Critica Sociale - Anno XVIII - n. 2 - 16 gennaio 1908

CRITICA SOCIALE 27 del loro lavoro. Solo in poche opulentissime case, infatti (e sono quelle dove i salari son forse migliori), il nu– mero delle persone di senizio è notevole i e se tali fiSl· glomernmenti - come ogni massa proletarin - offri– rebbero una condizione favore\ 1 Ol0 alla propaganda so– cialista, a questa. potrebbero d'altra parte opporre - per i pregiudizi, che dominano la mente delle persone di servizio piil che non quella di altri proletari - ap– passionate resistenze. 1\:difficile cOtl\'incere queste masse di domestici delle grandi famiglie; ed è ancor più dif– ficile il pervenire con la propaganda socialista fino alle tre, alle due persone di servizio delle famiglie borghe~i, fino all'unica modesta, mal pagata e mal nutrita ser– vetta delle case di piccoli borghesi. Se occorre'lse una riconforma di quella legge sociale, che in;iegnn. essere la grande industria, con l'agglome– ramento di proletari ch'cssa porta con sè, madre della fruttifera propaganda socialista 1 que<ita sarebbe fornita dai due fatti seguenti: l'organizzazione, felicemente av– viata, dei domestici <lei grandi alberghi 1 e gli ostacoli che incontra la organizzazione dei domestici di case private: mi raccontava una illustre donna socialista, la dott. Anna Kuliscioff, che solo due o tre fante~che - per consiglio, se non per comando, dei loro padroni - si erano riunite, in .Milano, per costituire la loro T,ega, morta ben presto di co·nsunzione. Così stando le cose, devo il .socialismo incrociare, per così dire, le braccie, e rinunciare all'opera, rcputilta impossibile, di organizzare i lavoratori della casa, e ab– bandonare questi alla loro sorte? lo credo che no. .E per varie ragioni. Capisco che il socialismo si sia occupato fin qui delle grandi masse di lavora.tori, fra le quali è più facile la propaganda e pilì sicuro il successo. Capirei, anche, che i sinrlacalisli, per una sorta di dispregio .. aristocratico del lavoro e della psiche talora serni-schiavesca dei la– voratori della casa 1 trascurassero la propaganda fra questi, disdegnando di occuparsi di gente che affitta al– trui la propria libertà, e aspettando tranquillamente la loro redenzione dalla 'l'rande palingenesi sociale, che butterà all'aria - campa, cavallo! - tutto l'assetto pre– sente. Ma, poichè semi.ira d1e l'età dell'oro sia a11cora lontana, se il socialismo vuole essere - come cleve es– sere - non solo il rappresentante degli interessi di al– cune categorie più evolute del proletariato, ma proprio un movimento di organizzazione di tutti i lavoratori, esso deve rivolgere la sua attenzione anche ai lavoratori "dClla casa. La propaganda rra questi sarà piì, lenta e meno produttiva che non fra i veri e propri operai. È destino, forse, che anche la propagrnda sociali:ita paghi il suo tributo ... alla legge di Ricardo ! Se il socialismo non si vole!ìse occupare dei lavoratori della ca.sa, potrebbe qualche maligno adattare ai capi socialisti quell'aneddoto, che la storia o la leggenda racconta intorno a qnel personaggio della Rivoluzione "Francese (era il Mirabeau ?), che, interpellato dal suo domestico con l'appellativo cti citoyen, del quale amava fregiarsi fuori di casa 1 gli avrebbe risposto: per gli altri, fuori, sono un cittadinG; ma per te sono e sm·ò sempre il signor conte. Ma pericoli ben più gravi, se a questa organizzazione non ai provvede, minacciano e il socialismo e i lavora– tori della casa e le stesse famiglie, presso le quali questi prestano il loro servizio: Il pericolo dell'anarchismo, e il pericolo del clericalismo. Più direttamente minaccioso il primo - il pericolo anarchico - all'ordine giuridlco, e cioè alla tranquillitR. di tutti i privati cittadini 1 a nessuno dei quali è indivi– dualmente lmputabile - insegnava, con la sua aurea propaga.uda, il Prampolini - il triste assetto dell'odierna società. Più insidiosamente nocivo il secondo - il pe– ricolo clericale - alla classe proletaria 1 alla quale il clericalismo vuole, sì, apportare qualche miglioramento, ma tale -- s'intende - da non spaventare il capitalismo, e da mantenere i servi un po' meno ma!co11tenti di prima ... ma sempre servi. Con l'accenno al pericolo anarchico non inteucto dire che, qualora. i socialisti non si occupino di organizzare i iavoratori dolla casa, sult il partito anarchico (e non è tale denominazione una c01Uradic/.io in adiecto ?) quello che si interesserà a quest'ingrata bisogna. Neppur tale ipotesi è da escludere iu via assoluta. Ma io ..-oglio dire piuttosto che i la\'Oratori della casa, quando una orga– nizzazione non ne regoli e disciplini le forze e ne tuteli i diritti, finiranno col reagire individualmente e brutal– mente alle pretese ingiustizie padronali. Col procedere dei tempi, pe-r l'azione lenta, ma. incoe'rcibile di quel tale ... bacillo della redenzione sociale, di cui dianzi si è parlato, tutte le categorie di lavoratori - anche le più abbrutite, anche le più refrattarie alla propaganda socialista - acquisteranno coscienza dei loro diritti, del posto che loro spetta nella vita sociale, della necessità., utilità e dignità ciel loro lavoro. E allora, quando anche i lavoratori della ~asa acquisteranno una tale coscienza, se non flaranno organizzati in modo da imporre collet– tivamente e - direi - contrattualmente il riconosci– mento dei loro diritti 1 non trovando nelle leggi attuali una garanzia sufficiente, ricorreranno forse all'isolata, brutale, inorganica azione personale e si faranno da sè quella ch'essi crederanno giul'!tizia. E non è questo auar• chiamo ? Che altro è, in fondo, l'anarchia, se non una arbitrarla sostituzione della reazione personale alla re– golata sanzione sociale? Un severo monito pare impli– cito nell'aforisma dei Romani, che di diritto s'intende– vano: non est si.ngulis concedendmn, quod per magistra– tum publice possU "{ieri,ne occasio sit maio1·is twm,llus faciemli. E non balena forse fin d'ora un lampo di anarchismo nella rispostaccia che dà. il domestico alPosscrvazione della padrona 1 nella vigliacca lettera anonima con cui il servitore denuncia al padrone od inventa le... irrego• larità. coniugali della signora 1 per vendicarsi di essere stato licenziato, nell'inconscio sabotage della senetta che, per sfogare il suo malumore causato da un rimpro– vero ingiusto o da lei stimato tale, rompe, con inflnta sbadataggine, un piatto o un gingillo lii pregio? Se i borghesi illuminati prevedessero le conseguenze cui può dar luogo la disorganizzazione dei lavoratori della casa, dovrebbero essi medesimi allearsi ai socialisti per cer– car di organizzare Le perìione di servizio in Leghe ana– loghe a quelle, che uniscono gli altri lavoratorì. E a chi deplorasse che una tale organizzazione importerebbe " il sovvertimento dell'ordine sociale fino tra le pareti domestiche, la lotta di clas~e in mezzo alle casseruole 1,, risponderei con lo Schiavi: " meglio è avere nella casa delle collaboratrlci esperte, capaci di fllr valere i loro dirittl nelle forme contrattuali di ogni regime civile, ma anche di comprendere ì loro do,,eri, che non valersi di poveri esseri senza alfabeto, senza criterio, senza corte– sia, senza digoità 1 mentalmente arretrati di un secolo in mezzo alla febbre di sa.pere, di conoscere 1 cli perfezio– narsi che ci ha presi tutti w Quanto a.I pericolo clericale - particolarmente grave e pel socialismo e per i lavoratori - mi basti ricordare

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