Critica Sociale - Anno XXII - n. 12 - 16 giugno 1912

178 CRITICASOCIALE nostro movimento, resa più evidente e deleteria dal suo coincidere e persistere ed accentuarsi in un mo– mento della storia italiana, che doveva mettere alla prova l'ani!Ua prof~nd~ del Pa!·tito_, era naturale d1e determinasse, di ninbalzo, il distacco netto e violento della parte viva e sana del P,trlito medesi– mo e segnasse una divisione verso destra tanto più spiccata, quanto più l'antica consuetudine e la tradi– zione ciel consenso nel pensiero e nell'opera avreb– bero altrimenti dissimulato il solco e lasciala sup– porre una solidarietà dis_astrosa ed insostenibile. Non per questo -- anzi tanto meno, appunto per questo - si potrebbe concepire una solidarietà qual– siasi nell'opposta direzione. Sarebbe vano aver di– strutto un equivoco da un lato, i-e dovesse riprodursi dall'altro. Ad evitarli e dissiparli entrambi, a servare la piena autonomia del socialismo riformista rettamen– te inteso, ricorse accortamente il relatore al criterio storico e sperimentale. Per il quale la necessità cli un alleggiamenlo del Partito sempre più reciso, e vibrante di opposizione combattiva, è desunta non giù da vaghe astrazioni dottrinali, da preg{udiziali c1·islallizzate ed inerti,. ma dalla pressione contin– gente delle circostanze, apprezzate da un pensiero rigidamente socialista. Fra esse, la nuova orienta– zione della borghesia, culminante nella guerra co– loniale e nell'abdicazione dei partiti di democrazia, campeggia eminente e decisiva, insieme alle nuove possibilità e ai nuovi doveri, che dischiude al so– cialismo e al movimento proletario l'avvento di tanto nuovo popolo nell'arringo elettorale. L'illustrazione che Modigliani lenla darci del pre– sente momento politico italiano e dei nuovi rap– porti ch'esso genera fra classi e partiti, non sol– tanto risponde schematicamente alla obiettiva verità e rende esplicito e cosciente quello che era, nelle masse, implicito e come intuitivo; ma colloca i fatti e le tendenze nella luce più schietta e più limpida. La guerra libica non è più, come parve a tutta pri– ma, un episodio capriccioso o fortuito, nè la rea– zione socialista al fatto della guerra un movimento puramente riflesso o sentimentale. E la sconfessione delle comode acquiescenze di una parte dei com– pagni nostri non ha più l'acre sapore dell'accusa di tradimento. Nella larga concezione storica dell'evo– luzione dei partiti, uomini e cose son rimessi al loro posto naturale. Il conflitto interno del Partito può così disasprirsi ed elevarsi ben al disopra delle ste– rili e pettegole beghe di un conflitto di persone. L'autodiagnosi del Congresso ne diverrà al tempo stesso più serena e pi(1 severa; più cordiale e più veramente risolutiva .. LA CRITICA SOCIALE. lEDIRETTIVE DEl PARIIrn ~~[IAUHA SBCDDdD i Riformisti di Sinistra (Relazione al Congresso Nazionale diReggio Emilia - 7-10 luglio 191 Z) I. Dall'antagonismo di classe alla lotta di classe. L'evoluzione della lotta di classe in Italia. Mentre il contr-asfo degli interessi economici è fatto spontaneo e primordiale, il suo concretarsi in cosciente lotta di classe è un fenomeno storico, che appare e si delinea solo quando le classi, la loro co– scienza e la loro organizzazione, hanno raggiunto un sufficiente grado di maturità. E, per intere epoche . storiche, la lotta delle classi è stata sostituita dallo schiacciamento e dallo sfruttamento, che i detentori della ricchezza hanno instaurato e continuato ai dann~ dei lavoratori, ignari, disuniti, passivi. Nè la cosciente lotta delle classi si è mai delineata in nessun luogo ad un tratto; ma il suo delinearsi preciso - verificatosi nel secolo scorso - è stato ovunque p1,eceduto da un periodo di incomposti ten– tativi proletarii, impulsivi a volte, frammentari spes– so, disori,entati da prima, e da ultimo sempre più organicamente coordinati in conseguenza di una pro– grediente unità di vedute, di intenti, di mezzi. Questo periodo, in cui si va preparando l'aperto e netto delinearsi della lotta di classe, ha avuto vicende varie nelle varie nazioni, secondo che gli interessi dominanti avevano raggiunto un grado più o meno elevato di propria organizzazione di classe, che li rendesse capaci di una maggiore o minor resistenz;1 di fronte al formarsi dell'antagonistica organizzazione della classe lavoratrice. In Italia, la resistenza coscient.e ed organica dell{l classe capitalistica, di fronte al formarsi della co– scienza e dell'organizzazione proletaria, fu meno fa– cile e meno pronta: sia perchè l'afT1-ettatascomparsa del feudalismo e le radicate tradizioni comunali ave– vano lasciato diffondersi una consuetudine democrati– ca ormai vecchia di s,ecoli; sia perchè le esigenze- della recente unificazione nazionale ,avevano tenuto lontana la borghesia dalle lotte sociali; sia, e sopratutto, per la stessa immaturità dello sviluppo capitalistico. Rea– zione ~eca e sùbite concessioni, atroci repressioni ar– mate ,ed ofTerte di alleanze, si sono così alternate in un periodo che oggi si chiude. E si •chiude perchè, se, da un lato, il proletariato si & levato in piedi e si è afTermato coscientemente e organicamente, nono– stante le violenze e le blandizie - dall'altro, ormai, la borghesia italiana ha sviluppato i mezzi dello sfrut– tamento economico, ha cons·egui.touna maggiore coe– sione nazionale, e già inizia un'attività politica, che comincia ad avere i caratteri propri di un'era capita– lisÙca più accentuata e più forte. II. Il periodo della preparazione. L'azione del Partito Socialista sull'ambiente politico. L'allargamento del suffragio e la nuova guerra coloniale. f: accadutò così che, nel ventennio test.è chiuso, il proletariato italiano ha potuto e dovuto fare, si, il banditore •e il propugnatore di quei migliori costumi politici, e di alcune fra quelle concrete riforme am– ministrative •e politiche, che altrove derivarono dai conflitti interni della borghesia, o da' suoi preveg– g,enti accorgimenti difensivi, o da' suoi naturali adat– tamenti alle •esigenze dello stesso sviluppo capitali– stico. E c-0sìfu che, per quasi tutto questo ventennio, l'attività politica del Partito Socialista Italiano ha potuto e dovuto prefiggersi (oltre i suoi scopi speci– fici di organizzatore del proletariato nel campo poli– tico e nel campo economico) anche la funzione di pro– pulsore e formatore di una generale evoluzione po– litica, che preparasse le condizioni di ambiente, pre– corritrici del delinearsi delle moderne, coscienti, or– ganiche lotte di classi. Questa recente necessità storica del movimento so– cialista italiano non è senza precedenti in altre epo– che e in altre nazioni; ma - appunto per il ritardato

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