Critica Sociale - Anno XII - n. 10 - 16 maggio 1902

CRITICA SOCIALE 153 Iu compenso, quali pretcsc 1 quali vanhlggi deve riservarsi lo Stato·? La legislazione mira. a che lo sfruttamento dei corsi d'acciua si facchl nel modo più razionale, perchè non avvengano sperperi vani cli ricchezza. Ogni gr,,ncle progetto interessante una estesa l'Cg-ionc, pure proporzionando lo opere d'iu·te ai bìso~ni pre– senti, non do,•rebbe preoccuparsi solhrnto del mas– simo vantaggio immediato dei conccssionat·i i ma tener conto, fin che sia. possibile 1 di prol)abili cd opportuni ingrfmdimcnti futuri, tali dii poter otte– nere la utilizzazione piìt completa e socialmente piì1 utile {'). l,a speculazione pericolosa non è quella delle con– cessioni, come comunemente si crede, ma si fa piÌI tardi, quando gli impianti sono gift in esercizio. Perchè lo Stato, data una concessione, no11dcYe più interessarsene, nò si riserva di tener dietro a.I modo con cui essa verl'i\ esercit.\t~ Non si potrebbe p1·c· ventivamcnte, cli comune accordo, stabilire una specie di disciplinal'i, che rngolino nei diversi casi le ta• riffe di vendita, se non altro fissando dei massimi. e pretendere dei ri~uardi speciali ai pul)blici sc1·vizi? Vi fu chi, secondo noi assai inopportumimentc 1 propose che si ponessero a pubblico incanto le con– cessioni, a.t.tribucndole a colui che offrisse un canone mag-giore; troveremmo assai piìt equo cd utile che la gara fra i richiedenti non fosso a. bAse di offerte 'di un canone piì1 o meno elevat.o, ma. di una utiliz– Zilzione piì1 razio1rnlc e vantaggiosa. Quest.o principio, che noi vorremmo introdotto nella leg,µ-e, fu d'altronde elementarmente qua8i ten– tato da parecchi tecnici, anche di vaglia, che, ve• dendosi osta.colata una. domanda di concessione dall1t nota. circolare di Ahrn di Hivcra che stabiliva. una specie di monopolio t"t favore della ferrovia, o eia qualche concorrent.e, tentarono dì vincere gli osh1- coli, impegnandosi, nel caso che fossero prescelti, a fornire idio Stato,o alla. Provincia, o ai Comuni.interes– sati, una certa somma di energia. Hl prezzo di costo. Jla ciò di cui i legish1tori devono speciillmente preoccuparsi è lit. durata. e la moclalit:'L della con– cessione. Lo Stato non devo alienare clefìn.itivamcnte una sua propriefa: cd una. nlienazione quasi definitiva. verrebbe compiuta. colle proposte fatte alla Ca.mera dall'on. Balem ~a.no. [ termini della. conco8sione venga.no pure fissllti col criterio che si possa. ammortizzare il capitale impiegato (ed è certo che i 60 anni promessi dal– l'on. Ministro sono più che °Sufficienti), ma lo Stato si riservi il diritto cli riscatto('). Proteggere in tutti i modi la nuova industria che sorge tanto promettente per l'avvenire d 1 Italia, ab- (I) un Inizio (Il (),uesta tendenza è segnato nello schema di legge a1>pro,·ato nel magg1o 1900dal Senato, elio 1,crmette di llòllpendero co11ce1111!onl In corso 11crlnoluderlo In nuo,•e e plì1grosse conee1111!011\ di terzi, a 1,atto cho al eoncesalonarll così 0Sl)r0lll'latl siano dato, da ohi di diritto, equivalenti quantità di a0<1uao di rorza Idroelettrica, 111guua da a\.11\llarll a co11t11111are, sebbene lu diverso modo, nel• l'0S0relzlo dellf\. loro lndtlStrla. (') Al rro11os1to è tntoreuante come t!1Jo la legge toioronlea del 7 ai>rll0 189Z,La durata dC!hl C0lll"C88lOn0 Ò fissata In z:. 1U1nl,d0J)0 I t1ua11Il oo,·crno diventa 1u,turulmc11to 11ro1>rletarlo doll'ln111tnnlo. l'erò gll è rlser\'ata 1,, fileo1tt1di rl&ct'ltlo a 1mrtlro dal tredicesimo anno della eoneell81one,<llolro 1mgamento alla Soe\otll eonco8lllonai-la di una sommn e110cq111\•nlgnal ,·A loro del matcrlnll lnstnllall, \·nlore eia dcterml1rnrsl di comune accordo, o, nmncando l'11ecordo, da un oolloglo 1>cr1tn1c. Lll. Ttltf1mi.cC1 ,Iua1111Ii11,cho ha Il 11101101)0110 del servizio a )l\lano, d0J)0 lo i>roteste 11egll l11dustrl11ll,del :\lun1c111lo,degli on. Turati e oe .\IHlro!s, SI ù decisa n rlfnro In grnnde 1111,rte 11iiroprlo hn11lunlo, tho cadrà !n umno.0110 Stato nel 1,1,, s1iendendo oltro un milione di lire. Conio si vede, 1·1unmortan1enlo 11uò oUenersl In tlll tem1io molto breve! 81 ,ate :i C no B,arco IJA.ndonare ogni cl'iterio fiscale, sussidiarla anche, ove sia necessario, ma riservarsi in compenso il diritto di controllarne l'esercizio, e non rinunciare assolu– famente a ciò che ò proprietà dello Stato: ecco quali dovrebbero essere, secondo noi, i cardini della. nuova. legge. Jng. ANORT,0 0~1001::0. ILPARTITO AGRARIO INGERMANIA l\'el 1003 scadono i trattati che legano fra \01·0 in ben definiti vincoli commerciali le potenze dell'Europa Cen• trale e Orientnle e l'Jt;Llia. E giammai come oggi forse l'Eul'opa fu attraversata tutta da. un triste evento di rea– zione economica, che minacci,i di ritornarci ver,30un vero medio evo, frapponcntlo mille ostacoli :11 superbo pro– gredire dei mezzi di trasporto, forieri di libertà econo– ·mica. Che piit? Oli stessi mezzi di trasporto sen·ono a una politica retriva: l'azione del \'itpore ò paralizzata da una complicati.ssim;l co <liflc:i.zionc di tririffe, le quali hanno per iscOJ)O il vecchio errore, Anteo mille volto atte!'rato e altrettante volte risorto, di gettare il piì1 a~evolmcnte J)ossibile le merci na;r,ionali sui mercati for:i.sl.ieri e pone i1wece barriere alle merci cstcl'e, af– flnchò queste non " innondino 11 (li~ fmse è di pramma– tica.) i mercati interni, a tutto scapito del " !.woro na– zionale 11 (altra frase come sopra). Ciò che ha di caro.Uerislico l'odierno sommO\'imento economico, in vista dei nuovi trattati, è di essere guidato dovunque dal partito agrario. li'ra il 1878 e il 1890, quando l'Europa continentale segnò i J)rimi ))assi sulla via di Damasco della prote– zione, per poco abbandonata, furono i capi delle ind u– strie manifatturiere che dovunque levarouo le alte stridtl contro un sistema liberista, che li po11evain condizioni dis.1strose di conconcnza. Come poi facessero tutti gli ~11dustl'ialid'Europa a esser deboli gli uni cli fronte agli altri reciJ)rocamcnte 1 ò questione che lascio risolvere ai SUJJeringegni del protezionismo. J.'rol.>11.bilmente gli in– dustriali, di fronte ai mera\'igliosi J)rogressi delle scienze fisiche, che segna.ronc una ri\'Oll~zione nell'industria, si trovarono impossibilitati da una serie di condizioni, che qui è ozioso enumerare, a. rifarsi l'outillaye ornai insuf– flciento e a far fronte ai nuo, 1 issimi bisogni i sicchò ri• chiesero la protezione como una specie di prestito for– zato, imposto su tutti i consumatori. Comunque, allora. furono gli agrari a })rotestare. Oggi, il J)l'Oblema è ro– vesciato. Oramai gli industriali hanno avuto quello che volevano, tranne poche categorie, e ritornano liberisti: i sericultori lombardi inronnino. Invece gli agrari scen– dono essi alla riscossa; e dal\11.contea ciel Lancashire, nella impenitente nazione liberista, allo ampie pianure ungheresi, la. parola d 1 ordine ò uniforme: la protezione sola JJUÒsalvare l'agricoltura europea dalla estrema rovina che le sovrasta. E a capo delle schiere che in– irnlzano questo grido, minaccioso specialmente per le classi 01>eraie,stanno naturalmente i t)iù minacciati dalla giovane agricoltura estensiva transatlantica: i ccre:i.li • cultori. ... Se però in Jnghilterra il grido caci.equasi nel ,•noto, so in JJ'rancia trova risJ>Ondenza in tutto un sistema 1 ehe par ratto 1lpposta per roviilare le risorse di quel ma• gniflco paese, se in Italia, nell'A.ustria-Uligheria e nella S\•izzera esso ò in parte attutito dalle J)ilt opposte ten• denze, in Germania sorge poderoso da migliaia di voci:

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