Critica Sociale - XXIII - n. 11-12 - 1-16 giugno 1913

162 CRITICA SOCIALE e che fu accolta. Non pensammo, fra socialisti di qualunque tendenza - ma socialisti - possibile dissenso di sorta. Giova tutta,via ribadire. Gli '.lH.imi fatti di Mi– lano - non i fatti, tanto, in se stessi, poca cosa e presto svaniti, ma la " teorizzazione politica ,,, che mira a convertirli in espressione consacrata di un metodo - ce ne fa un dovere di, lealtà verso i nostri amici e noi stessi; verso le idealità. per le quali militammo e che· n9n intendiamo rin– negare nè disertare; verso gli stessi compagni, alle cui mani il Congresso consegnò fiducioso la ban– diera del partito e l'idea. Ed è questo il momento di farlo: questo lucido intervallo pacato, che consente agio 'alla riflessione - nostra ed altrui - e libertà piena alla discus– si(1ne e alla _critica; alle quali discçmviene l'ora agitS:ta e agitante della battaglia - che fu ieri, che potrà rinnovarsi in un prossimo domani. Au– guriamo che la franca parola sia, da chi lo deve, serenamente ascoltata, meditata e raccolta. i * * * Distinguemmo, nei fatti, l'accidente spontaneo, dalla teorizzazione voluta; dall'anima, dall'afflato politico che li suscita o che li accompagna. La di– stinzione è essenziàle. Non è- questo un periodo (come fu, talvolta., in passato), nel quale un fugace impeto di riscossa ideale nella massa - fosse pure sproporzionato all'occasione ed ai -fini - risichi di leggermente compromettere una situazione delicata, preziosa alle ascensioni proletarie: situazione che oggi non esiste nè, pur troppo, accenna, pel momento, a ri– sorgere. Se, pertanto, si spiega che ogni brusco arresto della pacifica normalità della vita collettiva ir.riti la stampa borghese, ·pronta a gonfiarne gli effimeri " incidenti di polizia "; non può certo, per con– verso, essere cagione· d-i rammarico, a qualsiasi socialista sincero, ·una reà,zione spontanea di la– voratori, di fronte a procedimenti bestiali delìe autorità, quali d~ploraronsi a Milano; la quale - fosse pure _impulsiv!l-, eccessiva, incomposta - _sia l'indice però di un vigile senso di solidarietà e di fierezza-di classe, ·che resiste alla sopraffazione e ricusa di abbandonare indifesi i proprii ostaggi al nemico; indice, in sostanza, di una nobilis"'"'.: sima forza civile e morale, capace· di venir con– vogliata, noncbè a più efficaci difese necessarie, a maggiori- positive conquiste. A Milano - se vi fossimo stati in quei giorni - avremmo, cogli amici é al pari di essi, non disdegnato quel moto, ma dato mano a contenerlo e a risolverlo· come comportavano le circostanze e la prurlenza consi– gliava, ' avviandolo, alle soluzioni più pronte e migliori. Altro , del resto . - dalla " frase 11 in fuori - non. fecero, premuti da imperiose :respon– sabilità, quanti, sotto varii vessilli, ne dovettero essere i condottieri e gli interpreti: Non è dunque, ripetiamolo ancora, nell'obiettivo episodio, come ·azione di ·massa, che -il dissidio si sostanzia e si radica. L'epis0dio, forse inevitabile, forse benefico, in tanto ba valore e significazione politica, in tanto porta a conseguenze, ed. è gra– vido di promesse o di minaccie, di speram,e o di pericoli - e di non ricusabili responsabilità in ambo i casi - in quanto si connette a una pro– paganda, a una pred·icazione, a -un sistema; ne di– scende e vi riconduce. E il sistema -. che solo ci preoccupa - si ca- ratterizza così: - Non è più, o non è solo, un conce't'to e un pro– posito di simpatico doveroso presidio, da pàr~e del Partito, verso tesistenze spontanee, e pertanto appnnto episodiche, delle masse eventualmente esasperate, minacciate eci offese; che, pur da co– rlesti accicienti, spesso indeprecabili, tragga lieta– mente ogni profitto possibile per la propaganda del Partito e pel rafforzamento delle organizza– zioni. Anche (concretando) non è solo un diverso e un soverchio valutare l'importanza e la conve– nienza, nei periodi normali, del ricorso più o meno frequente - fra le molte onde il proletariato di– spone - a quell'arme a doppio taglio che è lo– sciopero generale, o economico o politico qui non importa - per uu fine più o meno immediato, più o meno attingibile, predeterminatine più o meno i morii e la durata - ; a quell'arma davvero for– midabile, ma che l'abuso, a senso nostro, logora e spezza o, peggio, la ritorce contro chi la impugna. Qui saremmo ancora nel campo degli apprezza– menti e dei dissensi di tattica, che è materia opi– nabile ..... Ma non -di questo si tratta. E', al cont~·ario, la resistenza, lo sciopero ge– nerale, fatto scopo a sè stesso, proclamato e pro– pugnato come strumento principale .od unico di emancipazione proletaria; assorbente ed. esclu– sivo, nello spfrito di chi lo pr9pugna - o, foss'anche a dispetto di. esso, _per l'intim~ indole sua ~ di ogni altra più vasta e complessa propaganda ed azione. E' la resistenza, è lo sciopero generale, ginnastica, sistema, preluriio, preparazione, feticcio. mito, religione, ecincazione, consuetudine·, ogni gior,no più vasto, p-iù cosciente, più terribile, più deciso e più decisivo, più propinquo ed appropin– quante al-la meta. E' l'urto che provoca l'urto, il con– flitto che moltiplica il conflitto - è il gigante che si afferma e si pi·ova - è la-" giornata storica" che si annuncia e che si prepara. E allorquando, per lassitu– dine, deve pur ripiegare, non è già percbè ogni protesta. ba una proporzionè e(l un limite - ma è soltanto perchè mancano o le armi, o il nu– mero, o le coscienze, o le forze all'ultima insurre– zione liberatrice. Non insistiamo - sopratutto non documentiamo. Non fosse, quel che qui si afferma, presente alla memoria· e al pehsier9 di tutti, ce ne starel,)bero testimoni e mallevarl'Ori, primo·, per sè o contro sè, l'attuale Direttore dell'Avanti!, Benito Mussolini - del- quale ci è debito; e ci piace, riconoscere la coraggiosa, forse temeraria; sincerità - •e- con esso i collaboratori di lui, e. i compagni ,che siedono nella Direzione del Partito. Peroccbè è ben la voce - non poti:ebbe non essere - se non (lo ·spe– riamo) _del, Partito, della Direzione· del Partito, quella che si esprime· ogni giorno nel suo organo ufficiale e centrale. Or cotesta voce - abbia pure il caldo simpatico accento di ciò che esce dal profondo di uno spirito passionato, geniale, sdegnoso di o ppor– tunistiche reticenze e viltà - è voce che ri.on sorge dalla realtà delle cose, .nè · si .inspira al soc:ialismo - questa " realtà che diviene ~ - alla sua· dottrina -e al suo metodo; cµe ad esso non- può quindi condurre. ma ci dilunga da esso. Voce che forse òeriva dalle vetuste catacombe dei primi ingenui cristiani, dai reuessi solita.rii degli asceti auspicanti· il " millennio 11 , dai ce-· nohii degli inebriati- <li ,.dissolvimento' - che altra volta echeggiò nella storia 1 dove turbe an– gariate ·ed oppresse sogtial'ono, nei téinpi' più oscuri, palingenesi subitanee (la çataclismi ;farltàstici.' e meravigliosi - vocé, insomma, che s'inspira al miracolo,· e vi cred~, e ·lo invoca, e ·che, ·-·impa-· ziente, lo affretta. · . ~on è. - d!ciitmo_ anche questo - la voce e la parola neppure del vecchio giacobinismo presocia- ,I I

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