Critica Sociale - XXII - n. 21-22 - 1-16 novembre 1912

CRITICA SOCIALE 351 terminò, neJ- 1903, in una vera e propria rivoluzione della Macedonia contro l,a Turchia. Le potenze inter– vennero, imponendo alla Turchia un programma di riforme per la Macedonia e or-eando una gendarmeria internazionale. M~ il loro antagonismo frustrò il ten– tativo. La Russia, battuta in Oriente, riprese la po– litica a,ntiturca; l'Austria cercò di trarre v,antaggi par– ticolari dalla Turchia, so)).evando le proteste degli Stati Balcani•ci ,e dell'Italia. Nel 1908 Russia ed In– ghilterra si accordarono su un nuovo programma di riforme per la Macedonia. Le pretese dell'Inghilterra ,e d-ella Russi•a offe,sero il •sentimento nazionale degli ufficia1i turchi, che, nel luglio 1908, caociarono Abdul Hamid. Una costitu– zione venne proclamata, un Parlamento eletto; i « Gio– vani Turchi » divennero i padroni dello Stato. Le p_otenze_ ·c?lsero i,l d_estro .P~r libera!si da ogni_ ·pen: siero d1 riforme. Gh ufficiali europei vennero ritirati daUa Macedonia. L'Europa lasciò alla Turchia rinno– vata di restaurare l'ordine in Macedonia. I « Giovani Turchi » si misero all'9pera con mano ferrea·. Un grande esercito fu raccolto in Macedonia. Dure condanne costrinse,ro i contadini alla consegna deJJ.earmi. Il Governo cominciò a sciogliere le società nazionali bulgare,, -e greche, e ad abolire l'autonomia delle parrocchie. Le scuole cristiane, fino allora di– rette dalle chiese, venne,ro sottoposte alla vigilanza dello Stato ottomano, che vi impose il programma di– dattico, l'uso della lingua turca, e- proscris-se la no– mina di maestri ·stranieri. Abolito l'esonero dei cri– stiani dal ,servizio militare. Aumentato, per effettuare le riforme, il peso delle imposte. Fu tutto questo un errore dei « Giovani Turchi », come si va spesso dicendo? Bauer non lo pensa. Per restaurare la sicurezza delle persone e della proprietà mantenendo il dominio turco, non v'era, a suo av– viso, altro mezzo. E infatti, mentre Arabi, Drusi, Al– banesi, ribellavansi, la Macedonia rimaneva tran– quilla. La dittatura militare «Giovane-Turca» risol– veva il problema, di fronte al quale l'assolutismo Ha– midiano e l'azione riformatrice delle potenze avevano fatto bancarotta. · Tra i cristiani di Macedonia però semp,re più s'ad– densava l'odio contro il dominio turco. Disarmati, sciolte le loro società, soppressa l'autonomia de.JJ.e loro ,chi·ese, inasprite le imposte, sottoposti i loro fi– gli alla leva, cresciuta la tracotanza dei sig,nori fon– diari turchi -contro i contadini slavi.- non è da stu– pire se il vecchio odio tra Greci, Bulgari e Serbi oe– dette al comune odio più intenso contro !'-aumentata potenza dei Turchi. Vero che in Macedonia non si osò nessuna resistenza contro la mirtaociata violenza delle armi. Ma a Sofia, a Belgrado, ad Atene, i lamenti dei compatrioti i:nacedoni trovarono larga eco. Così maturò ivi l'idea di una guerra eomune c ontro la Turchia. Sopprimendo, colla forza, le .Jotte , na zioml.li dei popoli balcanici tra di loro, gli stessi « Giov ani Turchi» unificarono e ingagliardirono il proprio ne– mi-co. L'interesse della Grecia è ora rivolto,. assai più. che alla Macedonia, a Creta e alle isole dell'Egeo, occu– pate daH'Italia nella guerra per Tripoli; <lacchè la propaganda dell'Esarcato trasformò i « greci slavo– foni » di M,acedoni,a in nazionalisti bulgari, la Grecia sa che le sue conquiste non potranno -sping-ersi al di là dell'Epiro e della Tessaglia, greche di lingua, e che la Macedonia resterà alla Bulgaria. Tolta que– sta causa di litigio, l'alleanza tra i due paesi diveniV'l possibi'le. La. Serbia, dopochè la politica doganale ostile del– l'Austria, scaduto, nel 1905, il trattato commerciale, le chiuse i,l mercato più importante della sua produ– zione agraria, fu costr,etta a. cercare nuovi sbocchi. Di qui, pei contadini serbi, il sogno di una via fino ~l mare, per la quale esportare i loro prodotti in Ita– lia, Francia, Inghilterra. E al mare anela ugual– mente quella borghesia, alla quale .Ja necessità di concedere all'importazione dell'industria austriaca, in ricambio delle proprie esportazioni agrarie, dazii di favore, impediooe di inaugurare quella politica mer– cantilista di grande stile, sul modello bu .Jgaro e ru– meno, che soJ.ale consentirebbe l·o sviluppo industri.a.le ch'essa vagheggia. Negli ultimi decennii il capitale straniero - non austriaco - che creò nella Serbia molte industrie, la impegnò a provvedersi, presso le n,azioni che ,lo ave– vano fornito, delle merci, sp-ecialmente maochine, di cui ess,a ha bisogno. Soppiantata così dalla Germ,ania, dalla Francia, dall'Inghilterra, dal Belgio, l'Austria dichiarò, nel 1906, che non discuterebbe un nuovo trattato -commerciale colla Serbia, ·se questa non si impegnasse a non acquistare che da lei i cannoni e il materiale ferroviario. Tali pretese• del grande capitale iaustriaeo e la tenacia con ,cui l'Austria impediva all,a Serbia tanto l'unione doganale colla Bulgaria per dis– chiudersi le vie dell'Oriente, quanto il congiungimento ferroviario coll'Adriatico, persuasero vieppiù la Ser– bia che non le riuscirebbe di scuotere la sudditanza che la opprime s,e non si aprisse colle ,armi un « cor– ridoio» al mare, sia conquistandosi· un porto della costa •albanese a traverso il S.angiaccato, il Montene– gro e la vecchia Serbia, sia, ancora per la vecchia Ser– bia, giungendo a Salonicco. Anche per la Serbia, ,co– me per la Grecia, la vittoria dell'Esarcato, che assi– curava ai Bulgari la Macedonia, eliminava questa, ca– gione di ,conflitti e permetteva J'.alleanza fra i due paesi. Ed eoco, per 1-aRm,si·a, il momento di colorire il vecchio -sogno. èiella sua diplomazia, di oppone una Lega Balcanica, da un lato, ,all'Austria sua nemioo, dall'altro, alla Turchia, ehe le -contende il passaggio pel Bosforo. La guerra di Tripoli, l,a sollevazione al– banese (sebbene questa abbia moventi ,affatto diversi da quelli de.Jla Macedonia), le lotte interne dell'eser– ,cito turco ,e la conseguente caduta dei « Giovani Tur– chi » dal potere, segnano ,alla Lega Balcanica - alla quale si aggiunge il Montenegro, vassallo della Corte çli Pietroburgo - l'ora della guerra auspicata, che la dip.Jomazia di tuttia Europa - dil,aniata dagli antago– nismi fra Austria e Russia, fra Germania e Inghil– terra - non riesce ad impedire. Se potessimo considerare gli avvenimenti balcanici - continua Bauer - ,all'infuori dalle mire dei grandi Stati capitalisti rivali, noi dovremmo augurare sen– z',altro alla Lega Balcaniea una vittoria completa, come quella che segnerebbe per l'economia e la civiltà di quei popoli un progresso sicuro. Ma il destino dei popoli bakanici non si decide sui campi di Macedonia. La rovina della Turchia -chiame– rebbe sul terreno senza dubbio le grandi potenze, ,che ne ambiscono l'eredità, ,e l'incendio ,che ne nascerebbe ben potr-ebbe - a parte il disastro generale ehe im– porterebbe - consegnare gli ,stessi popoli balcanici all'imperialismo conquistatore dell,a Russia, de.Jl'Au– stria e dell'Italia. D'altro canto, la vittoria della Tur– chia - se fosse ancora possibile - significherebbe il perdurare dello sfr.uttamento feudale e del dominio •straniero suJ.la Macedonia. · Il Bauer es,amina, da ultimo, la politica balcanica deJ.I'Austria, determinata da ragioni economiche: im– pedire alla Serbia di sottrarsi al dominio del capita– li,smo austriaco e degli agrarii ungher esi ; - da ria– gioni politico-nazionali: il timore della forz1l.di attra– zione che un fiorente Stato serbo eserciterebbe ..sulla maggioranza dei popoli serbo-croati che vivono in Au– stria; - d,a ragioni imperialiste: il sogno di estendere l'Impero austriaco fino ,all'Egeo, con Salonicco porto austriaco. L'Austria non può o,sare, per -0ra, di mar– ci.are su Salonicco; ma non tollera che la Serbia oc– •cupi i paesi tra Uvac e Salonicco. Difende perciò lo stalu quo nei Balcani, e, con es-so, il dispotismo del turco sui popoli slavi, lo sfruttamento dei contadini serbi da parte dei proprietari turchi, l'oppressione dei ,cristiani balcanici da parte delle classì dominanti mao– mettane, risuscitando la politica controrivoluzionaria -e reazionaria di Metternich. Contro l,a minaccia dell'Austria sperano i popoli bal– canici nella difesa armata dell'Impero russo, che, or fa un secolo, spalleggiò nelle guerre di indipendenza i Serbi, i Greci ed i Bulgari, e che oggi si atteggia a protettore della Lega Balcanica, col recondito fine però di diventarne il padrone e,' attraverso i dischiusi Dardanelli, di fare dei porti adriatici ed egei, conqui– stati dagli Stati suoi vassalli, ,altrettante stazioni della propria flotta. Padrona così del Mediterraneo, por– r,ebbe l'Austria, l'Italia, la Francia, l'Inghilterra ,nella necessità di affrettare i loro armamenti navali; tutte le potenz-e mediterranee dovrebbero disputarsi l'ami-

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