Critica Sociale - XVII - n.20-21 - 16 ott.-1 nov. 1907

CRITICA SOC!ALli1 319 lire rapporti permanenti fra I " Centri Nazionali Operai 11 - e cioè rra gli organi direttivi centrali che, nei diversi Stati, in differenti forme e con differentl nomi, si stu– diano di coordinare i movimenti delle singolo Federa– zioni professionali, riassumendone ed esprimendone a un tempo la forza sindacale e politica nella direttiva so– cialista. "Commissione Generale " in Germania o Austria, • Se– gretariato Operalo ,, in alcuni paesi scandinavi, " Fede– razione dei Sindacati ,, in Inghilterra, "Confederazione Generale del lavoro " In li'rancla e in Italia, ormai in ogn: Stato ove l'organizzazione operata e contadina ab– bia qualche notevole sviluppo, un organismo nazionale tendo ad affratellate le singole orgaoizzazioni di mestiere; fl renrlere armonica e convergente l'aziono delle istitu- 1.ioni locali (Camere del lflvoro, Segretariati oper11.i,ecc.) o quella dello Istituzioni nazionali (Federazioni prores– slon::ili e Confederazioni di sindacati affini); ad agevolare la reciprocità o la mutualità nei sussidi! da categoria a categoria por quelle lotte contro il capitalismo dallo qnali il gruppo non può uscir vittorioso so non fiancheg– giato dall'attiva solidarietà della classe; acl infrenare gli impulsi delle categorie, coordinandone i motl all'interesse generalo del proletariato; a intrecciare saldi rapporti fra la resistenza, la cooperazione o la mutualità o fra l'al– leanza di queste tro forme di azione prolota.rla e il par– tito politico che significa, o dovrebbe significare, tutte le rivendicazioni del proletariato: per la classe e per la umanità. Se tali centri nazionali ormai esistono, come si è detto, In tutti gli Stati, la proporzione fra il numero degli or– ganizzati io sodalizi locali o in Federazioni nazionali e internazionali del mestiere cui appartengono e quello degli organizzati aderenti nlla Confederazione, al Segre– tariato o alla Commissione Generale preposti alle diverse federazioni dello stesso Stato, muta da pae!le a paese. Yedrà infatti Il lettore, un po' più sotto, come nel paesi tedeschi o scandinavi la lmmenRa maggioranza dogli organizzati sul terreno della lotta di classe abbia già aderito al rispettivi centri nazionali: alla quale ten– denza anche l'Italia proletaria accennn. a partecipare. In Inghilterra, invece, come gli operai del diversi rami di un'unica Industria sono frazionati in molteplici unioni che assai difficilmonto riesce di arflatare (fenomeno generatore delle deplorevoli conseguenze cui ai accenna più innanzi), cosl Il movimento di adesione alla Federazione Generale procede lentissimo e faticoso lungo una via Irta di 01ta– coll. D'una Internazionale operala o sindacalo si discu!lse dunque per la prima volta nel 1901: ma I convenuti si limitarono ad una approvazione di massima. L'idea non diventò istituto che nel 1902, per voto della Conferenza appositamente convocata In Stuttgart e col concorso dei delegati operai· di quasi tutti gli Stati europei. 1o tale convegno tutti si trovarono d'accor,10 nell'as• segnare all'iniziativa obbiettivi ben chiari o nettamente circoscritti. Niente contraltare all'Ufflclo Internazionale socialista, residente in Bruxelles. Niente pretesa di sosti• tuirsi ai Congre11siinternazionali della democrazia sociale e delle organizzazioni proletario nella deflnlzlone di que– stioni di prinoipio o di metodl di lotta. Scopo di queste conferenze - si disse - è di rafforzare l'unione inter– nazionale dei Sindacati mediante la redazione e la pub– blinazione di statistiche unirormi, i mutui aiuti nello lotte economiche e l'esame di tutte le questioni tecniche rela– tive all'organizzazione sindacalo proletaria. Ricordiamo che a render ancor più preciso questo programma concorse, nella conforonza di Stuttgart, la reioz.iono di una proposta che i delegati d'Olanda, allora domeliani, avevano presentata per far assumoro ai sin• dacati non sappiamo più quale atteggiamento di fronte appunto ad uno di quei problemi che solo lo grandi as– siso internazionali convocato dalla democrazia socialish sono· competenti, se non a risolvere, almeno ad esami– nare, indicando gli orientamenti o tesoreggiando le espe• rienze recate alla tribuna del Congresso dai delegati delle diverso genti. Gli olandesi non ebbero, a.Beati In quel voto, che i francesi dolla Conredern.zlone Generale del lavoro, ti cui atteggiamento ebbe sin d'allora tutti i caratteri di una benevola ... dirtldonza. ... Rievochiamo questo episodio perchò concorre a dimo– strare come l'uscltn., dalla rntornazlonale operaia, ctolla Confederazione generale del lavoro di Francia o di qualche altro gruppo anarchico o sindacalista non costituisca af– fatto un incidente nato da equivoci dissipabili o da urti di temp1Jramenti individuali, ma coroni e suggelll tutto un processo di secessione maturatosi attraverso va.rt anni: gli anni di più Intonsa e decisiva formaziono della coscienza proletaria di classe. Un programma contenuto nella cornice abbozzata dalla Conferenza del 1901 e più saldamento connessa nei suc– cessivi Convegni del 1.902 a Stuttgart o del 1905 ad Am– sterdam (la sterilità della terza Conferenza, tenutasi a Dubliu nel HlOS, derivò dalla infelicissima preparazione del convegno), simile programma non poteva nò potrebbe ora appassionare i condottieri del movimento sindacale In Francia .... e in altri siti. I sindacati francesi, come una parte del sindacati ita.• liani, sono organismi in arretrato: cosl ohe molti di essi riassumendo ogni loro atti vltà e funzione nello sciopero, - e nello sciopero da tenersi su a forza rll accattonaggi o di grosso parole - stanno al più evoluti e complessi congegni di resistenza integrate, elaborati da altre genti, come l'arco del sagittario classico sta ad una Maxtme. Donde il disprezzo in cui I preistorici del movimento tengono la statl&tica. A Christianla - mentre il Legien apriva. grave gravo un tremendissimo lenzuolo cartaceo e adduceva argomenti sopra argomenti per dimostrare la necessità di procedere al rilievi statistici della giornata di lavoro secondo un unico questionario, minutissimo; e lo Huebor d'Austria e l'Olsen di Danimarca e altri delegati si appassionavano all'1:1.rgomonto,rilevando per altro la impossibilità di applicare lo stesso stromento rilevatore a paesi con diffe– rente sviluppo Industriale - a noi arftorava nella memoria la entusiastica ovazione su·scltata da un J>ropagandista dell'età della pietra rozza in un comizio della Camera del lavoro di Milano, volgendo l'anno di grazia 1904. Si discuteva del Couslgllo superiore del lavoro, allora a 1 suoi primi faticosi passi: o siccome un disgraziatis– simo membro di detto Consiglio era.si permesso di sosto• nere la bontà rll'll'istituto anche nell'lutorosse dello ri– cerche statistiche, l'egregio propagandista trascinò Bulle più alte vetle l'entusiasmo dei comizianti folgorando la statistica e I suoi rautori con questa feroce sentenza: La statistica N ona n.,ba jJtr i sciòuri. Ili1111 i padnm che g'hami biSO,Jtidi ciffet· ! ... Ma la statistica non gode le simpatie del catastrofici anche per altre ragioni. Essa richiede congegni relati– vamente costosi, che i sindacati tirati su alla scuola deUa bolletta eroica, le disperatone Confederuionl " sol di rabbia armate " e folgoranti lo. società borghese con saette di ordini del giorno accompagnati ctai lampi dl

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