Critica Sociale - Anno XX - n. 1 - 1 gennaio 1910

CRITICA SOCIALE Per cui all'on. Sonuino 1 se vuol teut.are <li vivere, sì parano dinnanzi <lue oppo:-te vie. O ridurrà ancora il tono de' rliscorsi e degli atti. e si proverà a forsi perdonare da.i giolittiani di non essero del tutto Giolitti ; e lo IRSceranno campare fiuchè a loro conveng-a. Farà forse 11u tantino più corretta l'amministrnzione, e, pel :Mezzoµioruo spe– cialmente, potrtL essere nu bene; v~rerà. qualche lec,ge tecnicamente lodevole, ne tarà. osservare qt~alche altra, che era violattt .... 1\ra non pensi <li andare più iu lll i di lasciare uu solco; di mettere radici sul serio. Gli leverebbero tosto la scranna <li sotto. Nè, per così poco, a.vrà seco l'Estrema ::5iui~tr1:1., 11 fargli t1rgiue iìttorno. La accu:-:arouo, è vero, di aver fatto ciel giolittismo lan·ato, ed è iu _grnu parte caluunia; comunque, appunto per ciò, non vorrà ricascare in apparenze consimili. ller Giolitti 1 almeuo 1 v'erano i ricorrli <li un periodo glorioso <li effettiva democrazia, trionfata, per l'appunto, contro Son• uino ed i suoi. E v'era questo di più: che Giolitti, per un lungo periodo, pa1,·ve iuespuguabile. La combattività, contro certe muraglie, sembra spesa a vuoto e si :stanca. Ma il caso, con Souniuo, è esattamente l'opposlo ! Iutine, la stessa luugn stasi politica durata sinora, le cresciute forze dei nostri gruppi,, lo spimg-lio apertosi alfine nella cappa <li piombo che ci nsfis. siava., e i richiami del mondo proletario ogni giorno più vivaci, tutto concorre, crediamo, a fugare e a reurlere impossibili le comode acquiescenze nelle nostre file. Oppure l'on. Sounino può tentare di ,·ivere a un altro modo: a un'ammiuistrazione corretta, 11g– giungeudo uno slancio di riforma democratica e sociale verameute audace e lungivegg-ente; suSci– tando intorno a sè simpatie e forze nuoYe, non · pure dentro il Parlamento, ma iu tutto il paes~; auzi, tlel consenso forte e vibrante del paese, fa– cendo contrnppeso alle ostilità che si addenseranno alla Camera. Del mazzo di riforme, t::he l'Estrema e i socialisti cn.lJeggiano, basterà, pel momento, ne scelga.,a suo taleuto, un sol gruppo: o le ecouomiche, quelle cbecostauo , in test a a tutterJapprima lascuol11, poi. seriamente inizia.te, le pensioni operaie; come mezzo h\ riforma trib uLaria, e un ricorso misurato tt-1credito, se è necessario; o le altre, che non co– stano punto, e rinnoverebbero a fondo l'atmosfera politica, in testa 1'all11rgamento e la assicurata sinceriU\ del snffrag-io. Ma l'nun o l'altra riforma proseguita ardita.men~, senza lesiuerie uè tenten– namenti. Per vincere o cadere su di essa. Certo, questa via è irta di pericoli: sono i peri– coli liellu. vita e della battagli!\. Ma la partita. è tutt'altro che disperata. L'entusiasmo, che si de– sterebbe attorno al programma. che l'E-;trema ban• direbbe nel paese, darebbe al Sonnino autorità. di esi• :.{ere - e di ottenere - quel decreto di appello ai Comizi, che si vuole che il re sia ril uttimt e a con– cedere, e del quale le più. volte può basta.r e il pos– isesso e la minaccia, senza Pimpiego eff ettivo. In ogni caso. su una grau<le riforma, veramente re– dentrice e saviamente studiata 1 è bello ed è salubre cadere._ Essa o s'impone ai successori, e lo scopo è raggiunto con la gloria· o li atterra e richiama e risuscit,a, più forti, i caduti per lei. ' E, d'altron_de, l'ultra via, quella della. lenta agonia., della morte monorata, a libito degli Acbivi nemici introdotti nell'arce, è forse molto più lieta? . . . 1/atteg-giameuto dei socialisti - e vorremmo pote?° dire, J:>81' riflesso, di tutta l'Estrema. - uou potra che dipendere da quello del ì\Tinistero Molto dovrà essere ponderato i se Sonnino ha il su~ bivio, anche l'Est.rema. avrÀ. il sno. ì\Ia un voto formu– liamo caldissimo: ch'esso, o in un senso o nell'altro:– sia deciso e reciso. La crisi nit.ima ha disorientato molta gente, anche fra i nostri amici. Nell'aUegl-!iamento, che abbiamo preso o che sa.remo per prendere, si vede da. molti, come per una piega meutale invincibile, o del gio– littismo o del souniuismo preconcetto; nomi e cose a cui il nostro punto <li veduta ci <lovrebbe te– nere completamente stranieri. 'l'alnne promesse, cc,me Il\ Ilanca del Llworo (non diciamo la burletta del preteso Ministero del La.voro), seducono, e nou senza ragione. i co6peratori e gti organizzatori operai. Nasce <la tutto quei òtto la temlenza. a. una indefinita aspettativa apa.ta e indecisa, a una rina– scente tattica del 1.1 caso pe1·caso :,• consistente nel proposito <li accogliere il beue e di combattere il male, e che sembra rispondere, tanto alla ma.g– g-iore equità, quanto al meglio inteso interesse del proletariato. Questi criteri, che trapelauo anche in quulche articolo e ii1tervista di amici valorosi e carissimi, significherebbero la peggiore <lelle abdicazioni di pnrtito. Infat.ti, se 11.Estrema Siuistra non esercitò ancora - salvo i momenti epici delPostruzionismo - quell'azione intensa e <lecisiva nella politica pae– sana., che essa potrebbe e dovrebbe, per gli ideali e gli interessi che rappresenta,, si deve sopratutto a questo ecleltismo e a questa mobilità, che non Ja fece esser mai né 1·ecfsarne11leministeriale, nè 1·ecfsaniente antirnfnisteriale, e pel qu11le nessun intliri:,zo di Governo può essere sicuro di trovare in essa. sostegno. La sola, ma effettiva giustifiCflzione che l'on. Gio– litti potrebbe ad<lnne, della sna <leviazione verso Deslra e verso il Vaticano, è appunto in cotesto equilibrio instabile dell'Estrema che già altre volte ci fece porre a noi stes~i questo quesito: se 1 mentre si ripete che non si governa contro l'Estrema, sia almeno possibile, invece, di governare con l'E– strema. Per noi socialisti, se l'ipotesi dì uua nostra par– tecipazione r1iretta al Governo, nella presente im– maturità del partito e del paese, non si presta a nessnna discussione che voglia es:sere seria; l'ipo– tesi iuvece dell'appoggio a un Governo borghese, per determinati scopi e momenti, fn già, e può essere ogni giorno 1 questione del più alto interesse. E si risolve in 11iùmodi: spesso la soluzione ne– gativa sn.n\ la più snggia. Ma, il giorno che, in seguito ad es11mecoscien– zioso e maturo e in ossequio a µreminenti interessi µroletarl impegnati, per otte11ere una difficile e importaute riforma., si deci<le l'appoggio a un de– terminato Governo che l'ha. posta nel suo pro– grnmmA.e che vnole attuarla., e questo appoggio. che lo viucola. a noi, gli aliena, per reazione inevitA.bile, gli ainti di nltri partiti. anzi g-lie ne procura. le ostilità - è assur<lo allora, erl è poco leale, quel– l'appoggio concedere a spizzico, come tante volte si è tatto, a. secou<h\ ilel variare del tempo e degli umori, esponendo Ealleato, nei momenti <lelleuostre diserzioni. alle rappresaglie e alle imboscate ne– miche. Allora., per conseguire lo scopo, tutte le 1·inuncie 1 intorno a O{Zgettiminori, sono doverosej tutti i 1·ospi sono da inghiottire. La politica. è questo; e anche la lotta d i classe. Della ,•aga Venere del " caso per ca.so, ,, al più potrà dirsi: dest beau, m.ais ce n:est pas la guerre . LA CRITICA SoCJALE. La Critica.Soch1le e il Tempo: per l'Italia, anno L. 22, semestre L. 12.

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