Critica Sociale - Anno XV - n. 2 - 16 gennaio 1905

20 CRITICA SOCIALE IL CONGRESSO DI GENOVA Le teudeuze J)Olitiche nel movimento J)roletario. Per cogliere e valutare esattamente le caratteri– stiche del Congresso delle organizzazioni operaie tenutosi tostò a Genova {6-V gennaio) conviene ac– cennare rapidamente al Congresso sindacale.... di Bourges. Per quanto, in materia di socialismo e di organiz– zazione di mestiere, noi italiani vogliamo essere fì.lo – teutonici, in fatto ci troviamo a seguire istintivamente ben pilt da vicino i nostri fratelli latini, sia per l'af– finità del teìnperamcnto, sia per la maggiore dime– stichezza che gli organizzatori hanno colla lingua francese, mentre la letteratura economica e politica del proletariato tedesco 11011 giunge ad essi per lo più se non di riflesso o schematizzata e ischeletrita in aride colonne di cifre. Già le forme di organizzazione <lel proletariato italiano sono la copia di quelle di F'raocìaj le Ca– mere del lavoro riproducono le Bourses d1t tramil importate qui dal Gnocchi Viani <topo PEsposizione parigina del 1889; le Federazioni nazionali di me– stiere sono un ricalco delle Fédérations nationales corporatives o dei Symlicatsnationaux. ·1~ la forma, come vedremo, reagisce sul contenuto. Nel Congresso di Limoges del 1895 si creò la ConfécUnttion génh-ale du travail abbracciante Fede– razioni nazionali di Sindacati e 8indacati isolati. ~ssa rimase embrionale per cinque a.nni 1 durante i quali le sue tendenze" riformiste ,, lottarono col rivo– luzionarismo della Fédération des 11ow·ses du, travail. .Ma nel 1900 i" rivoluzionati:" se n'erano già impadro– niti e nel 1902 i due organismi, pur rimanendo au– tonomi nel funzionamento, si saldavano in uno solo, coll'obbligo ad ogni Sindacato della duplice iscrizione alla Borsa del lavoro e alla Federazione nazionale !'ispettiva, sotto l'egida di un Comitatoconfederale, composto dei delegati delle due Sezioni e decidente sulla propaganda di ordine assolutamente generale (ad esempio l'agitazione contro gli Uffici cli colloca,– mento privati). Così da quattro anni il movimento delle organiz– zazioni operaie in Franciii è in mano dei socialisti rivoluzionari e degli anarchici. Al Congresso cli Bour– ges i " riformisti " tentarono riprendere il soprav– vento conquistando la Confederazione. Il dibattito, per due lunghe giornate, si svolse apertamente tra i due opposti metodi di lotta. " I sindacalisti rivoluzionarì scrive Paolo Dclcsalle 1 Segretario aggiunto della ~'ederazione clelle Borse del lavoro - pensano che il sindacalismo non ha per iscopo di risuscitare sott'altra forma le antiche corporazioni. La mutualità. non può essere che un accessorio; un mezzo, non uno scopo. li Sindacato deve tendere altri lotta contro il padronato sfrnttatore. Le riforme non val– gono se non in quanto attentano al potere capitalistico, e lo scopo supremo è la soppressio11edel salariato, come è detto nel 1 ° articolo degli Statuti della Confederazione generale del lavoro. Il p1·oletariato inoltre deve avere i suoi propri mezzi di lotta, e non aspettarsi miglioramenti nè dal potere centrale, lo Stato, nè da alcun altro potere esteriore (compreso il Consiglio superiore del lavoro). La propria emancipazione non deve aspettarla che da se stesso. ,, Tra i mezzi propr'ì di lotta è l'azione diretta che, secondo il Griffuelhes 1 Segretario della Confedera– zione generale del Lfworo, significa " azione diretta– mente esercitata dagli interessati. ljiil lavoratore che compie il proprio sforzo, personalmente, sui poteri che gli stan sopra, e lo dirige da se medesimo senza rÌ\'Olgersi ad alcun altro ". " L'azione diretta - precisa Emilio Pouget - ò una manirestazione della coscienza e della volontà degli operai; essa può pigliare, secondo i casi, atteggiamenti pacifici, oppure vigorosi e violentissimi. ... Ma è sempre azione rivoluzionaria, percbò non si cura della legalità borghese,e i miglioramenti che ha di mira si risolvono in una diminuzione dei privilegi borghesi. " Per i riformisti invece, il cui portavoce più elo– quente fu A. Keufer, Segretario della Federazione del Libro e membro del Consiglio superiore del La– voro, " l'organizzazione sindacale è una istituzione organica che deve perpetuarsi, e non uno strumento di demolizione sociale, destinato a scomparire, tosto compiuta la sua azione di spazzamento €' cli demoli– zione. Bssa dee quindi organizzarn la resistenza agli abusi, sbarrare la Yia al passato e camminare pro– gressivamente verso l'avrcnire, valendosi di tutti i mezzi disponibili) anzichè indugiarsi escluSivarnente in uno solo. Sono suoi cOmpiti fondamentali la sti pulazione di contratti collettivi cli lavoro, l'organiz• zazione del ·1avoro, il collocamento, l'appoggio morale e finanziario agli scioperi, ai quali si de1.:e ricorrere per ottenere dai padroni ciò che la discussione e la dimostrata k:gittimifa delle rivendicazioni formulate non basta a conquistare. Pur non riponendo ogni speranza 11eJl\1zione dei pubblici poteri, non deve ad esstt rinunziarsi, come non si deve l'inunciare all'azione diretta dello sciopero parziale o generale per diminuire i guadagni del padrone, senza. però nuocere al consumatore nè pretendere di mantenere la rivolta permanente preparand,J la via allo scio– pero generale cspropriatore e violento n· Queste le linee generali del dibattito, che si chiuse con una mozione a favore dell'indirizzo rivo1uziona'fio 1 approvata da 825 Sindacati contro 369. Quasi cogli stessi voti fu respinta la proposta dei " riformisti 11 di eleggere i Comitati federali col sistema della rappresentanza proporzionale, e fu accolta quella dei t, rivoluzionar'ì i, cli organizzare una agitazione intensa atfinchè il 1° maggit} 1906 i lavoratori ces– sino essistessi dal lavorare pili di otto ore al giorno. Votarono per i riformisti le l<'ederazioni dei Fer– rovieri, degli Impiegati) del Libro, dei Litografi, dei Meccanici, dei Lavoranti in tabacchi; per i rivolu– zionari gli altri Sindacati, compresi i Parrucchieri. La vittoria. colmò di giubilo anarchici e socialisti rivoluzionari, i quali, sbarazzato il terreno da ogni influenza di natura governath·a, e da ogni autorità politica, lottano assieme - così concluse il Griffue– lhes - " decisi a mantenere h1 loro azione nel ter– reno del sindacalismo rivoluzionario 1 che loro è co• nume,,. Sebbene sia imprnclente ipotecare l'avvenire e pa– recchi delegati siano partiti col fermo proposito di abb!lndonare la Confederazione, lo stesso Keufer confessava essere innegabile - pel momento - il progresso delle dottrine libertarie ed anarchiche fra i militanti operai) " trascinati dall'impazienza di ot– tenere una soluzione) che vien loro promessa come prossima colla prospettiva di una grande trasforma– zione definitiva della socieb'1. " ( 1 ) . * * A Genova non convennero, come a Bourgcs, i de– legati di singole J.Jeghe 1 ma quelli delle Camere del lavoro e delle li'ederazioni 1 e precisamente 24 rap• presentf\.nti 15 Federazioni (su 2.J-) 1 e -19 delegati di 38 Camere (su 78). I primi avevano un voto per (1) Per tutte queste oltazlonl 1·cg~a11siI taeclcoll del i1ovembrc 1$01 e del ge1111ato190:'.I del Mrmvemenl sociaUste.

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