Critica Sociale - Anno XIX - n. 1 - 1 gennaio 1909

CRITICA SOOfALI•: mune si trovi oggi nella situazione in cui si tro– vava un quarto di St'COIO fa di fronte alla cultura ,lei la .borg-htJ.!1ia.Allora lascuw~ più largo camp~ all'in1ziat1va pri\'ata. Quarnlo I bisogni delle classi ,Jirigenti crebbero, si sostituì a,l essa. Ora affetta di nuovo la convinzione che convenga lasciar fare ai privati che -- per ,\uanto loilevolmeute - agi– scono solo 111 morto parziale e frammenta.rio. )Ja oltre il citato vi è, a mio avviso, un indice più rapprefentnti,·o della scarsa intensità con cui le classi dirigenti al potere hanno volto la. loro attività alla. diffu8ione egua.litaria <lella istruzione nei vari strat.i sociali, ed è offerto <la.Ila spesa che il bilancio comunnle sopporta per le scuole delle diverse categorie di cittadini. Ho calcolato quanto costa nl Comune <li 'forino un fanciullo, rluntnte tutta la sua vita scolastica, ect ecco le cifre conclusive: Spesa <li m, alm1110d1wa11te la vita scolastica. t. Figlio di operalo (da 3 a 5 olassl elemen- tari, ))lù duo nnnl di corsi serali) L. 298·485 2. r•'iglio di oapo-oJ)eraio (4-5 classi elemen- tari) o di piccola borghoJla (istituto profase. o scuole tecniche) 11 651-693 3. Figlio di media o alta borghesia (scuole elementari, scuole secondarie) . . ,, 868-1018 È questa. un'ottima giustizia. distributiva in uua città. 1n cui la finanza muuicipale si impernia. at– torno al dazio conaumo, che costituisce 1"85 ¼ rlelle entrate ! Da q nesta amara. oi:1.:iervazione non si deYe de– durre che la. nostra politica. scolastica debba ten– dere a. limitare questa corsa verso la. luce intel– lettuale di cni n.hbisogna, che e il carattere della politica scolastica della borghesia.. La cultura è bene comune, di cui si deve span<lere a dovizia, signorilmente, il seme tra le classi lavoratrici come tra le classi dominnnti. La cultura è come il sole di cui Flaubert dicova che il "il met dc l'o1· sw· le fwnfm· ,,, e noi dobbiamo farla penetrare ovunque come forza stimolatrice delle anime neghittose e incapaci di volere. Ma è p:iunto il momento di portare le nostre forze, le forze delle no8tre organizzazioni, a con;i.– battere in primo. fila per questo ideale <li vera. reden:1,ione. Contro l'n.ualfa.betismo, contro .... l'anal– fabetismo degli alfabeti, contro la pigrizia intel– lettuale, contro la dis•metu11ine intellettuale, contro l'indifferenza. in fatto di cult ura pop olare, dobbiamo miziare la più ~anta delle crocia.te , perchè altri– menti tutta la me~se dei cres ciuti sa lari si sperderà nei rivoli ciel ,•izio, e,1 a,·remo combattuto per ria– ,·ere dei fratelli abbrutiti dal bere 1 come prima lo erano <laJ.diorari e~tenuanti. Due flebhono eso:;ere i nostri obbiettivi: dare aria. al cervello <lei lavomtori e raflbrzarne la cultura tecnica. Saln;mini e Galletli 1 nel lavoro magistrale che hanno puhblicato 8Ulh-. s,·uola ,'1edia ( 1 ) e che vorre i letto e merliti,to dngli inseguanti e dai pro– ra.ai , non paiono dare molta importanza all'inse– gnam eulo leenico profos.:;ionale. Eppure, se vuol esr-ere limitH.to lo Rfrul.tamento ciel tirocinio indu– stria le, se i-;i v11ole1 (•lt>vHre il valore economico dell 'opcwa.io 1 se ~i vogliono colpire alle rarl.ici il prot e~ionismo e l'nnmento del prezzo degli oggetti di conf.lumo, biAog11a e!evt\.l'e la capacità tecuica dell'opernio, togliendogli il cl\i-attcre di automa 11ell'i11du~tria. 1,l\ ll•ggendt\ dell'open,io-macchiua tr,tmonta. L1upemio 1 che, nellu, industria, couserva f' <l\t.1.1:rr1 f: ~\l,\'Ì-,\IISI: l.u l"l/,u,1111 lltl/11 8(111)/(J mcdW. !,;a.n• oron, HIV~. i più belli t\.tll'il.iuti ilell'uomo, moltiplica e perfe– ziona Il prorlotto. Alcun1 indu-.itrjali - i più colti ~ sentono il coutrn-.to tm. i.1 rnmento tecnico perfetto e mano d'opera. rozza. Bisogna approfittare <li questo orien– tamento 1lell"111ilu..,tru\e a~seco111la.rlo. Se le Leghe industri ai, si g-Pttano verso l'insegnament o prof'es sioua.le, lu .\s~ucin:1,ioni di mestiere, che merita.no tal nom e, debbono approfittarne, non s olo perchè si tratta di un intere~~e contingente di categoria, ma. perchO SO\'l'I\ qu e-.ta tendenza è possibile in– uesU.u-ne una più va !l.ta 1 che 11orti lo Stato eri il Co· mune a dar dennri e r iforme per l'allargameuto <lella cultura. Qnlindo Rorse 11 movimento per l'istruzione ele– meutare ohhlig-atoria, il proletariato, come classe a sè, era appena nato e nou potè approfittarne. Ora un nuovo movimonto per una. più vasta cul– turn deve trovare il proletariato pronto. o almeno vigili le oq,tftnizza:1,io1li che lo rappresentano. Gli industriali rdformnno che l'istruzione profes– siOnale è o deve essere in gran parte affare loro. I hworntori debbono fare intendere che anch'essi sono presenti, perchè hanno compreso che nella diffusione di una maggiore cultura non è solo l'uomo economico che si rafforza. e vince, ma l'uomo ci\'ile che disarma l'uomo barbaro. Grnuo CA.SALINJ. Per ill're.,;s(là. di Rpa;io f/o/Jbiamo 1·imanda1·e ai 1u·ossimi mnw•,·i: ·ww ,·eplica del p,·of F. CER"'-· ~nCOLA a U. G... \fon,tol/iJ rirca la Politira della l'l'tll'ruzione d~arli i1111,ir~ati medi, e n.ume;•osi alll'i arlir·oli e sl,,rll. Ne chietliamo re,ita agli a1r1ici ,·0UafJ()1•alo,·1. Ut,I.A GUERRA It,I. CIFRE DOJ>O cho '" Ca.mora del deputati, insorgendo con 1•·ort\s In uno scatto '11 virilità troppo e male repressa cl li vari 'J'lttonl della nostra. misera.bile politica. estero., ncc!amavn. nll'ocllo luvetornto dell1Italla contro l'Au~trìn, 13l!:1solatl 1 con pn.rolo misurato o gravi, tracciava subito il dovoro do! socln.llstl: frenare ogni lrriflessività patriot– tarda o dlro nito o forte cho nosmn popolo in Europa può volere una guerra. Non la può volere il popolo itali:1.110, aucho perchè la bancarotta morale e intellet– tuale nelle magglorl erere del no'!tro esercito di terra è tale, elle el ripeterebbero le geita del 1866, con iude– precablle u bou J)lù esiziale sconfitta. Non po'!sono vo– lerla gli a.Uri popoli, per~hè una guerra in Europa og– gldl non puù restare Isolata e provocherebbe una gigan– tomachia cosl Inaudita, che nessuna Yittoria Yarrebbe per anni e anni a compensarne le spese. E io qui ml propongo in una breYe nota di dare una p1llida e Incompleta rafflgurazlone dei disastri epici di una couf1agrazlone europea. Mi limito per Il momento alle conseguenze finanziarie: le l\ltre, più tragiche e non meno profonde, i valori umani etrooca.ti , le unità famigliari distrutte, le città rovinate, I lutti cittadini cosparsi, qui le trascuriamo; bastano le 11rimopor lntorroriro l'animo più saldo. Le finanze di oggi. - Uno sguardo allo stato nt– tuulo <lcllo nnauzo ouropee ol può servire di ))unto dl parto11zn 1 come lo sorvo a.un libro assai interessante del dott. J. Riesser, Il qu!llo osa.mina questo problema con spe• clalo riguardo alln sua patria, la Germania (I).

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