Critica Sociale - Anno XVIII - n. 19 - 1 ottobre 1908

Critica Sociale f?IVIST.11 QUIN1JICIN.IILE DEL SOCI.IILISA!O Nel Regno: .Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 10 ~ Semestre L. 5,50 Lettere e mglia all1Ufflclo di CRITICA SOCIALE - MILANO: Portici Galleria V. E. 23 Anno XVIII - N. 19 .1,rousi vende a nnme1·i se1xn·ali, MIiano,1 ° ottobre 1908 SOMMAlxIO Politica ed Attualità. /,(I r,11,wta tielle C()Rt (l,A CIUTICA SOCIAl,t:). GU onll11/- del qlor110 approi·c1li (•••). l'IW Jln"ICQ/QSl<I IWdt11,rn dtll'Àu1mh1i8ln1.:iuut f~rrQ!'l(l/"Ì{I (UN COS– TROLI.Oln:. I.'~ tultlllt COl'dlOlt ~ (l'(I l'.dllllfri(I t l'Jtt1/ill (A\'V. E, llAIICIIIOLI), Studi economici e soclologlcl, /,a qut.•tiOllt dlllt cost (I llo11111, I\', Ullt,1U 'f!fl' lt (:(lft popui(H"Ì, t 1)11' lt• cast 1ftglf tmpitgat,; \' . .-./altJ, l'ummu e ('Q1111c,,·,:,udtofi t11U p11/JbUc;. Avv. ~u:ut'.('to nu1:.1. l,CI ,·rft.:iont uou,,11.-11 n l'oltrmo 1nott. fTT01u: SAYM;:,;o~a:1. Lt t:Olllli:1011, dt,- t:011((1(1010 ll/Jr11::t'1t Prof. Fu,11•1•0 IXs,!<-,Ui.\. l'r,· 111111 ,mora lt{ll$10zltmt s111/t 1.11d11stnt l11s11/11bd \l'ror. L Bt:H– TAHELI.I). Filosofia, Letteratura e Fatti sociali. F,·a LI.Uri t Htrl•te: I.e lntlu!llrle t' Il movimento OIHlrRIO (t. 111 .. LA VITTORIA DELLECOSE Si è detto, da più parti, che è stata la Yittoria del socialismo. E ijta bene, se con ciò s 1 intende che il partito lrn. dalo 1 nel Congt·esso, la prova di una sin· ecrith e cli una maturità, promettenti per il suo av• venire; che le correnti di idee, che minacciavano di mandare a picco, con lo esagerazioni, le impazienze, lo unilateralità, il movimento proletario, o non osa• rono affacciarsi o vennero sgominate; che le speranze dei partiti reazionari, che attendevano, dal Congresso, o un inasprirsi dogli interni dissidi, o l'aprirsi dì un uuovo conffitto frn le rappresentanze delle organiz– zazioni operaie e il padito socialista, vennero inte– ramente deluse; o la stizza mal dissimulata di certi giornali ne ò testimone eloquente. Indubbiamente dal Congresso di Ji'irenzo, il pa.rtito socialista italiano> che vi andò dubitoso e perplesso, timido quasi di sè 1 uscì rappacificato, intC'/!rato, ringaglia1·dito. In questo senso è vera lo. definizione che le sue deliberazioni segnarono la vittoria del socialismo. lla la definizione ò troppo vaga. Il socialismo, come già il cristinnesimo, come ogni grande moYi– mento di idee che ne esprime e ne liiis~imula - un altro, più grande, di interessi, ha troppi significati oramai e subisce troppo diverse e molteplici inter– pretazioni, perchè po!!sa parlarsi cli un socialismo uno e indivisibile, che vince o che perde; perchè possa identificarsi con uno dc' suoi atteggiamenti o con una delle suo fasi. Chi non ricorda la critica spie– tata che fecero ~larx cd Engcls del cosidetto i: vero socialismo" nel ,llmiìfeslo clei Com1misli? È invece nel soch1lis1110che qualcheooS..t vince cd è vinto, che qualchccosa prog-roclisce o s'involve - fosse pure la parte sua pii, vitale, quellll, che, nel presente, con– tiene già il germe do! suo glol'Ìoso a,•venire. J~; perciò che noi intitoliamo queste rapide impres– sioni con Fepigrafo: " la vittoria delle cose .,. Diremo poi come ed in che 1:1ensonoi vediamo, nelle affer– mazioni del Congresso, questa impronta realistica. Ncppurc è il trionfo di una tendenza - fosse pure la nostra che, secondo noi 1 caratterizzò il Con– gresso. Può invero l'.A1•a11ti I, può l'ottimo i\Iorgari sforzarsi a sostenere che l'integralismo non fu debel• lato) pcrchè ad esso, o all'ala destra di esso, si ac– costarono i riformiBti, rihbandonanclo qualche loro caratte re, quidch e loro aspirazione troppo democratica e uon abbasta.nz <l socialista. Sarebbe facile dimo– strargl i il contrn rio; nrn sarebbe-inutilmente crudele. ~ il significato del Congresso è più complesso e più alto. Parimenti s'ingannano a partito quei che stanno a disputare, fra Confederazione generale del Lavoro e Partito Socialista, chi ehbe il disopra; chi cedette e chi sO(>raffcce; chi dimostrò maggiore disposizione e capacità di assorbire ... o di essere assorbito. Secondo noi, la questione è, semplicemente, mal posta. J,~ssa è posta così dn chi vede, fra cotesti due enti, un antagonismo di sostanza, che è assurdo, vor– remmo quasi dire, per definizione; chi confonde le competizioni accidentali, sempre possibili, ma superfi– ciali ed effimere, di dati uomini, in dati momenti, con In essenza medesima del movimento sociale. Non ha. mai compreso nulla del movimento socialista chi può porre la questione così. l•'rn la. Confederazione ge• nerale del lavol'O - ossiR fra ht corrente più detcr– minnta e piÌI forte del movimento proletario - e il partito socialista, 11011 può essel'e antagonismo pro– fondo e dmovole, so non quun<lo o l'una o l'altro degenerino e si unilatoralizzino, l'una noi corporati– vismo operaio, e Pultl'O noi dottrinarismo sethuio. Ma, se la Confederazione vuol compiere in tutta la pie– nezza la sua azione specifica, e il Partito la propria, non solo non vi può essere antagonismo e sopraffa– zione reciproca che sarebbe il d,inno di entrambi - ma e l'un!L e l'altro non possono operare e fiorire se non nel concorso attivo, efficace di entrambi, se non nel reciproco aiuto e nella mutua difesa. Non già che il partito socialista sia il cervello, e l'organizzazione operaia le bn1ccia, come da qualcuno anche si va novellrmdo. Questi troppo facili travesti– menti dell'antico apologo di Menenio, tolti in prestito a una anatomia e a una biologia. compiacenti, non presentano neppure quel tanto di verità che un pa· ,·agone bene scelto può contenere. Qui l'analogia è fallace. Organizzazione operaifl e pnrtito socialista sono due organi:m1i distinti, e ha11no ciascuno un proprio apparato locomotore e un prnprio cervello. L'una si ri,•olge 1\lle grandi masse e le abbraccia e le discipli,rn e le sµinge all'assalto. L'altro lavora a serrnare e a preparare le vio per le quali quelle m;sse organiz.zate donnnno passal'e. Può anche darsi che gli stessi uomini, o uomini animati cla. un mede– simo !Spirito, compiano \ 1 uno o l'altro lavoro. :i'ifa ciò, che si dee clc8ido1·nre, 11011 ò l'aesorhimcnto dell'un lavoro nell'altro, 111n il felice e fecondo loro connubio. Or, se noi guardhuno alle ol'igini del partito so– cialista, noi troviamo già disegnato - ma in forma embrionale e schomntica - la duplicità di organismo e di azione e la nocessnria loro armonia, ohe nel Congresso di l<'irenze f;j doveva. affermare in propor– zioni e con effetti (>iù vasti.

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