Critica Sociale - Anno XIII - n. 5 - 1 marzo 1903

Cll f'l'JCA SOCI A r.F: 7!) luppntisii nel suo seno per nppngnre i suoi hiso~ni. 1~; quello un quadro che presuppone gincobi11escamcnte h1Ui i hl\'orntori eguali in diritto, anche se non tutti abbiano, con la loro ;ndone ,•irile, acquisito questo diritto. In questo senso l'egnlltarii,mO borghc.'-e dirende gli inetti contro i capnci. l,n lotta per la vita corretta dall'unione per la la lotta, tale l'originalità. dell'idea proletarin 1 dice il nerth. li lihernlisrno bor~hese è un liberalismo che sa del fantastico stato di uatura; il socialismo operaio, ha detto splendidamente Bernstei11 1 è un liberalismo organizzatore. Ì•: libcrnlii-1110, in quanto, a differcm:n dal– l'antica corporazione medioevale, il Sinrlacnto riposa su una seleziono volontaria e lil>0ra; è organizzatore, perchè, lungi dal ricono-,cero uua specie cli cguagliam:a astratta tra gli operai, subOt'dina. il sul>iottivismo indolente dei meno capaci all 1 obbiottivi1~mo impersonale clella com– pag-nia operaia, sig-norn dell'opificio colletth 1 0. L'idea sociale non può essere che o militare come nella Città. antica, od opornia come noi Sindacati moderni, che sono la ri;;;postit operaia alla graude industria. L'eroismo <hl preda1oro di\'euta produttore. Sino a che gli operai non siano essi stessi direttori della produzione, la coe– sione sociale su1sicurante questa sar(t compiuta dallo ·tato. I socialisti statisti commettono l'errore di scambiare lo Stato e la sua. JJéreunitìl 1 con la perennità della coe– sione sociale, che esso ò chiamato ad assicurare ftno a che, per opera del self-yoi:en,emenl operaio, la coesione sociale sia assicurata dalla naturale disciplina dei pro– duttori e del processo produtti\'O sostituitosi a ogni altro. ... I l)ocwuente tles SociaUsm 11;,1 curiosissima pubblicazione suscitata dall'instancabile nt– ti\'ità. cli Edoardo Bernstein 1 nella quale la critica. si accom1>agna alla storia e la discussione di un problema 11ovissimo d'economill e di finanza segue immediatamente alla rist.ampa di un documento intrornbile fuor della pOl\'ere di certo biblioteche, in parte Rivista vera e J)ropria, poi resto nrC'hh•io o miscellanea., d'indiscutibile rnntaggio per gli eruditi o di non piccolo interesse per chiunque abbia temJ)O o vo~lia di studiare, sono eutrati nel secondo anno di vita, Koi ci troviamo dunque di fronte a un succPsso, che giustifica appieno l'intelligente nudncia dell'editore o ci permette di sperare sorti anche migliori tdlc annate successivo dei Doc11me11te, ora che la nota firma Diotz cli Stoccnr<la, la casa editl·ice del par– tito, si ò :hrnnta In cura della Jrnblilicazione, La scolla del Bernstein non cacio soltanto sui vocchi OJ)UiCOli) o sullo lettere, o sui frammenti di libri degli uo– mini che tennero, <'Omeclisse il Liobknecht, il socialismo toclcsco al fonte bnttcsirnale. !}editore dei Doc11me11te, libero dallo pastoie del tempo e dello spazio, si accon– tenta di proporre or qui or là. brc,•i noto esplicatirc, accordando pionn. libertà tli parola ai socialisti d'ogni JJae-;e, ('osl noi frO\'inmo nello stesso fascicolo - quello di novembre-dicembre lflO~- un intcrc~!lantis-;imo gruppo di lettere di l<'ederico ~:ngels 1tConrnd Schmidt, aJ. Bloch, a lleinz Starkenburg, a Fran;,; Mehring, intese tutte a spie~are il \'aloro o l'ostensione del principio della. con• cezione materialistica della storia, <1uindi la ristampa di un vecchio articolo delFinglese Bernarcl Shaw, pub– blicato per In. prima volta nel To•D<ty del maggio 1899 1 intorno allo discussioni vivaci e SJ>esso interminabili che a,,ev,u10 luogo, in quell'anno appunto, tra i socia.– listi inglc!li sulla 1ooria del valore. i,; una pagina curio– sissima, (falla quale si po.~sono ca\'are utili indicazioni per studiare il frazionarsi 11ucces!livo e lo polemiche spesso violente dei i;;ocìa.listi cl1oltre ~lanica, Co~\ un interesse anche nW~({iore si sprigiona dalla lettura della Relazione presentnta al quarto Cou~resso dcl1 1 Jnternazionalc, tenuto in Basilea dal 7 all'l 1 set– tembre JSGO,intorno al diritto ereditario. Il Marx, come è noto, non a!lsist1H•1i a quel Congresso, ma c'era in vece sua Oiorg'io l!:ccariu!l 1 che rappresent ava le idee del Consiglio ~on ernie delPintornazionale cont.ro gli attacchi e le \'ivn('i cl'iticho del Bakunin. La nelazione pulibli– cata. dal Bernstoin rivola. por milio segni l'unghia po– derosa del Marx. Se non è sua la veste esteriore, sue souo invece, tutto suo, le idee che informano il prezioso documento. C'è un puuto SO\'ratutto che vogliamo ri– chiamare qui J>Crchò osso \'aie piì1 d'un intero volume a spiegare le differenze dottrinali e gli atteggiamenti O))posti del :Marx o del Bakunin. Quest'ultimo avendo tro,,nto una nrngg-ioranza de\'Ota, nella Commissione prima o J>Oinell'assemlJlea, fa votare senz'altro l'abo– lizione del diritlo d'ereditò, :Marx fwe,·a detto che , 1 ana. imprcs1l era. quella di voler sopJlrìmere l'eredità J)rima.. d'aver ~calzale le basi del principio di proprietà, poichè non è ,·ero che la. proprietà è una conseguenza del diritto d'ereditò, ma ò questo in\'ece la conseguenza. immediata di quella. Il Bnkunin non si OJ)pose ad ammettere con Eccarius che II il diritto ò sempre uun. conseguenza dei fatti"' Tuttavia, egli aggiunge, il diritto di,•enta a su;\ ,•oltn origine di altri ratti, e conchiude rimettendo net– tamente sul tappeto la. sun l)regiudiziale: sopJ>ressione, sopra ogni altra cosa., del principio dell'eredità senza. dar quartiere a nessuna misura transitoria. JI .Marx, in– ,·ece, nel quale la meravigliosa finezza scientifica anda,·a di1-posata a u11 senso prntico sempre \'igile, rifugge dai \'Oti eccessivi che " non hanno il dono d i suscita re nuO\'O energie it o, poichò gli sembrn ancora ! onta.no i! giorno in cui il proletnrinto vittorioso, distruggendo il diritto <li JJrOJlrietù, strnccedt colla. stessa mano le nonne del Codice che l'e~olano la materia delle successioni, pro– pone nel Consiglio generale dell'lnternnzionule che in - tanto i socialisti domimclino l'aumento della tassa di successione o una restrizione della. liberi.\ di testal'C. Piì1 di trf'11t'an11i sono passati dal Congresso di Berlino e m,llto roglie secche sono caduto dall'albero rigoglioso della critica socialista, 'l'uttn.via, quel picc olo incid ente retrospettivo, che lumeg~ia le ri\'alilìt e le cont.ro\ 'ersic dottrinali del socialismo in rasce, non ha perduto nulla do! suo \'Uloro storico e noi dobbiamo essere grati al Bernstein di rwerlo risuscitato. Altrettanto dicasi per mollo altro notizie desunte dalle ingiallite pagine di giornali intro,•abili, notizie di fatto, che hanno ))Crciò un'importanza e una ))Ortnta pratica. indiscutibile, ser– vencloci r, ripercorrere, con una guida redele tra le mani, tutto le ta))J)8 del movimento socialista. Sono disegni di leggo seppelliti senza l'o11ore di un princi))io di discus– sione, programmi o manifesti elettorali, stat.istiche, ren– diconti parlamentari, elenchi di a.-isociazioni, lo mille pagine sparso insomma di un gran libro scritto d'anno in anno, d'om in ora, dal proletariato iuternazionale, che vi ha tra.sfuso tutta la. sua fecre e Panima. sua. .Non citiamo pili per non aumentare le proporzioni di questa recensione, che è già. troppo lunga. :Ma i Do– cume11 te cles Socialismus meritavano l'onor.e di venir se– gnala.ti al pubblico itnliano con larghezza di particolari, si n JJer la rama di cui gode a buon diritto Edoardo Bcrnstoin trn i cultori <lolle scienze sociali, sia perchè la pubblicazione si raccomandi~ seriamente alla cort.ese attenzione d'ogni lettore che conosca le difficoltà d'un simile lavoro. . . . SulV imvo1·tan:a socia.le clelVoclim•,w movimento OJ)Cl'fliO \'Olso la prolusione, or pubblicata nella Riforma Sociale del 13 rebbraio 1908 1 del prof. SuJ)ino nl suo corso <li Economia. politica all'Università di P1wia. Egli considera come presup))Osti d 1 ogni mo,•imento SO· ciale: 1° un o,rdinamento esistente della socieH,, che dia luo~o a inconvenienti chiaramente ,,isibili e presenti il fianco a una critica efficace; 2° una classe sociale, cioè una riunione di indh•idui con eguali interessi economici, che sia malcontenta dello condizioni in cui si tro\'a; s 0 uno scopo che essa si prefl~ga come ideale e che rormi il programma. posith•o delle sue rivendicazioni. Questi tre clementi ~i riticontrano nell'odierno mo,·imento operaio. Il terzo, il collettivismo, a detta ,lei Supino, raJ)prcsenfa piuttosto un limite irrnggiungibile verso cui te11dono i la.voratori, e un'eSJJres:-ione che sintetizza lo nspirazioni a distruggere o~ni superiorità nei posse.~sori di lerr·o e <li capitali, che 11011un J)iano attuabile di ri– formn. cd una pos,iiblle 1·cnlfa storica. Come effetti del mO\'imouto operaio il Supino esami.t,Ja la legislazione sociale, il metodo del contratto collettivo, l'cle\'azionc nel tenore di \'ihl 1 l'iufluenza benefica delle macchine sulla mentalità. del lavoratore, la. smentita ri– cevutane da. molte dottrine marxiste sorte nel primo stadio capitalistico, elle pareva giustificarle, e i muta– menti indotti dalle agitazioni 01Jeraie nella stessa men– tnlitÌI. clelle classi dirigenti. J: notevole che tutte queste

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