Critica Sociale - Anno XX - n. 1 - 1 gennaio 1910

CRITICA. SOCUU: di capitali, come l'rtalin, era dannoso più che utile attentare fortemente alla ricchezza 1>rivata. lnfirw, alcuni si sono dimostrati scettici di fronte ai risul tati di tali riforme, poichò l'imposta, progressiva sulle <1uote successorie anzichè sull'asse ereditario, rit!scc di poco rendimento in un paese, come l'Italia, dove scarseg~iano le grnndi fortune. Il confronto, per altro, della tahella. proposta n('l progetto Oiolitti con quella. contenuta nella le~g-c del 1902 non ~iustifìcavn tutte le apprensioni dei critici. Come si sa, le imposte attuali sono progresiji,·e tanto in rapporto dclhl importanza della quota. ere– ditata, quanto delhL lontananza della pare11tela: mie a dire che il tasso dell'imposta è tanto piit elevato quanto più grande è la somma ricevuta dall 'ere de, e quauto più lieve è il , 1 incolo di parentela t.ra re. rede e il defunto. Ora, il progetto Giolitti conteneva alcune moclifica• zioni rnzionnli: esso non elevava l'aliquota che colpisce i parenti oltre il 6° grudo - gilì. gravati da saggi varianti dal 15 al 22 % -. ma l'innalzava, per es., rispetto allo successioni, la cui imposizione giu11geva, nl nrnssimo per le quote sorpassanti un milione, al 3,60 nelle successioni in linea retta, oppure al G,60 ¼, in quC'lle frn coniugi; nel dise~no di le!!g-e si distinguevano correttamente le successioni in linea retta in quelle fra. padre, madre e figli. e le altre fra nonni, avoli e pronipoti - per colpire, quando sono su1>eriori ai 2 rnilioni,.le prime con un tasso massimo di 4,50 °/ 0 o le seconde al G ¾, mentre le quote ereditarie fra coniugi erano portate al 7,70 per cento ('). Ora, se si considera la natura gratuita delle rie• chezze ereditate o donate rispetto all'erede benefi– cato, non è certo eccessh·o valut11re la capacità con• tributiva di eredi milionari al 4,50 - al 6, oppure al 7 °/ 0 , tenuto 1>urconto dei rapporti di sangue tra il derunto e il ~uo successore, che si congiungcnrno in un{Lsola unità famigliare. li nostro giudizio di tali saggi deve essere formato, tenuto cauto di tutto quanto il si:stema finanziario; perciò come si poteva disapprovnrc una simile ele,•azione di tariffa, quando si pensi all'aliquota del 7 1 /'! 0 1 <> sovra gli stipendi degli impiegati governnth•i o comuuali, oppure a quella elci 9 °/ 0 su i redditi del larnro in professioni private, ovvero al tasso del 10 % nei profitti indu– striali~ Nel nostro si!:1tema finanziario sono dunque ritenuti piìt capaci fl so:-;tcnerc l'onere delle imposte un /nu;e/, un operaio. o un industriale, che colla jffOpria attività si guadagnano un reddito spesso meschino, in confronto di un fì~lio, di un coniuge o di un nipote, che abbiano ereditato un patrimonio oltre i due milioni, a, costituire il quale hen rarar mente essi hanno contribuito, anche ~oltanto in parte! · Un'altra variazione nel disegno Giolitti n1 perfet– tamente approvata. Lu legg~ attuale contiene da ultimo tre categorie di aliq1:1ote: l'una per succes– sioni fra prczii e 1>ronipoti, la seconda 1>crquelle fra parenti non oltre il 6° grado, rnltima fra pa– renti oltre il 6,. grado ed estranei. fnvece orn si propone,•ano due sole categorie fra tutti questi pa– renti, p ei quali, ne l decentramento moderno della famiglia patriarca.le, ben poco apprezzabile è la pro– babilità che alla più stretta parentela corri:-;ponda una maggior uniti\ di interessi pntl'imoniali. Quindi si mantenevano le due ultimo e più elev,lte alh1uote dell:1, tftriffa attuale, per applicare l'un~ (dal 12,50 al 18 °/ 0 ) alle successioni e donazioni fra prozii, pro• nipoti e cu~ini germani; l'altra (dal 15 al 22 %), a quelle rm altri parenti più remoti o fra estranei. ('I In Pr11nolll e In lnghlllorra 111 l111aazlone. nelle successioni In unell re1t11e tra conl•gl, r111111ungeallq1101e più elel'1lte. Risposta ad alcuni critici. ~clic lince g-cncrnli che mcclio accennano al carnt• ferc politico <lolla lc~g(• 1 e tra~curnndo i particolari tecnici dell:L riforma St'C0ntlo11ormai defunto pro)!ctto Giolitti, simile rin110,•1unemo pro~rcasi,·o dei tassi ap– parin1 loi?ico e giust.ifìcato. Rbhero quindi torto di 1>.rcocctqH1rsi<1uci d('putati, radicnli e socinlisti, che rilevarono coutro <111e~ta riforma l'altezza l!ià con– siderevole dell'attualo tnriff11, poichè questa non viene soq>nss:u11, mu soli unto me~lìo distribui1a; e 11011meno i11fo11dataern la. prcoccu1>nzione di quei c:q>itulisti e <lei loro difensori, i quali, in nome degli intcrcsi,i :,.:-oneralidel paese. propugnano una poli– tica, che rispetti il cupitnlc o colpisca il popolo lavo– ratore, o oslC).!~iano i 11110\'i !IHg,!!i di imposta pro_gr~!l– si\'a. gssi dimcn1icavnno o fir1_gcvnno di non saper<', che i due miliardi attunli e i mUioni ulteriori ne• ceasari dom1111ial hihrncio italiano vengono pur sempre, in og·ni cuiw 1 l!ltrappati alla ricchezza nazio– nnle; e che i cn1dtali, che si rn_gliorw colpire presso i piì1 ricchi contrihucnti, imranno ricostituiti mercè i risJ)armi di quei la,•oratori, che una politica finan• ziariu clcmocraticn doncbhc sollevare in gran part.c dall'odierno carico t.rihutnrio. I•: sulhl \'irtl1 accumu– latrice del nostro popolo parsimonioso fanno fede le ingenti rimesse dei nostri emi_grunti 1 g-li i1111umerc– "oli libretti di piccolo vulore giacenti nelle Casse posta li e di Risparmio. Il rendimento dell'imposta progressiva successoria. Pii, fondato cru lo scetticismo di alC'uni altri critici di <1uelle riforme, in quanto essi dirtid,uano sul ren• diment,1 i;pernto dnllil nuova cstc11sio11e di aliquote progressi ,·e. L'esperienza del passato conforta la loro opinione, poichò l'utile 111cdio 1 derivato nel sessennio 1902-8, dnllit t11ssn prog-reasirn di successione. introclott.l dalla lc~g-c I!)02, fu di circa L. 700.000, cifra di :,rran lunga inferiore alle pre,·isioni fatte dal Miniswro pr0Jl0nente in L. 4.t.00.000 e dalla Commissione JHu·– huucntarc iu :i 111ìli<1ni. Questo 11rn1 .. :-ro rcndìmonto. clic 1mro e superiore al ,•ero - come si ,·edr~. fra poco -, è dovuto in J!l'an parte 11ll11 scarsit:\ di quote croditarìc in~enti µcr valore. l'rondcmlo le ultimo statistiche pubhli• ente, che riproducono :1. 1111 dipresso nella stessa mi• sura il fenomeno dc~li nnni precedenti, il numrro dei patrimoni, l:1stiati dai defunti, eccedenti per va– lore le L. 10.000, ,·a decrescendo molto rapidamcntr. 11,1110 fì11an::iat'io 190i .90,. \'11,lore dt'll'll•Se ('r('dltarll'l DR 1. 1 a I,. :,()O sumero dCII(' SUt'ccn1onl :,oo a 1.000 -l~.451 2.;.26:, 1.00() n. :?O•lO 2.000 Il 4.000 •1.000 a 10.000 1 u.oon a :,o.ooo 1-l.2(;·, 1-1.5!11 fl.82"'; 1.650 60.000 a 100 000 100.000 Il :10(1 0011 3(~ 000 a r,00 .000 11 11 l.100.000 a t.MH: ì.()(l{l Oltro 1.000.000 i1:,-i I iii I I;~ g, se si coneidcrn il numero e il valore toh1le delle quote individuali (coll'ug~iunta però delle do– nazi oni 11ntoriori) accertate nelle successioni, i risuJ. ta.ti sono ancor pill imprnssionanti. l~UOI/' L. I Il 1~ 50.000 ,, 50.000 u II I 00 000 Il 100 000 (l 11 :?:JQ.050 ,. 2l.lO000 n .. &00.000 Oltre r... :ioo.ooo La.!lcitl di be11eftcen1.a Numero !124.ilO 1.481 702 :!Of, 79 1.648 1·.,1orc In cifri' fli!Hllll(' 600.&70 I 46,2fl 10'! 406.876 :,(; 106 653 ·196 05 69 31 i .363,6:J 67 .405 565.!W l9.810.S2i 1 5i \'('rCf'II• IILAII 62.16 ,o 60 lll(l-1 7,17 6/JS 2,05

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