Critica Sociale - Anno XVIII - n. 19 - 1 ottobre 1908

CRITICA SOCìALE 293 sort? h~nno avuto le osservazioni suirli acquisti di– retti eh cornlrnstihilo 1 su quelli delle automotrici delle _ loc?motivc e carroz:t.e americane, sui lavori provnsor1 alle stazioni, e chi più ne ha più ne ne metta; sicchè il Paese, ormai rassicurato dalle parole del Ministro, si cullerà nella dolce illusione che non ci sia più da preoccuparsi del problema ferroviario. Noi crediamo invece che, se, in luogo di bersa– gliare i fatti particolari o disparati, si guardano le cose un po' più dall'alto, non è diffìcile avvertire c?n:ie ~'Am~in~strazione ferroviaria, spinta dalle con– d1z1om spec1ah del nostro Pneso e per considcra– ~io,~i.esclush·,unente tecniche o politiche, segua un mdmzw non del tuUo rassicurante. C?sa ,·ogli ~ dire la tecn ica disgiunta da tutti gli altn elementi amministra.ti vi, giuridici, finanziari che concorrono i n Og'ni affare 1 l'abbiamo visto di recente a proposito delle spese militari, ,i cui favore i ori– tori speciali della Commissictuc d'inchiesta hanno prevalso - anche per deputati dell'Estrema Sinistra - su quelli generali ai quali dovrebbe informarsi il Parlamento. Orn, la tecnica, per bocca dei suoi infervorati cultori, minaccia. di far pre\•alerc anche in materia ferroviaria un criterio, che è in completo disaccordo con quelli cli una saggio, Amministrazione: il criterio c~te 110□ debba il. puhbli~~ occuparsi e preoccuparsi d alt!·o 1 quando 11 serv1.z10 va hene j quasi che la bonta o meno d'un servizio, come d'una qualsiasi merce 1 non dipendesse innanzitutto dal prezzo che costa. Un servizio tramviario, sia pure il più hen regolato, che costn~se una. lira la corsa, sarebbe sempr~ un cattivo sen•izio per tutti, tant'è vero che tutti s1 affretterebbero n andare a piedi. Che poi la maggiore spesa venga sopportatn. dall'Ente collettivo St~to o Con~une, o dall'utente, è lo stesso. Anzi, nel prnno caso 11male è peggiore, perchè finiscono per pagare anche coloro che non godono. )[a. questi cri– teri semplicissimi non entrano sempre nelle teste dei tecnici, trascinati un po, anch'essi dalla mania dell'arte. per ~'arte; e cli qui spese eccessivc 1 acquisti e provvisto d1 lustto non troppo in armonia con la borsa e con altri innumerevoli bisogni di Pa11talone. Quando poi ai criteri esclusivamente tecnici si so– vrappongono quelli esclush•amonte politici, si cade dalla padella nella brace. Allora l e fcl'rovio non sono più mezzi di trasporto, ma me1.zi per asservire re– g~on.i o per coHquistare Co llegi, e il bilancio ferro– viario - come ha dovuto notare lo stesso Bertolini - perde il suo carattere industriale per divenire quello dell'economia nazionale o della pubblica bene• ficc~1za i. il che, a sua volta, produco i gra\'i incon– vemcnt1 delle spese larvato, della poca sincerità del bilancio) dell'aumento del coefficiente d'esercizio, ecc. La tenden1.o..a considerare l'azienda ferroviaria una vacca ?a mungere, e da mungere a benoficio di tutti, è mamfestn ; e tale tendenza si ammrrnta sotto la speciosa teol'ia che lo Stato, a differenza delle So• cietà private, devo aver di mira l'interesse generale del paese e non curare le passività della propria Amministrazione quando p0S!HtnOtradursi in un van. taggio per la vitalità nazionale. u Una iruportnnto causo. d'aumento delle spese - os• servava la Rassegna rlei Lavori vubblici del 12 maggio scor»o è quella appunto che costituisce il maggior titolo di lodo por l'osercizlo di Stato in genere e che gli sta preparando il trionfo anche in quello nazioni che meno ,·i parevano preparate. E questl\ causa ata in ciò che, mentre le Amministrazioni ferroviarie private la– voravano pel presente e per l'interi'sso immediato cd esclusivo dogli azionisti, lo Amministrazioni ferroviarie di Stato lavorano principalmente por l'avvenire e poJ- sono senza acrupolo avoro maggior rigunr<lo agli inte– ressi della generalità del cittadini anzichè a quelli cli quell'unico azionista che è il Tesoro, perchè si può star 'llcuri che ciò, che questo perde direttamente per minor margino rra I prodotti o lo spese, ricade direttamente nelle sue casse per maggior gettito di imposte in se– guito ai facilitati consumi, al moltiplicati scambi, agli intensifleati affari ed alle affrettate pulsazioni indotte nella ,·ita economica . .Ed ò a questo magnifico spettacolo - proseguiva trionfalmente la Rassegna - che noi, per quanto appena nl suo principio, assistiamo: a questo spettacolo dl inrusiono di sangue nuovo, che, nonostante le molte o gravi dirficoltà attraversato, l'esercizio di Stato sta producendo nella circolazione, ricevendone il compenso In un aumento di trnmco quale mai si era verificato in ltalln o rarnmonto In nitri paesi: od il fe• nomono si manlfosta. solo porchò la Direziono generale dello ferrovie ha perrottamente inteso il suo còmpito e la missione della IIUO\'a forma d'esercizio ed ha tirato dritto per la sua via senza curaro il gracidare clel!e rane nelle acque o,·o precedentemente regnavano indistur bate. ,, Ora1 tutto questo potrà essere davvero bello e ma– gnifico, ma \'Q. ben pondornto prima di prenderlo per oro di zecca. Certo, intesa la cosa in senso latis– simo, nessuna obbiezione è da fare. Lo Stato non può ispirarsi, in nessuna azienda, ai ristretti e cir– coscritti interessi degli industriali privati. ).fa, ade· lw!te Ped,·o! F.' tanto facile scivolare su questa ch111a; e, quando si tratta di far ballare milioni (si pensi che, con tre leggi successi rn, è già stato posto a disposizione delle ferrovie quasi un miliardo d~ erog!lre. in conto capi tille!), occorre procedere col piede dt piombo, saper bene dove si va e fin dove si vuol arrivare, per non trovarci, a conti fatti con l'Amministrazione ferroviaria in rovina senza ~vere av\•antaggiata per nulla, o almeno acl~cruatamente l'economia nazionale. i:o 1 E, innanzi tutto, occorrerebbe ben precisare cosa s'intenda per economia nazionale, interesse generale, vantaggi avvenire 1 e via dicendo, pcrchè siamo troppo usi, in questo campo, a vedere spacciate lucciole per lanterne. Sco':'metticuno, per esempio, che le balie, le fante.selle, 1 cuochi e gli stallieri degli onorevoli Senatori e Deputati sono disposti a sostenere che le agevolazioni ferroviarie, loro concesse dalla munifi– cenza del Parlamento, costituiscono un alto interesse nazionale. Ora, appunto perchè è molto ma molto difficile distinguere, s1>ecialmente coi sisiemi di Go– verno che corrono, dove finis<'o l'interesse pubblico e dove comincia quello privato, non possiamo dar lode all'Amministrazione ferroviaria se trascurando il certo per l'incerto, non guarda al clisastroso di– scendere del prodotto netto ed insegue ipotetici utili indiretti, che si possono mal calcolare e spesso si risolvonQ in nulla. Con questo non sosteniamo che il nostro bilancio ferroviario possa sempre conservare un rigoroso ca– rattere industriale. Alcuni esercizi di Stato hanno posto, ò ben _vero, a base fondnmentale dell'azienda, una norma d1 condotta annloga a quella delle So• ciotà private. Bismarck lnsciò scritto: « Jo ho sempre ritenuto che la posta e le ferrovie debbono dare un contributo all'ernrio, da impiegarsi a profitto dello Stato ~; e l'Amministrazione clcll'lmpero ·segue questo consiglio con una fedeltà che non potrebbe esser ffillggiore. Le sole fcnovio prussiano rendono all'anno 78,l milioni netti, cioè più. del doppio del• l'onere relativo ai debiti f'erroviar', di maniern che lo Stato, dopo aver coperto quest'onere e fatte le spese. occorrenti· per lavori nuoYi o per l'aumento

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