Critica Sociale - Anno XII - n. 23 - 1 dicembre 1902

354 CRITICA SOCIALE quindi sempre esitante o sempre proclive alle Yie medie, si fa improvYisamente tribuno del popolo contro l'esosith fiscale clello Stato e dell'alta Banca. Lo Stato abbandoni nel Mezzogiorno e nelle isole piil che L9 milioni d'imposta sui terreni, il Banco cli Napoli e la Banca cl' Italia riducano - dietro compenso dell'erario - l'interesse del loro credito ipotecario, che è poi appena una piccolissima parte o ht meno onerosa ciel delJito fondiario del Mezzo– giorno. t•: tutto questo si faccia per incoraggiare la ogricoltur:i, per diffondere la coltura intensiva, per r1tddop1>iflrela produtti"ità ciel latifondo. Ahimè, quanti rimedi \'ani o <1uantc illusioni inu– tili! A i proprietari cli terre si ò dato ben altro che la riduzione a metà della imposta fondiaria: si ò dnto il dazio sul grnno con il pretesto che avrebbero coltivitto meglio e prodotto di piit..Invece il latifondo è rimasto quHle era prima, in attesa che !'011. Son- 11ino vi trapianti i suoi nuo,•i enfiteuti, faticanti sulht loro terra senza speranza mai cli poterla affrancare dalla scnitL1 del padrone lontano! ... Nè lo povere plebi potranno attendersi qualche sollievo. Invano !'on. Sonnino inscrive nelle sue pro– poste un patto agrario pilt umano. C patti non si traducono dalla legge nella pratica, se non quando le forze dello parti contraenti vh·ificano e sanzionano la pnrola scritta della legge. Orn. sono le plebi me• ridionali ca1>Rcidi tanto? E se lo fossero anche, per– metterebbe Fon. Sonnino che osso si associassero per la difesa dei loro nuovi diritti? Ma con tutto questo l'on. Sonnino potò suscitare lo pilt illimitate speranze, o il Govel'llo dovette cor– rere al riparo. Il tempo era breve e la questiono meridionale urgeva per l'nspottazione degli interes– sati. B allora il Governo esumò dai vecchi archivt gli st.uclt e le pro1>0ste di t.uttc lo infinite Commis– sioni, che da parecchi nnni vanno studiando unari• forma dei tributi che non viene mai, e abbozzò con quel muteriale raccogliticcio unR scrio di progetti leg-islativi. Se non che il GoYerno, che pure aveva promesso Al Mezzogiorno e in nome della questione moridio– nnlo molto ferrovie inutili, ebbe un certo scrupolo a proporre leggi per il Mezzogiomo soltHnto. E quindi i suoi progetti hanno cnrnttore generale, e suscitano le iro di Francesco Saverio Nittl, che già conteggia tutti i ,·antaggi che da quei progetti deriveranno alringordigia insazinta del Piemonte e della Lom– bardia. E così siamo in pieno torneo. L'on. Balenzano è andato a rinnovare a ~\loclugno la. disfida di Barletta, tentando cli scavalcare il Sonnino. Sonnino sta in guardia e para i col1>i: appena. un avvMsario gli slaccia qualche parte della sua armatura, e subito egli corre al riparo con qualche emendamento al suo progetto cli legge. li pubblico applaude e sta a guardare. I meridionali poi, orn che attendono la soluzione del loro problema, dimenticano che la solu– zione sta, piì:1che altrove, nello loro stesse numi. Però che questa ò la verità. La questione mo– riclionale non ammette una soluzione legislativa. L'in– tenento dello Stato, se 1>uò aiutare e agevolare le iniiiative loci,ii, non può mai suscitarle dove esse nrnncano affatto. Anche IR pressione fiscale, in un paese do,•e permane il fatifonclo, dove l'assenteismo ò la regola., e dove il credito non esiste o, se è im• portato dt1I cli fuori, trnligna. in debito rovinoso, non ò certo una dello causo principalissime della pro– duttività scarsa e llelln agricoltura arretrata.. Troppe coso bisogna che mutino nel .Mezzogiorno d'Italia, perchò l'opera incitatrice dello Stato possa sortire qualche effetto immediato. Pensare poi che un pizzico di provYedimenti tributari possa " risolvere ,, la questione meridionale, e possa elevare il Sud aJle condizioni del Nord - condizioni che si debbono in no parte a. fortunate coincidenze storiche e geografiche, ma anche allo sforzo lento, faticoso, paziente di quasi un secolo di attività ininterrotta - è una. illusione funesta, qua11do non ò una ciurmeria parlamentare. . . . La nostra conclusione è quindi chiara. Poichò la resuscitata. questione meridionale non ò che un espediente parlamentStre per le giostre del– POp1>osizione, e poichò ogni pretesa di risolvere un vnsto problema sociale ed economico con una. legge cli sgravi tributari o con la permanenza del vincolo enfiteutico è un'illusione creata J>er op1>ortunità. po· litica, sarebbe un irrimcdiahile errore afficl1ue l'indi– rizzo dcl11t nostm azione ad una bussola così artifi• ziosn. o fallace. Se hl politica non fosse la politica, ossia un gro– \'iglio delicato e intricato di tendenze, di metodi, di programmi, di temperamenti, si potrebbe discutere 1, lungo se, come lenimento superficiale e transitorio ai molti mali del :Mezzogiorno, convenga meglio il progetto Sonnino o i progetti ministeriali. E si po– trebbe magari, per vincere la gara della filantropia, allargare le braccia ed accoglierli tutti e due per non scontentare nessuno. )fa poichò dietro ciascun progetto ria1>paiono le duo faccio della 1>olitica italifrna, e poichò nessuno dei duo rimedi contiene lo specifico infallibile per la guarigione miracolosa, convicn procedere cauti o non dischiudere le porte rilla. rcAzione che chiede di ent,raro. Noi non dobbiamo consegnare l'Italia ai la– tifondisti sonniniani in corrispettivo della loro pro– messa. cli spezzettare il latifondo. Potrehbc darsi - e la profezia è piìl che probabile - che essi si rimangiassero, non solo lo loro promesse, ma anche la libertà del paese. Con che io non voglio affermare che il llinistero nttuale sia i 1 presidio della libertà. Pur troppo, se in tutto lo nostre leggi tributarie la uniformità è inesorabile, nell'esercizio dello libertà elementari il regionalismo metto fuori la. testa. Quello che, per esempio, si consente a Milano, ò delitto a Palermo; il Comizio che si permetto noll'J~milia si proibisce nella Calabria. Giolitti " vuol vivere ,,, come ha dotto, con una crudezza di espressione inusitata, alla Camera; e vuol vivere gio\'andosi senza. scru– poli cli tutto le forze buone o cattive che esistono nel paese. Quindi, dove trova. possibile la scelta, si a1>poggia ai partiti democratici, e dove la demo– crazia non è ancora sorta o è gracile e grama, si allea alle camorre locali e le lascia foro indistur– bate. Ora tutto ciò è deplorevole, ma non giustifica il pessimismo disperato cli nlcuni nostri amici. So la libertà non ò ancom conquistabt per sempre o da per tutto, ciò non ci può consigliare di risuscitare la reazione. Noi dobbiamo camminare in ava.nt.i e non tornare indietro. Dobbiamo affrettare l'ascesa della democrazia radicale, e non preparare il ritorno cli Sonnino. Del resto anche la politica finanziaria, che è quella intorno a cui si discute con pili calore in questi giorni, non si può sottrarre a questo problema fon• damentale della libertà. Quando ht libertà avrà fatto crescere nel Nord d'Italia una clemocrnzia gagliarda., propar·ata ad assumere il potere, o conscia delle gravi necessità dell'ora che volge, allora n.nche la soluzione, che questa democrazia saprà dare nl problema delle spose dello Stato, potrò. influire sulla natura e su1Je proporzioni degli aiuti al Mezzogiorno d'Italia. Certo, oggi sarebbe profondamente contraddittorio che i socialisti, i quali proseguono nel paese l'agita– zione contro le spese militari - non con la ingenua. pretesa- che il Ministero attuale accetti il loro pro-

RkJQdWJsaXNoZXIy