Critica Sociale - Anno XVI - n. 7 - 1 aprile 1906

CRITICA SOCIALE 140 nel commercio, 290 nella servitù, 560 nelle prorcs– sioni liberali, 2450 trn la gente disoccupnta o di ignoto. proroqsioue - cnte,R"orln questa che contiene molti av– venturieri e spostati. Ocncrnlmente, si rrede che le passioni debbano mol• tiplicnre i suiridi nella ~i0\'inezza; crl è invece il con– trario: il numero dei suicidi aumenln. con l'età; su un milione di individui <li ouni età, nel quinquennio 1876-80, si ebbero 12 suicidi dai setto ai ctoclici anni, 105 dai se– dici ni ,·entun'nnni, 158 dai ventuno ai quarant'anni, 2!10dai quantnb\ ai se~snnta, 110 dai sessanta ai set– tanta. 770 dai settantuno in là. Nel 1893, su 13.258 sui– cidi. se ne ebhero 4896 di persone ~oprn i cinquant'anni. Xci quinquennio 1S97-902 1 i suicidi, per OJtni milione di abitanti, in Europa, erano in media. i seguenti: Sassonia 660 llaviera 205 Danimarca 510 Svezin 170 S\ 1 izzera <170 Belgio 1r.o Yurtemberi,:a 332 :N'orvc,&?ia 1:),\ Pruo;sia 31~ Jng-hi\terra 12i Frnncia 318 Cn2heria 12:J Austria 309 Italia !'19 Come si vede, i pnei:ii protestanti, in ,::onorale. sono i piì1 colpiti. Ciò, però, 11011 vuol punto dire che il <'atto– licismo freni pili Pflicncemente nei cre<lenti il desiderio del suicidio, e quelli che 0.WJ :!'i attribuiscono In frequenza dello morti volontarie all'affievolir.:;i continuo dello spi– rito religio.:;o hanno torto. Chi non teme In.morte, perehè dovrebbe temere un castigo? .Ardiizò dice che il ere• <lento suicida trova scm1>re modo 1 in ogni caso, rli por– euadersi di poterlo e\•itare questo castigo, e cita in prova suicidi cattolici che, pl'ima di darsi la morte, si confes• sarono. Jn qua".ìi tutti gli Stati protestanti, i:iio,;serva. pure un noh~,•ole :rnmento dal IR30 al IR63. In tutti si verifica la 11redominanza delle città sulle cnmprtgne, del sesso maschile sul sei:iso remminile 1 dei vedO\'i sui maritati, un aumento del numero dei casi cou l'età.i almeno sino a.i se~santacin<p10 anni. l"na certa influonza. sul suicidio l'ha rorse anche la razza. Yi sono indivirlui che portano in sò il germe del Ruicidio o nel ,·ui spirito 1 n.lla minima contrarietà, sorge Il fflnta,;ma della morte j la patologia offre puro molti esempì di dii:iposizione ereditaria al suicidio. come alla pazzia, e di contagiosità. della mania suicida. Tuttavia ò certo altresl che l'uomo Mcasciato dalla sventura non sempre consen'a l'equilibrio della ragione, o può essere considerato come pazzo quando Pecce~,;o del dolore e dello scoraggiamento lo spinge a cercar la morte. Si hanno pure suicidi riflettuti, compiuti con intera respon• sabilità morale, e tali situazioni, nella vita, nelle quali la morte \'Olontaria nppare alla mente come la sola via d'uscita JJer sruggiro nl disonore e alla. \'iolenza e sopra tutto al doloru; J)erchè non tutti I dolori l'uomo può sopportare, non a tutti gli uomini il dolore lascia au, cora un orizzonte di vita, una speranza di conrorto. \"i liOno dolori così profondi e così violenti che, se nOn UC· cidono 1 traggono a morire, dolori che nessun ragiona– mento, nessun bacio, nessuna bontà, nessuna carezza può placare; ossi scavano ai piedi dell'uomo come un ,~Lli~so in Clll nessuna rorza umana può impedirgli di <'Rdere... Ma qui noi siamo nell'apprezzamento personale, dO\'O ciascuno giudica con diversa opinione La mede– sinrn. situazione difficilmente sarà. giudicata nella stessa guisa di\ due persone. L'arresto d'un delinquente di proressione non cagionerà in lui che un (Jispiacere in rapporto con la durata della privazione di libertà che egli incorre, mentre invece una semplice minaccia di • comparizione avanti al giudice sovraecciterà 11uomo il cui piacere della vita poggia interamente nella consi– derazione altrui. Quando si è sul terreno del sentimento, misurare il dolore coi motivi che lo provocano non ò certo possibile. Secondo che l'individuo considererà con la propria emotività le soddisrazioni sessuali, i conflitti di carnttere, i vantaggi pecuniari o le cariche sociali, sarà pii, o meno portato a1 essere ottimista o pessi– mista. Il moti\'O d'un suicidio può dunque sembrare a qual– cuno insuflìciento e nd altri molto le~ittimo. Un tale, che pur sopporta con grnnd'animo le miserie d'una malattia cronica incurabile o terribile, non può reggere al clnloro della morte d'un essere caro; un altro invoco si compor terà in modo tutt'affatto diverso. ::'ila il motivo d'un suicidio, talvolta, può sembrare non solo insurt\cente, ma a'isurrlo. Quanti individui per paura della morte si U<'Cirlono ! Io ebbi un amico che, provo– cato a duello 1 alla vigilia dello scontro, spaventato, si fece saltar le cervella. È comprensibile questo? ... Sa– rebbe certamente asi1urdo il negarlo. Quando l'uomo è posto fra due iiolori, quoiio di haUersi in certe condi• zioni d'attesa e quello di togliersi la ,•it ~ d'un colpo 1 perchè non può egli stimare l'ultimo il migliore? Del resto, egli solo ò giudice dei suoi dolori, essendo egli il solo a risentirli. E, in questo senso, un suicidio 1 che è quasi sempre d'ordine sentimentale, ò sempre logico, d'una logica certo speciale. che non ha nulla di comune col ragio– namento ordinario, 11oichèquest'atto - lo r:.bbiamo detto - è un gesto che l'individuo compio per sfuggire il dolore. Ora. se si vuole discutere coi procedimenti ra– zionali e provare, per esempio, che l'individuo era gio· vane, che aveva degli amici, del denaro, che le dirf1coltit potevano essere spianA.te da.Ila tale combinazione, che, se egli si rosse condotto cosl e cosl, avrebbe potuto al– lontanare da sè J'oqtflColo maggiore. si esce dalla realtà delle cose. Non si tratta di ciò. Si tratta cli un dolore attuale, troppo rorto per J'indh·iduo, il quale por soppri, merlo si sopprime. Ed egli solo poteva sentire se, o no, era capace di sopportarlo. Il suicidio, dunque, nel suo meccanismo, è un atto 11ormale, sempre razionale nella sua logica sentimentale, il quale però - nell'incatenamento clolla causa e ciel• l'effetto - può essere facilmente sottomesso a.Ila critica della ragione ordinaria. F,sso non è però un atto cli pazzia, quantunque, in corte circostanze, l'apprezzamento altrui sia unanime nel giudicarne insurflcienti i motivi, Cosl, un bambino è rimprocciato por una macchia che rece al suo abito; egli, col cuore grosso, "a e s'imJ)icca. Un altro, un adulto, che non ha so non un "ago disgusto della Yita, si suicida. Un passo di più e slamo o.Ila pazzia. ~: il malinconico, allora, che, imaginandosi di avere com– mosso qualche gro.,·e colpa, e udendo voci dirgli che la sua sola. esistenza sarà. ragione di s,·entura a tutti i suoi, si decide a immolarsi per il bene della sua famiglia o per la tranquillità della sua coscienza. Vi sono poi gli Innamorati, quelli che disperano della loro relicit:\ quelli che, per procurare maggior volutb\ ai proprt sogni, ai propri sensi anche, cercano l'ignoto, la morte. Queste coppie tragiche, come figure shak~1leariane, noi lo \'e• diamo sovente passare abb!'acciate, col viso sereno, a tra\'erso le città, a tra\'erso gli nlberghi. Sono esso pazze ? Io non oserei dirlo. In tutti i suicidi, Il moti,•o non è determinante che per il grado di impulsività. del soggetto. Questi si con.

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