Critica Sociale - XXIV - n. 23 - 1-15 dicembre 1914

CRITlCASOOIA:LE 351 ~ -p;ros-p=,r-e .•con le s.ole forze cLe-i s,uoi o.r-ganizz,ati, 110111 ,perCIÌ.òsarebbe mai- venuto me,n,o il dovere e l'in,beiresse del Comune di aff-ermare in al-tre form-e di s,olidariJe,tà, l'intima sua c-0mUJ11ione con l'Ente :rap– p,res.entativ-o del Lavoro in moto verso l,a prop,ria e.manci,p,a,2ione -e, semp-re il Com\.l!IlJe avrebbe dovuto av,er-e im, or.ror-e di -promuov-ere, o, comunque, favorire o i.nçl-wlg,e,re a, divi-sion-1,secessioni, dfoiamo _la paro-la, a krumiraggi ohe scoppiassero nell'interno del-la clas– s_e prole.ta :ria: T•a,1'eera la d•o,ttrina e la p-ra ,ti.oa , dal punto di vista, soci-ali.sta, d'Clirapporti ,tra il Comune e la Ca– mere del Lavoro, o, in genere, e :me-glio, tra il Co– mune e r01rganiq,zaz-ione,oooruomi~ d,e,i lavoraroori-; d-ottrina ·e pratioa che faoov-ano stato di fronte al P.a,rti,to ,so-ci,alista ed a,i ,pru-titi oo-st~tuzio:naJ.i,e che, indiis•putaiti-,si prot,z,ass-ero fino che a s·ovverti,rle oon v-enne divwLgandosi la dottmina, o p,eggio, la p·ratÌICa d-eUa s-eoessione -sindaoalIBl:Ja. I sindaicahslii-, ,a, M-ilan-o,'oome, altrove, aUa Oamera del Làv-o,ro oontrapposer-0 la Un.i,one Si-ndaoa-le, fe,. d'0ra-zi-000dei gruppi org,anizzati secondo le idoo sin– da-caltl,ste.Cardi,ne, d·i questo m;ovimento dov•ev,aessere u~-'idea sipicoatamente ·antistatale, ,e, in d,erivazi,001,e, anticomunale, considerando.si dal sinda,cal.isrn,o lo Stato ed il Comune enti autoritati,vi, necessari ris,u-1- tabi della abb-omi.nata collab-Ooozione dii c1ass,e, dep·o– sitarii. di quel p,otere politico che il Sindacato (se– oondo il sindacalismo) ha il dovere e l'ufficio di as– sorbire in sè, svuotandone. lo· Stato ed il Comune. Alla stregua d.i queste idoo mai più si sarebbe p,o.tuto cr,eder-e che un. dl l'Unio;e Sindacale si ·acoamp8Js&e ' -0oncorrente della Camera del Lavoro nei « favori » del Comune. Ma quel di inatteso arri•vò ben presto e fu queUo che,, in seguito a n,on si sa quali displia– ceri oo-1padrone di casa, l'Unione Sindacale andò ~n Muni.oi ,p.io ,e d-isse: « E·coomi qui con tutti i ID1iei b,a:g,agli,cJhè non -trovo alloggi<>.Voi s,i,ete il C-Omun,e: <;l-oveteoerto aveTe d,elle 08Jse. Datemene una coN,ve– n:iien,te-per !~ mia sede ». Quel dì· la doUri'll.a e la p,rati,ca del Partito socialista di fronte a.I C-omune, in rapporto alla ol'ganizze:zione del p.i,oleta,ria-to co– minci.arono trem-endameI)te a vacilla-re. E c'era di- ohe. Nien,teme110 che s:a,lta'Vafuo,ri la rneooss~tà di decidere chi era l'organi-zzaziorue eoo– no,mica de~ lav-oootori! In princip.i,o si era sempll"e detto che l'organizzazione ·economioo dei lav-oratorri era una e n:on poteva ess-ere che una, -ed essere in– carruafa nella: Camel!'a del La.voiro. E questa uJ.tim/a' pr-oposi2ione si poteva e si doveva dire in quanto l'ass,oluta laicità, nel senso ampi-0 della pa,rola, dellia Gamer.a del Lruvoro sembrava assicuoore l'unità pro– letaria più ,assoluta, poichè tutte le di•r-ettive e tutti i metodi della organi,zz.a.,zìone di clas.se erano, daJ!a Cameoo. ospitati oon pienezza di diritto, di cittadi– nanza, e ciascuna direttiva e ciascun metodo pote.– vano, per gli sta,tuti, 1-iiberam,e,ntep,r,ev.allere oo im– porsi a tutti gli ,altri, solta-nto ohe ,i ris,pettivi seg,uaci si. dessero la p.ena di di-vent.e.re m,aggiorainz.a ... Senon,ohè, uin po' per v9lta, eocoti ohe nel1e file de:! Pa,:r,bi.tosoci,aliista e del proletariato org,anizza,to oo– !ll~ncia a p,rev,aloeireil rivo,luzio-nar.isIDJo, -il quale si argomenta di debella~ il sindacalismo sindacali– steggiando in minore, e,d ecJOOti,coerentemente, che il p:rincipi-0 socialista della unità proletaria oomincia ,a v,acillare in cu,oo,e delle iass,emblee. Dopo tutto, si aveva, l'aria di dire, l'U~ione Sindacale non ha mica tut!Ji. i torti a non voler essere... la Camera del La- oteca Gino Bianco voro, se la Camera del Lavoro si ostina·· ad avere una maggio,rarnz.a di Gov,e.rno riformista. Ed ,oocoti fa•rsi stra.da una stran1ss.ima indulgenza a pll'o del– l'Unione Sindacale, straniss~ma non per al-tro se non p:erohè in fl,agrante oontraddizione col domma del– l'unità proletaria. Non b.asta. Peggior os,curamento dei prinoipii illu– minatori de.11a ma,te,ria si veniva v,eri,ficand-ooo.Jl'obli– te-ra,rsi nella -p,ropagandia so,ciali.tsta del.La sicura fil.o– sofia del mate,rial:ismo, &torico, che pone oome forza prop,ulsi'Va dell'eivoluzi.one so,ciale la forza della c1asse Laiv· Qll'.aitr ioe rg,anizzata S-Oprala base di un suo inte– resse p.a.rt ~o.l:are, p,res,o come denorruirratore dell'in– teresse generale della società, e col p,revalere in sua v-ooei di u,n fatuo idealismo· liheraile,sco o, meglio, indi– vidua'11is,ti,oo, il quale, non altrimenti di quellio ohe so– steneva-no i -più ,a,ccan,i,tiavv-ersari del soc-ialismo, re– v.ooo·in dubbio che· il Comune (di tutti) -possa - oome tale - favo,rire il mo,vimento di organi.zzazi.one per . la r-es,istenza del p•~le.tariato, dacchè questo movi– , meinto, sec-O!lldo-tali nuove correnti soci-ali.ste-sinda– caliste alJlunisson-0 con qu-elle... liberali, viene c·o-nsi– de,rato non oorne un moiviime111to di inte11esse sociale e, universale, ma come ·un movimento di inte·re·sse privato e particolare. Non dim-entichiamo Clheerava– mo in quel torn,J di tempo che il fiero ind·ividwalisimo degli .a,ppalta,tori, travas.ato dai vasi -capa,ci dell'-ideali– ·smo nazi0111Ja,!istioo _in quel Li ingenui dell'idealism,o ri– voluq,iona,rio, soll,evava tra i più candidi deille nostre fiJ,e, !,e g,rosse appT<ern;i,oni p-e·ri, « favori » sta·ta-lie co– mu,na-Ji. alle no-str,e Coop,era1:ivedi: lav-0-ro ... Ah! l'-ope·ra d,i ·ream,one <e ideia_listic.a » ,era ben oondotta, aggi:re– deindo a<l un tempo, e s-enza troppo farsi s,corg,ere, tanto l',oTgan-izzazione-di r-esisten.z.a.del proletariiaito, quanto q-UJella di cooperazione ed og111i .al,tra! Per fairl,a breve, eooo che so-tto l'i,nflusso• di queste correruti, di idee comincia, nella questione iil1 -esame, alla communis opinio d,ei do,vie-ride·l Comun-e v-er:so la. Camera del · Lavoro a sostituirsi una communis opinio contra,ri,a, nolll .si s,a: bene come, f.orrmata, e oerto p,o ,coponde.ra.ta , secondo la quale il Comune nulla dove-va di più alfa Camera del Lav-0ro che alle altre organizzazioni ope– raie che si muovesserro sul terreno (eco-nomfoo) di cl:ass.e. Il viarutaggio pratico di ta.!,eopinione· era per mo-lti questo,, che- li es-onerava dall'imbarazzo di dire chi era rorganizz.azi-0ne eoonomica dei lavora.tori, permet– tendo J.eggiiadramente di f,are la s,pola tra la Camera dèl Lavo-:roe l'Unione Sindacale ed iabbraooiw-le en– tra!Illbe, j,n nome de-I cl-assico: « lavoratori, unitevi! ». C-oteste insane- correnti di r-eazione antisocia.J.ista, nel seno del Partito s,ocialista, le quali in tanto si r,eggevano diia.J.ettioamente i-rÌ quanto, non divecrsa– mernte-dai borghesi· ,e in senso di,ametralmente. op'Posto alle no,te posi ,zi.on :idei soci-atisti, riguardaiv.ano il mo– vimento di resisteruza del pro!,etarr.i.ato qUJasi oome un .affar-e-privato (una Privat-sache, oome la confe,s– si,one ,reiligio58J), brova-rono la lo:ro più importante es,p-ressione in un ord"i-ne del gio.rno, adottato al.I.a quaisi unanimi.là (!!), la sera del 26 m,a,ggio, dalla Sezio:n,e,sociiali.stamilanese su proposta di Beni!to Mus– solini, co-1quale la Sezione, decid,endo degli atteggi,a– meruti del Comune per il caso della vittoria -elettorale sociahsta, sa,nciva che « in via di massima le orga– nizzazioni anche nel !o,ro inte:resse debl:J.a,novivere di ",j,ta p·rop,ria e, jndi.pendentemente da sussidi.i degli enti am:ministrativi; ma, ove si d,ebba atmmr-e.and11e-questa , forma di -suiSsidio, questa vada in forma e m,j-siura. da

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