Critica Sociale - XXIV - n. 17 - 1-15 settembre 1914

260 CRITICA SOCIALE MENTRE SIAPRE ILCONCLAVE (NOSTRA CORRISPONDENZA). Roma, 21 agosto 1914. Come il buon Dio era tirato per le falde da tutte le parti perchè intervenisse in favore di questo o quel belligerante, il buon Dio, per non compromettere la sua neutralità, finì per ritirare dalla terra anche il suo rappresentante. E cosi, avanti l'ora sua forse, il buon Pio X dovette andarsene. anch'egli vittima della guerra, come un ambasciatore cui viene consegnato il passa– porto, allo scadere dell'ultimatum. Cotesto Pio X se ne va tra una commozione assai discreta. Il mondo è molto nervoso, molto disattento; la Chiesa adesso non è affatto di attualità. La carta di Europa sta forse per essere rifatta, ma ognuno intende che, forse per la prima volta, il rifacimentò sarà tutto laico, tutto profano, tutto fuori delle ispirazioni di Roina (,quasi' diremm9: de1le due Rome !).· Il m<Ìndo W)lj 1 la prima volta for8e si strazia con assoli;ita indipendenza da qualunque pensiero confessionale. Cattolici e ·angli– cani .e ortodossi con aggiunta di scir,.Joisli in lonta– nanza contro cattolici e luterani e ortodossi: la confll– sione è somma; nessuna idea direttiva può essere refe– rita al Vaticano. La chiesa cattolica apostolica roniana, per la prima volta, forse, è messa del tutto fuori giuoco. U_n aneddoto, che ·si può in::iovinare da chi è partito e per quale fiche de consolation, dice che Pio X av6va scritto a Francesco Giuseppe di non profanare la sua vecchiaia scatenando gli orrori della guerra ed aggiunge che tale lettera non è, misteriosamente, mai arrivata al suo indirizzo; che se il sire di .A.bsburgo· l'~vesse rice– vut.a, per la pietà grande e Ja sommessione figliale verso il Sommo Pontefice, avrebbe certamente la guerra scongiurato .... Peccato che la Jet.tera non sia pervenuta al suo destinatario. Peccato! Grande peccato! Chè il mondo avrebbe, attonito, visto un altro dei trionfi, a• cui è avvezza la fede, secondo Alessandro Manzoni. Ma la lettera non è pervenuta. ll mondo si strazia e la Chiesa romana si strazia anch'essa di uno strazio che essa non ha saputo ·nè produrre nè impedire e che attesta, umiliandola, la sua decadenza nell'iniluenza degli Stati. Per rifarsi la Santa Sede tenta col Con– clave di prendere sotto la sua benigna protezione la neutralità italiana. Il capo del C_entro tedesco, onore– vole Erzeberger, l'aiuta del suo meglio, assicurando che i cattolici di µermania apprezzailo la d.elicatezza pella neutralità italiana, destinata ad assicurare la Ji. bertà, la tranquillità e l'indipendenza del Conclave nella grande opera di eleggere il successore di Piero .... Ma l'on.. Salandra ricalcitra alla. lode che prele)lde captare per il Vaticano l'indipendenza della condotta· dell'Italia nella presente situazione internazionale. L'on. Salandra è un cattoliciz~ante; è vero; ma appunto perchè tale le carezze della Cur:a _raccoglie soltanto quando le creda utili. Ora quelle carezze sarebbero imbarazzanti. La Chiesa di Roma in questo volgere di storia 'non è in voga. Tutti lo sentono: anche l'on. Salandra lo sente. E se la Chiesa di Roma non è in auge, tutti sentono anche che lo si dove a quel morto, il buon Pio X. Il quale con la sua zotica intransigenza ha condotto la Santa Sede a rompere con quasi tutte le Potenze, demolendo pezzo per pezzo l'edifizio cosciemiosamente costruito dal suo grande predecessore, Leone XIII. La Santa Sede, infatti, ha rotto con la Francia, col Porto– gallo, con la Spagna, in buona parte. Quanto all'ltalia, BibliotecaGino Bianco la sua ingonua e quasi umile devozione alla causa dei signm·i pad1·oni, che egli portava con sè, da quando, piccolo parroco in provincia, pranzava ogni domenica alla mensa dei ricchi, senza neppure guardare per il sottile se erano mense di cattolici' o di ebrei, purchè fossero mense di ricclii, e vi si mangiasse bene, ha fatto sì che donasse, proprio per un pia;tto di lenticchie, all'on. Giolitti la revoca del non exped-il e così il Go– vèrno Usurpatore pote8Se sempre contare sui voti dei cattolici per aiutarlo coritro un candidato sovversivo. •La fusione del cattolicismo po)il:ico nel conservato• rismo liberale, nel saldo blocco clerico-moderato, con la conseguente· sparizione di quell'incubo che gravava sul– l'Italia democratica: ah! quando voteranno i clericali - poichè si vede al netto di che era fatta quella paura, e di quanto in _realtà i conservatori si avvantaggiavano çontro le orde socialiste (e si avvidero anche i con– ~orvatori che il più spesso si avvantaggiavano soltanto .a spese .... dei liberali!) - cota\ .fusione,. dico, fu il granq_e tr~onfo d,ell'on. Gjphttfoeicll;,,qjf,11, ·1 ,y,er,Q., il 1,~icc– ve1·sa di Pio X, il quale, che orsa ne cavò?. Un arrf;lsto nello sviluppo della legislazione civile dell~ famiglia e una certa tolleranza per le congregazioni religiose: uno scotto che, per chiunque conosce l'oo. Giolitti e i ~uoi ~entimenti pun,to anticlericali, la Sallta Sede avrebbe avuto lo stesso, senza clie essa si lascias8e coglier.e in flagrante compromissione, a mezzo dei suoi Gentiloni con lo Stato, contro il quale e contro il ·suo capo, colui che detiene, non mancava all'estero, lii avventare le saette cariche di proteste e di querimo.nie platoniche!. ... In sostanza, mentre la Santa /:lede perdeva all'estero la dominazione sulle Potenze cattoliche e sollevava · dapper'tt, t.to (tranne in Austria) la pqlitica di se_;;ara– zione, in Italia la Santa Sede sembrava perdere la sua fiera autonomia protestataria per decadere in una grossa officina elettorale al servi zio del Governo. Bene, Pio X nella coscienza confusa di cotal decadi– mento volle riscattarsene con esempi di intransigenza inflessibile, scegliendo perciò il terreno dommatico -re– ligioso. Ma fu peggio! Tutto il nì.ondo avverti la oon– ti·addizione fra le maniche troppo larghe nei rapporti politici con lo Stato e le maniche troppo str.itte nei rapporti intimi con Domeneddio. La persecuzione al moderni$mO non servì .che a gettare sul· papato di Pio X un indeprecabile carattere di autintellettna– lità, di rozzezza senza pari, del tutto l,\liena dalla cal– lidità del tem.po nostro .... Ma la coh1raddizione che era nelle cose non era nello spi1·ito del buon Papa, il quale realmente co'ncepih l'oflìc:o sud colmi 'quello di un mistico carabiniere, messo contemporaneamente alla cnstodia ,delle casseforti dei ricchi e delle anime. dei poveri. Egli credeva candidamente nelle une e nelle !I-i tre; dalle prime doveva tenere lontano il socialismo; dalle seconde, il modernismo. E perchè era buono e sincero. egli con questa· sua tloppia schietta tendenza rese a noi un. grande, un ine– stimabile servizio lavorando a liberarci di quella am– bigua e perciò pericolosa carioatura del socialismo che era la democrazia c1·istiana, la quale papa Leone XIII aveva, con fine accorgimento, creato I).i nostri danni con le encicliche sociali: De condiliòne opifi,cum e G1·avesde communi. La democrazia crist;ana, per quanto il Vaticano si sforzasse ad ammiccare cogli ocnbi per fare intendere anche ai più ingenui che mi'Dacciava per finta, per tattica, riusciva tuttavia a spaventare· i proprietari rozzi ed avari, che ·oss-ervavano timorosi e inquieti 1 chq se ·era quell11, che doveva liberarli dal

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