr o, 2. Pr emio di lavoro ogni quindi cina; non _si incontr ano che qu esti sca tti nervosi , 3. Cassa malattia coi prove nti di tutt e contradditori , palpitanti anch e, ma poco le multe app licate dalla Direzione alla ma e- risponde nti, inv ero, alla figura reale di un stranza; protago nista sociali sta . ''- Revisione delle pagh e con aum enti Vero è che l'autrice , ha stretto in un ul- a giugno. timo felice fascio di avvenimenti, il suo in- L'ass embl ea delle scioperanti , constatata treccia; ma ben lun gi dal reale è andata! la compl eta vittoria della mas sa operaia de- Provi Carm en Sylva a vivere un po' fra cise la rip resa del lavoro per la matt ina se- le schiere dei lavoratori ed anch e dei pro- guenle . fesso1·i socialisti ! Abb iamo voluto diffond erci un poco ne/– ld cronaca di qu esto sciopero 1 per me llerc in evidenza alle nostre lavoratrici il valore delta solidarietà nei destini del lavoro. Se le Lessitr-iei di Magenla si fossero data pace delt'insullanl c risposta indus triale e, corae purtroppo avv iene di tant e mas se, /ossr,ro tornate sconfiu e e rassegnat e ai telai rldla loro tortura quotid iana , oltr e ad uscir– ne colla dignitrì,spezz ala, si sarebbero per– Pf'luatc le peggiori condi zioni , senza, l' orn– bra d 'un raiglioramen lo. Certamente ora non avranno conqni stato il paradi so terr estre in una sola flgitazione, nia hanno roll o il ghia ccio, hanno esperi – mrntrita con fortuna la loro /ral ernitò nel– la difesa comune. Erano rlPllr• disorgan izzate r non polPVrt– no in trdi condizioni, opporre unrt maggio – re resistenza alla lesina industria le. Ma noi abbiamo tull e le ragioni di spera- re rh l' fjUl'I/ P h rr1nr> fru:d trir i , 1171i,.,.11wr l r, Vedr à se il sociali smo è egoismo, disp rez– zo, um iliazioni, inutilità di vivere! Vedr à che il nostro primo simb olo è la famig lia, nostro prim o amor e la frat ellan – za int era! Ed app renderà che il diritto di viver e, e cl i poter vivere serenam ente, col lavoro e l' amore , è il sentim ento più forte mente in– sito nell' anima socialista! E l'impr ecazione sord a e tumultu ante, non è che l'eco del grido degli affamat i, dei diser edati verso ehi in alto , ancora troppo in allo, gua rda , motteggia e... m angia! 0DTLLA BIOLE'ITO . Quando i 71opoli civili saranno uniti in una (Jrmute f eder azione, sar à anc he venuto il tem– po in cui taceranno 71er sempr e le tempeste della au er_ra. La pace non sarà più un sogn o come voglion o far cre dere i sianori del m ondo c~ie Q(J(J.i ind ossan a l'uniforme. Quel tempo (Jlunu era quan do il popolo avrà conosciuto i s~ 11 . ; 1 ·-~ri in l e?"l!'.:ti. E E!!EL

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