Critica Sociale - Anno XVII - n. 11 - 1 giugno 1907

CJUTICA SOCIALE 175 865 giornate all1auno j più della melà lavorano da 201 a 800 giornate, e un ottavo meno di 200 giornate. 11 più alto numero di maschi lavora da 201 a 800 gior• nate all'anno e guadugoa da L. 1 a L. 3,50 i,1 giorno; e il maggior numero delle donne lavorano da 201 a 900 giornate all'anno e guadagoauo da L. 1 a L. ll,O al giorno. Gli operai immigrati da meno di S anni guadagnano meno degli operai ivi residenti da più lungo lompo. I vecchi oltre i 59 anni si trovauo soprntutto nei mestieri non qualificati; le donne oltre i 59 auui nei servizi domestici, nelle lavanderif', nei lavori di cucito e maglieria. I veri anni di lavoro produttivo per gli operai sono quelli che vanno dai 12 ti.i 39 anni. Di regola il salario sale col crescere dell'età nei mt'.– slieri che presentano le mercedi più basse j ed è mag– giore nei mestieri ove si richiede u11 lungo tirocinio e un'alta qualificazione tecnica. Le industrie che richiedo110 u11 maggior numero di giornate di lavoro complessivo aH'auno sono quelle del vestiario, le metallurgiche 1 l'edilizia 1 le tessili, i servizi domestici 1 quella dei trasporti e le poligrafiche, l'iudu– dnstria del legno. In media ogni operaio lavora 269 giornate all'anno. Le conclusioni. - Le conclusioni alle quali pos– siamo arrivare sono una nuova dimostrazione della necessità dell'organizzazione operaia e dell'agitazione politica. Infatti, tirando le somme 1 i fatti certi che l'inchiesta rileva sono: la deficienza del salario a permettere una vita umana alla gran mnssa dei lavoratori e l'assorbi• mento di una parte notevole Jel reddito nella spesa per l'alloggio j la triste sorte che attende gli operai vecchi j l'alta cifra delle donne che si addensano nelle industrie più parassitarie a salari di fame; il pericolo della disoccupazione che minaccia coutinuamenW il la– voratore. Organizzazione di resistenza per Pelevamenlo dei 3a– lari e del tenor di vita dell"operaio; politica comunale per la risoluzione del problema delle abitazioni; in– tervento della legislazione per ciò che riguarda la pensione ai vecchi, l'aiuto alle Leghe che pagano sus– sidi ai disoccupati, la difesa della donna operaia e spe– ciahnente il regolamento del lavoro a dllmicilio i ecco ciò che balza fuori, come una necessità improrogabile, dai dati di questa iuchiesta, che si rirerisce agli operai del centro industriale più evoluto J'Italia. E l'inchiesta dimostra anche come la questione sociale non sia risolta e come perciò non sia finito il còmpito del socialismo. Soltanto, il socialismo non deve più ac– contentarsi di attendere colle mani in tasca il sole del– l'avvenire. Deve, se non vuol finir miseramente, met– tersi sul serio a lavorare per far sì che il progresso indu~triale non si risolva in un peggioramento reale delle condizioni <lello classi lavoratrici. Bisogna però anche - tanto per chiudere col solito ritornello - che il proletariato tralasci le belle frasi e s'abitui a badare alla sostanza delle cose e non si fermi alle apparenze. Quel che non ~i vede 1 e che l'inchiesta rimette ancora in luc_e 1 è che il progresso industriale e l'urbanesimo, con un migliorameuto nominale di salario, portano con sè altre insidie e altri danni alla classe operaia, che domandano uuovi mezzi di lotta e nuovi provve– dimenti; anzitutto la partecipazione attiva e cosciente della massa operaia allo lotte politiche. Quando lo capirà. il proletariato? F. PAGLIARI. FILIPPO 1'URA'l'I ILPARTITO S CIALISTA TALIANO e le sue pretese « tendenze » Intervista con un redattore di un glornale borghese Centesimi u:;; Presso la, Critica Socia.le. (Può essere1'icltiesto mercè int>io di cartolina doppia). FRA LIBRI E RIVISTE Sulla, legr,lil(t, di 1à1, boicoltayglo -iu, Ge1·mtwia, ('). Può essore interessante ai no&trl lettori di conoscere una decisione della Corte Imperlale germanica resa il 12 luglio 1906, la quale ricono!lce la legalità di un boi– cottaggio. Lo stralcio seguente è tradotto dalla Deutsche Jw•istd1zeltm1g del 15 aetteml>re 1906. I fatti sono questi. Nel marzo 1904 i fornai organiz• iati di IL (non troviamo nella Rivista che questa indi· eazlone) domandavano che i padroni non fornissero loro più alloggio e vitto ma, Invece dell'alloggio e del vitto, pagassero la somma di 12 marchi JJCrsettimana; do• mandavano pure un certo minimo di salario. Polcbè nu– merosi padroni non accedettero a tali domande, gli operai si misero in l~clopero. JI ltader dolio sciopero, N 1 imprese a spiegare la giustlzi9. delle domande degli scioperanti con pamµhlets o pubblicazioni) Inseriti nei giornali democratici sociali della oittà 1 e invitò la popo– lazione di K. e dei dintorni a \'Oler fare le proprio prov– viste di pane solo dal forni che a,•essero accolto le ri– chieste degli operai. },"u pubblicata una. lista di tali forni. Nel medesimo tempo la Feder.izione del lavoro di K. e dintorni, specie di Camera del la\·oro, afflue di aiutare la causa degli scioperanti 1 decise formalmente di boicottare gli im1>reuditori recalcitranti, e pubblicò questa determinazione nella stampa suddetta, In forma di manifesto rivolto a tutte le organizzazioni del Ia,·oro, con la minaccia di chiamare i trasgressori a renderne conto. Cosi il boicottaggi() si esteso o durò anche oltre lo sciopero. Il presidente di una delle Corporazioni del proprietari f~l~~!ò P;0,fi1 1 :!a;\~c:: 8 ~e:~;:1f:i ~~ct~~~:~1~h;:;~tt1i:~ per impedire nuovi boicottaggi, e per ottenere il risar– cimento del danni sotferti. Essi rondavano la loro de– nunzia sul Codice di Commercio, § 153 (coercizione per aderire a uno. combinazione) o sul Codice Civile § 823, 826 (disposl.r,ioni gouera\i coutro danni Illegali). Questo presidente Rilegava Ppecialmente che cgll lm11ie– gava lavoratori nou organizzati, i quali non sl erano associati allo sciopero, nè gli avevano ratte le domande In questione, e che, malgrado ciò, il suo esercizio ora stato boicottato come "Irregolare n· Ecco qualo fu la decisione rtella Suprema Corto: " È ,ero che la Corto Imperlale ha ripetutamente ri– tenuto che un esercizio di rivenrl\ta. è una proprietà, l'offendere la quale può dare origino a un'azione per danni. Ma non ogoi atto di altri cho cagioni pregiudizio ò Illegale, specialmente non un atto che è semplice– mente l'esercizio della libertà. generale ed economi('a. Fra gli atti legittimi (legali) deve comprendersi la for– mazione di Unioni di lavoratori con l'intento di otte– nere migliori condizioni di lavoro e di salario i e le ml– &ure prese da tali Unioni, e dal loro amici e aderenti, per tale lntento, non sono illegali solo perchb danneg– giano interessi esistenti. La sola questione, perciò 1 è di sapere se la misura adottata nel presente caso vada al di là di cm che è legittimo nello lotte del lavoro o dei salari. Il boicottaggio contro gli industriali e commer– cianti dichiarato dalle Unioni di mestiere non ò il!egale per sè. Boicottaggio o sciopero sono ugualmente armi legali, la prima delle quali tende a scornare la vendita delle merci, e la seconda a impedire la loro produziooe. L'una non ò nò più nè meno permettibile dell'altra. En– trambe trovano la loro corrispondenza nelle armi usate dagli imprenditori: lo sciopero noi locl.-our, Il bolcottag• glo nella lista nera (liste di proscrizione). La logge vieta Puso della minaccia e della coercizione quando mirino a procurare o a. traltenere aderenti nei conflitti 11ei salarii ed essa protegge altresì l'avv~rsario contro in– giuste misure preso 1>ercostringerlo a concedero nuovo condizioni di impiego . .Ma la mluacoia che gli operai, che non ai unissero al boicottaggio, sarcbl>cro chiamati 1~ renderne ragione, deve riconoscersi non significare nitro se non che essi sarebl>ero stati esJ)ulsi dalla loro Unione, (1) Dott. El,11}:CONRo1.D: I>t,·" 1re1·tl11f11,· SocW(pofUlk • 1111d 8tlllt Wh·.t:8(1m,1,•tlt liii( dtm G•blet de,· gtwe1•bflcfJ/tn .A.rbttte,•f,·agt11 (1,1\ ~ Unlono jJOI' In. l)Olltlon. 800h1lo ~ O ]!~ 8U(I. !nttUCIIZII nolln ,·U11 O nillla 1egls1!1zlo110011eral11 1ndm;trlale). - i;tam{H1to II Jona, editore Flsch.er, nel 1906, lJll.lJ. ,·11-196.

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