Critica Sociale - Anno XXI - n. 10 - 16 maggio 1911

CRITICA SOCIALE 159 Lettera aper·ta di Lassalle, Huber critica, quasi nello stesso modo di Lassalle, l'opera di Schulze-Delitzsch, che riconosce provvidissima per l'artigianato, inutile per la classe operaia. Contro Lassalle, però, riafferma la propria fiducia nella lunga strada della cooperazione sotto la direzione dei veri " amici del popolo m senza attendere sovvenzioni di Stato, che egli non respingeva per principio, ma per il pericolo di doverle scontare con un controllo opprimente, presupponendo esse o la completa democratizzazione dello Stato, o un vero re– gime bonapartista. Ldssalle constatava l'accordo di Huber con lui nei riguardi delle Cooperative di produzione e del sussidio di Stato, e Huber, in un opuscolo su " Gli operai e i loro consiglieri 11 , si affrettò a protestare contro cotesto supposto consenso totale o parziale, dichiarando insostenibili le idee lassalliane sulle Coo– perative, inspirate alla legge bronzea dei salarì, e riaf– fermando la propria sfiducia nella forza e nella capacità dello Stato burocratico, nel " troppo o tutto governare ,,, e il danno della trattazione dei problemi sociali, nel tumulto dei Comizi: inducenti gli operai a sprezzare i piccoli progressi e a sentire l'odio di classe. All'attacco Lassalle rispose con una lettera, riprodotta in parte dall'El vers nella biografia di Huber, ove rimase sepolta fino ad ora. Ivi, Lassalle, si duole dell'ingiusto giudizio di Huber sul suo conto, e protesta di non aver mai chiamato la legge bronzea dei salarì una legge naturale: " Io la considero - egli scrive - altrettanto inevi– bile quanto una legge naturale, fino a che sussistano le attuali condizioni storiche della produzione. La ri– tengo, quindi, una legge storica, altrettanto capace di mutare, quanto tutte le condizioni storiche, e " bronzea e necessaria " finchè imperano le sue condizioni, ossia i precisi rapporti odierni della produzione"" Si duole del tono amaro usato da Huber, indi con– tinua: " Ella odia la via da me adottata, l'agitazione delle masse. Ma perchè non vuole Ella lasciare che io provi a fare per la mia strada ciò che Ella si propone per la sua? E c'è _veramente tra noi, per questo riguardo, una differenza di principi? Ella dice nella prefazione che, "se gli elementi aristocratici della vita popolare persi– stessero a misconoscere e a trascurare il loro dovere sociale e se gli stessi operai si mostrassero incapaci ad aiutarsi da soli in maggior misura ,,, anch'Ella sa– rebbe favorevole ad una larga iniziativa di Stato. Ora, egregio signore, ciò che ci distingue è solo che, per me, questi "se,, non sono più, da tempo, dei 1 ' se.m ma, secondo tutta la mia concezione scientifica della storia, sono assolute realtà, "Ella odia la mia via, l'agitazione delle mrurne ! Potrei dire: Ella ha una certa giustificazione soggettiva! Se solo un terzo o un decimo o un centesimo della classe abbiente fosse come Lei, cosi ricca di amore e di onesta benevolenza per la causa degli operai e delle classi inferiori in genere, così altrnista e così capace di sa– crifici - allora, sì, sarebbe perfettamente inutile la mia agitazione delle masse, nè io vi sarei niai ricorso. Ma si guardi intorno! Veda come Ella è sola nel campo conservatore! Se questa sua solitudine è una ragione per accordarle una stima del tutto eccezionale, essa è, nel contempo, una ragione che ben mi autorizza a f:le– guire la mia strada. ,i Insomma, può darsi che io m'inganni; che la mia strada sia molto dannosa, ma voglia credere alla mia profonda convinzione, che non ce n'è aperta alcun'altra.,, In un altro articolo del gennaio 1864-,su una Rivista conservatrice, Huber respinge un'altra volta lo Stato democratico, il suffragio universale e le Cooperative di produzione assistite dal credito di uno Stato democra– tico, perchè tutto ciò porterebbe i, indubbiamente dal caos all'immobilità, cioè all'alternativa di un puro Stato militare e operaio sotto un reggimento della frusta temperata dgJla sciabola (o viceversa) n· Una tirannide come quella di Napoleone III egli non l'ammetteva se non transitoriamente e come un minor male inevitabile. Nella seconda lettera, Lassalle confuta le critiche di Huber contro di lui, del suo indirizzo e del suo metodo di propaganda, ma non rlsponde alla grave accusa che quest'ultima disponesse il popolo al cesarismo. Dopo aver difeso il suo intervento in favore della contessa Hatzfeld - "che non fu.altro che una insurre– zione, una insurrezione per mio conto, in un caso che, BibliotecaGino Bianco come un microcosmo puro, conteneva in sè tutta la nostra miseria sociale 11 - egli continua: "Approvo di tutto cuore la riflessione dell'Impera– tore Nicola, che Ella fa Slla: u capisco la monarchia assoluta, capisco la repubblica, ma non il costituziona– lismo,,. Repubblicano dall'infanzia, non ho trovato nulla di più ridicolo, corrotto e, a lungo andare, impossibile, del costituzionalismo. E' l'auto-distruzione organizzata. Come ho detto, sono repubblicano dalla nascita. E 1 mal– grado ciò, o forse appunto per ciò, sono giunto aUa convinzione, che nulla potrebbe avere un maggior av– venire e una più benefica fnnzione della monarchia, se flapesse decidersi a diventare una monarchia sociale. Con passione ne impugnerei allora la bandiera, e ab– bandonerei le teorie costituzionali. Ma dove mai esiste una monarchia, che abbia tanto coraggio ed intelligenza? Ella stessa dovrà riconoscere, che è quasi impossibile trovarne. E allora, que (aire? {(Negli Annali di Glaser, Ella è nuovamente ingiusto verso di me! Ella dice che io e Schulze abbiamo fatto soltanto delle frasi. Ma, a parte che è quasi ingenua– mente ingiusto appaiarmi.con Schlllze, forsechè la diffu– sione de1!a conoscenza teorica equivale, per Lei, a ,i far delle frasi ,, ? Infine, Ella si ricusa decisamente 'a rico– noscere, che, dal mio punto di vista - e ognuno deve essere giudicato nel suo campo d'azione - io non po– trei assolutamente fare dell'azione ·al minuto. Nell'opera acclusa (il " Bastiat-Schulze ,,), ho dimostrato ampia– mente perchè io non possa scorgervi nulla di realmente utile e pratico. Io non posso che adoperarmi a destare una coscienza nelle masse, quindi ad agitarle. Ma ciò, a lungo andare, è praticissimo. Sicuro ! Confronti la sua azione alla mia e i risultati rispettivamente ottenuti. Da quanto tem[,)o, ~ol più commovente amore e col più grande zelo, predica Ella al deserto nel Suo partito? Con qual frut.to? Io e un paio di dozzine di uomini) per i quali Ella appnnto non scrive, apprendemmo ad amarla attraverso ai Suoi scritti; ecco tutto. Nessun altro se n'è occupato, e gli organi del Suo partito L'hanno sepolta col silenzio. Ella stessa se ne lagna tanto spesso, giust%Jllente e in modo così commovente, nelle Sue opere. u Ora, guardi me; la mia agitazione non dura che da nove mesi e la questione è diventata ovunque di at. tualità; tutti se ne sono occupati, almeno un poco; se non penetrò nei cervfllli, giun1:1e almeno alle orecchie - è il primo pasf.o - e ogni giornale del Suo stesso partito ha parlato settantasette volte di più della mia propaganda in nove mesi, che non tutti i giornali in– sieme, in molti anni, della Sua. E percbè? - Sempli– cemente perchè mi mostrai con l'ira nello sguardo e con gesti minacciosi; per.chè mi si prestarono e pre– stano le intenzioni più battagliere, le sole che si sen– tano e alle quali si presti attenzione. Mi guarderò bene, perciò, di disilludere la gente! La miglior parte della forza di espansione sta qui! Certo, per me, spesso è un incomodo. Dalle intenzioni battagliere che mi si prestano, fioriscono, per me, processi di alto tradi– mento (ne ho uno attualmente) e d',altro genere (•ne ho cinque). Ma, per .la mia causa, va benissimo! Il mondo, nel suo complesso, è più sensibile alla paura che non all'intelligenza e all'amore! "Forse Ella: troverà che anche la mia ultima opera economica non è che i, frasi 11 ! ,, ..... Queste due lettere, finora non utilizzate, permettono, osserva il Mayer, di riesaminare la posizione di Las– salle rispetto alla monarchia. Gli scrittori di politica sociale hanno, infinite volte, al rivoluzionario repub– blicano Marx, opposto Lassalle come araldo di una monarchia sociale, mentre I-Inber e i democratici puri, da Liebknecht a Venedey, l'hanno sospettato alfiere del cesarismo. È certo che, se Lassalle optava per la mo– narchia, non poteva sostenere che una di queste due forme, perchè solo esse sembravano allora preoccuparsi delle domande della classe operaia, mentre una monar– chia borghese non poteva chiamare sulla scena il pro• letariato e appoggiarsi ad esso. Alla naturn di Lassalle rispondeva meglio una tirannia cesarea; ma solo una monarchia sociale a tinte cesaree era 0oncepibile in Prussia, e Lassalle, da politico pratico, contava colle forze esistenti e colle possibilità manifeste. Del resto, la sfiducia contro la sopra.valutazione del– l'apparato costituzionale esisteva anche in molti am– bienti democratici, per il ristagno iniziale e l'insuccesso

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