Critica Sociale - Anno XVIII - n. 2 - 16 gennaio 1908

Critica Sociale f?IVIST .Il (JU!NiJJCIN.!lLE DEL SOC!.!lLIS/!10 Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 10 - Semestre L. 5,50. Lettere e vaglia all'Ufficio di CRITICA SOCIALE- MILANO: Portici Galleria V. E. 23 Anno XVIII - N. 2 Non si vencle a nume1'i seva:rati. Milano,16 gennaio 1908. Agli abbonati fedeli Volgiamo viva preghiera ai cortesi abbonati.che ancora non !"hanno fatto, di volere inviarci l'in1.porto della rin ... novazione di abbonamento entro il co1·ronte gennaio. Ogni maggiore ritardo è fonte di incaglio amministrativo. Saremo grati a coloro che ci invìe..– ranno, insieme, indirizzi di abbonati probabili, ai quali spedire a nostro rischio numeri di saggio. Prezzi, combinazioni di abbona,. mento e premi in fine del fascicolo. SOMMAl"<!IO Politica ed Attualità. La mt11zoynri p<ll'lm11entare; a proposito del disegno di legge per l'!11dc11nltà al deputati (LA CRITICA SOCU,LI!:), I so(lsmt eeo,umlid dL ,111geto Crespi <i ,H(e11a della IU.Jtl'M def tm,o,·o t del l.;1·11mtraggio (Avv. ETTOJn; MARCIIIOl,I O Dott ,\Tl'll,10 CA– lllATl). ('Jtla,·imt11U e 1·ttti(lche (Dott. ANGELO CRESl•I), Studi economici e sociologici. ~ ll completo ": a proposito della crisi de! domestici, Il (1'1•or. ALKS• $ANURO l,EVI), Filosofia, Letteratura e Fatti sociali. Cro1wc11 Sociale: Una scuola pratica Italiana dl Icglsh1zlono sociale per 0110ml (**"). l'ei 1111v11v a1111u d'<1bltom,me111v. LAMENZOGNA PARLAMENTARE (A proposito del disegno di legge per l'indennità ai deputati) Francesco Nitti spezza una lancia nel Co;-rtere rleUase,·a (.13 corr.) contro la proposta <li inden– nità ai deputati; e il giornale della ricca borghesia lombarda, inserendone !o scritto al posto d'onore, senza veruua. riserva 1 dimostra di approvarne in complesso le idee. È quindi prezzo dell'opera esa– minarue le arg-omeutazioni. Il Nitti 1 spirito acuto, colto e moderno, non pnò non avere messe in luce le più decisive a favore della sua tesi. E, essenzialmente, sono due. Lo scrittore nou si arresta lnfatti all'obiezione formale, che potrebbe derivarsi ClalPart. 50 dello Statuto, il l)uale sancisce_ la gratuità delle funzioni di senatOl'e e deputato. Nessuno oserebbe sostenere che la lettera dello Statuto possa, comunque, immobilizzare l'evolu- zione democratica degli istituti politici. Neppure preoccupa il Nitti la questione della spesa; se non fosse pet precedente che verrebbe posto e che po– trebbe indune a1l assegnare in seguito altrettante indennità agli eletti, molto più numerosi, dei Co– numi, delle Provincie. delle Opere pie. ?-irvoliamo ::.u questa oss1;;rvazioue, cui 8~rebbe fa01Jt1 opporre il cave a consequentiw·iis, e la quale, ad ogni modo, tenderebbe a risolvere la questioue colla questione; perocchè, se l'indennità ai deputati dovesse recare un beneficio reale (e quindi una reale economia al paese) e se davvero - ciò che per ora nou discutiamo - uguali ragioni vi fos– sero per estenderla ad altri corpi elettivi, il bene• ficio e l'economia non ne di\'errebbero che mag– giori. Intanto - limitandola ai deputati - la spesa non è ciò che possa seriamente preoccupare, e in– fatti non preoccupa i I nostro egregio col lega. Il quale, del pari, non s'indugia su rlue altre obiezioni « di ordine pratico,, (anche troppo!) e ch'egli riferisce, prudentemente, senza farle sue: che cioè, come pare - secondo egli afferma - a mol– tissimi, "l'indennita si presenta come una partita di giro, una somma che bisogna inscrivere così all'attivo come al passivo del proprio bilancio 11 ; e che essa presenta il pericolo <li anmentare inu– tilmente (doveva dire "dannosamente 11 .... per gli attuali investiti del mandato) la concorrenza dei candidati ! * * • Gli argomenti, ai quali veramente il deputato per l\luro Lucano mostra di annettere importanza, sono, viceversa, i due seguenti: Un motivo, anzitutto, ch'egli chiama" di opportu– nità 111 e cioè che, mentre, per le cresciute esigenze della vita e per la disoccupazione che affligge le pro– fessioni liberali. og·~idì si fa ressa~ un po' da ogni pa.rtB, attorno ,;.lì'~rario àel10 St.:1,to per averne propine e miglioramenti di carriere, " se la Ca– mera cominciasse ad assegnare a se stessa due o o tre milioni, perderebbe ogni autorità e uon avrebbe moralmente uessuna forza di resistenza 11 • Il ragionamento - perdoni l'amico la franchezza - ci sembra semplicemente g,balorditivo. Gente, che si fa pagare <lei proprio lavoro, perde perciò ogni antorità e og-ni forza di resistenza contro le pretese altrui? O ci inganniamo a partito, o è proprio l'opposto che avviene in tutte le manife– stazioni òella vita: sociale. I volontariii gli iuvestiti lli cariche onorarie, i dilettanti, insommai sono quasi sempre - per questo fatto - i meno auto– revoli; e$Si screditano, in ciualche rnotlo, l'opera propria col donarla: e, se l)ttalche autorità resta loro, che non sia <li mera parata, essa Testa per altre cagio11i 1 a dispetto della presunzione contraria che nasce dalla prestazione gratuita. Sono meno autorevoli g-li ufficiali verso i soldati, gli industriali e i capi d'arte verso gli operai, perchè sono µagati meglio di questi? Sarebbe il mondo a rovescio. Al contrarioi se v'è un pregiu-

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