Critica Sociale - Anno XV - n. 2 - 16 gennaio 1905

Critica Sociale fllVlST .Il ()UlNfJJCJN.llLE fJEL SOCl.llLISMO Nel Regno: Anno L. 8 • Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L, 10 - Semestre L. 5,60. J.,ette1·e vaglia all'Ufficio di CRITICA SOCIALE - MILANO: Portici Galleria V. E. 23 Anno XV - N. 2. Non si vende a nmneri sepm·ati. Milano, 16 gennaio 1905, Saremo grati a c/Ji ci inoierd senza ritardo l'imporlo della ritwoaazione del/'abbonamenlo o indirizzi di abbonali probabili. Prezzi e combi11azio11i d'abbonamento fi fine del fascicolo. SOMlVlAl-110 Attualità. t:io,·uio Sorti e il ,·tformt.~11w (e. 111.) Il l'011(11·1.~:,o <ii- Ge1Wt'(1: le temlt11:e 110Hllclle 11el movtmeuto opr1·(1to (Au;~l<,\NOIW 8<.'/11.\VI). Studi sociologici. I.e p/,ccole illdlll!li'/,t ,·111·au, I. 1111:lSIII (,\\'I', i::n·o1u; ~I.\Rl'Hlùl.l, Uobh/igo oenel'(lit <let sii·t•l:lo mHUore e i ,;1en1tzi p,1bbU,·~ cu'i/, La ,/tll/OCl'll..::,1r (e. 111.) Lo co11ct::io11etC()/10//IICn dt/1(1 f(lmiyU(I, I. (L>ott. .\TTILIO ('.\Ul.\1'1). Filosofia, lotteratura e varietà. (,'ro11aca Sociale: 0J"ya11iz:rnziu11t v1ie1·ata 1,c 'l'ra<lc l 1 uions ~ lll!,"lc~t nel 1003. - Lo org,mlz,mzlonl 01,crale ausl!·iachc nt'I 1003. - t.'orgnnlzzui:louc operala In Ungheria nel J90l- - 1 Slndueatl 1u•of<.:11slon11.11 In Prancln !f. p.) LEFERROVIE ALLO STATO OALLA NAZIONE? Ptu·c ormai finctlmente deciso: il Governo dell'ano revolc Giolitti proporrà alla. Camera. l'esercizio forra– viario di Stato quale nuovo assetto delle nostre fe1·– rovie; ma lo JH'Opo1Tàforzatamente, e quindi di mala– vog-lia, tanto perchè qualche cosa bisogna pure che propong,l, visto che le attnali Sociefa ro11cel3sionaric dell'eserci¼iO non lo avrehbcro continuato se non a. patti leonini. Ora, di quella. proposta forzata e relativa nrn,lavo– glia, e del ritardo grande e grave frapposto nel farla, per a.ver voluto pel'dere tempo, dignitìt e forza a trattare con chi llovem, chiedere patti inaccetbthili, si avrnnno le dolorose conseguenze in un assetto uffret– ra.to od abborrncciato, con un semplice e tumultuario passaggio di uuwsioni amministrative o dirigenti dai g-ruppi degli azionisti, che costituiscono gli attuali Consigli e ùo111it11ticsc0uUvi di amministrazione 1 ad altri gruppi di f'umdonarì e di uomini del Governo) costituenti un unico Consiglio con uno o più Diret– tori, funzionanti gli uni e gli altri come Hegi Com– missari di un grande Comune disciolto, in attesa di altre soluzioni avvenire. Oià gli ufficiosi di Giolitti lo dicono e lo spicgitno: non è possibile costituire un ente ex-iwrn e quindi troppo r~dicalmcnte divo1·so dagli enti attuaJi; si turberebbe troppo il servizio .... e gli innumeri pezzi grossi della burocrazia ferroviaria, aggiungiamo noi. - Andiamo a gradi; adelante Peclro con quello che segue! - [11 tal modo si dìmostrcrÀ. presto che lo Stato non sa amministrare, ed intanto avremo il tempo di manipolare nuo,·e ('Onvenzioni con nuove o rinnovate Socfot~, che si imporranno d(lpo la pro– vata impotenza dello Stato amministratore! .,/':]< Haremo pess\ nisti, ctl anche maligni, se vo!(>te, nel venire a tali conelusioni) attrihuPndo Ri nostri r>mf'– noni così pra\'C intenzioni. )fa che ,·oletc:1 L'et!pe– rienza ci ha ammaestrato e ci ammaestra. - Il pas– saggio ormai storico delle ex Ferrovie .-\lta rtalia e Homane, per quanto transitorio, all'esercizio di Stato, che, incominriato col 187G, continuò colla semplice sostituzione dei fll1nionari del Governo agli azionisti delle Societìi, l!0lo11tariame11te artifiriosame11le rori– noso fino alle Convenzioni ciel 1885, che in quel periodo di tempo intanto si prcparaYano, sta ,wcorn là. a suffragare il nostro pessimismo. - )fò ntlga il dire che in allora si sapeva come, in base alle con– clusioni della Commissione <l1inchiesta favorevole al– l'esercizio privato, e stante ht caduta clella Destra che non lo voleva, questo era inevitabile. Ciò pro– verebbe solo che in quel tempo si enl giuocato a carte un po' pit1 scoperi;p, mentre oggi l'astu~ia dei nuovi reggitori supera quella leggendaria del gT<lll Depretis ! Comunque, del resto, il pericolo che, col progetto governativo in gestazione per passare a forza, im– precando e bestemmiando, l'esercizio <lelle nostre ferrovie allo 8tato, si cada in una transitoricfa o provvh,orietà simile a quella dol passaggio delle cx .-\lta [talia ed ex. Homane di dolorosa memoria, è troppo evidente. - Si guardi al progetto PI/ ima~cas del marzo-giugno dolio scorso anno, già. studiato o modificato dalla Commissione parlamentare, relatore !'on. Rubini, e caduto collo scioglimento deJla Ca– mera, e se ne avranno le prove manifeste. Si leg– gano !e gerPmimii -~ le indisrrtzìoni di que:sci giorui dei principall ufficiosi) e se ne avrà ht <'ettf'zza. Yoi corriamo a tutto vnpore (e siamo del t·esto in carat– tere, trattandosi di ferrovie), incontro ad un esercizio di 8tato, che con quel caduto progetto si osava an– cora appellare itutonomo, ma che ora piì1 uon si ha il coraggio di chiam»r tale I non per nulla. abbiamo avuto la ,•ittoria della reazione nelle elezioni del novembre!), il qunte non sarìt altrn che un Co11t1nis– .wtrirtfo -~traonlinario cli lir1ttidtaione del presenif' e di p,·epamzione insieme <li un futuro prossimo ese,-ci:;io privato <·omptr,to delle 110.<;t1·e fe1Tovie 1 p~r quanto naturalmente è compatibile colla loro proprìcUt allo 8tato. . .. A twon:;iut•;.u•c tale jntturn pertanto - più ancorn ormai clw a fare, romc sempre sostenemmo, dell'eser– cizio forroviario uua vera e propria nazionalizzazione libcrn nel suo rapido andamento, adathtbile a tutte le sue mutahili e multiformi esigenze, indipendente da ogni pai,toia o prepotenza politica e burocratica, e pro-

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