Critica Sociale - Anno XVI - n. 18 - 16 settembre 1906

2M CRITICA SOCIALE RAfilONANDO DI SINDACALISMO (Alcuni aspetti cconomici,giuridici e politici del Sindacalismo) Il. 1,'nn . .llarchioli pusa poi a discorrere dei rapporti trn il Sindacnllsmo, il Hirormismo o il Colle,tivlsmo. Qui addirittura il :\larchioli 11011 vede più lo co!le nel loro giusto ,·alore, o gli ò facile intessere le fila del suo ragionamento su equivoci, su pre<,upposti erronei, su termini incerti od elai:,ticl (Nota A). 1 • VonerHloa.lii~ seconda protesa accusa, il Pùnunzio ndclos!la ai rirormisti la voate di collettivisti integrali e autoritarr, e, dopo di n.verll, con un sotterrugio logico, cosl metarnorfosatl 1 impronde con essi n polemizzare. 11 Jfossun sotterfugio logico da !)arto mia, egregio avvo– cato l\lnrchloll. Se l'avv. Marchloli avesse letto senza " progiudizt ~ i miei articoli, avrebbe a prima vista notato che io non ml rirerh•o spcclftcameute al riformisti nel prenclore a criticare, dal mio punto dl veduta liberistico, Il colletti– vlJmO statale e autoritario, ma ml riferivo generica– mente a tutti gli oppositori del sindacalismo (Nota B). ' In vero, nel n. 4 del Dit.'e11i,·eSociale (Sociallsmo-Libe– rismo-AnaNhlsmo), lo scrivevo questo testuali pRtole, le quali bastano di per sè sole a dimostrare che i: sotter– fugio logico è tutto una invenzione .... dell'avv . .Yarchioli. 111 E se gli a,itisindacalisli Intendono rirerirsi a questa .lilpeclomostruosa di collettivismo, essi hanno ragione di affermare che Il sindacalismo è anticollettivista. " Jo, com'ò lampante, parlavo di a11tisi11dacalisti In ge– nero e non di rlfonnisti In Ispecie. Ma, superata questa queslioue formale e pregiudlzia\e 1 veniamo ad esaminare Il contenuto o la sostanza delle obbiezioni del .Mnrchioli. " Il concetto di socializzazl011edei mezzi di prod11zione ò certo uno del più intricati e complessi: esso non è stnto ben chiarito dni teorlci del Socinlismo n· I~sin qui siamo pcrrettnmontc d'accordo (I). " Gli\ il Horn~t.eln uelle suo Voraussetz,mgen aveva no– tato le difficoltà che si Incontrano nel definire Il signi– cnto della stessa parola " Socialismo ,,. Potrei ancora aggiungere che Il Bernstein, nel suo .%cial1sme théo,•ique, ecc., ha scritto che il collettivismo - in leso nel senso ,·olgare - potrebbe segnare una di• struzlone. una dispersione di forze economiche. Accetto anche il concetto dinamico e tendenziale che il .Marcllloll ha della socializwzione dei mezzi produttivi, concetto, che, con parole un po' diverse, avevo espre<Jso o dichiarato anch'io nel miei articoli. Xci campo delle premesse, delle valutazioni critiche e del principi teorici, slamo d'11ccordo. Dove non J>Osilo con3entiro con Il Marchloll è nel campo dei fatti, della realtà, della. pratica. Il l'ilarchloll vuole srorzarsi a dimostrare che no,i l"è raJ>pa,-to 11ecessanodi dipendenza tra il Riformismo e il C-Olletth'-ismo, di guisa che l'uno sia il corollario del– l'nltro o viceversa. 1 • L'opera doll'l11dirizzo nostro ad altro non è rivolta che a rncilitaro nl proletariato il suo innn.lzamo11to ma– teriale o lntollottunlo, fornoudogli tutti i mezzi e tutto le occa,ioni porchè possa a.cquistare lo capacità. tecniche neces.r;ia.riea gestire la produzione sociale. Parallela- l 1 ) Anohe Il lln.reh1oll osi.ervn In nota:~ Qunnto a Marx, Il l'anun– r.lo ta bene • rlpctHe ehe Il comunlsla tecieaco non ha parlato, sia nel Copltalt, sia ncau 1111r1 crllll, di tolltttlvlm10 o cii organL:za• zlon1 eolldtlf!Uto dtl/o 1ocktd •· mente alla. loro asce1i:iiono e capacità, le classi operaie Rapranno fogf(iarsi collt loro ma,1i gli strumenti della liberazione ed emnncipnzione economica. 11 Se queste bolle dichiarazioni del :Marchioli avessero una ripercussione nella. pratica. del Riformismo, allora a noi non resterebbe che da concludere: ,-oi riformisti, ci date pienamente ragione. Quando postulato che le classi oper<iit sapt·amw (O!l!Jiarsi con le loro ma11i gli strnmenti dtlla libera.:ione ed emancipazione economir,,, slcto del perrctti ed autentici sindacalisti. ... Ma nel tatto non è vero che I riformisti tendono a liberare 1 ad eman– cipa.re <!alla tutela dello Stato 1 dall'autorità del padroni, le classi opcrnlo . .Nel ratto non è vero che i riformisti as1> etta.no che gli operai co11 le loro mmii si foggino lo armi liboratrlcl (Nota C).Come può ciò ntfermnrsl quando i riformisti non si sono mai stancati di biasimare e sere• dltnro in tutti i modi o in tutte le forme la nozione p,·olefa,-ia del lo sciopero generale, che è proprio 11mezzo, lo strumento specifico foggiato dalle rnani del proleta.– rlnto per redimersi? Come può affermarsi che il Rifor– mismo tendo I\. liberare ,1n ogni forma di autorità i la– voratori, quando esso fortemente propugna che i servizi economici, oggi organizzati e gestiti nella. libera impresa di di,-itto phrnto, sleno trasformati in seroizi pubblici, gestiti ed nmmlnlstratl In imprese coattive di didtto l 1'1tbblico, come I Comuni e Io Stato? Come può conci– liarsi la libertà degli operai con la negazione e la sop– pressione del diritto sindacale, con la violazione della libertà rti sciopero per tutti quei lavoratori eh.e sieno I divenuti produttori di sen:izi pubblici? Possono i rifor– misti, può il signor .Yarch\oll smentire la tendenza tante YOlte dichiarata del Riformismo verso la municipalizza• zlone, la statizzazione o li monopolio pubblico di tutti I servizi? (esempio ferrovie, illuminazione, miniere, al– cools, zucchero, occ.) (Nota D) Allora, come conseguenza di questa statlftcazlouo progressiva. del rapporti economici dal riformismo Invocata, non resta vera la mia afferma– :done: essere cioò il collettivismo la distruzione delle libere rorze ocouumicho ... incatenato nell'ingranaggio schiacciante dello Stato, o la negazione <lella libe1·lù, senza la quale, come scrh 1 e,Ta il 1_.~errara, 110,i v'è tco- 11omia? Nel mio sopraccitato articolo, io, rermandomi ad ana– lizzare il fenomeno delle posizioni di monopolio, dello rendite libere, delle rendite di congiuntura, provenienti non da costi di lavoro effettivamente erogati, ma da differenze telluriche, da. monopolii naturali, eC'c., con– clude,,o che per il eindncallsmo il reddito in questi casi si trasrormn, da prirafo com'è oggi, in reddito sociale, appartenente collettivamente al patrimonio unitario e lndh'lso dclln società oconomico-lavorlllrice. li Mnrchioli mi dà ragloue su questo punto. Però a\'• ,'erte cbe per I riformisti " l'istituto che de,,e generaliz• r.are i costi e le rendite di monopolio esiste di già, e sl chiama Potere pubblico centrale e locale; per i sin– dacalisti lnvece ò un'entità metnftsica, una larva. men– tale, che ognuno può rappresentarsi in mille diversi aspetti o che Pnnunzio chiama un vasto organismo fe– derate sociale economico ". 11Marohioll dunque obbietta che l'organismo federalo aoclale-economlco non ò una realfa di esperienza, ma una Idea metafisica lil>rantcsi nel campo delle idee pla– toniche, e che invece solo Pimprosa pubblica coattim è in grndo di generalizzare le rendite di monopolio. Ed ecco come si profll n.uo qui nette e distinte le due correnti del collettivismo statale-autoritario e del sin– dacalismo della produzione libera.

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