Critica Sociale - Anno XX - n. 23 - 1 dicembre 1910

354 CRITICA SOCIALE convenisse introdune quello spirito industriale, quel• Fassiclua preoccupazione del minimo mezzo, quella cooperazione spontanea di interessi e di volontì1, che rendono :1gili e fiorenti le industrio private, pur circondando il rispdtivo personale di quelle guaren– tigie e tutele, che la feroce concorrenza capitalistica nutl consente ai privati imprenditori, mentre il mo• nopolio e le lari::ho riserve dcll1Ernrio le consentono, con sicul'o profitto economico, rillo Stato, purchò sappia accompagnarle coi sapienti stimoli <li una ragionevole emulazione e di una coint~ressem:a ben cong-e:wata 1 onde s'instauri - colla 1rnrtecipazionc del personRlc, per organo delle sue rappresentanze elet– tive1 alla dil'ezione dell'aziend1\ - quella reciproca vigilanza fra l,worntori, la quale stoltamente viene qualificata crumil'ismo e spionaggio, mentre è il solo mezzo che possa emanciparli dalla neccssitìt di su– bire il controllo 1,oliziesco ed umiliante dei capi. E rinunciare alla pretesa assmdrt di impedire gli scioperi colla minaccia di roppresaglie e di violenze più o meno legali 1 sempre inumane, impolitiche, antigiuridiche, costosissime, arbitrarie, d'incerta effi. cacia, prevenendoli invece col destituirli anticipata– mente di ogni energia morale, di ogni possibilitìt di lar~hi consensi o di successi, mercè la introduzione del contratto collettivo di lavoro, liberamente discusso cd accettato, assoggettato a revisioni periodiche, mu– nito, nella sua esplicazione, della valvola di sicurezza di componimenti arbitrali, componimenti che la ne– cessità della ratifica parlamentare, in quanto portas• sero ad eccedere gli stanziamenti dei bilanci, ~uaren– tirebbe dai sognati pericoli per l:i finanza dello Stato. Fu in coerenza a così ov,•ii criteri, che l'autore di <1uesto articolo, nel 1902, mentre pendeva la prima minaccia di uno sciopero ferroviario, fu tra coloro che provocarono le trattati ve del Governo colle or• ganiz:,;azioni ferroviarie e scortava i rappresentanti di queste nel Gabinetto dei Lavori Puhblici, dove si con– quistitva l'organico atteso da diciassett'anni, e si po– neYano le basi di successive intese periodiche pel gra– duale conseguimento di sempre maggiori giustizie. Propositi che naufragarono ben tosto, in grazia del mu– tato orientamento politico, per la pe1·vicace renitenza dei partiti dominanti, che accusavano il Governo di abdicazione alla propria autorìtlt. 1 e per la corrispon– dente impulsività demagogica di taluni dirigenti le organizzazioni interessate. Nondimeno, fiduciosi pnr sempre nel finale successo della r11gione e del buon senso) mentre esortavamo i fen·ovieri non alla ri– nuncia, ma a.I prudente e temperato uso delle for– midabili forze di coazione ch 1 essi posseggono, in– sorgevamo inascoltati, nella Camera ostile e tumul– tuante, contro le JH'Oposte misure repressive dello sciopero, e in seguito invocavamo ripetutamente l'amnistia. pei colpiti. Le stesse direttive tentavamo: con maggior successo, di persuadere all'organizzazione sorella dei postelegrafici e telefonisti. ·E non ci stan– cavamo di chiedere al Governo) ad ogni occasione, la nomina di speciali Commissioni di competenti e dì interessati - scelti dentro e fuori le singole Amministrazioni - che studiassero, con ca.Ima sa– piente, nei momenti tranquilli, l'origine dei mali che le tormentano e ne preparassero le convenienti so– luzioni. L'ultima proposta di questo genere, affacciata l'estitte scorsa nella discussione del bilancio del Pro· sidcnte del Consiglio, riceveva conforto di affidamenti gencl'ici, che il Governo - come confessò, giorni fa, l'on. Tedesco nella Esposizione finanziaria - distratto da altrn cure, si affrettava a di1nenticare. E ora siamo - ricapitolazione significante - alla nuova insurrezione dei ferrovieri! . • * Saremmo ingiusti se della presente agitazione ac– cusassimo unicamente o principalmente l'attuale Mi- nistro dei Lavori Pubblici. La sua politica, in so– stanza, è quella del Governo di cui fa parte, come fu dei Governi precedenti, ed ebbe sino ad oggi l'approvazione tacita od espressa del Parlamento; il quale sarebbe disposto, forse piì1 che noi stessi non siamo, a fare domani del Ministro il capre, espia– torio dell'acuirsi della situazione, ch'esso concorse con lui consapevolmente a creare. Constatiamo sol– tanto come la situazione si presenti ad occhi non ostili e 11011 appassio11ati. Caduto, per la sua madornale insufTiciP.Jiza, il pro– getto Bertolini) l'on. Sacchi si assumeva di risolvere) nelle vacarJZe parlamentari, il non facile problema del miglioramento economico dei ferrovieri, in cor– rispondenza a una eventuale trasformazione e sem– plificazione degli ordinamenti. Pareva a noi - sarà parso a molti altri - che, dote le accuse, che si addensano da ogni parte sul capo dell'attuale Direzione generale delle ferrovie dello Stato, e a cui prestano tanta apparenza di fon– damento le cifre allarmanti del cresciuto coefficiente di esercizio e dei redditi netti in rapida quanto pro– ~ressiva diminuzione; la soluzione, ripetiamo, non facile, dovesse cercarsi co_ll'ausilio di altre compe– tenze tecniche, che il commercio, l'industria, la scienzi:t economica avrebbero volonterosamente offerto al buon volere del Ministro. Sopratutto lo avrebbero offerto, e lo offrivano di fatto, le stesse organizzazioni del personale interes• sato. lntel'rogarle, non solo, ma discutere con esse, tentare, in quanto possibile, di provvedere con esse di concerto) doveva apparire, ci sembra) doveroso a chi aveva sottoscritto e svolto insieme a noi, 1'8 giu– gno 1907, la ben ricordata mozione in favore degli impiegati; e doveva parergli altrcsì c-.onsiglio cli all• tiveggente prudenza ministeriale - dire di prudenza lungimirante sarebbe esagerare nell'aggettivo. Se altro fu il divisamento dell'on. Sitechi - se egli, sotto colore di rendere omaggio alla prerogativa parlamentare, preferì di ascoltare bensì tutte le Commissioni ciel personale, ma suggellando nel mi– stero del più diplomatico silenzio quali fossero ì propositi suoi - ciò non può che attestare del sicuro convincimento, in lui maturato, che la soluzione, che egli si apprestava a presentare al paese, avrebbe potuto sfidare ogni ragionevole censura. Qun.nto fondamento avesse tale previsione,.lo dice la esplosione di sdegni e di proteste, che il progetto sollevò non appena conosciuto - proteste e sdegni, ai quali se nocque la consueta intemperanza e ina– bilità delht forma, non può dirsi mancasse l'apparenza di un fondamento reale, se lo stesso Ministro dichiarò e lasciò intendere che ad essi, o ad una parte di essi, si sarehbe, o nella discussione parlamentare o in sede di regolamento, potuto rendere ragione. Questo è il punto su cui intendiamo richiamai·e l'attenzione, particolarmente, dei nostri amici e col– leghi del Gruppo socialista parlamentare. L'on. Sacchi, facendo annunciare dalla Stefan-i l'in– tenzione di abbandonare una disposizione del pro– getto che aveva sollevato le proteste più fiere -– qu~lla relatìVlL alla negata paga dei tre primi giorni d-f malattia - aggiungeva, e ripete\'a nella intervista colla Stampa, che) rappresentando il progetto il mas– simo sforzo consentito attualmente al bilancio dello Stato) nessuna modificazione si sarebbe accolta che comunque ne nlterasse la portata finanziaria. La stessa dichiarazione ripeteva 1 con maggiore solennità, il S con-ente, a nome dell'intero Governo, il Miuistro del Tesoro nella }.;sposizione finanziaria. Sorvoliamo, per la tenuità de111argomento, alla con– traddizione già. Insita in cotesta prima dichh1razione del l\linistro dei Lavori Pubblici; essendo chiaro che, per ammettere lit innocuità finanziaria del promesso abhandono, converrebbe supporre questo assurdo:

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