Critica Sociale - Anno XX - n. 23 - 1 dicembre 1910

366 CRITICA SOCIALE meno migratorio. Ora, quando si parla di trasfor– mare le condizioni dell'emigrazione, si parla sempre di una questione schiettamente economica: oa:ni mii.rlìornmonto rappresenta un aumento di spesa per l'emigrante, il quale già fin dil og1,ti,in defini1iva 1 ha finito col pagarsi anco la protezio11e che lo Stato i:;li accorda attraverso il Commissfiriato cl'emigm– zione. Quindi le migliorìo alla leggo debbono per ora avere come base il principio che non si tradu– cano in un aumento dei noli e rnppresentino sem- 1>lici traslazioni di formulo di legge, così da rendere questa più efficace. Da anni si è rile,•ato che la nostra legge difende con qualche vigore l'emigrunto a bordo, ma lo ab– bandona poi interamcnt.e al suo dcstino 1 salvo il poco che fanno o possono fare i consoli e quel poco di pili che fanno in effetto le Società. protettrici degli emigranti. ]~ davvero, senza organismi complessi, non artrÌl. facile rimediare nll'inconvcniente. Però qualcosa può essere futto fin d'ora, e mi è sembrato utile stralciare clnl mio ~dornale di viaggio quei consigli, la cui utilità mi pare ,meno discutibile, e la cui pratica applicazione è più semplice. . . . Se ai paesi di destinazione In sorveglianza sugli emigranti è difficile, costosa e qualche volta impos– sibile, essa diventa possibilissima nei porti di im– barco. Occorre quindi, primn. di ogni cosa, modificare il metodo attuale di verifica e di esllrne degli individui che imbarcano; esame e verifica necessariamente affrettati, eseguiti due ore o tre prima dell'imbarco, in condizioni che ne diminuiscono la efficacia. Inol– tre, 1>erquello che riguurda il control lo igienico, mi pare siano necessarie duo misure. J.ia prima è di• retta ad e,,itare lo s1>ettacolo 1 molto dol oroso e fre– quente, di individui pronti all'imbarco e rigettati perchò deformi o colpiti da e,•idcnti malattie tra– smissibili. A Gihilterrn ho dovuto separare, vincendo il dolore che mi serrava In gola, una madre col bambino varicelloso, dal pRdre. 11 rimedio almeno parziale è facilmente trovato, focendo sì che l'emi– grante debba al paese subìre una visita sommaria. che gli risparmi una inutile corsa a Genova o a Nn1>oli. Si pretendono i certificati di origine per gli animali, e non si vede che male vi sarebbe a pre– tenderli anche per gli emigranti! In secondo luogo, ai due grandi 1>orti di imbarco, deve stabilirsi un locale ove, nel pomeriggio prece– dente la partenza, gli emigranti si tro,,ino 1 siano obbligllti ad una doccia, e, al caso, abbiano rapida• mente disinfettate e asciugato le biancherie. Si fa ciò per gli nsili notturni, e si shriga il tutto in 1>oche ore; e non si vede corno e pcrchò non lo si possa fare per gli emigranti. Sarà questa la prima grande lezione di igiene e di civiltà che la !Hl.triapotrà dnro ai suoi figli al momento dellu 1mrtenz1t: un po' tardi, è vero, ma sem1>re in tempo pcrchè, almeno avvian– dosi yerso nuove 1>atrie,sentano e comprendano che la civiltà si inizia coll'acqua e col sapone. Bisogna aver osservato quali ricordi entomologici gli emi– granti trasportino a bordo, per comprendere la reale importanza di queste misure! li nostro regolamento sulla emigrazione ha bensì cercato di rimediare in una maniera comoda, in\'itnndo i Commi~sari di emigrazione a far eseguire i bagni a bordo, ma pra• ticnmentc ciò è impossibile, datn la ristrettezza delle navi) la fatale esiguità del pe!'sonale, e la indolenza degli emigranti, che a bordo sfuggono dalle mani in modo indicibile. Ciò che dicesi per la pratica della pulizia, deve dirsi per le vaccinazioni) ora eseguite a bordo, tra le pareti di un ambulatorio che ha spesso appena 4 metri quadri di sup erficie o dove il lavorare di– venta intollernb:le per tur.ti. A bordo le condi,..io ni di v itn, quali sono deter– minate dalla nostra. IC/.,t'f!O o d11Inostro regohrn1cnto, sono discrete e rnpprcscntr1110 un not.e\'Ole progreijso. Al piì1, dovrebbe laHcial'si rueoltà ul Commissario di emigTnzione, d'accordo coi rnppresentanti del vettore (e cioè col Commissario di bordo), cli modificare i ranci qnnndo lo esigano lo condizioni del viag::cio(l'eccessivo calore nella zona equatoriale che rende intolleranti a molti cibi coloro che viaggiano, la presenza di un ~rande numero di emigranti di talune regioni d'I– talia, desiderosi di certe alimentazioni ottenibili colle provviste di bordo) pur mantenendo eguale, nella sua risultante fisiologica, lfl razione. Un 1mnto ove legge e regolamento devono modi– ficarsi, sia pure conccclcndo un certo lasso di tempo auflìcientemente ampio ni vettori, è quello della ventilazione dei dormitori. Lit legge e il regolamento l!l0I hanno ùflto alcune norme, che nel '90l debbono esaere semhrate una grnndo conquista; ma oggi il ricambio d'aria, (JHille effetti"amcnte si r,, sulle navi che trasportano emigranti. non ci soddisfa più, e ciò a tanto maggior titolo, in quanto ò possibil!ssimo 1 coi mezzi offerti dalla tecnica moderna, ottenere risul– tnti ben alti-imenti utili. Bisogna cioè rinunciare a fare affidamento sulla sola ,,entilazione naturale, e prescrivere la ventilazione artificiale. Tecnicamente il quesito è omai risolto coi lermotanlts, e può essere del resto risolto anco con altri metodi similari, che guarentiscano 1 nell'unità di tempo e cli cubaturn, un certo ricamhio d'aria. E' questo il punto più impor– tante che rimanga da risolvere per quanto riguarda lo condizioni del trasporto, e credo utile far presente, per i futuri ritocchi della legge, la possibile e do– verosn. innovazione tecnica. Piccole altre norme potrebbero venir suggerite. Così non si comprende perchè, all'imbarco, ad ogni emigrante non venga distribuito un opuscolo colle norme sommarie riguardanti lo sbarco, le speciali leggi dei paesi di destinazione, i consigli per le ri– messe di vnlutn, ecc., ecc. È bensì vero che, almeno per l'Arl?entina, le istruzioni vi sono; ma si di– stribuiscono con tale parsimonia, che non uno 1:m dieci o venti emigranti può averle. E, poichè l'emi– grazione, anche se uon legalmente organata, esiste poi Brasile e per al~ri paesi, non si ,•ede perchè agli emigranti che si recano in questi paesi non vengano distribuite uguali norme. Ancora: l'esperienza insegna che le dotazioni far– maceutiche delle navi per emigranti vanno ritoccate, così che si abbiano tavole o tabloidi dosati, non ob• blignndo il medico a ingrati lavori i e insegna. altresì che sarebbe ben utile che gli emigranti fossero ob– bligati a comperare (n prezzi fissati dal Commissa– riato) la coperta che oggi è solamente lasciata in uso, cosicchè, sbarcando, gli emigranti ·avrebbero di che copril'Bi, col vantaggio di possedere ciò che, almeno nelle Americhe, assume uu valore tri1>lo. Sono queste tutte questioni di dettaglio. Ma bisogna persuadersi che, sino a qu1rndo non sarà mutata hl. psicologia dell'emigrante, e fino a quando la scuola non avrà 1>re1>aratouomini un po' 1,iù degni di questo nome, le leggi difensive sull'emigrazione si limite– ranno a questioni di dettaglio. Le quali almeno avranno il vantaggio di risparmiare noie e disagi nell'ora del distacco, e di rendere piit spediti i viaggi. . .. Infatti, esiste una grave lacuna nella nostra legge sull'emigrazione, che deve essere colmata: ed è quella che riguarda le difese dell'equipaggio. Che si consi• derino sospetti i vettori e le Compagnie di naviga– zione, è logico e sta ottimamente bene, ma che si

RkJQdWJsaXNoZXIy